La sete e la paura

La sete e la paura CON I PREDONI DI RIO DE ORO La sete e la paura (F> A. T-y NOSTRO IN VI AT O)- Sotto la tenda sul Gebel-Zim, agosto. Siamo capita ti in pieno baroud, la guerriglia che si fanno di continuo gli uomini del deserto. Li. per lì, ho creduto che si trattasse dì una fantasia e mi sono fermalo a godermi lo spettacolo. Eccovi il modo piuttosto coreografico e primitivo, secondo il quale un baroud si svolge e poi ditemi se non è facile sbagliarsi. Su di un largo piazzale stanno di fronte i due parlili: CO guerrieri di qua e HO di là. Tulli a cavallo, fucile in. posizione di. sparo. Un. guerriero, ad un tratto, parte come una. freccia dal gruppo di destra, brandendo un alla, specie di fantoccio con un. mazzo di basilico al posto della lesta. Tulli i suoi lo seguono e, ad un cerio momento, scaricano i fucili, si lasciano cadere sul fianco del cavallo e, fatto dietro-front, ri¬ tornano al loro posto. Allora gli altri '''' lanciano. Anch'essi sparano, per rit0™larc- dopo la scarica, a tutta velocità | e sui proprii passi, inseguiti dagli avversari che, ricaricale le armi, sparano e retrocedono di nuovo. La fantasia, come vedete, sarebbe perfetta, se le due orde urlanti non si assottigliassero, ad ogni fase, di questo strano combattere, di qualche membro. Vedendoli uccidersi cosi stupidamente, domando : — Non sarebbe opportuno insegnare loro una tattica un po' più moderna? Questi tornei sono passati di moda. — Hai ragione! — mi risponde Salak. — Consumerebbero un maggiore numero di cartucce ed io farei migliori affari. Temo però che il baroud, senza coreografia, perda gran parte del suo valore. Qui non ci sono distrazioni: il baroud è il pepe che dà un po' di sapore alla vita di questa gente. E' un divertimento per gli uomini, un passatempo e uno spettacolo per le donne, i vecchi, i bambini, e, per i marabutti, una fonte non indifferente di guadanno. Comunque — conclude il mauro — non è prudente stare qui; è meglio che andiamo a mettere le tende dietro la collina. L'elefante addormentato - Questa collina, tozza, rotonda, grigiopiombo, è simile ad un enorme elefante addormentato in mezzo a brucianti distese di mobili onde di sabbia. Siamo sul Gelici Zim, nell'olio corso dell'oucd Chebika, il. terreno di pastura della grande confederazione maura degli Alt Chagout, della quale fanno parte le due tribù che stanno battendosi; gli Ait lìuha e i Ben 'Leila. Per giungere qui dal Draa, occorrono tre giorni di cammello. Ad Awert.degli Ait Ussa, Salale ha riformato quasi del tutto la carovana: si è sbarazzato di 4 dromedari zoppicanti, ne ha comperati 12 nuovi e i 20 asini li ha cambiati con 2 mehara. — .Si chiama Zinah la bella — mi disse consegnandomi la nuova montura. — Viene dagli allevamenti di Uld Daf. Uld Daf è il Federico Testo di questi luoghi. Zlnah fi una cammella dalla schiena ricurva come l'ogiva di una finestra gotica: i suoi fianchi estremamente sviluppali gareggiano in ampiezza con la carena di una galera antica. Issato a due metri dal suolo, dopo qualche tempo incomincio a sentire il caratteristico malessere, dal quale sarebbe nata la metafora famosa, secondo la quale il Sahara, fi. un fondo di mare disseccalo c il cammello la sua nave. Per attraversare questo mare, in verità molto infido, Salai; ha pure scritturato due piloti, Mutav ci Vfranì e Si Mohamcd Chebki, che si orizzontano senza, bisogno di bussola e di sestante. Qualche orma invisibile per noi europei e un po' di sterco bastano loro. Lungo i primi chilometri, tuttavia, la