Le cerimonie a Pal Piccolo e Pal Grande avranno luogo con l'intervento di S. E. Manaresi

Le cerimonie a Pal Piccolo e Pal Grande avranno luogo con l'intervento di S. E. Manaresi ADUNATA DI ALPINI IN CARNIA Le cerimonie a Pal Piccolo e Pal Grande avranno luogo con l'intervento di S. E. Manaresi Cauriol mid| tIl ricordo si perde in una nebbia gdi lontananza. rQuando noi, serenamente accan- rtonati, dopo la orrida e gloriosa fburrasca ni Monte Cima Uralica re? | csistenza che aveva sbattuto u.uh Au-jlstriaci, sul muso, la porta d'accesso imalla conca di Tesino e di Feltra), dattorno allo specchio azzurro dei là- cghetto di Forcella Magna, lembo di dcielo fra ombra di alte vette, seniim-| ino dire che avremmo dovuto pren- adere il Cauriol, non ci meravigli ani- dmo della cosa, che è dovere di ogni | ibuon alpino di non stupirsi mai di|pnulla, specie delle più strampalate:ded assurde novelle, ma mentalmente|pci sentimmo tutti, già cittadini, in ordine chiuso, del mondo di là. Sembrava, infatti, una cosa ria pazzi, pensare di acchiappare il Cauriol: separato da noi da un profondo vallone, fosco di sterpi e d'ombra, oltre le gobbe collinose dei colli di San Giovanni, degli Uccelli e del Latte, il Cauriol innalzava la sua guglia superba fra i massicci di Cupola e di Cece, a duemilacinquecento metri, a guardia dell'ampia sella di Sadole, fuor dell'insidia e dell'amplesso di un folto bosco. Peggio ancora era guardar la carta:" curve di livello strettissime, strapiombi, bosco erto, un terrenaccio infame: rodere quell'osso, con un battaglione-ino striminzito ed ancora non rimesso dalla bufera dell'offensiva di maggio e con una battanola da montagna, che aveva le rigature dei pezzi più consumate delle spirali di un cavatappi centenario, sembrava ...na fola! Dopo aver « ostiato » un po' contro i soliti comandi, la. cosa, appunto perchè balorda, irrise però a noi tutti in corpo una grande allegria: stavamo crogiolandoci già, da più di un mese, a Forcella Magna a rubar tavole di notte al Commissariato in fondo valle e a costruire, di giorno, baracche per dolci riposi, a remare, con grazia elefantesca, sulle acque del Lago, pronti a tagliar la corda ed a buttarci a riva quando si sentiva giungere di lontano il brontolìo di qualche grosso pentolone austriaco, ed a scannarci, notte tempo, con bestie, tresctte, e scoponi fino ad ore piccole, che cominciavamo a far leggermente schifo a noi stessi, quasi fossimo perfetti imboscati al fronte: l'idea di menar le mani, anche se turbata dalla possibilità di andare con le scarpe al sole, non dispiaceva del tutto. Tanto per degnamente prepararci, stemmo in piedi tutta la notte : guardavamo la luna e le stelle e la sovrastante Cima d'A6ta, che tuffava la sua ombra nel Lago, come fanciulli romantici, con nel cuore un po' di famiglia e di casa; fissavamo la vetta lontana che avrebbe dovuto diventar nostra e, in mezzo, fra noi e quella, la oscura forra del vallone pieno di arbusti, di silenzio eh i\i mistero : osservavamo i razzi che davano scie di luce giù verso la Val Colamento, la Val Cia ed il passo Cinque Croci : veniva dai mon ti e dalle valli, con l'aria della notte, un odor tenuo di verde, di abeti di fiori alpestri: urla di animali nel bosco, strida di uccelli, un picchiet tar vicino di mitraglia, un rombi1 lontano di cannone, qualche isolato ta-pum: nel cielo, vampe e bagliori: nel cuore un ansito di aspettazione, un calore irrompente di giovinezza. Poi, una scrollata e, giù, neLla baracca a scherzare coi camerati, a far arrabbiare il Cappellano sulle basse di passaggio al Paradiso da preparare per l'indomani, a mangiare pane e salame, a berci un po' di infame vino con polveretta, tipo sussistenza, ed a far partite a dama con colpi gobbi, da fare tremare le vene e i polsi a quella candida anima di Don Luigi, eterno perdente nella impari vicenda. E così, fin quasi all'alba: poi i preparativi, le consegne e gli abbracci ai camerati subentranti e, infine, al ricadere della notte, fuor della