Emozioni e sorprese in " ferrocarril,,

Emozioni e sorprese in " ferrocarril,, VIAGGIO IVl^Fv SUD-AMERICA Emozioni e sorprese in " ferrocarril,, ( L> AI< NOiSTBO I .-V V I A. T O) Da Caracas (Venezuela), settembre. Per venire da La Guaira a Caracas ci sono due strutte: quella ferrala e giiella. automobilistica. Due strade che bisogna vedere con quale commovente premura cercano di non perdersi di cista durante i venticinque chilometri di ripida montagna che, mercè toro, uniscono il porlo ufficiale della Bepublilica alta Capitale. Se per un momento le due strade si separano è. proprio per un cn.su di forza maggiore. O c'è da saltare un burrone, e ciascuno dece pensare ai casi proprii secondo i propri mezzi; o da girare una curva sulla gitale è assolutamente impossibile procedere,di conserta: o C'è uno sperone che i binari, più, prepolenti, titanio foralo, ? l'asfalto no. Ma si tratta di separazioni brevissime. Hi là dall'abisso, dietro la curva, oltre la galleria, il treno e l'automobile si ritrovano subito -■• e forse con tanti reciproci complimenti per lo scampato pericolo. Complimenti, bisogna riconoscere, non proprio superflui: specie quelli che dulia ferrovia vuttno all'autostrada. Fra La Guaira e Caracas si sono fra cassale automobili, a centinaia; e ossa del collo in proporzione adeguata. Un singolarissimo monumento che si incontra a mezzo cammino riassume questa lunga tragedia e ammollisce gli « chauffeurs », in modo' che non potrebbe davvero essere più espressivo, a non aggiungervi altre pagine. II. monumento è costituito da un grosso piedistallo di cemento su cui è stato posata un'automobile tal quale fu ravvolta In fondo a un precipizio dì quei paraggi. Sulle faci-iute del piedistallo neanche una parola- Goinez, che Ita voluto quel ■monumento non unta le parole, inutili. Emozioni ferroviarie La pratica utilità di questa trovata pare ormai accerlatissìma. Gli incidenti sono ridotti al minimo, e quasi nuli Il carattere raccapriccian-assumono Ce di un tempo. Qualche urto, quul- che parafango che se ne va, qualche rissa sulle curve. Prima, erano voli! f.'ultimo episodio tragico è stato quel-/.o «li uno svedese, che è ondulo a fitaire con la sua macchina giù da una scarpala di cinquanta metri per esLerSj voltato a guardare il simbolo ammonitore. . venula a Caracas in ferro- 10 s ventilo a <-"m/cu in ferro 11 colonnello, fallosi pieno di al-^ T 'M T^T" .iTT. V »»« motl,:'' Vinto fra tutti quello1"16 ,a s"w/" aal mare a"a f pilulc è necessario mutarsi d'ubili Ulin automobile l'operazione dldislivello non e. mollo, via e così re-; pallino che un po' dì prudenza non fa male) e nitrire i bagagli e cercarvi il necessario non. è molto agevole. « Poi ha soggiunto) la ferrovia merita di esser ceduta. L' una delle nostre piccole meraviglie. Peccato che, col' tempaccio che fa, e con la notte che sale, non vedrà tittu.<i nulla... ». Errore, colonnello mio, grosso errore. Preoccupazione assolutamente inijiustillculu. Ho visto mollo, troppo. Ilo ■visto tanto che, a un certo momento, ho chiuso gli occhi per non vedere altro, l'orse, gtiesta confessione'non giova molto al mio «dossier' eroico. Ma non imporla. Non ho mai ambilo di ricevere medaglie ul valore, ferroviario. Pinola ■meraviglia! .Ma dite: grande, grandissima, immensa, meraviglia. Meraviglia completa. Meraviglia di virtuosismo tecnico, e. meraviglia ili arrivare a Caracas senza aver suggerito a Gomez altri monumenti. Alla emozione del mio viaggio debbono aver certamente contribuito l'orti quii*: