Come la piazzaforte di Spezia sarebbe stata distrutta

Come la piazzaforte di Spezia sarebbe stata distruttaCome la piazzaforte di Spezia sarebbe stata distrutta s p e c 11 Spezia, 27 notte. | La scorsa notte, secondo il tema, le tensioni diplomatiche fra i due Stati si sono inasprito e l'armata aerea dell'invasore, cioè del partito li è entrata improvvisamente in azione, prendendo l'iniziativa delle operazioni. 1 lettori ricorderanno come il presupposto delle manovre fosse quello di una rapida conversione delle forze aeree nazionali, che da uno schieramento antecedente si volgevano verso sud, per parare un'offensiva che si era andata delineando da quella parte. Fra i due partiti veniva a sorgere, così, la barriera dell'Appennino. Il partito lì però, prima di far passare l'ostacolo naturale alle sue forze e premere sull'ammassamento avver- e ajconversazioi! |volo. \ l lumi della Spezia sono timi spenti. sario ha deciso un'azione contro lapiazzaforte marittima della Spezia e ha ordinato, per ciò, due azioni: una notturna ed una diurna, disposte in modo che, tra l'ima e l'altra, vi fosse interruzione di continuità. Il Re e il Duce all'osservatorio Le ostilità sono state aperte a mezzanotte. Alle 2 e 18 minuti i Ca 101 da bombardamento notturno, comandati dal col. Aimone e concentrati a Cecina, sono arrivati sull'obbiettivo. Le condizioni atmosferiche erano ancora meravigliose: una luna magnifica rischiarava il cielo, contro il quale si incidevano, nettissimi, i profili delle colline, disposte a semicerchio intorno al golfo. S. M. il Be ed il Duce, con i Ministri della Guerra, gen. Gazzera e della Marina, amm. Sirianni, il Capo di S. M. gen. Badoglio, il Maresciallo d'Italia Pecori-Giraldi, l'ammiraglio Monaco salgono all'osservatorio del Torrione dei Cappuccini, dove li attende il Ministro dell'Aeronautica, Italo Balbo. La strada che, tra orti e giardini, sale ripida o tortuosa sul poggio, dal quale si domina la città ed il porlo, sembra deserta. Migliaia di persone, invece, bivaccano da lunghe oro sui pendii erbosi e quando passano il Be o il Duce, scoppiano lunghi e fragorosi applausi. Il silenzio si ristabilisce immediatamente: abbiamo, in pieno, la impressione di essere in zona di guerra : l'aspetto militaresco del colle, .in cima al quale montano di guardia i marinai, l'ossatura, metallica della torre che sovrasta, i segnali che salgono e scendono sulle attenne, l'urlo di alcune sirene e la rapida salita nel cielo dei razzi d'allarmo impongono quel rispetto ansioso che prende nell'imminenza di un grande avvenimento. Ufficiali di ogni arma e specialità, intabarrati nei cappotti, vanno e vengono per i ripidi sentieri, portando ordini, trasmettendo informazioni, sbarrando il ) isso ai pochi intrusi, che hanno avuto l'audacia di infrangere la consegna e di eludere la vigilanza delle poche sentinelle. lì fra questi, ci siamo noi, poveri giornalisti, per i quali nos>tina autorità intermedia riesce a trovare un posto. Alla guerra come alla guerra. Ci allineiamo dapprima, sul ciglio della strada, di dove misteriosamente entriamo nella gabbia di un tennis, dalla quale riusciamo' ancora a rifugiarci in un'osteria silenziosa, per invadere poi, per la gentilezza dei proprietari, il giardino fiorilo di una villa patrizia, di dove ci trarrà finalmente S. E. Balbo in persona, per condurci e guidarci egli stesso lino ai piedi della torretta, sulla quale il Bo e il Duce conversano animatamente. La Spezia al buio U Ministro dell'Aeronàutica, che ha Ijireso la direzione ed il coniando di questa prima fase, é in continuo colle Igameiito con i campi, dove sono concentrati i novecento apparecchi e, ad 'tir tratto, entrerà pure in misteriosa con gli aeroplani in L'ora altissima è piena dì silenzio, fili occhi verdi e rossi del porto palpitano senza interruzione, sul tranquillo specchio d'acqua All'orizzonto, ora, si è disegnata una leggera cortina di brume, che però, per il momento, non dà alcun fastidio. Dopo le due i razzi si alzano\rdai