Il Congresso storico subalpino

Il Congresso storico subalpino Il Congresso storico subalpino Un'altra giornata di fecondi Savari - Un vibrante discorso di S. E. De Vecchi - La seduca di chiusura - Il prossimo congresso convocato a Pavia Borgosesia, 13 none. Il 34.0 Congresso della Società Storiest .Subalpina, !inuigiu\ttu.n ieri nulla gemile e tranquilla Varallo, lui oggi proseguito e concluso i suoi lavori a Borgosesia, il cenno operoso e popoloso, die siede in una vasta cintura di colli, dominata dalla grossa e massiccia sagoma del Moin barone. Come .'.ti Varallo, oggi Borgosesia si è tutta rivestita di tricolori, per esprimere il fervore del suo entusiasmo a S. E. il conte Cesare Maria ile Vecchi dì Val Cisinon. il quale nella sua qualità di presidente delta società storica subalpina è venuto a presiedere la seconda seduta del congresso. Un'entusiastica acclamazione Iva salutato il Quadrumviro, quando, ■accompagnato dal prefetto di Vercelli S. E. D'Eufemia egli è giunto iti automobile, ai teatro Sociale, ossequiato dai podestà di Borgosesia, dott. cav. uff. Enrico Lora, dal vice podestà comm. Felle* Fiorì, dal segretario politico tenente Barchìelto, dal comandante della coorte « Valsesia •, centurione cav. Elisio Gilodi, dallo scultore prof. Carlo Conti. Calorosi si sono rinnovati gli applausi, e vive sono squillate le note degli inni nazionali, allorché il Quadrumviro ha fatto il suo ingresso nel eatro stipato dai cultori di studi storici, qui convenuti per il congresso, e da un folto pubblico. Il saluto del Quadrumviro Ha preso, per primo, la parola il podestà di Borgosesia, dott. Lora, il quale, rivolto un saluto devoto e reverente, a S. E. il conte De Vecchi, a S. E. il Prefetto e ai congressisti, Iva ricordato che Borgosesia. situata stile porte della regione valsesiana costituì sempre una barriera per i popoli invasori; dopo aver ricordato poi, che nelle mmediate vicinanze si svolsero, nel'età di mezzo, e anche in epoche aneriori, memorabili battaglie, fra cui quelle glorioso, combattute a Ponte San Quirico, a Montregone e nella piana di Bettole, l'oratore ha rilevato tome, passata la Valsesia sotto la signoria dei Savoia, nei primi anni del 700, le industrie, i commerci e le arti abbiano avuto nella regione una mirabile rifioritura. Da allora; la Valsesia è'rimasta sempre fedele alla gloriosa dinastia sabauda; anche nei momenti più calamitosi. non ha mai mancato alla fede degli avi. 11 dott. Lora ha concluso applaudiissimo, esprimendo l'augurio che i lavori del congresso rechino un notevoe contributo al progresso degli studi storici regionali. S. E. il conte De Vecchi, al quale il pubblico ha improvvisata una nuova calorosa dimostrazione, ha ricambiato, anche a nome dei congressisti, il saluto rivolto dal podestà di Borgosesia. [ Attentamente ascoltai, il Quadrum-i viro ha rilevato come la Valsesia vanti] una storia gloriosa, di eroismo. Que-Ì sta regione, infatti, fu sempre valido' baluardo contro le invasloi.i nemiche,; ed ebbe, fin dagli antichi tempi, fun-, zioni di difesa dell", terra d'Italia, j Passata sotto la Casa Savoia, la gloria di questa terra non è venuta nuno; gli uomini della Valsesia, forti e massicci; come le loro montagne, prima sotto lensegne azzurre e crociate, e poi sotto] a bandiera tricolore, seppero dare in ogni frangente il più vigoroso impulso alle pacifiche competizioni del lavoro,! facendo della Valsesia una delle terre più fecondamente-produttrici d'Italia. • La fedeltà alla Casa Savoia — ha proseguito il Quadrumvirj — è vanto comune di tutta la terra piemontese e i valsesiani non sono mai stati secondi a nessun' Piemonte e Savoia sono due nomi indissolubili, come lo sono oggi Italia e Savoia. Oggi, sotto la ferma illuminata guida d'i Duce, la Valsesia va prendendo une. sviluppo sempre maggiore; basta