notturna e tu pioggia diluviale. Ma anche di giorno la strada è poi questa. /•' non si è mai sentilo dire chili sole ubbia aiutalo i treni a reggersi in equilibrio. Il convoglio à composto della macchina, di un bagagliaio, di tre vagoni viaggiatori. Ma forse il macchinista non lo sa, e corre come se fosse solo con la sua caldaia. Infila tunnels e affronlu curve nello stesso modo che farebbe se avesse davanti a sé il più perfetto e più guardolo dei rettilinei. Fischia, questo si. Fischia come gli comandano, a distanza di poche centinaia di metri l'uno dall'altro, grossi cartelli appesi al pali telegrafivi, u Pila ». « l'ita v. « Pila ». F lui non transige, l'ita che bisogna sentirlo. Pila mollo, e con tono imperiale. Però, se pilasse meno sarebbe meglio. Non so come sia, ma sta di fatto che questo grido di sirena continuo, altissimo, autoritario, riesce soprattutto ad aumentare il senso d'allarme già latito diffuso sui fianchi della montagna ballotti dall' intignilo. Spettacolo apocalittico Guardo fuori, ed ho l'impressione che il treno, ora, si sia messo a volare sopra una boscaglia radendo le cime degli alberi, l'olle chiome di, piante secolari. e leggere foglie di palma, di Quelle che cs'aprono in cima a fusti ultissimi, vengono a sbattere di quando in quando contro i vetri del finestrino. Pia in lù d'un metro non si scorgi- imita, e. non riesco a capire cosa sia sur re sto. La spiegazione è dall'altra parte del vagone. Il treno striscia contro la montagna, su di un sentieruoto tagliato a mezzo monte, e evidentemente largo pochi centimetri più dei blnarii. Le cime che si vedono rasentare <iti sportelli sono degli alberi che occupano' la profondità della gola. Se dalla parte dell'abisso fronzuto lo spettacolo è inquietante anziclient), al- meno per ria si trovi a far questa stra¬ du per la prima volta, non direi che dalla parte del monte la • isioiie sia molto più allegra. Rivoli di fungo e pietre vengono giù dal frequenti canaloni con lutilo impetuosa abbondun-.a che non sai proprio rome allontanarli dui pensiero che il treno, in qualche punto, possa trovare i binarii sospesi nel vuoto. In fango schizza contro i tetri del fineslrlno, e li vela tutti; la pietre vengono a sbatte re con violenza lontra il convoglio, gitasi che un'insurrezione ili demoni gelosi sia scoppiala .alla montagna — dove già a colpi di pietra si difesero ijli ultimi caratili, signori dell'- Antille. — contro lo sfrontato invttsore che s'inllsrhinva tinche della tempesta. l'iti i tauii progetti d'Apocalisse, che ogni tunto scienziati e romanzieri Intuito la bontà di solloporci, re n'è uno secondo il quale, un bel gioì no, o più prò babilmenle una bella notte, incominci: rà a piovere a dirotto.- r sarà acqua chi dissolverà le montagne, riportando sotto il livello del mure tiittaciò che ora emerge, in via assolutamente accidentale e provvisoria. Nella mia primu sera venezuelana, fra La Guaira e Caracas, m'e parso vite lo spettacolo fosse incomincialo. Dormile... sognare... Mi ci provo. Mu il treno ha un violento sussulto; e si ferma. Una pesante valigia etnie dalla rete sulla quale un negro l'aveva deposta {con la innocente approssimazione che è, in tutte le cose, urli abitudine dei negri) e va a Investire in pieno cranio il mio unico compagno di scompartimento: un biondo personaggio senza curiosila, senzu pulirà, senza parola, al cui sonno tranquillo avevo attinto più volte informazioni rassicuranti. Fermata alla stazione di Zig Zag /( colpo in e parso Iteti duro. Nella