trincea, giù nella valle fonda e cupa, verso la cuspide lontana che sembrava immergere la sua cima aerea nel bleu scuro del cielo, punteggiato di stelle, solcato di razzi, abbagliato di vampe guerresche. Poi, la visione si perde; la notte cupa, la marcia dura e diffìcile nel fondo del vallone, l'aspro risalire e le prime schioppettate sotto Col del Latte e l'alba, lassù, sul Colle conquistato. Ed ancora, l'avanzata fino a Coston Cupola e le puntate verso il Dente del Cupola: poi, di nuovo, la notte ed una bufera di freddo e di gelo fra le rocce ed un'alba di luce, mentre sulle cime, sulle forcelle lontane, infuriava la battaglia ed i rododendri avevano odore amaro e colore di sangue e, nelle vene, era il languore strano che donano la stanchezza e l'aspettativa dell'ignoto. Poi, via di nuovo, ormai scoperti dal nemico, sotto il punzecchiare degli shrapnels, oltre il Vallone di Sadole, nel folto del bosco del Cauriol, protesi alla pazza impresa staccati ormai dai camerati e dalla vita. Ed eccoci, all'orlo del bosco e il primo tentativo di salire e la prima trincea conquistata ed il contrattacco furibondo, ed il forzato ripiegamento fra gli alberi. Notte sul 25 agosto : il ricordo è vivo: cacciati fra i roccioni, moschetto alla mano, attaccati dagli Austriaci che scendevano baldanzosi, fermi, senza mollare di un metro: poi, all'alba, su di nuovo, all'attacco, e la riconquista dei roccioni ed il duro resistervi ed il secondo sbalzo fino alla selletta ed un'altra notte fra i sassi, mentre scendono dalla cima barilotti di esplosivo, sassi, bombe ed urli di dileggio e i feriti trattengono, nella strozza, il grido ed il pianto. All'indomani, 26, nuovo vano assalto e l'eroismo della 64, della 65, della 66, dei Plotone Comando, della Mitraglia e lo sforzo inutile dell'Artiglieria e il contrattacco furibondo del gemico e, fino all'imbrunire, l'alterna vicenda Poi, l'ultima notte, la quarta, fra 1 sassi, ridotti ormai ad un pugno di uomini, i ghiaioni seminati di feriti e di morti e il lungo cappellano accorrente, allo scoperto, a racco mandare anime e ad ascoltare sM- ettbdgCncnrn me volontà, ed il bravo nostro medico, via come uno scoiattolo, fra trincee e erode, a fasciar braccia e gambe ed a tamponare squarci orrendi e, infine, nella luce, il disperato ultimo assalto e il meraviglioso francobollare dei .quattro divini e vecchi «65 delia V Batteria » e il saire rabbioso, fra le roccie, e l'ultimo scajto, su tutti con la ferocia della disperazione, più ancora che col corpo, verso la vetta coronata dal sole! Kd ceca, infine, l'urlo di Savoia aiututizialore di vittoria, nel rosso del sole calante, ed eccomi lassù, o pure, col mio attendente con un pacco ili toscani, un fascio di nonde e un fiasco di vino a portare i primi generi di salute e di conforto e l'abbraccio fraterno ai vivi, fra anta morte. - Vedo ancora il baglióre di quel ramonto e lo spettacolo, mentre la battaglili muore, della agognata Val di Flemme, di Predazzo biancheggiante lontano e, dietro a me, di Cime d'Asta e, lontana, del Pavione, Sentinella di Feltre, He del focolare e della famiglia. Cosi ho anche oggi, a quindici anni di distanza, negli occhi e nel cuore, la visione ed il calore di quella non dimcnlicabile giornata. ANGELO MANARESI. L'adunata carnica Belluno, 11 notte. Dopo lunghi anni di silenzio, Ha) remila vallo dell'Alto But, domenica 13 settembre, risuonerà ancora dei passi degli scarponi die sullo crine di Pai urande, l'ai Piccolo e Freikofet hanno vissuto le giornate della passione ed hanno difeso a denti sretti gli accessi alle loro case. Accanto ai soldati vi saranno Comandanti con a capo i generali Pizzareilo e l'oggi che seppero guidare i. gregari con inflessibile disciplina, ma con gronde cuore agli ardimenti più sublimi. Risaliranno per rivedere la Cappellina di Pai Grande in cui sarà collocato il volto sacro del sublime Martire, dipinto dall'Ili.mo comm. Cesare Laurenti di Venezia e donata dal generalo Pizzarello già Comandante del Battaglione