Il paese del vento

Il paese del vento Il paese del vento Il paesaggio è, comò sempre, torto, cristallino, trasparente; duro e preciso il rilievo; arioso, ampio l'orizzonte.: ò questa forse la più immediata, riconoscibile virtù di Grazia Deledda, un modo tutto suo, incisivo e fermo, di evocare villaggi e montagne, pascoli, boschi e marine. 11 colore, se puro qua e là acceso, si fonde e si diffonde nella luco; il tono fondamentale è quasi grigio, ma così esatto da accogliere o rinforzare o propagare tutto lo variazioni dello splendóre solare e lunare, tra rocoie, sabbio <> acque ; e la costruzione b salda, limpida e chiara. Paesaggio non descritto, ma composto su nitido prospettive; ogni cosa a suo posto, distanze, scorci, piani esattissimi: specie di veduta stereo-. scopica; dopo non molto pagine il 1,1 i i 1 . , v1 a, . lillettore scorgo intorno a se, decisa- czifiunErafivcesidcvbfosddrmonte stagliati, tutti i praticabili, per dir così, di un immenso scenario naturale. Viuzze, case, cocuzzoli, picchi e pianori, il fiume, la valle, il greto 6ono innanzi agli occhi con tajftto stacco e volume, che vien voglia di andarci a passeggiare. E quando poi il paesaggio si anima per scorrer di nubi, o incresparsi di vento, l'incanto e l'illusione vi seducono irresistibilmente. Gonfio di vento, come il titolo dice, flagellato ed esaltato dal vento, è il paese di questo suo romanzo (Il paese del vento, Treves ed.); una sottolineatura nervosa, una sensibilità acuta, aspra e capricciosa fluisce dalle cose, dal cielo e dal mare, nello vene e nel cuore dei personaggi ; favorisce e acuisce un'avventura curiosa e bizzarra, non propriamente fantastica, ma inquietante, meglio irritante. La narra la protagonista stessa, per giustificarsi, essa dice, presso i vivi e presso i morti. Un viaggio di nozze: gli sposi si sono scelti per la luna di miele una casetta solitaria, su una epiaggia deserta, popolata solo nell'estate. E' primavera; là essi immaginano di trascorrere, obliosi di tutto, giorni di acerba e dolce felicità. Ma ecco le coso si fanno su¬ inSosgutsEpssfestpdagccluto ostili; sono piccole contrarietà,jtlievi e aspre repugnanze provocate!'''da episodi da nulla: il treno carico!tdi reclute, un disguido postale, e l'arrivo nella modesta, sperduta stazione, 6enza che alcuno sia lì ad attendere, e così via. Lo sposo è sereno e paziente: tutto è dirittura, lieta schiettezza in lui; ma la sposa è irascibile, inquieta, pronta alle lagrime, al cruccio e al dispetto. Le circostanze stupidamente avverse, il caso, certe sfumature pungenti, la gettano in un'improvvisa, sorda desolazione. Tutto ciò che vi è di suscettibile, oscuro, ombroso in lei, si desta e si inasprisce; e poi l'atmosfera, il clima, il vento, sì, l'orribile vento che fruga le profondità nascoste dei sensi e della memoria, evoca fantasmi, turba ed eccita: quali e quante provocazioni ! Quando, passeggiando sulla spiaggia, ella si imbatte in Gabriele, il suo spirito è già saturo di irrequietezza, pronto ai più intimi e irresistibili sconvolgimenti. Chi è Gabriele ? E' un tubercolotico agli estremi, spettrale, sinistro; un demoniaco che ha gettato la vita in vizi e stravaganze, e pare stia in agguato per cogliere e trascinare con sè, nell'abisso, la vita di qualche altro, di una vittima innocente e pura. Ella lo aveva conosciuto molti anni prima, quando era fa.nciulla: sra passato nella casa di lei una sera perchè i parenti auspicavano un matrimonio tra i due giovani, era passato con un fare enigmatico, con un cipiglio imbarazzante, grave e canzonatorio, ispirato e frivolo, era passato come un giocoliere, un poeta e. l'incarnazione stessa dell'amore. E la fanciulla ne aveva avuto il