La famiglia Mancini

La famiglia Mancini La famiglia Mancini ' ^r '■'",,>lu- Inutile dire che, per quanto la sua, salute fosse già, a soli canquanlaiio\^anni, gravemente srossa, dalla lei:-denza reumatica e da incurabili vizi di e.rcolazwmc, Mazzarmo taceva cai- colo di vivere ancora abbastanza più- W0™ "mS^d ««Potarne almeno ' WS V V°rr T™*1j bollenti, spinti e sopita la turnista.rroquietudme. Le cose andarono, puri toppo, diversamente e la sortevolle che il Cardinale noti durasseinvece nemmeno tanto da assistere, nel 1661, agli sponsali di Maria Man- cuti, celebrati, per procura, pochimesi dopo la sua morte. Se dobbiamocredere e "a quanto confessa, in un accesso di rimorso postumo, la bella Ortensia nelle proprie Memorie, facondotta dei nipoti, dopo esser costata allo zio affanni e amarezze senza numero, non fu anzi lontana dal1 abbreviare addirittura i suoi giorni, fi primo di marzo di quell'unno avendo" egli, già gravemente in furino, mandato in dono alla sposa del noo- duca Mazzarino uno siipctto intar- siato con dentro mille pistole d'oro, Ortensia e le sorelle, in vena, come sempre, di baldoria e di chiassi, ere-dettero bene di spassarsela gettando il danaro dalla finestra ai servi chein cortile se lo disputavano a pugni. (Quando a Vincenncs il Cardinale, sul jni^gg.WV., -1"' wj.w.j , suo stato peggiorò bruscamente e elio di lì a otto giorni rese l'anima. proprio letto di dolore, riseppe lacosa, ei accorò tanto di quella sgua-iataeeine, di quello sperpero, che il • - ' -• che ' L'episodio dipinge al vivo il genio di casa Mancini. Qual più, qua! meno, costoro avevano tutti in qualche angolo del cervello un grano di follìa, retaggio probabile del padre loro Michele, vissuto, sulle rivo del Tevere come su .quelle della Senna, irffama di originale e di astrologo. So le ragazze giunte a Parigi ai tempi dei contrasti e dei pericoli della Prouda eran state condotte dallavate con languente zelo da una madre che le troppe gravidanze avevan resa irascibile e apatica, precocemente esaltate dalla fortuna che le aspettava, viziate dalla presunzione che l'onnipotenza dello zio ministroprendere la piegaIl ultima ''r'fornataforza delle cose a riusckonoin mtzo'd^saWo^ Alìe^rendesse ormai superflue la mode-stia e le cautele dei primi anni, nontardarono a sbrigliarsi come cavalleselvatiche Concediamo loro, per esser giusti, che il sangue siculo-abruzzese della famiglia non era di quelli di cui è facile moderare sili eifetti. Vittoria di Mcrcoeur, che pure tu, al secolo, donna calma ed ottima moglie, diede i- natali a quel Luigi di Venderne che fece con la spada, per la Francia pericolante, quasi quanto, pochidecenni innanzi, Mazzarino avevafatto con la penna. Olimpia di Sois-sons, meno calma e meno buona mo-ghe, della sorella, tanto _ da essersivista accusare di uxoricidio per ve leno come una volgare Voisin, miseal mondo, a nove anni di distanza quel principe Eugenio di Savoja chef,, nmlj, a VialiinrHn rie Tmrip.robaluardo dell'Imperofu .vanto d'Amburgo frante la guerra *Successione. Sulla soglia del nuovosecolo, ,p_0i direct, ^^fosse divisa in due metà e che que¬ste due metà marciassero in armi asuon di tromba 'una contro l'altradietro ! due invitti nipoti del Car-dina e, non aitante proni cugini 0quasi coetanei, ma recanti nella so-miglianza stessa del volto il seguomanifesto della comune stirpe materna. Alla generazione seguentenonostante l'inevitabile progressivo impallidire, il sangue dei Mazzarino troverà ancora in sè abbastanza fuoco da accenderne le vene e l'astro dquelle celebri cinque sorelle Nesles di cui quattro, almeno, furono amanti di Luigi XV. Che per questo