La visione apocalittica dello straripamento del Fiume Azzurro

La visione apocalittica dello straripamento del Fiume Azzurro Il flagello delle acque in Cina La visione apocalittica dello straripamento del Fiume Azzurro Una plaga di 1000 chilometri colpita dal disastro Le angosci e dell'esodo immane — Lo spettro della fame -- Il numero delle vittime incontrollabile (D AL NOSTRO I N V I A. 1> O) . , Sciangai, agosto. Può parere strano e non verosimile, ma risponde invece esattamente a realtà il fatto che soltanto ora può tentarsi una prima e approssimativa ricostruzione, da questo grande osservatorio che è Siangai, della gigantesca catastrofe che ha devastata e devasta ima delle più ricche e floride contrade agricole che annoveri ti mondo: la vallata e la pianura del Jan-tse-kiang. Il disastro immane ha infierito su una plana che dista da Sciangai meno di mille chilometri. Può aggiungersl che gli effetti del flagello hanno ragn'unito zone che sono a noi, più che vicine, vicinissime. E non è a dire che i profaniti a centinaia, a migliala, a ùccie di migliaia non abbiano trovalo la strada che li conduce verso la metropoli ospitale, Ma tutte le informazioni che questi disgraziati possono dare e danno — e sono le sole che conosciamo, perchè manca ogni, altra comunicazione con le terre colpite — sono lacunose e frammentarie. I tristi bivacchi dell'esodo hi. vedete, nei borghi e nel sobborghi di Sciangai, nei quartieri internazionali, nelle zone sacre agli idoli delle loro disperate speranze, questi miserabili fuggiaschi. Scampati alla più rovinosa delle sciagure, inseguiti, rincorsi dalla fiumana, essi si. sono rifugiati qui, umili, attoniti, e quasi non chiedono nulla: il loro sguardo fisso tradisce in certo modo la consapevolezza, d'una jrrplcap—espiazione meritata. Bivaccano con po-Wcele masserizie, magari non loro, raccolte lungo le strade della fuga. Alzano tende miserabili e sdruscilc, si coprono di pochi cenci, riscaldano sulla legna la loro bevanda {qualche volta ottengono in carità quella abominevole s/iecie d'acquavite che è prodotta dalla distillazione di carne d'agnello o di castrato), mangiano disgustosi cibi freddi, dormono su una stuoia di giunchi. In alto, sulla tenda o lungo l'asse che sostiene i drappi, il simbolo della loro fede: qualche feticcio d'argilla o di porcellana, dalla vernice corrotta, con- -ìesasperanie monotonia, la formula dcl- r(,Ssegnazione: tnmatn da piccole e ingenue immagini di genii.... Quasi tutti sono conladini. Lenti, gemmatici, fatalisti, governano la pie- ai??1? icnit"c <>"™"ri si ™no ricovera1 moglie, il padre, i mocciosi rum polli, con la stessa indolenza, a un tempo svagata e presuntuosa; con cui prilma organizzavano e dirigevano vaste coltivazioni di riso o di tè. Avvicinati da europei e da connnzio- |(t<di rispettabili, essi mormorano, con — Tsln, tsin! Le loro terre? Ormai lontane, invase, sepolte dalle acque, scomparse. E' la grande tragedia di milioni d'agricoltori. All'orecchio americano ed europeo. \djre ehe si tra[ta di ,niUoni d'aqricol ' r o l e n a e e e o l n tori è come enunciare un cifra assurda e ingigantire una più modesta realtà. Eppure il disastro tocca qui, veramente, popolazioni sterminate, pari a quelle di parecchie città anglosassoni sommale insieme. La densità degli abitanti è assai fìtta, e raggiunge in certe zone i 40(1 e i 450 abitanti per chilometro quadrato e la inondazione si estende a plaghe sterminate, come se un intero paese delle dimensioni .dell'Italia comprese le isole, fosse slato inghiottito dalle acque. Tanta è la maestosa e rovinosa imponenza dell'attuale flagello. L'economia, non soltanto della