Galoppata fra le nuvole

Galoppata fra le nuvole 17.000 Km. con lo Zeppelin Galoppata fra le nuvole n nostro inviato a bordo (lolla;«Zeppelin-i nel secondo viaggio coni-\ptuto dall'aeronave- dall'Europa al- l'Amerka Ialina, prosegue la narra-«Ione'delta sue impressioni sul "™M^che ha inizialo I voli regolari tra continente europeo e il Hrasue. {Una notte comincia, sopra l'Atlantico del Sud, la sinfonia delle nubi. Il sn,nè seduto, come un disco d'oro, sul li-mite del mare. Il cielo si stende iM\sfuma, salendo, in ■trasiiarcnzc sempre più chiare. All'orizzonte luccica, larga un palmo, una striscia di nubi. Saliamo a uno metri. Il sole disparc rapidissimo di secondo in secondo. Ora, intorno allo Zeppelin, comincia ad avvicinarsi l'esercito delle nuvole, simili a enormi figure marmoree sempre diversamente modellate dal vento. Giganteschi animali antidiluviani con le zampe appoggiate sul limite del mare, corpi grigiastri curvati con imponenti musi e enormi corna si rincorrono l'iin l'altro, si spingono in silenzio, veloci, senza tregua. Cacciati avanti, dal vento come da un enorme pastore. Seguono nuvole leggere in ordine sparso: piccolo seguilo: una vera ridda stregata di oscure figure.1 Stelle e prosciutto E' qualche cosa per i meteorologi Seilkopf e Weickmann. Sono nel regno della Natura come non. mai. Essi lodano il viaggio perche da loro, in maniera inusitata, la pratica e la visione per salire alla teoria, fa cadere opinioni prima ritenute esalte, e apri' nuovi orizzonti. Intanto si è fatto scuro. Le nuvole raccoltesi in una com patta massa nera hanno coperto il mare completamente. Grandi campi di neve grigi-azzurri sembrano invadere l'orizzonte. Nella calotta celeste arde un azzurro cupo. Su di esso spuntano, a lato dello Zeppelin, le prime stelle. Cosi procediamo, a millecinquecento metri, sull'Atlantico nel nostro piccolo carino salotto. Siamo saturi di quanto abbiamo veduto. Ma Ugo Eclinar mi ,. offre, con un sorriso da vecchio lupo " *™ [. mare, un piatto con grande cautela per dominare le onde dell'entusiasmo mi dice: « Anche questo prosciutto è qualcosa di molto bello! ». Pernambuco! Non io quale origine abbia questo nome. Per me, del resto, è lo stesso! La parole ì sempre meno dell'opinione. Per me le quattro sillabe — pronunciale lentamente e non. desiderio — formano quel circolo che abbraccia la costa vergine col suo strano paesaggio marino e la rnrnan tica città Rccife. Quando lo Zeppelin in grandi giri, puntuale come un direttissimo alle ore 18- e cingile minuti giunge dal mare ai disopra delle vallate e dei campi, che per nulla somigliano a quelli tedeschi, allora lo strano e colorilo panorama ci riempie di giubilo. Tra montagne boscose e acque stagnanti, e sulla costa di un mare chiaro e spumoso si stendono capanne sparse o raggruppai.' in strisele colorate. Alte palme, slmili a enormi spolverini verdi punteggiano la bianca, spiaggia. Persone per noi completamente nuove, in vesti dai più vivaci colori, minuscole come nel paese de! lillipuziani, case altissime bianche dell'immensa città nella luce del tramonto Nelle lunghe strade t.rams illuminali. L'aeroporto appare corre un grandi' maneggio verde dotato di un pilone In ccnte che serie da ingresso. Adagiti scendiamo. Le prime mani che si ag grappano al bordo della cabina di co mando dello Zeppelin, e che il primo paio d'occhi di. un Paese straniero ci guarda amichevole, rìdendo, ri sembrano un saluto clic ci promette il principio di una lunga e buona amicizia. A terra! Il volo è ancora nel nostro sangue! Si e troppo presto arrivati. Qualapisce. L'oscuro uomo cheguida, la nostra automobile, ohe come un demonio ci trascina sull'accidentato selciato, tra buche e pozzanghere, ver-'*0 l'albergo, siede davanti a m \vt*o mi è vicino. Quando si volta. ffU^/( suodando, sorridendo verso di me vedo ilI„ 10ic"° lcri1r fìnestra 1 suo pronin, i suoi grandi occhi neri e lsuol denti candidi. Mi sembra che sia/a stessa terra straniera che mi guida. ,,, ,, „. . , . ,, Piccole case ad un solo piano dellaperiferia si. seguono una vicina aWaltra.'"tcstc. Vecchi uomini neri con capellibianchi e ricciuti fumano pipe: dclica-te, fini e chiare faccie di donne e difanciulle dagli occhi scuri e ardenti. Ve-sliti d'un, rosso pompeiano, lilla, bian-chi. Negozi aparli, nessuna vetrina: co-me in Giappone. Al di là della stradacapanne di una povertà e modestia credibili. Tedeschi d'oltre Oceano larghe, pnlHc stradeLa citlà! Grandi elh alberate. Nelle vasche migliaia di mqn-gravi si alzano dalla melma. Piccolito, d'ali oscure. L'albergo inteinaziona le di dieci piani, laniere graziose conla vista delle, palme, degli oleandri, dei.giardini e della lontana coita del mare, line italiani, tiieni di ammirazione per lo Zeppelin, che parlano portoghese, stendono il primo cablogramma,scelgono la via meno costosa. copianoa macchina il largo messaggio, lo por-timo al telegrafo, e mi prestano miche cinquanta mila rcis, perche ncll'alocrgonon si cambia