Monaco contro Berlino

Monaco contro Berlino La riforma coslilu/.ionaie in Germania Monaco contro Berlino Boriino, 24 notte. TI castigamatti rli mito le velleità più o meno interessato ili riforma costituzionale del Rei eh, noi senso unitario e ariti federativo, non poteva a meno di farsi sentire anche questa volta, come fa sempre tutte le volte che (mesti ormai annosi fonati lontano di risollevare la testa: e questo castigamatti e la Baviera. Tanto più questa volta con maggior virulenza la Baviera leva la sua voce minacciosa, in (manto che i conati prussiani, incarnati come sono nel progetto Braim-Hoepfcer-Aschoff, mirano quasi apertamente — per la forma elio prendono in questo progetto e col minimum di Infingimenti — non tanto ali'unitarlsn.o vero e proprio, quanto alla egemonia sotto specie di fusione della Prussia nel Reich; ed hanno appena la cura di porsi la maschera, sia dell'unitarismo quanto delle necessità di assolute economie finanziarie, mentre l'eco della voce della Baviera — di questa Irriducibile Vandea della tradizione regionalista e. federalista nel Reich — ha oggi tanto più gioco, cii è tanto più efficace, in quanto elio il progetto prussiano si presenta davanti a tutta l'opinione pubblica troppo chiaramente come un tentativo interessato al fine di sottrarre, col giochetto della fusione, la Prussia alla conquista dello forze nazionali di destra. La Baviera contro «i signori di Berlino» La circostanza nella quale la Baviera, a mezzo del suo Presidente del Consiglio Held, ha levato oggi la sua voce minacciosa contro i « progetti dei signori di Berlino » — intendendo con questa espressione il Governo socialista delia Prussia — è stala particolarmente importante e significativa. Essa è slata fornita, dal congresso tradizionale della grande « Lega dei contadini » che ogni anno si svolge a Tuntenhauscn. E' questa, una di quello circostanze tarilo più solenni quanto più umili, e nella quale le altissime autorità che vi prendono immancabilmente parte dovendo farsi intendere da gente semplice hanno cura di parlare un linguaggio che dice pane al pano e vino al vino; linguaggio elio per dover essere bene inteso dai contadini non perde però la qualità di essere intesisslmo a Berlino; è la circostanza bavarese in cui non si manca mai di lanciare qualche salutare avvertimento a chi se lo lucrila, e che è perciò sempre aitesa con qualche ansia e curiosità nella capitale del Reich. 11 linguaggio che vi ha pronunciato questa volta il Presidente Held è dei più aguzzi, taglienti e chiarì che egli abbia mai adoperato, arrivando fino ad agitare mente nitro clic la minaccia di separatismo del sud tedesco della « linea del Meno ». Il Presidente, che ha parlato per ben tine ore davanti ai contadini, ha cominTclato col ricordare che la Baviera non faa avuto nulla in compenso dei sacrifici latti nel cedere al Reich le sue ferrovie è le sue poste, ultimo segno della sua Indipendenza c sovranità di Stato a sè, che si è lasciata strappare. Poi, a completare il quadro, ha fatto notare che in quest'ultima crisi bancaria del luglio la delicatezza di Berlino è arrivata al punto da lasciare al secco, por 15 giorni, la Baviera; cosicché — ha detto — la Baviera non sarebbe stata nemmeno in grado di pagare i propril impiegati se non avesse avuto 1 suoi istituti di emissione. Dopo questa apertura di artiglierie leggere il Presidente ha messo in azione quello grosse, aggiustando sempre meglio il tiro su Berlino, ed ha dotto : «■ C'è un progetto di fondere i Ministeri prussiani con quelli del Reich. Ciò significherebbe niente altro che l'insediamento del potere prussiano in questi Ministeri, e perciò lo scavamento della frana sotto le basi del Reich stesso ». Uopo avere notato come le condizioni economico-finanziarie della Baviera siano relativamente, con quelle del \V(lrtemberg, fra le migliori e più sane ancora nel Reich, ha continuato : o Con le mani e con I piedi, signori miei, la Baviera si difenderà contro la progettata riforma del Reich. Quei signori di Berlino dovrebbero tener presene che la realizzazione di questo e di simili progetti, riaprirebbe in piena larghezza niente altro che la linea del Morìa. Quelli di Berlino non hanno nemmeno la più lontana idea di quello che faimo con tali piani. La lotta sarà spinta dalla Baviera fino all'estremo». La difesa dell'autonomia Dopo queste gravi parole il Presidente ha rincarato ancora la dose : « La creazione dello Stato centralizzato sarebbe fatale per il popolo tedesco, anche in riguardo alla sua posizione politica estera di Potenza. Io ho — ha quindi proseguito — il compito che mi è stato affidato nella mia carica : sono stato posto in questa carica con la missione di mantenere lo Stato bavarese, dentro il Reich, come creatura autonoma. Se non potrò assolvere questo compito crederò mio dovere di dimettermi. Finché però sono a questo posto lo assolverò in maniera assoluta. Sarà bene dunque che gli unitaristi di Prussia tengano presente che essi vogliono una riforma che è assolutamente anticostituzionale; essi distruggerebbero con ciò le fondamenta del Reich ». Indi il Presidente ha, in due parole, mandato per aria anche l'idea di fare oggetto della proposta di fusione un nuovo plebiscito : « Non accetteremo plebisciti su questa questione. Noi non lascieremo decidere i destini della Baviera dai mecklemburghesi. Che cosa ci direbbero i signori Severing e Braun se noi bavaresi volessimo decidere dei destini della Prussia? ». 11 Presidente ha concluso dicendo che la Baviera, insieme con I Paesi del Sud della Germania, farà fronte unico contro i tentativi unitaristi prussiani. A Berlino, ove si è abituati a questo linguaggio della Baviera, non si manca di rilevare la speciale acutezza dello espressioni stavolta usate dal Presidente Held; e mentre negli ambienti del Governo prussiano si incassa, nei circoli giornalistici e politici si considera ormai come destinato a riaddormentarsi di un sonno profondo il progetto di HoepkerAschoff. G. P. ddnnrtcz!

Persone citate: Braun, Held