torrenziale genio della stirpe la morte del Cardinale dovesse significare una specie di liberazione, come dubitarne ì Lo sanno appena cadavere, che Filippo e Maria Mancini esclamano a .guisa di orazione funebre: « Se Dio vuole, ò crepato! ». La stessa duchessa Mazzarino, ancorché più sensibile ài rispetto umano, confessa senza cerimonie di non averne provato soverchio cordoglio. Era come se si fosse spento un tiranno, un guastafeste. Morta la gatta, i topi ballano. Ballarono, dunque, e d'impegno ! La condotta insensata delle « Tre Grazie », Olimpia, Ortensia e Maria, deve aver fatto sussultare più di una volta le ossa del defunto nel suo sepolcro. Ma davanti al tribunale della giustizia divina la responsabilità dei loro trascorsi non ò sua, come non sarà di Napoleone quella dei futuri trascorsi di Paolina Borghese e di Elisa Baciocchi. Ortensia fu sopratutto, del resto, la vittima e il capro espiatorio di un marito lunatico. Questo emerito imbecille, che il Cardinale avea generosamente colmato cri ricchezze e di dignità, venne colto poco dopo la morte di lui da una curiosa t'orma di manìa: la manìa della restituzione.. Scosso, probabilmente, dalle calunnie di cui la voce pubblica bersagliava la memoria dello zio. nel suo debole cervello non tardò a radicarsi la persuasione di dover rinunziare ai beni ereditati; talché, senza por tempo in mezzo, governato dalla gen te di chiesa, prese a far donazioni a dritta e a manca, riducendo la mo glie sulla paglia dopo avt>r fatto man bassa sui suoi stessi gioielli ed es serei spinto, con gesto da gianseni sta che non era se non bacchettone, nino a mutilare a colpi di martello le statue antiche di palazzo Mazzarino, la cui nudità l'offendeva. Morì pazzo o poco ci manca, persuaso Irli essere un tulipano, dono aver costretta la duchessa a scappare di ca sa e a cercare asilo dai parentl, oraMSfSS&i -flSS SÌl» corte di §ayoja. ; vivendo il ro:,to dei suoi giorni di Ispensioni mendicate qua c là. islu quanto a lei, Ortensia, il suo lmaggior difetto stava nel non poter nsopportare la costrizione. Bella, for-jsse la più bella delle. Mancini, vivida vdi riccioli biondi e di carni lattee,Scome una ninfa del Rubens, tenevaIptutta della romana nell'indole nc-.,glnttosa e un po' fredda, olimpica.jcPassava non di rado intere giornate djl18cinta nelle sue stanze fra cani C^^UCC,,° ° P^^S'1111' n Plzzloar j'.-t iute o la mandola e a giocare a (}f sfnmeieaa con le serventi. X. abitudi-Lne di stare senza busto le aveva al-:,quanto ingrossata la cintola, ma al i tmomento buono sapeva essere non fra le ineilo civetta di un'altra; e causo del suo frequente altercare mr marito bigotto c'erano appunto i nei'' . "col,"pcho spesso e volentieri là'si appicci-1acava sul viso e sul petto opimo. tfb-,mbe, s'intende, degli amanti: quel lièo lì non sarebbe, tuttavia, bastato ii„ vdi certo a farla segnare a dito fra lo.Vdame della sua condizione e del suo,"tempo, ove non fossero stati il suo,'poco-studio di salvar le apparenze.! cosa clic per verità eosta sempre tan-li ta fatica ed è di così scarso vantaggio per le riputazioni pericolanti, la! sua invincibile inclinazione a con-l durai unicamente secondo il proprio j naturale e i propri comodi, all'ita-, liana. La fuga in Ttalia con l'ancel-j la Manon, entrambe in panni da. uomo, non era, ahimè, impresa che potesse giovare al credito mondano di una duchessa! Senonehò i colpi di testa di Orten-j sia nascevano soprattutto da sciupìi-i cita di cuore, da spontaneità e da abbandono sentimentale: aveva sen-|za dubbio letto ì'Astrea e lacrimato,"anche lei, a tempo perso, sul i^A. ' J, ' .nato romanzo. Fuggiasca