Cina ma di tutto l'Oriente, avrà a risentire per almeno due anni di questo cataclisma. L'agricoltura delle province del centro può considerarsi compromessa per almeno uri decennio. Ed è soprattutto la coltura del riso che ha subito un llerisstmo colpo, oltre a quella, ma minore, del lè e del cotone. Del resto, la plaga inondata contava ogni sorla di prodotti: grani, legumi e fruita ne cocostituiva no una fiorititi, secolare ricchezza. Quest'anno, veramente, le varie colture uyrìcolc si erano annunciate sotto una pissima stella, sotto il più infausto degli auspici. Alle abbondanti e vigeneratrlci ploggle dell'annata scorsa, era succeduto un periodo di eccezionale allarmanti: siccità. Inariditi, o quasi, i piccali corsi d'acqua, abbassato il livello del grandi fiumi, asciutta l'atmosfera — relegata insomma la Cina centrale in una Ci quelle zone trascurate dall'alterna provvidenziale vicenda del gioco ciclonico e anticiclonico — (e sue cotture apparivano gravemente pregiudicate, e pertanto in scria maniera compromessi si pronosticavano i raccolti. Il riso, particolarmente, risentiva di questa funesta condizione meteorologica. E i poveri agricoltori di Ngan-U e. di Mai- jang si prodigavano pcrlanlo a supplire con gli ingegnosi strumenti della loro esperienza idraulica, alla siccità imperversante, mettendo in azione quelle, loro caratteristiche ruote di legno e di canna alte a raccogliere e sollevare le acque, e quelle altre macelline più complesse delle « trombe a catena » clic dal¬ llcvnil'epoca, forse, di Yao, di finn e di VW. — i leggendari monarchi agricoltori chcìdettarono le leggi della sapienza rurale — documentano il trionfo della tenacia umana sulle avare e restie possibilità della natura. Il ciclone nel Tibet misterioso Ma quest'anno, appunto per la esiziale siccilà, i lavori di arginamento trovarono ostacoli e impedimenti. Una forma strana e diffusa di ostruzionismo — ce lo confessavano proprio alcuni agricoltori profughi da Ngan-lu — venne impiegata da intere masse di coltivatori rurali, per difficoltare l'opera di imbrigliamento delle acque e di regolamentazione dei eorsi. Sovversivismo, comunismo? Affatto. Una semplice, illogica preoccupazione che l lavori di arginamento, con le opere accessorie, potessero determinare qualche maggiore difficoltà nell'Irrigazione dei campi, coltivali, e rendessero più gravi e funesti gli effetti dell'avara stagione. Fenomeno, insomma, di mostruosa imprevidenza. Diciamo subito: la causa della catastrofe deve essere anzitutto fatta risalire -W^'imvrovvìsa, impressionante forma ci - - i - e - n clonica delle manifestazioni temporale schc prodottesi non già sulla Cina cen trale ina più su. nel cuore del coulinen te, nella zona selvaggia e misteriosa del Tibet. Le prime avvisaglie della minaccia risalgono, si può dire, a tre lune addietro, quando l'altipiano compreso fra l'Hìmalaja e la Mongolia venne flagellato da inauditi rovesci di acque e le più alte cime seppellite da coltri imponenti di nevi. Pare che il Tibet — di n/i tuttavia si. riesce ad. avere soltanto notizie indirette e imprecise — non abbia regi strato mai, a memoria d'uomo, una cosi , . a i e a e a e l a n a i o o a i e l e l E - posto mano i « lama » e gli altri poten tali indigeni. E' da supporre tuttavia che anche tra quelle terre, che si elevano a 3000 e a 4000 metri, e che sono punteggiale da granili laghi e solcate da innumerevoli corsi d'acqua, la eccezionale manifestaziopc atmosferica abbia prodotto rovine e sciamato largamente lamorte. Ma solo più giù, verso Ping-ll-pa, si ha notizia dei gravi effetti dell'Ingrossamento delle acque, del Jaiig-tse-kiang. La cronaca che