strada è segnata da mucchietti di pietre, che io non manco di notare, domandandomi interiormente a che cosa possano mai servire. — Ad allontanare i predoni. Ogni tumulo è dedicato ad un santo. Perciò è sacro e i predoni non osano appostarvisi dietro — mi spiega il mauro, intuendo In mia curiosila. I mucchi di pietre aumentano nella regione del Gebel Mokto, un paese pau roso di lava e di vulcani spenti, un caos di rullale profonde, che tagliano montagne, brulle e si dividono nell'in terno in altre più piccole, un susseguirsi di anacronistici fiordi seminati di cespugli di thàlla c di alfa. ali iiuiiguiU tremano ncU'atlraversaie queste regioni maledette. VI sentono gemere, terribile, la voce dei demoni, l famosi rul del deserto. Questi demoni, in renila, sono i predoni che imboscati lungo la caminelllera, piombano fulminei sulle carovane, senza che la loro ombra attraversi per un attimo solo l'orizzonte cupo ancor più della lava. Al nostro passaggio, nessun predo ne approfitta di questa topografia tormentata, che facilita la sorpresa. Ep [,ure un loro attacco sarebbe, forse, meno pauroso dell'ansia continua di veder stillar,- fuori, da un momento all'altro, uno <li quei burnous, che, visti di lontano, rassomigliano tanto al¬ letupale crfusilpequmqumlincodoroil quoravcestnorazac bizarupgneslavadilàpvnimpe tostdindlemchteMtuquhloraCdnnpfasalidvreddbdbfeledpnmpblaepslpscVsdIlLtdpalinngAPcCncd è a n o i i a n ù , i o ¬ le pietre. La sensazione che dappertutto invisibili sguardi sorveglino il passaggio eccita i nervi, (a contrarre le dita sul grilletto della carabina, crea prepotente la tentazione di far fuoco nient'alt.ro che per violare il silenzio atroce di questi spazi nudi, per far levare non imporla che, ma, qualcosa a gridare che la terra non è morta. Dal ciclo livido e pesto sfuggono, qua e là, sprazzi di una luce stranamente argentea. Essa, ci segue di collina in collina, di burrone in burrone, contornando le prominenze, illuminando sempre le slesse depressioni paurose, suscitando la stessa tristezza e il medesimo squallore. Non finirà dunque mai questo incubo? Dopo ore e ore di marcia, all'improvviso, come avviene sempre nel deserto, si produce un colpo di scena. Da una valle strettissima sbuchiamo su. un altopiano sterminato, il Gebel Zim. Qui, l'immensità del ciclo già afferra, un cielo che aecieca, un cielo senza fine come il mare. Il vento soffia c sofficrà tutti i giorni pesante di sabbia calda, che arriva, ad ondate e sferza il viso. Il suolo è duro, screpolato, rugoso. Larghe croste gialle lo ricoprono, come se la terra avesse la rogna ed esse ne fossero le squamose escrescenze. L'unica nota, che rompe la monotonìa del luogo e la fa rile vare maggiormente, è data da massi di pietra nerastra disseminati qua e là in pose strambe. Paesaggio maledetto Quali alluvioni remote li hanno deposti in questi arridi luoghi a dissolversi lentamente sotto la duplice azione corrosiva del tempo e del sole? E' impossibile saperlo. Mirandoli, sappiamo solo che il paesaggio è desolato e maledetto: paesaggio da astro spento, da pianeta morto, dove la nostra stessa presenza è un miracolo. Qui siamo nel paese della sete della paura. Gli indigeni per battezzarlo hanno inventato un nome, che ha un sapore di disfacimento ed evoca il nulla con le sue sillabe piane ed uguali: Hammada. Gli europei, invece, l'hanno chiamato poeticamente Bio de Oro. Quanta ironìa in questo nome ! Gli spaglinoli ne rigettano la pa ternUà sui portoghesi dei tempi di Magellano. « Rio de Oro, pomposo nombTe