nmmg.bnon perdo per questo il buon nata- rale ne il buon appetito, no la buona -cera. Negli alberghi dove discende col suo piccolo seguito dopo ore ed ore di lettiga 0 di sella, passa le sere a trastullarsi con le sue fanti, per; nulla offesa all'idea che osti, staflie-, ri o guattert mettano, mentre si spo-|§''a> l'occhio alla toppa per accertar- s' ses30 del singolare cavaliere, ^ convento, si diverte con la mar-,chesa di Courcelles versando inchio- ; stro nelle pile dell'acqua santa, de-jstando nottetempo le suore e facen-\do piovere acqua, o peggio, sui lorolletti per punirle di aver trovato scàn- , , 1 t} ■ , ■ j- \\daloso che si lavassero 1 piedi: ^AProbabl!me"te la francese a metterla &u: ella passerebbe più volentieri "\tempo a^ dormire o a fantasticare. -.avvent a qUeH»-<»rte d'In Mfcerra dove vsuìt* il favore di ^ TI guo anfcioo nel. j nuoya }-wtà di ^ , fcrovera Quando è in casa della zia Martinoz-;zi, il solo rimprovero ohe la brava Ssignora Margherita trovi da muove-,re a questa ingombrante e compro- mettente erede del fratello Cardina-ilo è che pretende affacciarsi al bai- i cone, cosa che a Poma non si fa e»che l'obbliga a spedirle un confessore iB- r . per minacciarla dei peggiori castighi celesti e terreni. A ve-ntott'anni, giunta finalmente, in capo a nume modo di rifarsi senza sforzo una esi stenza conforme al suo grado e alla ^.^ de{ n passando serena.i = r . .. r • f l'amore, le carte, la musicaieT'ltetó condri"* avendo anzila*:|t<) df>] Jo j ^ dei r,_ì^-i pivTriLcati della capitale. Con liti marito meno pazzo del suo, per-\ h& sarebbe riuscito anche a Ìei|U onorevolmente il proprio; F . . lo \X?.^ ^ '^ Q ^m,\Hft Mariauna al du. ^ Boui]lo ch(J Loren^' Bernim doveva trovare nel 1665, unica di sì numerosa famiglia, tra le dame facenti circolo al Louvre intorno alla regina Maria Teresa? l La vera pietra dello scandalo fuluMaria Colonna, che la delusione del\mperduto amore regale accese, a ven-jrf•anni, di una impazienza smaniosa T, ,• , , 1 , ■ i destinata ad accompagnarla e bru-L. , ,,. . .. cciarla 1 intera vita come la sua ca- micia di Nesso. Avventata, dmge-igno sveglio ma improprio alla ri-\dflessione con l'argento vivo che lei traluce dagli occhi negri e umidi tut-;ti senso e capriccio, privata di un|reame da governare a proprio talen-; to,-la sua vitalità prepotente cerca sfogo come può, in sollazzi, pdaceri,e spropositi. Pesta i tacchi, coman- da a bacchetta, va, viene in mezzo a un popolo variopinto di fanti, di servi d'ogni lingua e colore, di ca- /valli, di cani, di falchi, tra sbollì,!piume, svolazzi, cantate e mringi-\li. E' un'amazzone, un principe Eu- onnella. Non può soffrirefe,,T, - . ... 1 . , <l'Ital.a perche i mariti pretendono;signoreggiarvi le mogli e perche non et trova abbastanza da fare, cioè da spassarsela. Eppure il Contestab]le,b ai suoi piedi, innamorato e galan- te, cavaliere perfetto, formato e ve-\stàio all'ultima moda di Madrid. Il Papa proibisce i teatri? Egli ne co-isfornisce uno apposta per lei, a domi- «Ho. Geloso, si rassegna a lasciarle '-fare più volto carnovale a Venezia,' unico angolo della penisola dove que-\eia « parigina « non si senta trop-!angolo della penisola dove que-{... .. parigina i non si senta trop-ipo in esilio, tra la cassetta, i ridotti,>■ i ir „ i« »,.™i,..« tt ' ,. . '[i balib e le maschere. Una volta, in-;cinta, non ci si ìeca dinotili a ca- vallo La sua irrequietudine, »te-ì«ca le costa tttie aborti su quattro gravidanze. Che importa, purché ili tempo le sembri breve ! Cacete, feste,[viaggi, partito di piacere: non bra- ma altr'esca. Un estate, bagnandosi in lieta brigata a Teverone, affoghc-[rebbe, se una fante turca non la eoe- [corresse mentre sta per sparire fra;i <ror."hi. TI giorno che, stanco, final-'niente, di una esistenza così poco consona con la dignità del grado e del casato nonché con la flemma ro-\, r, , . . .