Le mostre dei paesi d'Oriente

Le mostre dei paesi d'Oriente ALLA FIERA DEL LEVANTE Le mostre dei paesi d'Oriente —(DAL* NOSTRO INVIATO) Bari, 15 notte, te quattro iniziali si ergono alte, cucitali, come un rosso diadema sulla fronte, traforata come un merletto, di-Ila bella torre: « U.H.S.S. ». l'iti fiotlo le vedete ancora, ugualmente enormi, Btampalc sulla facciata 'lolla torre, a lato di una iprolissa bandiera purpureo ondeggiante al vento. I,a falce e il martello spiccano alj'eslremo del grande stendardo, ed intrecciano poi i loro profili simbolici ancor più in busso, tra il primo e il secondo piano, in bianco argento. Siamo nel vasto piazzale delle Nazioni, alla Fiera del Levante, di fronte al padiglione della Russia. Raduno di Stati Orientali Una rassegna della Fiora del Levante non pnò cominciare clic di <iuj, dai padiglioni stranieri. A parte il riguardo dovuto agli ospiti, è la topografia etessa della Fiera elio vi obbliga, perchè le cinque provinolo pugliesi e il Comune di Bari, con senso squisito di cortesia, hanno ceduto agli espositori d'oltre mare le costruzioni più belle e importanti, quelle die danno sul monumentale piazzale d'ingresso. Nella severa costruzione che In stile pugliese del '200 si eleva sul fronte dalla Fiera, in cospetto al mare, troviamo, con la Russia, la Bulgaria e l'Ungheria; con pochi passi si ò a capo del brere ridente viale Bosforo (tutti indovinati e significativi, i nomi imposti alle vie e alle piazze di questa città!), e si raggiunge il piazzale Roma, nel mezzo del quale si eleva il potente zampillo Idi una fontana grandiósa, alimentata dall'acqua benefica dell'Acquedotto pugliese. Tutto intorno a questa refrigerante visione, incorniciata nel verde di aiuole fiorite, fanno corona le simmetriche costruzioni che accolgono le Mostre cecoslovacca, albanese, greca, palestinese, egiziana, turca. l.« bandiere che sventolano alla sommità d'ugni padiglione servono, prima ancora della carta topografica, di orientamento al visitatore. La Mostra rumena e poco discopto, alla confluenza del viale Venezia con il viale Adriatico, alloggiata in tuta specie di cattaste la cui parte sulla strada è tutta una vetrina. Sono incontri stranieri, dunque, 1 primi che si fanno varcando gli agghindati recinti della Fiera, e di tutti gli Stati presenti la Russia c quello che richiama con maggior prepotenza la voBtra attenzione con l'ostentazione trion fole dei suoi emblemi. Si intuisce subito che i russi non suno scesi quuggiù per una blanda azione dimostrativa, ma si sono accampati nel loro padiglione col piglio brusco o risoluto di gente decisa a farsi conoscere ed apprezzare. Entrate, ed avvertite subito die l'impressione non era fallace. Con materiaile non molto più abbondante di quello di altri Stati, gli organizzatori di questa Mostra sovietica si sono imposti all'attenzione dei visitatori, che accorrono numerosissimi ad ogni ora del giorno, e a dare ad essi una idea diremmo quasi violenta, drammatica delli) sforzo socialistico per la ricostruzioIne economica del Paese. Badate, par che dicono, ci siamo noi: prima o poi dovrete fare i conti con hi nostra ecobornia? Manifesti, cartelloni, grafici, quadri, fotografie, vi accompagnano per tutta la visita, non lasciandovi un istante di tregua. Propaganda sovietica L'assillante propaganda ha per oggetto centrale il piano quinquennale. Le prime cose che leggete, sui manifesti sesquipedali che tappezzano le pareti Uel breve corridoio di ingresso, sono appunto che il piano quinquennale porterà la Russia alla testa della produ alone europea, che il piano quinquennale metterà in valore le risorse di un territorio pari al sesto di quello mondiale, che il piano quinquennale, infine, ha creato nuovi rapporti di lavoro, )a cui « caratteristica è l'entusiasmo degli operai ». Queste didascalie sono accompagnate da una teoria innumere di fotografie, che vi mostrano interni di (fabbriche sovietiche, gigantesche armature di ferro tra cui si muovono febbrilmente, o sostano a consiglio, tecnici jed operai, o infine gruppi di industriali le di ingegneri stranieri in visita ai nuovi impianti russi. Qualche volta non sono produttori stranieri che vengono Snessi a partito a scopo propagandistico, ma scrittori, come George Bernard Shaw, il cui ironico sguardo vi sorride Jn mezzo a un gruppo di oscuri favarisch moscoviti. Nella sala a pianterreno, densa