cuore colmo, dolorosamente, bizzarramente. E poi più nulla. Ma la traccia dell'incontro, così rapido, così vago, svanito in discorsi inconcludenti, in bisticci e malintesi, non era andata perduta. Per lei fu la lenta, immaginaria passione di una fanciullezza provinciale ; qualcosa di ineffabilmente inconsistente, ma tenace e acuto — sogno e malinconia, che ingigantiscono nel silenzio dell'ambiente, nell'inquietudine e nell'aspettazione dell'età; per lui fu una felicità, una purezza, intraviste, dischiuse per un attimo sul cammino ardente e travagliato, vaga promessa, fuggevole speranza tra tante corruzioni ed erosioni del peccato, dell'ambizione, del fosco temperamento. Attimo che avrebbe potuto decidere del loro destino; nostalgia, e forse rimpianto, che li penetrarono a fondo, e segretamente, nel sangue, nella più nascosta, bramosa fantasia. Col trascorrere degli anni, con la diversità della| vita, tutto era sopito, lontano, disperso. Ed ora il nuovo incontro, la situazione curiosa e tragica, lei appena sposa, lui morente, e le suggestioni del luogo, e gli stimoli di una sensibilità eccitala, ri sospingono a galla l'obliata avventura. Ma i nuovi sentimenti, il fascino nuovo e la repulsione, la simpatia e l'odio che li attraggono e li sollecitano, non sono ben definiti, nò definibili: stato equivoco della mente o del cuore, gioco perverso dell'istinto, dei nervi e dello spirito. Lei sente per il giovane moribondo quasi una oscura tenerezza; credo di essere mossa dalla compassione, o addirittura da una religiosa carità, e puro è corsa da brividi inconfessabili e ne prova orrore e repugnanza; lui è come collo da una infinita e desolata pietà di se stesso, piango sulla donna che gli avrebbe potuto donare l'anima, che l'avTebbe potuto riscattare con il suo candore e la sua bontà, e quando riesce ad avvicinarla, quando infine l'ha accanto a sè, mito e gentile, tenta una impresa ignobile, vorrebb ssrfssVdlQ—rTgrrameitmpmstringerla, possederla, contaminarla. Ma il marito vigila; la donna è salva, Gabriele muore in solitudine. Orbene, come può maturare, svi- ptdmldgtgtAt4rcdr . 1,011 *™ non prorompe, lilla Tinn O n n-nVll 1 m lion /Inljn-min^U lupparei, compiersi una vicenda simile? Certo essa non è normale; intacca il mistero, affonda le sue radici nell'ignoto. Affinchè manifestazioni di così strana vita interiore, affinchè siffatte coincidenze si aprano un varco nella sorte e affiorino, 6 necessario un richiamo eccezionale. E' necessario, ' soprattutto, che la rappresentazione artistica le giustifichi, le renda persuasive e ossessive. Gabriele non è personaggio di eccezione, non è persuasivo ne ossessivo; il suo satanismo ò generico e di maniera; l'alone fantastico che locireonda è vago, romantico, patetico, vorremmo dire che è eccessivamente bonario. Sarà forse un malvagio, e fors'anche un debole, certo un vizioso; ma non è un ribelle o un maledetto autentico ; il suo dramma, dramma tra spirito e carne, tra aspirazioni celestiali ed estro demoniaco, ina non è neppure ben determinato. So ne parla qua e là, con accenti più o meno commossi e più o meno allusivi; non lo vediamo operante, non lrndqpldzzmsspcptpzpldvtdz lo sentiamo intimo e presente. E l'orrore e il fascino della sua persona non tanto prendono vita e rilievo dalle sue azioni e dall'anima sua, quanto dalla immaginazione della protagonista che lo interpreta così, lo colora e lo vagheggia così, per.una di quelle segrete e taciturno esaltazioni dell'adolescenza, tanto propizie e consone agli eccessi del sentimento. Lasciamo dunque Gabriele al suo destino; e consideriamo l'atmosfera, la concatenazione dei casi, il procedere incalzante di quelle che diconsi combinazioni, e