La macchina di Etancelin tra la folla: 2 morti e numerosi feriti

La macchina di Etancelin tra la folla: 2 morti e numerosi feriti La macchina di Etancelin tra la folla: 2 morti e numerosi feriti Imp ressioni Monza, 7 mattino. Monza. Alla fine del gran vintone alberalo si gira a destra, si costeggiano i cancelli della villa Hcale verso l'ingresso all'autodromo. La villa che si vede vello sfondo e poi si lascia indietro, quest'anno, sembra un poco malinconica da quando le hanno tolto l'incarico di ospitare la Mostra d'arte decorativa, l'hanno messa definitivamente a riposo; da. ora in poi ì suoni della città, i rumori della folla, le giungeranno solo da lontano prima di disperdersi in fondo al Parco quando dt tanto in tanto quella gran quiete campestre è sconvolta da un avvenimento sportivo. Chi parla, ancora di una misteriosa influenza del Gran Premio di Monza sulle perturbazioni atmosferiche? Ieri rispondeva il più discreto e cordiale sole di settembre che si potesse desiderare. Il verde era fresco e vivo come spolverato da poco e Varia cosi asciutta «■: trasparente che in Griglia e il Resegonc parevano li accanto. E che. follai insognava vedere l'Autodromo nelle, ore del mattino mentre avvenivano gli ultimi preparativi per le corse. Quest'anno il programma era 'disposto ili modo che il. pubblico vi poteva, giungere a qualunque ora fino al tardo pomeriggio prendendo sempre grande interesse all'avvenimento. Cosi i/li sportivi puri, giungendo per tempo insieme con i profani più diligenti che non volevano perdere la prima parte della loro festa, assistettero alla corsa delle vetturette. Poi di ora in ora seguivano i. meno-mattinierl che trovavano le altre gare delle, vetture di maggior cilindrata. Alle sedici, ora in mi doveva cominciare a svolgersi la corsa finale, ancora sopraggiungevano le ultime ondate di pubblico. Era un pubblico di quello buono da tribune care: belle signor" eleganti dai volti aggiustati a regola d'arte e da', cappellini alla morìa calali su un orecchio e retropiumati: e distinti cavalieri tutti lustri dai cappelli alle scarpe che potevano dare dei punti ai dandys più famosi. I.e darne e le damigelle clic erano svi posto fin dal. mattino, quasi morivano dal dispetto sentendosi un po' sciupate dopo tante ore di sole e di aria aperta e si affannavano ad aggiungere febbrilmente cipria alle, gnan eie e rosso alle labbra per un somma rio e urgente restauro. Sedici vetture die con lem poro oca inente "si slanciano nella corsa, fama. Tensore a un fuoco d'artificio che scoppiarsi snoda, si allarga, si apre in tanti razzi multicolori strisciando sul nastro bianco della pista. E' l'impressione di un attimo finché ogni macchina non trova la sua. strada appena lo starter abbassa la bandieiina. In quel punto ieri mi è tornato alla mente un curioso sogno fatto qualche anno addietro la notte seguente, a un « Gran Premio ». Mi pareva che Io starter per un bizzarro fenomeno di magnetismo rimanesse, immobile, pietrificalo, levando in. alto nel pugno la bandierina che si. arrìcriava al vento! Non votecn più abbassarla come per un in tantcsimo. Attorno a lui i inolori dall'acceleratore interamente premuto facevano un fracasso infermile. I cronometristi cercavano di smuoverlo con energiche spinte, i commissari lo minacciavano dalla loro ioggella. il pubblico urlava inferocito ma egli non si scuoteva. Mancava l'ordine di partenza e le macchine restavano come inchiodate al suolo vibranti e fumanti; e consumavano a poco a poco la loro provvista di carburante finche a una a una tacevano. E quando tacquero tutte poiché pure il pubblico era ammutolito nel gran silenzio lo starter si destò e abbassò la bandiera. Che cosa fosse accaduto in seguito non posso diverto perchè ricordo che mi destai