d'ombre, par d'essere nell'interno di una miniera. Dalle pareti, che sembrano decorate col carbone, grandi figure fuligginose di minatori, ritti in piedi con la lampada in mano, o curvi sui vagoni già carichi, paiono avanzare dalla profondità di gallerie interminabili. Una luce rossastra, spiovendo dai fianchi di grandi cubi allungati, illumina blocchi enormi di antracite che i comunisti a frammenti informi di più modeste dimensioni, posano su uno strato di polverino di un bel nero brillante. Dal carbone del Doneiz al legname del Caucaso E' un campionario dei prodotti carboniferi del Donetz. I cartelloni murali Ivi dicono, con il linguaggio delle cifre le quello dei grafici, lo stato passato, presente e futuro della produzione carbonifera russa, mentre una serie di fotografie vi mostra il lavoro nell'interno delle miniere, e da una altra parete, all'ombra della possente armatura tìl un Dietrich, sopra un trono di Jatte di benzina, altri manifesti proclamano le superiori qualità dei petroli russi, preferiti dal Graf Zeppelin nella sua crociera. Altri settori della sala, che si Hregia anche di una interessante documentazione fotografica sulla crociera del Malvohln, sono dedicati alle peci russi di carbon fossile, alla nafta pesante, alla naftalina. Saliamo. Lungo la scàia (grande campeggia sulle pareti il ritratto di Lenin), 11 materiale propagandistico non vi abbandona. Ai grafici del commercio estero sovietico di alternano vedute di città e villaggi, di fiumi e di laghi gelati, di grandi piazze monumentali e li pittoreschi angoli caucasici. Perchè i russi fanno qui anche una aggressiva propaganda per le bellezze del loro paese, e, mentre mettono in moto la macchina, del piano quinquennale, sembrano tenere in gran conto l'industria turistica. Se avete il giusto della statistica, ecco la cifra degli stranieri che l'anno scorso visitarono la Russia, ammirandone le suggestive bellezze; ma anche se queste cifre non vi interessino, non potete per questo chiudere gli ocHit dinanzi ai vistosi richiami che vi («salgono da tutte le pareti. « Visitate la Russia, il paese della ricostruzione socialistica, il paese del piano quia- {quotinole, il paese del nuovo oriente! ». j Al primo piano sono alloggiate la. mostra del legname, lineila del cotone, Iquella dei prodotti agricoli; al piano (supcriore, quella dell'artigianato rosso, della doleei'ia, dulie pelli (ricchissimo), dui tappeti, dei ricami. Tutto è predisposto con io stesso metodo, o svolto al fine di una propaganda rude. Le realizzazioni del piano quinquennale si svolgono fotograficamente dinanzi ai vostri ocelli; quelle avvenire vi sono annunciate, o II piano quinquennale s'avanza », n nel 1931 il piano quinquennale vedrà l'apertura di finii fabbriche nuove ». Sopra le travi, le tavole, le asticcluole della mostra dui legname dal Caucaso potete seguire tutto il processo di produzione del materiale, da quando I boseaioli, intabarrati sullo costole biancheggianti dei moni', segano alla .base i grossi tronchi, fino a quando lo {tavole, segata e piallate, vengono cariente sui piroscafi nei porti de) Mar Nero. Alla ondulazione dunosa dei sacchi di granaglie e di legnini della mostra agricola fan da sfondo le tonalità cupe di una grande pittuva murale, raffigurante un aratro che a rimorchio del la trattrice solleva ondate di terra rosso-bruna. Sopra, il solito grafico vi dà le cifre della produzione agricola e quelle del processo di industrializzazione dell'agricoltura russa, processo in alto ad opera dei bolscevichi. Bulgaria e Ungheria La mostra bulgara e quella ungherese nell'altra alu della costruzione, si presentano con un volto accogliente e gentile per quanto quello russo è imperioso od aggressivo. Qui nulla si impone, tutto si chiede con un sorriso: il sorriso delle fanciulle in costume che animano con la loro fresca grazia e con i vividi colori dei costumi nazionali la armoniosa disposizione degli ambienti. Fin dall'atrio del padiglione bulgaro, che è al pianterreno, vi vengono incontro volti amici: quello di Re Boris e della Regina Giovanna, in omaggio ai quali gli espositori hanno voluto portare, e ornamento della sala, il magnifico tappeto originale che servi alla benedizione nuziale della coppia regale. In poco spazio la mostra bulgara accumula un materiale vasto e vario, oppure gli espositori parlano di semplice aziona dimostrativa e si ripromettono