Vendemmiale piacentino

Vendemmiale piacentino Itinerari provinciali Vendemmiale piacentino PIACENZA, settembre. Il peana non sa più quali squilli levare in onore di questa terra ferace di Piacenza, la quale ha un nome che la propizia: sagra, o vendemmiale? Siccome c'è stato, in questi giorni, chi ha scritto, a proposito della gran questione se l'uva si deve inghiottire con o senza la 'buccia: «noi siamo per la buccia trangugiata, laddove non ci risulta che alcuno sia morto a causa di questo » (e, anzi, si professa « toto corde » anche per vinaccioli. o semi, in quanto, dice, se si t>utta.n via le une e gli altri, si finisce col buttar via il chicco e eoi non mangiar l'uva...) diremo, parafrasando, che noi siamo per il vendemmiale, se non altro perchè di sagre abbiamo abusato (e di battaglie?) poi sagra è parola più lontana, dalla cosa, di vendemmiale, perchè richiama le feste patronali con l'albero della cuccagna. .Sappiamo che i vendemmiali significano più berne il succo che mangiarne i ciuccili, e che richiamano Dioniso alla mente, a schiena d'asino, seguito da baccanti fauni satiri e eoribanti; ina poiché ormai si va concedendo dagli igienisti anche il moderato uso del vino, non è ragionevole rifiutare l'amplificazione. Piacenza si prepara a. levare archi di tralci e di pampini allietati dai bei grappoli opimi in onore di S. K- Marescalchi, Sottosegretario per l'Agricoltura e dei tecnici eminenti che converranno qui, dal 19 al 21 settembre, per la Mostra interregionale delle uve da tavola e pel Convegno relativo. U Sot tosegretario parlerà sulla « Importanza delle uve da tavola nel problema viticolo ita.lia.no»; il dott. Mario Guzzini, Isulla "Produzione e sulla esportazione»; il prof. Angelo Longo sui « .Sistemi culturali più convenienti •; il prof. Vivic-pinzo Prosperi sulla ■ Scelta dei porta innesti» e il dottor Maritano sul «Commercio delle uve da tavola all'estero ». 1 viticultàri italiani, dunque, avranno modo non solamente di documentare i risultati singolarmente ottenuti con culture razionali, ma anche di fare gli opportuni rilievi sui metodi altrui. Né sarà fuor di proposito il Convegno, dal quale i tecnici usciranno con un prezioso patrimonio di idee e di cognizioni che non mancherà di avere una influenza decisiva sull'auspicato attrezzamento necessario alia produzione selettiva ed emogenea. Quanto sia importante il problema nei riflessi economici, dirà una cifra sola: in Italia la cultura della vite occupa 4.300.000 ettari. Frutto prezioso di un cospicuo patrimonio, che il Governo,Fascista ha saputo salvare, inca.na-ilandò il prodotto oltre che per la prò- iduzione del vino !non facilmente e non agevolmente esportabile: né qui occorre ripeterne le cause) anche per 11 consumo diretto dell'uva, sia all'interno che all'estero. La moderna terapia conviene largamente sui larghi benefici dell'uva, elemento curativo di prim'ordine: un consumo a carattere popolare potrà bilanciare gli spostamenti della produ- rsrfctzione, assicurandone l'esito: cosi come 'Ala conquista preordinata e intelligen-i,te delle «piazze» estere di maggiore consumo, potrà recare i benefici economici che è lecito attendere. A ciò, sopra tutto, tendono oggi gli sforzi dei tecnici. Mentre non si può negare che, sotto l'esempio milanese del bravo e coraggioso Liverani, lo popò igrpcdrqlazioni dei maggiori centri italiani; labbiano risposto con fiducia alla pro-I qpaganda igienica condotta sin qui.\ vbisogna riconoscere che, nel campoi^dell'esportazione, molto ancora ab- rbiamo da imnarare Onecfn r™«»™n "„ „"1° imparare, uuesto convegno ppiacentino, questa Mostra ìnsegneran-! pno molte cose; e, senza pur giungere pa quella standardizzazione (oh, la : gbrutta parola... ma la tecnica giocai lben altro, ai letterati poveri) per cui la California — che ha frutteti attraversati addirittura dal termosifone! — riesce a produrre la frutta a precisa dimensione, è lecito attendersi che anche i nostri prodotti riescano a presentarsi meglio, mediante una cultura razionale e, sopra tutto, mercé quella specializzazione di tipi la quale, essendo in riferimento al sito, riesce a produrre di più e di meglio. Piacenza, adunque, prepara festoni bacchici : i suoi viticultari sono fra i più appassionati, e l'uva di questa terra è tra le più squisite, onde essa vive, secondo le parole della Sarra Scrittura « in riposo sotto le sue viti ». Non dissero già i profeti che là ove minacciava la calamità, tacevano lo canzoni della vendemmia? Poi, a mangiar l'uva é un altro affare che berne il succo (e far l'una e l'altra cosa é riprovevole, come insegna il proverbio: triste consiglio mangiare la madre e bere il figlio!) e se una volta i padri Romani, non fn"i!i a! bacìo. saicAgmlasgqcrgddda o o ò baciavano le... spose per sentirne se oi alito odorasse di vino, adesso questa prova è inutile, perchè le donne, magari, s'inebriano di benzina o di \v!ocità, I buoni ricordi affiorano, fra i turgidi grappoli: se Dioniso insegna a pestar la madre per suggerne il figlio, resta pur sempre fermo ch'egli, se volle possedere la bella e virtuosa Erigone, dovette ridursi a trasformar si, ed era bello e di gentile aspetto, con lunghi capelli inanellati — in un grappolo d'uva, Qui si potrebbe — dico a Piacenza — tentare magari il ditirando di messer Francesco Redi, un medico toscano che sin dal Seicento era del parere dei medici d'oggidì, i quali convengono che una misura discreta di vino buono, anziché nuocere giova; ma la mostra piacentina è per le uve da tavola... Tutt'al più, dopo la festa, si potrà berci su, per gli auspici sicuri. Che non avvenga, insomma, di vedere il triste corteo dionisìaca con tirsi destinati a far zampillare solamente il tiepido latte, si che il naso già rubizzo del discepolo di Sileno — che insegnò al Dio a trapiantar la vite — impallidisca di malinconia: buona uva da tavola e buon gotto pieno, checché ne dica il proverbio. E lo soccorro, comunque, il conforto del vecchio Orazio: « Tibi enim inconsumpta Juventus est ». o Dioniso, la tua gio¬ ventù è sempre nuova. Ma se persino12Maometto ha detto a Otman: .Vi sono! Sa Utman : a vi sono molti pericoli poi vino, ma anche molti vantaggi... ». Insomma, tre volte evoè. (Poi, una freddura tra parentesi, che questa è l'età letteraria dogli « ùmoristi»: ognuno, a suo modo, celebra la viti... cultura. E stop). ATTILIO FRESCURA d

Persone citate: Angelo Longo, Attilio Frescura, Francesco Redi, Liverani, Mario Guzzini, Sarra, Sileno, Tibi

Luoghi citati: California, Italia, Piacenza