scontro è presumibile rlie il cranio abbili avuto la peggio. Mi precipito insoccorso del probabile ferito, ma egli inifa cenno che chiaramente significa; non si disturbi. I na ciocca di capelli gli e. nscHu di dietro l'orecchio sinistro e si èvenuta od aprire in mezzo allu fronte. Non più di questo e successo. L'ignoto si inveiti, con grazia slanca e leguìadia; poi si rimette a dormire. La mia valigia e andata a cadere esattamente sullo spazio di sedile rimasto libero arvanto a lui. Cd egli vi si appoggia; tranquillo, quasi con riconoscenza. Siamo alla stazione di Zig Zag. liceo tin battesimo che avvalorerà, presso gli eventuali increduli, l'imagine che ho cercato di rendere tirila ferrovia. La Gtiuira-Curacas. Per dure a una località, ufficialmente un nome di questo genere, ce ne vogliono delle curve! Intorno alla sluzioncella ho visto alcune capanne che avevano tutta l'aria iti voler costituire un villaggio. Gran Dio, come si chiameranno mai i nativi di Zig Zug? Si riparte; e poco più su eccovi davanti al vieto aperto, t'aricata dal vento, In tempesta si sbanda tumultuosamente alle nostre spalle. Il cielo s'è uperto tjitislo in tempo per farci assistere alla accensione ili latte le stelle. Non so se sappiate che qui, le stelle, si accendono tulle insieme. Ora il ciclo e tutto buio: e un ninnilo dopo non si sa più da clic parie, voltarci -per veliere il che. evidentemente dormiva con un oc- grappolo di luci più belio. Mi dicono che, all'alba, il firmamento si spegne nella stessa maniera. Bisognerà bene che mi decida ad alzarmi presto, unii di queste mattine'. Fra due costoiti di montagna mi /.«.<sa davanti, lontano, un ultimo specchio di mare, su cut dondolano altissimi fantasmi di pillimi. Sotto di essi, in mezzo a loro, in un punto incerto fra l'acqua e tu terra, qualcosa come una manciata di stelle. Un paese'.' Una flottiglia d'imbarcazioni cariche di buono more.' Non riesco a capire. In vicinanza de La Guaita c'è Maculo; il piccolo ma vivace sobborgo balneare, dove c'è anche un Club quasi elegante, e che, quando s'illumina, non guarda a spese. Perù Maculo è dall'altra parie, c .sulla sinistra di La Guaita, se ben mi ricordo. Sci punto dove brulicano questi lumi la carta geografica che consalto è perfettamente mula. sou li li per decidermi ad interrogare il biondo dormiente, quando egli stesso. ch'io solo, si accorge della mia curiositi e le corre premurosamente incontro — /•" un lebbrosario... — mi dice. — Grazie. /-." italiano, lei? — So, svedese. — E sa l'italiano rosi bene? — Sono dieci anni che mi trovo nrll'America del Sud. Come potrei non saperlo? L'avrei abbracciato, t.a vostra amicizia aveva però appena incomincialo a balbettare, che. subito moriva. A tvna stazionaellu tulia buia, che non so e non saprò mai rome si chiama, lo straniero scendevo: r io restava a tenermi compagnia con i/gesia frase curiosa: « .S'oyio dieci anni che mi Irot o nell'America del sud... Come potrei non supere la lingua italiana'.' ». ,\ct mondo, come si su, tutte le ore finiscono per suonare: e, primu o poi, a tutti i paesi si unica. Cosi, a un certo momento, ecco un ulivo salto del treno, un'altra brusca fermata, e una voce lontana rlie. grida: — Caracas < fion vorrei rlu- i venezuelani si offendessero di questo mio racconto ferroviario. Senza l'ansietà die Ini descritto, il loro veramente meraviglioso * ferrocarril » sarebbe meraviglioso ussiti meno. RENZO MARINELLI.

Persone citate: Gomez, Pinola, Renzo Marinelli

Luoghi citati: Caracas, Perù, Venezuela