percorrere queste valli per rendersi contò del nuovo magnifico fervore di intensa vita, ella anima la regione. Oggi — In terminato applnuditissimo, il Quadrumviro — la regione valsesiana, come tutte 1p altre regioni d'Italia, cammina spedita e si-| cura, sulla via dell'avvenire. Il regime fascista é la continuazione di quello Stato mirabile, sondo, monolitico che si è formato, qui io Piemonte, e che è diventato Stato italiano; questo Stato ha a capo un Re saggio e valoroso ed è governato da un Como, che raduna n sè tutte le migliori virtù della sua stirpe. Sotto l'eiribl ina del littorio, lo Stato italiano non può dunque fallire la meta di domani: l'impero». Fervidissimi applausi hanno coronao il vigoroso e appassionato discorso di S. E. De Vecchi, il quale ha proposto! 'invio del seguente telegramma, in oc-I casione dell'onomastico di S.A.R. la: Principessa Maria di Piemonte: «Marchese Brivio, gentiluomo di corte dil S.A.R. la Principessa Maria di Pie-] monte. Congressisti Società Storica Su-l balpina elevano loro pensiero, fervida* levozione, augurio all'augusta Princi-I pessa di Piemonte, che impersona lai tradizionale grazia e la benna delle Principessr. Sabaudet. L'invio ilei telegramma 2 stato approvato con una fervida manifestazione di plauso. Le relazioni S. E. De Vecchi ha assumo, anche oggi, la presidenza del Congresso, assistilo dal vice presidente della Società Subalpina prof, comm Tàl'one e dai segretari prof. Mudare mons. Burghesio, prof. Mor, avv. Sacco. Sul palcoscenico erano, inolile, S. E. il prefetto D'Eufemia, il rettore dell'Università di Torino, prof. Pivano. il podestà dott. Lora, il venerando comm. Giuseppe Magni. La Società Storica di Alessandria era rappresentata dal segretario dott. Carlo Parnisetti; e il comune di Casal?. Monferrato, dal prof. Foà. Si è ripresa tosto la trattazione delle comunicazioni II prof. Pietro Vaccari, podestà di Pavia, ha esposto, in sintesi, il risultato delle sue ricerche storiche, intorno ai rapporti fra Pavia e Vercelli. Egli ha illustralo l'importanza predominante, che, per buona parte del medio evo. conservò la via Francisca. la quale da Piacenza. i j I j I i iiriecmmvA1md:crgldnaVmNngPscghdcndrralittsVlfmtVpi."gqztsttsiBlcrlcbgpsdanghcztnclrsuOdcvgsps2brvahosndbailftrmmtNtg a | ! I : l ] l * I i i Pavia. Lomello. Cozzo metteva capo a j Vercelli, e di qui, per Ivrea e Aosta, epilogava l'Italia con la valle del Rodano, e più tardi dell'Aar e del Reno, 'l'ale predominanza è un indice della natura dei rapporti della vita economica nell'Italia superiore, dominali dalla preponderanza di Venezia nel? I l'attività dei trailic, e dell'importanza ei onoinica prevalente dei paesi occij dentali. I li' seguito mòns. Lino Cassoni, il quale ha riferito sulla prossima pubi imeazione di una carta archeologica ideila città e provincia di Novara, ideaita selle anni or sono dal sen. Rizzelti, e clic darà una visione topogralica delle stazioni romano nella provincia di Novara. Perciò Novara, che ritrova, in ogni sua pieve, il « pagus », in quasi duecento delle sue parrocchie, il « vicus «, che vanta tavole etrusche e marmi romani, che dispiega nell'archivio della cattedrale, le sue pergamene medievali su di un pluteo marmqreo romano, che fa sedere i suoi vescovi su di un marmo del secolo di Augusto, che battezza i suoi bimbi nel1 urna marmorea, di Boxa, la cui romanità ed eleganza può esserle invidiata da lutti i fonti battesimali del: Urbe, potrà, con la. prossima pubblicanone, dirsi con vanto, figlia « di quella 'Roma, onde Cristo è romano Il comm. prof. Pietro SU'igini ha riferito brevemente intorno al carteggio Rolandi, che si conserva a Varailo, e che si riferisce alla permanenza di Pietro Roland! a Londra. I! prof. Carlo Guido Mor ha esaminato gli statuti della Valsesia e ne ha accertato la fonti: e il dott. Alessandro Viglio, direttore dei musei novaresi, ha mento intorno a fonti archivistiche di Novara, per la storia valsesiana. Un notevole contributo alla biografia del gen. Iacopo Antonini ha portato il prof. Passò, dell'Università di Cagliari, illustrando soprattutto le relazioni di lui con Niccolò Tommaseo, nel maggio-luglio 1848. 