sono fatali apparizioni di un mondo arcano, sotterraneo, incontrollabile; tutto ciò potrebbe creare il senso e la direzione del romanzo. Sonnonchò nella prosa della Deledda, robusta, nitida e ferma, non v'b troppo spazio per le ineffabili evocazioni; scrittura dal disegno preciso, secco: anche i moti verso la religiosità e il divino, si risolvono sempre in alcunché di concreto, di decisamente vissuto, nel gusto della razza e della tradizione; intuizione augusta e sacra della vita e della morte, sensibilità chiara, anche quando inquieta e tormentosa. Sotto questo aspetto si può dire che il dramma segreto, l'avventura trasccn dente, magica o almeno misteriosa,, non riesce a formularsi; è proposta, | sollecitata, sfiorata, non afferrata nel-! la sua essenza. Se no prova una spe. eie di malessere; quasi il nucleo, il nodo musicale, il tema determinante del romanzo, accennalo appena e non articolato, suggerito, perseguito e disperso, ci invitasso da ogni pagina e ci sfuggisse, indefinitamente. La tessitura un po' rigida, aspra e tenace della visione non consente margini d'ombra e di fantasia: il paesaggio stesso che abbiamo detto così evidente e penetrante, e le provocazioni sensitive e nervose del mare e del vento, si esauriscono in una precisa e circoscritta, suggestione umana, in un inasprimento fisico; non vanno oltre, non sono tramite con l'invisibile nè voce dell'ignoto. Con tutto ciò, poiché il romanzo c'è, e vivo e avvincente, sarà opportuno vedere ove sia la sua molla, la sua ragion logica e poetica, il suo perchè psicologico. Ebbene, tutto il romanzo è insito nella protagonista. La scrittrice ha colto qui con delicatezza pungente e accorta, un im- prowiso, momentaneo turbamento femminile, uno di quegli oscuramen ti della coscienza e della sensibilità che paiono scaturire da profonde zone fisiologiche, e coincidere con qualcho avvenimento intimo, decisivo e trasfiguratore. Nel viaggio di nozze questa donna, per un incidente di per sè non troppo grave, per un incontro che certo non può dirsi fatale, ma che sommuove nella sua memoria antichi sedimenti sentimentali, patetici e fantastici, subisce un transitorio ma pericoloso rivolgimento interiore. Tutta la eua vita segreta, le ombre del temperamento, lo suscettibilità fisiche e morali sono rimesse in gioco: la fanciulla solitaria, sognatrice e ansiosa, a contatto con la realtà no patisce l'urto nervosamente, e dalle cose avverse, impensate e irritanti, è ricacciata in una anche più fosca solitudine, verso un dilatarsi di problemi, fremente vago e pauroso. Attimi, ma sufficienti asblsrinlqcfiplrfdvd a dar corpo — come per una ripresa, per un ritorno della sua eccitabilità di adolescente —; al fantasma labile di quello sciagurato, al fantasma di uina passione che non fu vera e tangibile, ma immaginaria e idealizzata. No, questa avventura non è straordinaria, inverosimile, intrisa di mistero, è capricciosa; è un capriccio profondo e doloroso: capriccio irresistibile di una femminilità che si desta tra smarrimenti e repugnanze, capriccio che dilegua poi quasi senza traccia. Il marito le dico: «non so se debbo crederti: è difficile credere a una donna come te». Ed ha ragione almeno in questo, che per qualche giorno essa è corsa sui limiti estremi di una specie di isterismo, o meglio di intraducibile confusione sensuale, sentimentale e morale: sui margini dell'inconscio e della follia. Lo stile della Deledda, un po' ruvido e austero, stile che tende all'essenziale, ha conferito a queste annotazioni acuito non so che vigore di comprensione e di u nana dignità. FRANCESCO BERNARDELLI. UbdavddPdgHgnnCSnmagsppzvsiteloteci

Persone citate: Attimi, Deledda, Grazia Deledda, Treves