portugués, no es el que corresponde à quel territorio espafiol en donde no hayrio ne oro ». Ecco quanto ha scrii lo, irritato e deluso, in testa ai suo rapporto, il dottore Quiroga, che, con Cerveras e Bonelli, venne incaricato di prendere possesso di tali terre in nome del Be dì Spagna. I portoghesi, se esagerano in tutto, nel fatto specifico hanno diritto alle più. larghe attenuanti. La leggenda che fa esistere in queste terre dell'oro risale ai fenici. Lo riferisce Erodoto. Sono sempre stato scettico sulla utilità del greco nella vita pratica. Ora debbo ammettere che lo studiarlo serve pure a qualcosa: mi permette di fare la bella figura del giornalista erudito e documentato. Sentite. In seconda liceo, mi ero preso, una volta, un bel quattro, non essendo riuscito a ren dorè in italiano il capitolo 195 del libro IV delle Storie. — Questo capitolo — ci spiegò il professore — prova la cautela con la quale il sommo storico soleva accettare la documentazione orale, E tradusse: •«Dicono 1 fenici che, sulle rive del paese dei Tizanti, esiste un'isola de nominata Kùranis, lunga 200 stadi, molto stretta e dalla quale si può pas pare nel continente in tempo di marea bassa. Fra l'isola e la terra vi è una lacuna dal cui limo le donne del paese estraggono grani oro, servendosi di penne di uccello unte di pece. Non so se quest'ultima asserzione è certa, mi limito a riferire ciò che si racconta, però lo tengo per verosimile ». « La Kùranis in questione — aggiunse il professore — corrisponde alla piccola penisola, dove si trova attualmente Villa Cisncros, la capitale della colonia spagnola, che sì chiama appunto Bio de oro ». L'occupazione spagnuola data dal IRSI. In quel tempo, le Potenze europee lavoravano a spartirsi a felle l'Africa. Lord Salisbury aveva incaricato un certo Mackenzic di andare sul posto e di dirgli dopo se c'era qualcosa da fare per gli inglesi; i tedeschi preparavano ad Amburgo una spedizione e i giornali francesi scongiuravano il loro Governo di occupare le coste della Mauritania settentrionale per proteggere le grandi colonie del Senegal e del Sud Algerino. Non occorreva evitare che un'altra Potenza andasse a stabilirsi su di una costa, cosi vicina all' arcipelago delle Canarie? Gli spagnuoli, quando vogliono, sanno essere decisi : in sette giorni, concepirono, studiarono e attuarono l'idea di occupare Bio de Oro. L'ottavo gior¬ navtatdtpfCssdtfpuinmdpp l e i e o e d a a e a ¬ no si riposarono. Si riposano ancora attualmente. Nelle carte dell'Africa, dungiu, si vede il colore della Spagna coprire un. territorio vastissimo, che va dal Draa al 20.o parallelo di latitudine ed è limitato ad Est daini.o e. M.o meridiano di Parigi: 297 mila chilometri quadrati. Su questa immensità, due piccoli, punti segnano il territorio occupato effettivamente: 15 chilometri quadrati a Capo Juhy, 45 a. Villa Cisncros. Sessanta in tutto. E' poco. ma. questo basta ai compatrioti di. Don Chisciotte, da qualche tempo, nemici delle avventure coloniali. Don Chisciotte in colonia Perchè — borbottano i giornali francesi, — se non avete voglia, di occupare sul. serio Bio de Oro e di mettervi un po' di ordine, non io regalate a noi? — Perchè — ha risposto fin dal 1920 il Ministro Maura — Bio de Oro è per noi un appoggio strategico, l'adempimento dì un trattalo e un'accortezza diplomatica. Quest'ultima asserzione è tutto un programma.. Un. programma che, naturalmente, permette ai trentamila nomadi, che vivono sul territorio — un nomade per 10 chilometri quadrali — di sfuggire ad ogni