varll punti della costa con più insistenza, e le sirene delle navi e quelle degli stabilimenti cominciano ad avere, una certa sfumatura di nervosismo, nel loro urlo lungo e lamentoso. Su nel cielo, n'i.i vi sono che stelle, un'infinità di stalle. Ad un tratto ne nascono delle altre, lontane, piccolissime, sul pelo dell'acqua. Sono stelle mobili, che vengono dai sud, rapidissime. Adesso, sul firmamento nasce come un tremore, una ]confusione, che sembra sconvolgere l'ordine eterno delle leggi c dei fenomeni naturali. Ci sono stelle dentro stelle, e vo no sono delle fisse e delle mobili, ma cosi tlsse lo uno e le altre, che non sai più distinguerle. A guardarle bene, finalmente, riesci a discernerle dal colore. Quelle che camminano, con una velocità fantastica, sono verdi c rosse e sono infisse nell'ala dogli apparecchi, che se lo portano a passeggio por il firmamento. Di notte, si ha l'illusione chi lo macellino camminino con una velocità doppia, tripla di quella che generalmente appare, osservandole a giorno chiaro, quando non esistono i punti di riferimento astrale. Improvvisamente da quei punti luminosi, ne sbocciano altri, bianchi ed abbacinami. I/attacco degli apparecchi da bombardamento notturno è stato serrato. Quello lacrime d'argento che, dopo una traiettoria, si aprono, trascinandosi nella caduta una coda soffice e morbida di scintille, rappresentano le bombe lanciate sul porto e sulla città, sulle navi e. sui centri industriali, sulla ferrovia e sugli acquedotti, sui forti e sullo case. Il cielo, in un attimo, ne è pieno. Le fontane incandescenti illuminano a giorno un immenso specchio d'acqua, sul quale oi stagliano le sagome delle navi. tSsmscmzamsrvBuficsvbntrmSibsCnrdtlsiGsasGn• tinn«tptTonnellate e tonnellate di esplosivi _ precipitano sulla piazzaforte o intorno'i^ad ogni scoppio si sgranano le corone dei colpi delle mitragliatrici. Lo sirene mandano lunghi ululati di allarme ed il loro appello si c fatto Insistente, disperato. 1 « Ca 101 » seguitano la loro opera devastatrice; poi, con ampi giri, guadagnano quota, salgono altissimi., confondono un'altra volta la luce dei .^(ple e spariscono nella stessa direziono it. 'g, fanali con il brulichio delle stel-!plhhsidalla quale sono venuti. Una cortina di nebbia Ma spariscono con velocità maggiore di quella con cui sono apparsi, o almeno cosi appare, poiché, appena all'oi izzonte, sono stati ingoiati, occultati dalla cortina di nebbia che si é alzata., che é diventata più spossa e che Ma per invadere il cielo. Lunghi brividi di aria fredda corrono nell'aria. Abbiamo l'impressione di ossero in alia montagna. Gli ufficiali rialzano il bavero dei capponi. Il Be e Mussolini, appoggiati alla ringhiera della terrazza, seguono attentamente le fasi di questa incalzante minaccia atmosferica. L'attacco dei «Caproni» non ha|3 otdasttatdzil seguito immediato che avrebbe do-|lvuto^avere. C'è una stasi incompren-josibile nell'Incursione notturna. Gli « S. p55» di Orbetello non danno segni diivvita. Verso le 3 vediamo poi, un istan- ste, una diafana schiera di lumi che sdentro la foschia e rasente il mare fila-1fno verso occidente. Da quella catena]sdi lumicini, alcuni se ne staccano e'ppuntano verso il golfo. Sono piccoli dcome lucciole, e queste lucciole, ar-!trivandocl sul capo con una velocità'sfantastica, disseminano nel cielo co- gme delle nova di cristallo illuminato: eSono altre bombe: bombp del pochi e« S. 55» ilei generale Pellegrini, che. tsono riusciti ad arrivare sull'obbietti-! vo. Gli altri sono stati completamente,vaccecati dalla foschia e allora, con 'quna navigazione eccezionalmente ardi-il \reechi ta, hanno puntato su altri obbiettivi. Sapremo più tardi i particolari di questo episodio, e per il oliale siamo rimasti per tante ore con l'animo sospeso, poiché alcuni viaregginl avevano comurticalo di aver veduto degli appaincendiarsi sul mare e suLla montagna. Il Ministro, a questa notizia, ha tòrto la bocca in quella piega amara ebe gli è così