Roccascena

Roccascena Roccascena L'attore senza paradosso Maritanti Dussane si propone di con furare Diderot e se costui ha scritto Le paradoxe du comedian, lei scriverti v. 0 gia (|elìa SPr.i<;tà del suo studio, hn messo avanti alcuni nomi di illustri attori del più recente passato, quali Mounet Sully Got, Worms, ecc. de- M'.a.i sul problema diderotiano. Perebbe preziosi giudizi. | .Pif,n,;fi Diderot, l'enciclopedista più eifervescente e salace d'immaginazlo- nPi sj è battuto nel suo Paradosso con . . ...... .. __ .n wiza assoluta di Para gli allori sublimi. risibilità, clic pre- tutto ciò ono si afferma per via di paradosso , ■ ,, ■ i ^ vuol la sua parte l'esagerazione, cW •1 paradosso è una sorta di pensiero esasperato ed eccitato dalki contrad- dizione: sfolgora, ma non bisogna la- sciarsi obbagliare, Così, eliminando gli abbagli, si vedrà che nei i;brodel Diderot molto v'o di assennato esuasivo; e rammentando l'epoca ,n cu: Diderot visse e scrisse, si giusti-rtcherà che anche s'esprimesse con pa-ralogismi rutilanti, forzando la venni, sia per la sua natura polemico, sia nei suol tempi più polemici ancora. Diderot bisogna distinguere: se In iiiueroi insogna aiSMiiguere : se ,„ niiiinlcn che «St«tm cnnWn la scn- -.'!„ P d«ir tor, r,n^ Sincero o far prU-liti. 'che rovèscia suLta sensibilità in genere, matrice di de-bo\e7.ze caratteristica — secondo lui de come questo sensibilità debba, al- Inrn nprtwirai nnn triltnntri -,i ! PflMnrfl - di assoluta mediocrità intellettuale» morale, non persuade affatto. Do- vendo credere a Diderot, le creature sensibili sarebbero fonte di cosi tanti sual e malanni da invocarne la sop-pressione pe" eutanasia ; il vero, il buono, il bello sarebbero estranei agli esseri sensibili : il giusto o l'ingiustorì,)n , possonò capire - gente di ia.Ujme J d! pantoio'é che sviene o fugge' e che par la . .nobilita del dia- tramimi. null'aitro è che una massa di cadaveri viventi. Il bignor Didero) bèllamente esagera e ben si cotnpren 'ora negarsi non soltanto to all'attore ma a chiunque altro respiri e vesto ™>ni ed eserciti un lavoro sociale 1 avvocato o il lustra-scarpe. Certo, quando parla delia sensibilità dell'attore si compiace di una pena-""aziono che ha del lomhrosiano, vale ;i djr„ f1f,,,rj srjentifif,0 non v.è luo„0 ., <.nntra,i,i,,„r,A ,n .„,„mim »v,«.ti lettera. Madama bussane che si.ente cosi ferrata da fargli opposizione. Lattore deve ubbidire al cuore op pure al cervello ? Risponde Diderot e rispondono con lui quanti, appena, ap pena, s'occupano di teatro : col cervel 'rj' c'oé creando un tipo ideale da imi'M™. ovvero, imitando un tipo reale | da idealizzare : cioè, esprimendo sen fimmì ed «mozioni che sono riverberlli vita, riprodotti dall osservaznoneetaM n nerfp.7.innn.t.t rtnll'arte. Ahhitnlevigati e perfezionati dall'arte. Abbandonarsi alla propria sensibilità signiflea abbandonarsi «il proprio squilibrio : a quello che è in noi per mutaili «rihrnyinnl eri immilli awonfin unonùoM^cimn^JSSon&Snstato nstco o morale. L attore devs subordinare l istinto alla creazionela sensibilità alla riproduzione. Se llacrime 0 il riso scaturissero dai suo ^1 piuttosto che dalia sua riflessi* ne. dal suo studio, dalla sua volontà avrebbero mai i'efiicacia comuno. ™™ avreonero mai 1 eiucacid comun- cativa della finzione: « quale è, osil- sera, efficace e comunicativa, in qualia to che deriva da un modello, il piu possibile, perfetto. - L'attore non deve appagare le send L'attore non deve appagare le sen- dazioni proprie, bensì quelle del pub- h,. ' „ in . ^nirn ,-, .1» , Du™- ti >ao «io» m.enn.0 e un « n.., universale e non personale. L_ perso- nauta e 1 involucro, meglio, e il mez-lzo d'espressione di questa universali-Ità. Se un'attrice, anche grandissima,'ma attrice, cioè donna, fragile e deli- •'»'". dovesse ubbidire * alla propria ...„.,, „._J.,L S...Ì SJtflacfmwènla. sta^^m^»V«°m mini « àncora una" quindi "na di Vor- ui per fare i bagni ». Vedete un'p la mania d'essere esatti e precisi, 1 Bev. rio di Fedra, poi l'orgoglio sanguino-1so ,-jì Agrippina, poi la violenza folle rij flitemnestr»? ai ^"lemnestrai Voltaire ascoltando!una ™»a * Clairon, la fremente Clal «>n. m una dalle sue tragedie, entp.L siasmato esclamava: «ma ho scritto lo, proprio, tutto questo?». La Clal- ron era stata munifica di disperazio- ne, superbamente tragica L'autore del [palcoscenico, rideva, rideva Candide si precipitò a ringraziarla, emozionato e («allido. L'attrice, sulfacendo he llider.-it non hi ne omerot non na ensilulita sulla scena e una.Lamberto Picasso che, tra I primi attori italiani, è uno dei più colti, in-lellisenti e ariatocratici. sta costituen- do una sua compagnia e Promette m^-iltraVd\aChiarelli Fo^^'vero ! P>"--tali. Conveniamo torto : la ribalta senza luci E adesso attendiamo, ansiosi, il va lume di Madama Dussanc. ''x. !'u-.l vero e certo, tè Che enera « Le Sexe faible ».la commedia dl Edoardo Bourde un 0 *anno fa .sconsigliata - più che proi- bua — fiaba censura italiana per ra- rri.mi 1,-1.-11--.li Ili mii'-itc invni'n i>ha ..iParigi ha raccolto quattrini a palate, divertente sa non artistico, piccante se non licenzioso, nel quale maschi e femmine giocano all'amore come giocherebbero al « tennis », palleggiandosi i biglietti da mille, già discorremmo. Ma la parte di Picasso, in « Sexe l-'aible » non la vediamo. Personaggiche tentano ve ne sono parecchi, che la commedia conta per lo meno tro o quattro parti di ugual predominio: tutte lontane, tuttavia, dal temperamento di Picasso che non potrà mai raffigurare un * .-Vlphonse » o un » gigolò"» o un sornione proprietario d'alIbergo o, insomma, un'lubrico, doppio, bifronte uomo nella vita. Almeno che Picasso non sia solleticato come riirei loie : che, a metter su una commedia di tal fatta, grande direttore è indispensabile esoere. Però, una volta permessa, quale commedia perduta per la Merlini-Cimara-Tofanol Si legge in un giornale d'arte che Tatiana Pnviova, giunta a Rimini coi suoi attori, dopo alcune recite, fu obbligata ad interrompere la stagione producendo un certificato medico « il quale comprovava che le faceva male il clima marittimo ». Nessuna mera vigliti : Ve chi non sopporta il mare, hi unti tollera il monte, chi il lago o! 'a «,,,^?,^,^'~1Mtr?v'sl!a parò .cn«

Luoghi citati: Rimini