controllo. Tra di essi, quelli, che accampano nei pressi di Capo Ju by o di Villa Cisneros, sanno farsi pagare una neutralità sempre rimessa in questione e, quanto agli altri, non si può dire che siano in dissidenza, perchè ignorano del tutto i loro legittimi padroni. Li chiamano mauri questi nomadi, ma con gli uomini bleu dell'Anti-Atlante, di ìfni, del Nun, sono i discendenti del Berberi Sanhaja, capitati II, nei tempi preislamici, dall'Yemen. Come gli uomini bleu, essi recitano la preghiera, in nome di Merebbi Bebbo, hanno il volto e il burnous bleu, i capelli lunghi e lo stesso sfrenato amore per la razzìa. I primi fanno i loro colpi migliori nel Marocco francese e, inseguiti, si rifugiano nella piccola colonia spagnuola di Uni, i secondi organi zano, ogni anno, grandi rezzù, nel Sud Algerino, nel Sudan, nel Niger, nella Mauritania francese. Attaccali dui mefioristi delle compagnie del Saura, del l'Hoggar, dcll'Adrar. si affrettano a raggiungere il lO.o o i'it.o meridiano 0 il 20.o parallelo — i confini diploma tici di Bio de Oro — entro i quali possono godersi in santa pace le prede e, per passare il tempo, massacrarsi allegramente fra di loro. I due gruppi mauri si incontrano sovente sul Draa. Il Draa viene di lontano, dal versante sud del Grande Atlante. Si forma a Taurirt, dall'untone del Dadès e dell'Warzazat, e scende verso il Sahara. E' l'unico corso d'acqua a non perdersi nel bacino saha rlano. Dopo avere tracciato, tra le gole del Gebel Sagro e il Tafilalct, un mera vìglìoso vialonc fiancheggiato da palme, esso gira bruscamente verso est e per sfuggire al sole, si inabissa sotto terra. Salta fuori dopo un centinaio di chilometri, a. nord di Tinduf, da dove procede verso V Atlantico. La sua vallata è una striscia dì prosperità gettata in mezzo a montagne brulle e altipiani coverti di pietre e di sabbia. Mauri del nord e del sud Sul Draa, avvengono gli scambi commerciali; prodotti dell'allevamento con prodotti manifaltnrati, cammelli e montoni con stoffe e zucchero. Ma, più che 11 commercio, la siccità crea occasioni di contatto fra > mauri del nord e del sud. In questo momento, oltre 15 mila uomini bleu di Ilio de Oro oscillano fra il Draa e la Seguict el Hamra e, poiché 1 pozzi si sono essiccali e il bestiame muore, essi vengono, a domandare asilo ai fratelli, che hanno, con tanta frequenza, predato. Le tende dei nomadi vanno cosi elevandosi all'ombra dei palmeti del, Draa sulla basc di un contratto bilaterale. Ogni capo famiglia, ottenendo dal proprietario il diritto di consumare il raccolto di uno o più datteri e di far pascolare il proprio gregge nei suol terreni, si impegna a combattere per lui. Ma tali contralti non dw reranno, come non hanno mai durato, a lungo. Appena le pioggic rinverdiranno il Sahara, il nomade predone raggiungerà immediatamente il suo dominio abituale, che è per lui il paese della libertà. E ciò non meraviglia, in un seguito dì tradizioni insensibili, il Draa è divenuto un confine che separa due diverse forme di vita. Cambia, anzitutto, la lingua. Gli uomini bleu del nord hanno conservato il loro panare berbero, mentre quelli del sud, più a contatto con gli arabi Ma'qil, ne hanno adottata la lingua. Cambia pure il sistema di organizzazione sociale e politica. Dall'Anti Atlante fino al Draa, i nuclei sociali degli uomini bleu sono costituiti da frazioni di tribù autonome sparse su di un territorio tra I id-50 chilometri quadrati e con. una popolazione dì 200 fuochi circa. Non hanno un capo; sono, come piccole repubbliche, gover¬ nsbdtlcspntmpGgelrazcncAc nate dagli anziani. Dopo il Draa, per lo viluppo della vita nomade, la cellule di ase appaiono sotto aspetti incerti, ed fi difficile definirne con precisione la naura e la organizzazione. Scompare, fra 'altro, l'assemblea dei vecchi, non perhe venga meno il rispetto ai vecchi, ma emplicemente perchè non ce ne sono più. I baroud non sono molto sanguinosi. In cambio, si ripetono così sovene, che finiscono per consumare l'elemento maschile. Vi basti un esempio. Il più vecchio degli Ait Chebika è Ahmed Guln: ha 46 anni, è pieno di ferite e, in guerra, ha perduto il padre, tre fratelli sei figli. Tuttavia una certa organizzazione poitica non manca, pure essendo naturalmente rudimentale e sempre pronta a disgregarsi. Qui, l'unità non è la traione di tribù, ma la confederazione, he raggruppa attorno a. sè i nuclei minori c comprende migliaia di fuochi, ome le confederazioni dei Tekna, gli Ait Chagout, degli Izerguin, dei Bcgulbat, degli Uled Bu Sba. Ma, se credete he, in queste confederazioni, regni l'ordine e la disciplina vi sbagliale di groso. Qualche tribù disposta a separarsi dalle altre non manca mai, come non mancano nemmeno, nell'interno di ogni ribù, degli scontenti sempre pronti a sostenere a colpi, di fucile le proprie dee personali. Le famiglie stesse sono profondamente divise da liti fra padre e figli, fratelli, cugini, nipoti, ognuno del quali ha proprii partigiani e finisce per liquidare invariabilmente i fatti personali con l'assassinio. Dalla legge all'anarchia Le leggi, invece di appianare le cose, le complicano, malgrado il rispet to che inspirano. Sono raccolte in preziosi manoscritti e i capi tenda li trasportano ad ogni emigrazione in grandi sacchi di cuoio, che costituiscono, con la sella, tutto il carico del mehari. Purtroppo, non tutte sono chiare e semplici come quelle che vi cito : a Una donna che disputa attorno alla tenda del marabutto, un duros di multa. Chi disputa o prende partito per chi disputa: un duros di multa. Colui che si rende colpevole di assassinio, pagherà 110 duros e sgozzerà una vacca. Se l'assassino non può pagare, l'importo dell'ammenda e il prezzo della vacca saranno pagati dai suol parenti più prossimi. Se una donna ò rea d'adulterio deve pagare 25 duros. Se non li ha, il marito pagherà per lei >. Qui le cose incominciano ad ingarbugliarsi. Come conciliare infatti questo articolo con il seguente : « Se uccidi per difendere il tuo onore offeso, non sarai passibile di alcuna ammenda? ». Indubbiamente, il marito tradito preferisce assassinare per non pagare un soldo. Ma i parenti dell'assassinata, senza dubbio, non staranno zitti e pretenderanno la taglia del sangue: 110 duros e la vacca sgozzata. Di questo passo non la si finisce più. Per farla breve, queste leggi codifìno un insieme di usi di una complessità cosi grande, di un formalismo cosi stretto e sono dì un'applicazione cosi difficile da costituire, invece di un principio di ordine, un fattore di disordine. Si arriva al paradosso che il rispetto delle Leggi porta l'anarchia. E questa sarebbe completa, se un'istituzione non. facesse la sua apparizione: la debiha. E' un contratto di protezione che lega un gruppo sociale con gli stranieri che passano o si fermano nel suo territorio. Gli uomini bleu vi impegnano U proprio onore. — Quando questa gente — mi assi cura Salak — impegna il proprio ono re, si può stare tranquilli. Egli, perciò ha domandato e ottenuto la debiha. — Ho un rumi con me ! — ha detto Ait Buha e Ai Ben Zeita. — Se mi lasciate in pace, vi dò le cartucce a un duros e mezzo. L'anno scorso, gliele hanno pagate due. State tranquilli: Salale non ci perde. L'ordinazione è doppia e le cose promettono bene. Purtropo, dopo la fantasia di stasera che ha fatto dodici morti, gli avversari hanno deciso di mettere le armi in un canto e di riconciliarsi. 