abituale nei momenti difficili e dolorosi; ma poi, i suoi occhi si sono illuminati alla speranza, anzi alla certezza, voci fossero prive di fondamento. Palo Balbo conosci troppo a fondo i suoi uomini, iper ammettere che questi si fossero arresi ad un tragico destino il generale di I comandante di gruppo col. Pàonessa sono .marinai, navigatori e piloti provati a ben al'.re avversità. F. Italo Balbo non si è sbagliato. Il bollettino darà nella giornata tutti gli « s. : rientrati, ma i materiale ed a Spozia, hanno. un tragico (tesiiiio;^egata Pellegrini, U,la buona novella che i ", non soltanto sono nella impossibiliti soluta-,di arrivare alla •nn magnifica e rapida iniziativa, puntalo sn altri obbiettivi, bombardando alcune località della costa. In caso di guerra, tutto è buono. Alla Spozia. il'a'irondc, a Sarzana. a Cadmiare erano già passati i « Caproni » di Aimone, facendo loro trascorrere una notte infernale, mentre, poi, durante la giornata, altre 200 tonnellate di esplosivi avrebbero comic ino l'opera iniziata. All'alba 6 auf.s,„'L'alba é prossima. La luna si f. nascosta dietro le montagne: ad oriente il cielo comincia ad imbiancare. GiiGli apparecchi radio, (incili modernissimi della televisione, hanno rivelatoal Ministro che qualche cosa di nuovo sta per accadere. 11 Be ed il Capo del Governo, che noe si sono seduti nep ni-re ner un momento, puntano i hi • <'i verso le Alpi Apuane. Timi at tendono qualcosa, da quella parte; ma improvvisamente, alle spalle dell'os da Monte Parodi, innvvei precipizio e picchia-no risolutamente tre apparecchi Dor-nier del coma min nte Teucci, uno degli « atlantici ». Il trasvolatore, che era sta-to anche ingannato dalla nebbia, orapassato al largo della Spezia. Biscuit-trato l'errore, l'ardito pilota aveva fai- _ 'i^rva,,orl° , discendono (precipitato sulla piazzaforte. Dura nte ito arrampicare gli idro sulla monta- 'gna, e con un rapido dietro-front s'era !pr(,(.jp„at0 su„a piazzaforte. Durante la fulminea azione, i suoi apparecchi hanno mollato alcuni quintali di bom- he sulla stazione e sulle navi, e quindi sono scomparsi conio fantasmi, soi-iraendosi ai tiri dello difese terrestri.|3 Il gruppo d'assalto Ormai è quasi giorno chiaro. Sono le ore 7.45. Dalle Apuane puntano, ad un tratto, i primi « A. C. 3 » del gruppo d'assalto del col. Mecozzi. Abbiamo appena il tempo di avvistarli, die già si librano sulla citta a bassissima (piota. Né le mitragliatrici né i cannoni potrebbero offenderli. Sono troppo vicini alle loro bocche. A questa prima pattuglia di punta, altro seguono immediatamente, finché tutto il gruppo ronza sui lotti, corre lungo le spiagge, vol- |lcggia attorno agli alberi delle navi joltre allo bombe, alle mitragliatrici, i piloti di «assalto», i protagonisti del ivolo rasento, dispongono dei gas aslis sianti; od ecco, infatti, dai loro fianchi, sprigionarsi dei lunghi pennacchi di 1fumo, che le macelline trascinano a ]semicerchio sullo spiagge lunate 'porto. Questa emozionantissima fase, e durame la quale abbiamo appena scor!to alcuni apparecchi scivolare, inos'servati, lungo ai fianchi della ìuoiitu gna o picchiare, poi, sull'abitato, si é esaurita in una mezz'ora': tempo più elio sufficiente, però, por condurr termino la loro opera, ! L'azione dogli apparecchi d'assalto ,viene immediatamente Integrata da 'quella del 13.o Siorino del ten. col. l'alliluuzzi, dai caccia « C. Il, 20 Fiat», j del li quali Roncano su Cadimaro, dopo essersi temili celati dietro una. dorsale del moni'', attraversano i sci chiloinetri ili mare die li separano dalla Spe zia, in un batter d'occhio, alla velocita di 22(1 chilometri all'ora e scendono sulila piazzaforte. A rincalzare questi trenta mitraglie ri, ora, arrivano i velocissimi apparec chi da bombardamento diurno, I lì.fi.?. 1 l'Ini, irli unici apparecchi del genere, , c costruiti in serie, che abbiano, nei muscoli, la forza di mille cavalli. Proteli i da uno stuolo di «caccia» che incrociano ad altissima quota, queste macelline, piene