11 comm. ing. Giulio Decio ha dato interessanti notizie sulle nozze di Carlo Alberto, notizie desunte da documenti inediti, già appartenenti al gene.". Cacherano d'Osasco, governatore di Cario Alberto. Con questa comuniazione è terminata la seduta antimeridiana. La sezione giobertiana della Biblioteca torinese Nel pomeriggio, prima di riprendere i lavori i congressisti si sono recati a visitare il grandioso stabilimento della Manifattura, ricevuti dal direttore ine. cav. Franco Magni, dal direttore tecnico Aurelio Magni e dal vice-direttore ing. Calzone. Alle 15,30, ancora sotto la presidenza di S. E. il conte De Vecchi, si è ripresa, nel teatro Socia.e. la trattazione delle comunicazioni; a far parte della presidenza è stato chiamato anche il comm. Magni. Il prof. Renato Soriga ha intrattenuto l'uditorio sullo spirito pubblico, in Valsesia, prima dello Statuto. Con ampia analisi dì materiale edito e inedito, il relatore si è studiato di indagare ."evoluzione del senso patriottico negli abitanti della Valsesia, nell'età prequarantottesca, per cui essi, sotto l'azione plasmatrice dello Stato .piemontese, dal più circoscritto municipalismo, poterono assurgere a una più alta comprensione dei loro destini. 11 prof. Luigi Madaro. solerte direttore della Biblioteca civica torinese, e segretario della Società Subalpina, haiit.-ri;o sulla Sezione giobertiana dellaBiblioteca civica di Torino, illustrandol'entità e l'importanza dei fondi che lacostituiscono, specialmente per quantoriguarda i manoscritti autografi del fi-losofo torinese, e i carteggi dei vari corrispondenti politiri pervenuti allabiblioteca, per Jo donazioni della si-gnora Vincenza Gioberti e ordinati inparte dal compianto prof. Gustavo Balsamo Crivelli, che il relatore ha ricor-dato con commosse parole, mandandoalla sua tomba recente In Va ralle. anome degli studiosi, il reverente omag-gio di fervida riconoscenza. Il conte doti. Emilio NasaKi Rocca ha illustrato su alcuni documenti piacentini, le origini di un esteso consorzio gentilizio locale, i signori di Fontana, dai quali discese uno dei più noli vescovi di Vercelli, Gregorio, cancelliere dell'Impero, vivente nel secolo XI I! prof. Boriiate ha parlato delle relazioni fra Genova. Vercelli e la Valsesia: e infine il prof. Mor ha rivolto un pensiero in memoria di Federico Ometti e Pietro Galloni, storici insigni della valle. Esaurita la trattazione delle comunicazioni storiche, il presidente ha rinnovato la proposta che il prossimo Congresso sia convocato a Pavia, e l'assemblea, concordemente, ha approvato plaudente. S. E. il conte De Vecchi di Val CIsinon ha dichiarato inoltri" chiuso il 24° Congresso della Società Storica Subalpina ed ha espresso il più fervido ringrazinineutp a tutti i relatori, per il valido contributo apportato ai lavori, e alle città di Varallo e Borgosesiti, che hanno dato ai congressisti squisita ospitalità. A nome della cittadinanza .li Borgo-sesia, il comm. Giuseppe Magni ha prò-nùiiziato brevi parole di saluto al Qua-driiiuviro, al quale il pubblico ha tributato ancora una vibrante prolungataacclamazione. Ultimati i lavori del Congresso, S. E. il conte De Vecchi, seguito dalle unto-l'ita e dal congressisti, lm visitato l'opificio della Società manifattura italianatappeti, ricevuto dai dirigenti cav. Ce-rizzi:, rag. Osella e signor Strauch. Do-mani i congressisti visiteranno il sacro munte di Varallo e compiranno una gita ad Magna, alle falde del Monte Rosa. ■■ ■ — "' S"