Tolmezzo-, risaliranno per rivedere la Cappellina di Pai Piccolo presso cui hanno trovato il primo riposo tanti Martiri della guerra. li dal Cimitero di Timau, risaliranno anche i Morii il loro calvario non più col volto icrr.eo, ina Irradiato dalla giocondità e dalla paco che è in loro poiché il sacrificio non fu vano. Sosteranno anch'essi, i nostri morti, dinanzi alle Cappelline ed ascolteranno con l'innata modèstia, la lo ro glorificazione. Ed avranno nuovi fremili dalla parola del nostro Comandante perchè sentiranno che la Vittori!a non ha sognalo una sosta ma è stato 11 primo balzo verso il ra dioso divenire della Patria. Chi risale da Paluzza si trova poco sopra Casteo ns,-sbarrata la- str»da -dal due colli di » Knt'rators » che rurono nel passato sempre munite a difesa della valle soprastante. Attraversato l'imponente cono di deiezione del Moscardo, •fiancheggia 'o dalle nere abetaie del Proinosio e del Paularo. si trova il cimitero di guerra di Timau che raccoglie i morti in guerra della zona. Timau, paese di confine che ha d mostrato con largo sacrificio di sangue il suo indefettibile sacrificio, i sovrastato dalla imponente nuda »Cre ta» che s'innalza quasi a piombo Attraversato il paese si prosegue lungo le sponde del But prima, fino al fontauone che ne è la sorgente e poi su quelle del rio Collina. ' liceo ora nello sfondo il Coglians maestoso ed a sinistra il monto Terzo donde i nostri moniagnini fumicavano coi rapidi 65 le ìrivcee nemiche' ecco a destra le Eellirikofel ed il Pai Piccolo ed ìi Freikofel tremendo, ria Sfavori Ronner si stacca la mulatrie ra che sale al Pai Grande nascosta au cora dalla Creta di Timau. Pai Grande, Preikofel, Pai Piccolo sono per la gente di Carrria quasi simbolo della grande guerra, quantunque buona parte della cintura montana da cui e rinserrata la regione, sia stata teatro di diuturn' sanguinosi combattimenti. Si è che queste cune e questi passi erano difesi dai suoi figli dei Battaglioni Tolmezzo, Val Tagliamene ed Arvenis, mentre l'eco de! cannone che si ripercuoteva di valle in valle faceva sussultare nello spasimo i cuori delle madri; si è che a brano a brano que sti cuori rimanevano lassù inchiodati sulle nude roccie accanto ai figli caduti. E qualcuna di quelle madri aveva avuto in parte di poter comporre le spoglie adorate nel cimitero di Pai Piccolo: estremo conforto ed estremo dolore. E' sorto cosi per la pietà delle madri e dei compagni e per volere del generale Poggi, allora Comandante del Val Tagiiamento, j) suggestivo cimile ro in cui restano ancora cinque cippi coi nomi dei caduti e la bella Caponi lina. La Cappellina di Pai Grande invece è stata eretta per volontà del cappellano Don Janes ed ideata e costruita dal tenente D'Andrea alla cui memoria doveva essere dedicata, perche anclie Egli era salito nel Cielo degli Eroi. * * * Gli alpini dp'.la Carnia, che già In Libia, agli ordini di Papà Cantore, avevano detto di quale animo guerriero fossero dotati, non delusero le speranze di chi aveva loro affidato l'importante e delicato settore del fronte. Aggrappatisi a queste rocce nel mag gio del '15. non solo vi resistettero im perturbabili, ma con continue azioni di forza e di sorpresa, tennero in ap prensione il nemico, cui procurarono continue perdite, talché questo era ds esso considerato uno dei pili tormentati settori del froiue montano. Ricompense collettive ed individuali numerose citazioni sul bollettino dei Coniando Supremo, fanno fpdo di questa attività che. dopo Caporetto. ebbe il suo seguito nella difesa del Grappa e la conclusione nello sfondamento del Passo del Tonale il 3 novembre 101S. L'adunata del 13 settembre sarà dunque apoteosi dei nostri moni in que sto estremo lembo d'Italia, e sarà an che glorificazione del valore non mai smentito di questa, gentp camita operosa in pace, salda, tenace, irresistibile se la Patria chiami.

Persone citate: Caponi, Cece, Cesare Laurenti, D'andrea, Forcella Magna, Manaresi Cauriol, Moscardo, Pavione, Vittori