I commenti francesi

I commenti francesi I commenti francesi Parigi, 8 notte. II coraggioso e Incìdo discorso di Grandi, che i .giornali della sera riportano in larghi estratti, suscita qui molta impressione. E' ancora troppo presto per vederlo commentato, ina l'7nlorrnalion, il grande organo finanziario parigino, in una nota politica da Ginevra non esita a riconoscere che le dichiarazioni del Ministro degli Esteri italiano costituiscano un avvenimento di. indùbbia importanza, sia perchè provano quanto infondate fossero le supposizioni di coloro che dal voto dell'Aja in poi non ristavano dal predicare, a dritta ed a manca, che l'Italia 'aveva modificato l'orientamento della propria politica estera, sia perchè nel discorso del Capo di Palazzo Chigi non è difficile' constatare l'accordo intimo, fiducioso e- fattivo, fra la politica estera di Roma e quella di Washington. 11 merito principale del discorso di Grandi sta, secondo YlnforniaUon, nella sua assoluta sincerità, in simpatico contrasto col tono troppo spesso ambiguo ed -infido delle conversazioni oratorio della maggior parte dei delegati europei a Ginevra. c Proclamando che la Società delle Nazioni deve lavorare col Sistema reale, delle relazioni internazionali, e non nel dominio ideologico, che il suo lavoro deve avere le sue radici nella .politica desìi Stati, piuttosto che in dichiarazioni di principio — scrive questo giornale — Grandi ha avuto il inerito di non nascondere nulla della ' condotta ohe il suo Paese intende adottar«ti*llarmando con ciò .colerosi quali j>f&ferìSCoiici. dissimulare1' i conflitti di dottrina »; •A1 d'Mfereriza dì qualche .organo ministeriale, affannato, come il"Paris Soir, a mitigare l'impressione del discorso italiano, stampando nei propri titoli che « Grandi si è pronunziato per la sicurezza prima del disarmo e dell'arbitrato », vale a dire per la tesi francese, ciò che significa falsificare scientemente tutto il senso delle sue parole, yinjonnalion parafrasa il discorso stesso con simpatia mal dissimulata ; simpatia nella quale non è azzardato vedere un riflesso di echi favorevoli ohe i rilievi, pieni dì onestà e di buon senso dell'oratore, suscitano nei circoli finanziari europei, sempre più allaa raatl dal corso degli affari internazionali, e sempre più avido di iniziative rassicuranti. «Secondo Grandi — scrive l'organo parigino — il disarmo significa una perequazione della potenza militare degli Stati al livello minimo, e sostiene che questa idea si trova alla base del sistema ohe il Patto, di Ginevra ha inteso realizzare. Ma vi sono altre esigenze ancor più profonde o vitali, poiché ii dovere di rispettare il Patto obbliga al disarmo, in ©articolar modo nel sentimento di solidarietà nato dalla dura crisi economica che il mondo .attraversa, e che le iniziative individuali non basteranno par risolvere. « E' a questo proposito che Grandi, raggiungendo decisamente le idee americane, ha sostenuto che il problema degli obblighi finanziari, risultato del3a guerra, è vincolato in certo qual nnodo al problema del disarmo. Se aion esiste nessun vincolo diplomatico fra il disarmo, le riparazioni, ed i debiti, non si può negare che vi è per lo meno, un vincolo morale. «Come rendersi conto della utilità irli un nuovo regolamento degli obbli «hi finanziari finche sussisterà la cor sa agli armamenti? Il disarmo è dunque, -per il Governo italiano, il punto di partenza dal quale si irradiano parecchie vie; un punto di partenza iper tmattere in esecuzione il sistema di sicurezza raccomandato dalla Società delle Nazioni ; un punto di partenza per la creazione di più stretti rapporti fra le Nazioni; un punto di partenza rper ricondurre la prosperità. Si tratta del compito più urgente che oa-gi vi 6ia ». Se la stampa francese fosse in buo aia fede, niun dubbio che essa sentirebbe come l-« Information » la forza irresistibile della argomentazione italiana, e l'urgenza di metterai risolti temente per la strada indicata da Roma. Proprio oggi uno degli organi di si- ■ mist-ra piti battaglieri, l'«.Oeuvre», occupandosi di spese militari, faceva la triste constatazione, che il fardello da esse attualmente rappresentato, per 60 Stati