per l'anno venturo una discesa ben più in forza. Ricami, merletti, tessuti, mobili di noce, molti legumi e soprattutto fagioli (che hnn dato nel '31 un raccolto assai abbondante), carboni della miniera statale di PorhiK, la cui produzione, a prezzi di assoluta concorrenza, sta prendendo un notevole sviluppo, e poi tappeti, oggetti d'arte, fotografie di paesaggi bulgari, ecco che cosa offre alla vostra curiosità il padiglione della Nazione amica. Ma il settore di questa mostra a cui i bulgari danno maggiore importanza, è la collezione completa dei tabacchi e delle sigarette nazionali. Collezione veramente ricca, ed anche artisticamente pregevole, per la finezza delle scatole, dei nastri che legano i sigari e le grandi foglie (vi sono -17 varietà di foglie di tabacco), delie dorature delle sigarette, della gradevole disposizione dell'insieme. Alla mostra ungherese si accede salendo una scala le cui pareti sono una mostra turistica vera e propria. Una serie di panorami di città e di campagne si dispiega ai vostri sguardi come in un film. Anche gli ungheresi mostrano di apprezzare molto il valore dell'industria turistica, nel quadro dell'economia del paese, e rivolgono insistenti richiami ai viaggiatori, inalberando, tra le altre, suggestive visioni di Budapest, regina del Danubio. Un breve atrio, decorato dalla effigie dell'Ammiraglio Horty, e dalla corona di S. Stefano, poi il primo padiglione, colmo di mobili, di tele e reti metalliche, arazzi, giocattoli, sigari e sigarette, prodotti agricoli. Al piano superiore trovate tessuti, pelli, cuoiami, acciai lavorati, penne, mutile, materiale elettrico, tappeti, scialli, berretti, cuscini, vestaglie, camicette. 11 panorama della produzione ungherese si presenta dunque alla Fiera come un panorama eterogeneo, variai issinio Sotto il segno della mezza luna Gli altri Stati si presentano con mostre più o meno vaste e complete, sempre interessanti anche se prive di sorprese. Varcando il padiglione della Turchia, sapete già che cosa vi attende, ma non per questo è meno piacevole l'impressione dell'insieme. Nel salone reso soffice e quasi ovattato dai « BuIcaro » e dagli « Smirne », una donna in costume siedo al telaio e vi dà modo di assistere alla paziente tessitura di un tappeto; in un angolo clip arieggia il classico locale orientale un turco in fez vi mesce l'aromatico moka e vi porge il soave locum; da una vetrina scintillano ambre e monili, dal lato opposto si elevano sgabelli intarsiati o pile di caratteristici macinini di caffé. I mercanti egiziani hanno riempito il loro padiglione di tappeti, vestaglie, borsette, ed i fellah hanno mandato campionari di semi e di filati di cotono. L'Albania ha raccolto intorno a un gran ritratto di Re Zog molti interessanti oggetti del suo rustico ma non inartistico artigianato, ricami delle donne di Scutari, mobili, vestaglie e camicette, e poi prodotti dell'agricoltura. Si rivela un paese che, con l'aiuto fraterno e disinteressato dell'Italia, si va facendo una struttura economica nuova, e afferma una incipiente capacità di organizzazione, produttiva. La Cekoslovucchia, nel cui padiglione campeggia dominatrice l'effigie di Masnryk, si presenta con una fisionomia più industriale. Il gruppo centralo della mostra è costituito naturalmente da una gran profusione di cristalli di Boemia. La Grecia ostenta gran varietà di tappeti, di oggetti d'arte, di ricami e di merletti, indumenti femminili. Le pareti sono fasciato di visioni elleniche, richiamo alle correnti turistiche. La Rumenia si limita per quest'unno a lavori femminili, di gusto squisito, di bellissima e line fattura. Le signore sono per conseguenza le clienti naturali di questa mostra, che è sempre affollata La Palestina è presente quest'anno più di nome die di fatto, ma resta sintomatica la sua volontà di non mancare e l'intendimento di partecipare in pièno, l'anno venturo, a questa importante'fiera. L'intendimento è enunciato in un grande cartellone, che si eleva in mezzo a un'interessantissima serie di veduto della Palestina. Con queste grato visioni della Tiberiade, di Gerusalemme e di Haifa, il nostro viaggio in Oriente è terminato. Resi i dovuti onori tigli ospiti mettiamo piede nella zona nostrana. Motivi di orgoglio e di compiacimento non manche- ianl'° ENRICO MATTEI.

Persone citate: Fiora, George Bernard Shaw, Graf, Lenin, Re Boris, Regina Giovanna, Smirne