anch'io in quel momento. • * • tmspnnmadatesmvésLnsdLi«(tdgTlsiQbrlv(iCassrtscicrsVadmtcgBdb1G1zmgpssdc Decisamente il teatro di prosa e sportivo. Ho visto Marta Abba in piedi per otto ore di seguito attentissima alle fasi di tutte le corse. Di tanto in tanto taceva gran gesti come se recitasse. Ho visto anche Pilotto, la Benzi e la Cheiliti e De Sica che stavano nella tribuna d'onore a confabulare misteriosamente. Poi hg saputo che non parlavano di sport; cercavano invece di comporre un quadro sul teìna del « Gran Premio • per le nuove Lucciole che sono riapparse sul teatro milanese. Chi saprà mai distinguere i veri lavoratori?... » » * Appena mi sono accorto che la colazione a prezzo fisso nel ristorante dell'Autodromo costava 40 lire, mi sono recato a rifocillarmi in una osteria di Canonica Lambro. Canonica è un delizioso paesino a una decina di chilometri da Monza e vi si giunge attraverso una bella strada alberata da un lato e dall'altro e cosi Uscia e pulita che sembra di correre per i viali di un parco. L'osteria è ai piedi di un colle tutto verde, sul quale sorge una villa dei Visconti e ha di fronte una ili quelle chiesine che solo a vederle si capisce che veramente sono la casa di Dio. Si mangia in un giardino sopraelevato e si è serviti ene e di roba casalinga squisita. E' un luogo storico. Nel grande androne a piano terreno c'è una lapide dove si leggono questi versi: Ancor vivente Lodovico il Moro In questo albergo il focolar si accese e di sua fiamma ancora puoi far tesoro. Precisamente come ho fallo io. » » » Tornato all'autodromo dopo colazione, ho trovato un accanilo duello fra Nuvolari e Varzi tra una macchimi italiana e una forestiera per il primo posto nella categoria delle macchina superiori ai tre litri. E' in questa oc'■asiane che si capisce la passione del■ a folla. Che urli, che applausi a ogni massaggio di Nuvolari che aveva uvu•ii il sopravvento! Ed ecco a un tratto he il campione frena ai rifornimenti. Ha una gomma a terra. Si leva un ur'o ancor più poderoso; ma questa volta è di rabbia. Moltissimi fra gli spet¬ tnadmiteecctsbultSdpt tatori sembrano disperali, lo mi domando il perché. Anche passando al secondo o al terzo posto Xuvolari non perde il diritto di partecipare alla finale. E allora:1 A questo punto mi sono ricordato che funzionava il bookmaker e ho capilo tallo. o » c Ma perché mai cosi spesso in questo autodromo una bellu vittòria sportiva deve essere frustrala da un luttuoso avvenimento? C'è una curva tristemente famosa: la curva dì Lesino. Quante sciagure ha finora causalo e non si é mai posto riparo in maniera definitiva : ieri é slalu una macchina che si é sbandata fuori strada investendo gli spettatori. Pare che ci siano vittime. La notizia nel recinto delle tribune non è stala, conosciuta da tutti. Si sospettava qualche cosa di grave notando il ritardo dell'ultima gara. Poi l'in- he la folla ieri em u.m Ine ta tona ieri era iteia-.sconfinando al di là del limile segnato, |he a parte ogni altra (eresse sportivo lia ripreso e la folla ansiosa del risultalo finale non pensò Più ad altro. Ora ci si chiede: chi è responsabile? Non certo il corridore. La verità è mente straordinaria, strabocchevole. Pare che in quel luogo che offre maggior attrattiva per seguire le fasi della corsa si fosse addensalo il pubblico Ma è un fatto c considerazione l'insidia è sempre II ^giiellu curva. Che veramente «»» »« sia un rimedio:1 Che si debba ogni voi- la palpitare eli ansia durante una In- lera corsa perché una sciagura può da tot momento all'altro turbare con unilutto un avvenimento che dovrebbe essere serenamente e sportivamente festoso:' ENRICO SORRETTA.

Persone citate: Benzi, Canonica, De Sica, Marta Abba, Nuvolari, Pilotto, Varzi, Visconti

Luoghi citati: Monza