del mondo, ascende a 104 miliardi di franchi, ossia è di molto superiore alla cifra del 1914; e commentando la cifra spaventevole il giornale si domandava: « I popoli sarebbero forse troppo ricchi? Sop)x>rterebbero essi troppo facilmente queste spese minacciose? Si sa che non si tratto di questo. Oui, non sJ devono ridurre i soccorsi "per la disoccupazione od aggravare la miseria dei disoccupati; là, vengono ridotti'gli stipendi ed i salari, ovunque vengono rinviate delle riforme urgenti, o rifiutate legittime soddisfazioni. E siccome gli armamenti chiamano gli armamenti, il mondo intero e minacciato da una miseria ancor più grande. Bisogna farvi attenzione. « I popoli non consentiranno sempre a sopportare il fardello di cui vengono caricati, e i duri sacrifici che sono loro imposti. Non giùngere al disarmo Barebbe preparare ovunque la vittoria del bolscevismo». ' Non sì direbbe la parafrasi anticipata del discorso dell'oli. Grandi? Domani, bene inteso, nel dare conto ai propri lettori delle dichiarazioni del rappresentante ilaliano l'Oeuvre si guarderà tiene dal riconoscerlo consone alle suo constatazioni di ventiquattro oro pi-ima.; la malafede della radìcomassoneria ha troppo bisogno di presentare l'Italia sotto foschi colori per rassegnarsi mai a riconoscere che Doma vede giusto. Ma il fatto che anche in Francia si senta cosi fortemente, almeno in certi gruppi e partiti, la *neei-ssitii di non eludere, secondo vorrebbe il Quni d'Orsay, il problema del disarmo, mostra anche ai più scettici quanto grande sia la risonanza delle dichiarazioni del Ministro italiano negli stessi ambienti più ostili all'Italia. 11 sentimento che, a giudicare dalle voci in circolazione stasera in questi ambienti, dominerà probabilmente da domani l'azione francese a Ginevra, sarà quello della necessità di evitare die l'Italia sfrutti a proprio vantaggio le ostentate manifestazioni di sfiducia nella Lega delle Nazioni, cui Parigi si è imprudentemente abbandonata nei giorni scorsi. L'impressione che qui si fa strada è che Grandi abbia oggi molto abilmente, oltre che coraggiosamente, soffiato sulle languenti braci della fiducia nella coopera.zione internazionale, e cioè prò prio nel momento in cui, viceversa, la Francia, grazie all'ecclissi imposta a Briand, subdolamente lavorava a scalzare Ginevra, nella lusinga di giungere a spostare sempre più verso Parigi l'asse del motore europeo. Paragonato al tono denigratorio, usato da varii giorni dalla stampa ufficiosa parigina, il discorso del Ministro italiano — si dice — assume il carattere di una vera é propria rivendicazione dei diritti e dei doveri della Lega delle Nazioni contro la politica di uno Stato che sembrerebbe, al contrario, volgersi ogni giorno di Più verso il progetto di sostituire alla politica degli accordi pubblicamente dibattuti in sede internazionale, la politica dei patti occulti stretti, da Potenza a Potenza, nel segreto delle Cancellerie. 11 colpo è stato avvertito subito, a Parigi; e già si prevede imminente una parala da parte di Briand il quale si proporrebbe, con uno dei suoi soliti discorsi.patetici, di provare all'aeropago ginevrino che non ha mai avuto migliore amica della Francia; di quella Francia che, in realtà, non sogna più se non di soffocarlo fra le sue braccia. Molto commentata è, intanto, anche l'ultima parte del discorso di Grandi, quella relativa alla possibilità di una non lontana Conferenza, per stabilire un nuovo regime delle riparazioni e dei debiti interalleati. L'InforrnaliOTi, che da tempo conduce una discreta campagna affinchè la Francia si persuada dell'importanza vitale del problema del disarmo nei confronti delle riparazioni e dei debiti, approva l'atteggiamento italiano, vedendo in esso una nuova prova del felice senso dell'evoluzione delle realtà internazionali possedute dalla diplomazia di Roma. Queste approvazioni dell'organo mano della finanza francese, ben altrimenti aderenti, alla realtà dell'ora di quel che non sia la politica spesso, ahi I, quanto speciosa e strana del Quai d'Orsay, forniscono la misura della utilità della funzione diplomatica dell'Italia nell'attuale momento. 0. P. il

Persone citate: Briand, Doma