zeppe di bombe, riempiono il ciclo di esplosioni e di riuvo- apispiaimsdd'2s ilei iici,.! bianche. L'illusione del 'combattimento aereo è perfetta grande Il partito invasore, scarsamente disturbato dai «caccia» nazionali, che hanno superalo l'Appennino, appena sentiti i segnali d'allarme, svilupperanno, durante tutta la giornata, il piano della prima operazione offensiva, finché, alle 16, la battaglia aerea raggiungerà il massimo dell'attività, conduCendo 11 Parlilo II energicamente a termine il compitò assegnatoteli. Il culmine dell'arreco Nel pomeriggio, l'attacco alla spezia tocca il culmine della violenza, poiché ! entrano in azione tutti i 330 apparecchi I dei quali si dispone. Dopo i Cu 73 ed il prima ili ani-] Cu Ti, che bombardali, vare sulla Spezia, io valli compare questa volta nel c to punteggiato di scoppi, uri'l- lellu Magra, i lel'ó, già tilt- ! l'intera bri-1 . o a a i o i i a à gala degli a'.55 che hanno decollato da Orbetello. E poi tutti i caccia eli 20 CU. 20 bis e Crini, cioè di alta quota, ed ii un. da bombardarnento, che m per-1fotta formazione navigano ad un'altezza non superiore ai mille metri. Altezza certamente pericolosa, e che presta il fianco ai tiri della difesa terrestre. Ma bisogna tener conto che la piazzaforte è ormai impregnala di gas asfissianti. La pioggia velenosa non tendo a diminuire. Ogni apparecchio trascina con sé un interminabile pennacchio di fumo denso e posante, che avvolge il porto, la città e le montagne circostanti, in una densa cortina di nebbia bianca o pigra. Anciie i nostri occhi lacrimano e le gole bruciano. Se veramente l'ossero entrati in azione i cannoni della piazzaforte, le caratteristiche di questa incursione in grande stile sarebbe- i io cambiate? jliti di qualche centinaio di metri, e non tutte le formazioni avrebbero mantenuto il loro impeccabile, geo^metrico schieramento, ma il volto delU,Jn ballaglla sill,,bbe slllt0 identico a e o i a a , . a , o Bispondiamo di no. Forse i BR. daj„'bombardamento diurno sarebbero sa-'.lineilo terribile dato delinearsi, nel cielo. .•he oggi abbiamo veprecisarsi, incidersi La sentenza dei giudici di campo Il partito invasore ha, dunque, avuto ragione di quello nazionale, raggiungendo in pieno i, suoi scopi ed i suoi obbiettivi e la piazzaforte della tornente sull'Appennino, come lo prova il fatto di un apparecchio costretto ad atterrare fuori campo, nella strettoia di una di quelle impervie; e i] o' o vallate, l | I giudici di canino hanno rosi ti rato le somme di questa prima gior 'nata: apparecchi abbattuti de! partito attaccante la Spezia IS, dei (piali dieci Ida caccia e otto da bombardamento, Perdite irrisorie, se si tiene calcolo jdoi risultati ottenuti. -1 Alle IT il combattimento era finito e -jsoltanto allora il Be, Mussolini e le i 'autorità hanno lascialo l'osservatorio, -1sul quale avevano trascorso tutta la ai notte e gran parte della giornata, -j Tre apparecchi, in tutto, hanno do-Unto atterrare fuori campo, uno dei Spezia sarebbe ormai mutilata dei suoi organi vitali, privata del suo sistema nervoso 11 parlilo I ha crealo di compiere qualche rappresaglia a Lo reto, ma gli effetti del bombardameli to sono stali di scarsa importanza to l'esiguo numero di unità che sono stato Impiegate a (alo s-opo. La rieo-!gnizìone strategica ha funzionato, dal-'.le due parti, spingendosi con naviga-!zinne ad attissima quota finanche su]Torino, ed i «caccia» del panilo na-'istoriale hanno incrocialo In interro t- j']'•da_ \e Ino arato ed alberato a-1quali, un «A.C. 3» di assalto, è dia sceso pi esso un'officina, su un came po arato ed alberato. L'apparecchio è i andato letteralmente In frantumi a il m- pilota, cap. Mecozzi, ne è uscito mii I racolosamente illeso, -l Bilancio sensazionale, dunque, ottii.|mo sotto ogni aspetto. Le manovre ontinuano, senza interruzione, e do- e n mani le azioni si svolg li toscani. n-.inno noi cie- EBNESTO QUADRONE.

Luoghi citati: Cecina, Italia, La Spezia, Orbetello, Sarzana, Spezia, Torino