moneta tedesca. In automobile al Club tedesco. Unnbella spaziosa casa sul bordo d'un f<n-me. Magnifico parco, grandi tennis,giunco di birilli. Nella casa ima bibiio-teca, una saia da lettura, sale per «<•/•-«menti: nel primo piano scuole Perbambini tedeschi. A pian terreno vi>averanda. Tedeschi in bianco davantilunghe tavolate. Mi accolgono festosa-mente. Faccio la conoscenza dì molti giovani colli, intelligenti connazionali di ogni parte, della Germania. Con larghe idee sono pionieri del Reich in questo difficile nugolo del Rrasile. In, puro brasiliano, e I urlo delle rane mvg- genti. Grandi farfalle si inseguono nel- t'oria. Vna pioggia tropicale cade seni- vre più torte. Ritorno all'albergo a pioni-due giorni riusciamo, grazie all'abilitàdi Ecìtcncr e ad alcuni amichevoli arti-coli, scritti dal dott. Ilenle del Mlniste-ro degli Esteri tedesco a da me per il■liornale gooernalivo, a far sparire nmalcontento causati) nei commerciamiete mal interpretati scrini tedeschi alUinpo del primo viaggio dello teppennnel Sud America. Passiamo la notle tra birra. u-hisl;g bo in un sonno profondo, senza sogni, esnusi0 ... . a Mi hanno promesso dei pesclca.nl. A gruppi! In verità ne ho incontralo uno solo in allo mare. 1 tedeschi raccontano ridendo che da diecine di anni non ne ;«inno viste neanche le code. Perciò prendono i bagni e nuotano al largo, ,\,i n(ini mnn-0t aspettano la primavera, \0t(lt incomincia l'estate. Quando da noi gli Alberi, di Salale sono accesi, in brasile il ealdo è il più. torrido. Vado lungo la spiaggia per sei. o sette chilometri. I.a strada mi porla alle foreste vergini. Un. indìgeno mi porta una fresca noce di cocco, la sbuccia, vi ficca dentro una paglia. Revo il latte fresco e dolce. Poi l'indigeno l'apre ed io mi cibo della poijia. dolce come un inarzipane. intorniamo indietro. Nella campagna una piccola capanna di fango rascosta tra enormi palmeti. Nella cucina, aperta, incontro un piccolo vecchio secco nonio. Un pescatore. Ilide contento. La ■mia parola che capisce è Zeppelin. Chiama la moglie e mi mostra con le dita di avere 8U anni. La capanna l'ha falla lui con fango e frasche, e l'ha coperti con foglie secche Ci palma. Le pareti sono nude. Un grosso letto con sopra una stuoia bianchissima riempie lo spazio. Mi porta una piccola pianta di ricino con appese le verdi frutta, e la vecchia mi offre un grande flore bianco tropicale, negalo loro due miilercìs. Mi. seguono beali con lo sguardo. Echi del vecchio mondo Tre quarti d'ora da lìecife al mare Olindo. Mollo curalo, belle case, giardini carini. E' olandese d'orinine. Intorno alla collina la città, e sulla collina qualche monastero del XVII secolo. Opere d'arte prcgie.voli. Ma il più bello, perù, nel chiostro dei Benedettini, suora Ermentrudls llellmann, una tedesca, una line, buona vecchietta con cuffia ed occhiali. Chiama le altre suore tedesche, e per mezz'ora nella santità del chiostro si sentono voci, tedesche lon tane dalla Patria. Più di cento piccoli: !iri,sniiniC: lra a'u 0,,„ e i se(iiei anni. hanno qui la loro educazione. Oltre il collegio c'è anche una scuola per maestre. Adagio, sussurrando, con una cullila quasi celestiale suora. Ermcnlrudis parla. Noie allegre di pianoforte giungono dai saloni. Nei corridoi del chlo slro spiano le piccole brasiliane dai /urbi occhielli neri. a Nel vicino chiostro del monastero dei Francescani antiche mattonelle olandesi. Storie in blu-delia nibbio. Armadi e casse barocche in. legno scolpito di alberi rari e. di rara preziosità. Il paesaggio è ampio. All'occidente il mare muggente. La bianca spiaggia, ornata di palme, si stende a llccifc. I giovani monaci escono dalla cappella nelle loro brune Umiche. Sono anch'essi tedeschi. Si preparano per essere missionari, e poi vanno nell'interno. Allegri e allo stesso tempo seri, appaiono grandi fanciulli lutti presi dalla loro missione. Curiosi come ragazzi chiedono mille, cose dello Zeppelin. Ridono. Sono cordiali. Non ci lascierebbero partire. No1, sentiamo, lasciandoli, la clausura delti, loro vita, la. loro chiara visione, e l'im mcnso sacrificio della loro giovinezza con una risiietlosa invidia. L'ora della partenza scocca per lo Zeppelin. /( viaggio ha raggiunto il suo scopo? Lo scopo era di accelerare i rapporti commerciali con Recif, Pernambuco, lìrasile e l'America latina altravèrso un regolare trasporto ili passeggeri e di posta. Ciò è riuscito. Lo Zeppelin, trunguiilo, sicuro (. puntuale è ritornato in Germania. Le notizie fantastiche di giornalisti che parlano di difficoltà, di danni, di incidenti, di sensazioni, sono sciocchezze. San successe nulla di anormale. Nessu\no, anche con forte vento, soffri di mal di mure. L'unica sensazione del viaggio fu la. mancanza completa, di ogni sensazione. MAX GEIlìENHEYMEn. ^auzioiuTv ! (Copyright della Stampa Associata di ' Fra ùcoforttì 1931, d della » btaiupa », Uipro-i

Persone citate: Ugo Eclinar

Luoghi citati: America, Europa, Germania, Giappone, Salale, Sud America