1 due guerrieri, che portano la alja, .sono scesi da cavallo, e, dopo essersi mostralo il palmo della mano in segno di tregua, si sono dati appuntamento da Sidi Hachemi ben Mohamed. Costui è un sant'uomo, che vive sul fianco della collina, dove noi abbiamo messo le tende. Inspirato da Dio, è venuto, qualche anno fa, dall'alto Draa con l'intenzione di fare penitenza e di dedicarsi alla contemplazione. Le beghe fra le tribù e le decime, che queste gli pagano sulle razzie per ringraziarlo delle sue preghiere, gli hanno creato una insperata ricchezza. La donna, pomo di discordia — Al s"> paese — mi informa Salak — coti possiede un gregge di 5 mila montoni, 600 cammelli e 300 cavalli. Fra un anno, potrà ritirarsi, vivere di rendita e crearsi un harem popolato per rifirsi della solitudine attuale. Ecco i due gruppi nemici che arri¬ vanocasoraingrprsupastsoricodeinlaunricape2 Edegie EtumpgaisnstosdglavbbztasidvagrateilAnuerlitacrPsepsampmevtarnpssdbislidIbdfzsmrpggigScaeAMgnazesdMsdSIffsvmcm vano da opposte parli, spingendo ognuno davanti a sè una vacchettina sfiancala, il ramo d'olivo che i belligeranti sogliono tendersi in questi paesi. Il marabutto li accoglie con lunghe e forti invocazioni alla clemenza di Allah e, gravemente, si siede per ascoltare con profonda attenzione ì motivi che hanno suscitalo il baroud. — Li conosce meglio di loro, ma la pazienza nell'Islam è prova di santità. Bisogna essere santi sul serio, per stare II una mezza giornata, sotto il sole, canicolare, ad ascoltare simili que rimonte: gli Ait Buha le espongono in coro salmodiando, i Ben Zeita hanno delegato il loro anziano, che le recita in versi. — Perchè si sono battuti? — domando. — Anche qui, la donna è il pomo della discordia. Si sono battuti per Aicha, una ragazza di 15 anni. E' bella e lo rimarrà forse ancora per 2. Essendo di carnagione molto bianca, suo padre per concederla in isposa, domandava 2 cammelli, 20 montoni e 50 cartucce. El 'Omari degli Ait Buha non posse deva tale patrimonio, in compenso era giovane e bello. Aicha se ne invaghì e un giorno gli disse: c Mordimi qui El 'Omari. Porterai la mia fede fra i tuoi denti ». El 'Omari morse profonda mente il braccio' di Aicha. Di queste promesse di giovani, il padre della ra gazza non tenne conto e la diede in isposa al primogenito di Uled, l'anzia no di Ben Zeita. Seguirono grandi festeggiamenti, disturbali verso la fine da oscure minacce di El 'Omari. Il giorno dopo, per vendicarsene, il figlio di Uled gli mandò, per mezzo di una vecchia la prova intima che Aicha era sua. Ci voleva molto meno per scatenare il baroud. Gli Ait Buha ora offrono al marabutto 10 montoni neri, 12 sacchi di orzo e 50 duros. / Ben Zeita fanno altrel tanto. Bitirati gli oboli, Sidi Hachemi si leva e pronunzia un interminabile discorso, al tcrrninc del quale vedo i vecchi avversari prosternarsi e, rivolli ad oriente, recitare la Fatiha, la preghiera coranica. — Come è finita, dunque? — /I marabutto ha dato ugualmente ragione agli uni e agli altri. Non poteva fare altrimenti. El 'Omari è morto, il figlio dì Uled è morto, il. padre di Aicha è morto. Se questa si sposa di nuovo, la dote verrà divisa in partì uguali fra le due tribù. PAOLO ZAPPA.