ìmana, Lorenzo Colonna conunciera!ad alzar la voce, ribellione su tutta\la linea, crisi di nervi e poi fuga.LChe spera, ruggendo? Lo suo .Ve-Umorie non ce lo dicono. Probabil-Kinenle la tenia il sogno, fra rumati-itieo (i ambizioso, di risuscitare \a\spento amore di Luigi XIV, "di in-' Istallarsi a Corte, forte ormai delle isuo provette seduzioni di donna, qua- lo favorita. Perche tanto altre) e lei no? Disgrazia vuole che il sovrano jsia troppo uomo politico per portar via la moglie a un Contnstabilo di ,Spagna, ila, come Ortensia, anzi Ipeggio di lei Maria ignora la poii.,ioa. lo convenienze, Hi usi e le nojcessità internazionali °è la ne-azione d,,I)a ragio„ cIi g|alo 2Ì0 Cardinale. Respinta di qua, meegut- .-ta di là. l'intera esistenza di questa scervellata non sarà dunque più se Lon un colltinuo entrare Jonvolx, :, f °,° tugg'™e, un perpetuo battere t europa a cavallo in cocchio ir ,„,,- 1 "l V, *-"lo> ll- ,g — <> non traversa, il San Bor- r , ? '' ,"ardo a piedi, d'inveruo, come Napoleone? — traendosi dietro ansanti 1alle Pe9te. ' implacabili del ,mam°> chc fIl,olI° scandalo europeo ™<>n di sò e che pure non ha interamente cessato di amarla, di in vitarla a parlamentare. A Madrid .VHarla a parlamentare. A Madrid, ,"1'* sgattajola sull'imbrunire fuor ,'"'1 convento, a braccetto con la Mo! rcmta> Ia sivigliana armeggiona e li fedele condottasi dietro da Poma, per recarsi velata a zonzo sul Prado in cerca di avventuro; ora affronta Nmcol coltello in pugno gli alcaldi ve-, dtsslmiti ad arrestarla; ora pretende passar ]a notte in chiesa per sottrarsi ai birri. So il Papa non la scomunica e solo perchè gli premo di più tenersi buoni i Colonna. Le monache, loro, solo al pensiero di doverla accogliere tra loro, insorgono come se si trattasse di dar ricetto al demonio. Il che non impedisce al Contestabile _di obbligarla ad entrare novizia, a! !.>"„: „„„ai; „„iiv-j; ,i„i mmvquarantanni sonati, nell'ordine de!-Lla Concezione di San Girolamo: ma,p,, , , ,. . ! rsotto la tonaca di sajo, veste ancora,,scollatissima, di raso e di broccato:ce, per poco che le riesca di serrarsi Ja chiave nella sua cella, eccola, prom ta e procace, alloi specchio ad aooon. ciarsi alla spagnola con nastn di die- ci colon i superbi capelli morati... ^Un'infelice: che visse però, fra tan ti travagli, tanto inutile ardore, non meno di settantacinqu'anni e che, vecchia, grinzosa, imbellettata e dolente, ancora peregrinava attraverso dgt— l'Europa, cercando invano la pace. Non sappiamo nemmeno dove sia morta ! , Vulcaniche e improvvide, veri condottieri mancati, questo nipoti gettarono indubbi amento dell'ombra stilla memoria, già abbastanza discussa, del Cardinale. Il disegno politico del nepotismo di Maaaarino ri¬ _ ! ■ ■ -,Vittoria e Marianna Mancini, di. mane, comunque,,al tirar ^^-me, legittimo, gli effetti di esso avendo nella maggior parto dei casi Lv' e ««ii-um» p.l»nanna e d. Laura Martmozz, ! risposto alle intenzioni, I-iingi aLV, ,^1 ^ dolle ie prevenzioni contro il ministro, lo ammise sicu Jamente se per fastidi che ]e Tre Grazie abbiaT10 dati> ei rifitlto re ea innerÌTe contro di loro, proVare ai contemporanei ^ . ^ a]]a FraT)cia dal defunto statista erano abbastanza grandi per compensare ad usura i trascorsi del suo parentado. CONCETTO PETTINATO. — ricordiamoci soltanto di Michele,

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