riguarda cotesto territorio risale a due mesi addietro. Pare che una spettacolosa alluvione, determinatasi nelle gole della lUrmanìa settennio- naie, abbia improvvisamente gonfialo icorsi d'acqua affluenti dello Jang-tse-klang, provocando i primi sinistri lun-go le rive del « fiume azzurro ». La crescita implacabile delle acque ... Ma il disastro vanirtela dopo. TraKing-ceu e Sciasi. Qui si svolgono 'cprime scene del dramma. In « coolie » che ha dovalo raggiungere ac;««.wiper incarico di un grosso proprlctanodi quella zona, e vite e partilo da \gaitproprio tu quei giuriti, descrive continta fosche e sinistre l esordio dellutragedia. In mia sola notte oltre olio cento abitazioni sono state investite e travolte dulie ncque, facendo centinaia di vittime. E tutti i vampi, per un raggio di almeno sette miglia, invasi da sabbia e da tango, e innumerevoli cupi di. bestiame annegati. I danni? Impossibile calcolarli. Più giù. verso Micn-jang-ceu si avvertono intanto i primi segni minacciosi e ammonitori della piena- Il livello delle acque sale, fatate, inesorabile... Il fenomeno si svolge non rapido, dui senza interruzione, senza discontinuità. I sobborghi di llunkow devono essere presto sgomberali. Si arriva cosi alla metà di luglio. Le acque segnano, ad Han-Kow, un aumento di venti piedi. Cortei di cinesi di ogni condizione si recano, all'alba, quando risalutano alla Torre del Tamburo, gli ultimi colpi della quinta veglia notturna, a controllare lungo la riva del fiume, nei punti stessi dove sono segnati i livelli raggiunti dalle grandi piene dell'ottocento. deU'Sl\ e del '90, /ri crescita delle acque. Poi qualcuno, pochi indìgeni, ma soprattutto commercianti tartari e qualche venditore caiitnnese. che hanno case e negozi lungo la riva, cominciano a impensierirsi, e provvedono cautamente a traslcrircl al terzo a, al •quinta piana — li numero dispari è. sacro — parte del-.sale mercanzie raccolte nel caotico «leu»,ignVenti luglio. Una pioggia sottile, continua, insistente, portala dalla nuvolaglia spinta dal vento di tramonta na, affligge la popolazione della zona Vento di tramontana: s* apprende che'fain quella direzione, lontano, sull'alti- H W. piano di Sin-gau, dove nasce l'afllncn-'.i'eìte maggiore del Jang-tse-liiang si è [grnbiepml a ù i e scatenala una tempesta furiosa, mai ■trvista. Le acque dell'Han gonfiano'.nd'improvviso, raggiungono il limite degli argini, traboccano, straripano. Il « Fiume azzurro », di colpo, nel volgere di. poche ore, raggiunge proporzioni oceaniche. E' la catastrofe. Impossibile, a questo punto, raccogliere gli clementi di un quadro d'insieme. Nemmeno il rapporto governativo, pubblicato la settimana scorsa, offre dati utili per una ricostruzione organica e soddisfacente. Lamenta la grandiosità Imprevedibile del disastro e auspica, semplicemente, abbondanza di soccorsi e ospitalità generosa. Una cosa è certa, ed è che tutta la sconfinala campagna che dalla zona di lìan-kow si estende alla targa pianura, di. Pu-ki e lungo le rive dell'Han, e raggiunge Ngan-lu — centro basso e fertilissimo, coltivato quasi esclusivamente a riso e già pronto per la seconda raccolta autunnale — è andata subito, per intero, distrutta. I contadini di quelle terre, che usano, come solo ingrasso, la mola portaladalie alluvioni, e che lamentavano ap punto, quest'anno, la siccità, ora. — ira via tragica! — non dicano più nulla Quasi tutti, decine e decine di migliaia, mordono il fango o galleggiano mostruosi e tumefatti, sulie acque del fiume devastatore. La tragedia di Han-Kow Dall'altra parte dell'alveo dello Jung tse-klang non c'è più nulla. Acqua PhpClldticoprelie sCstogdl'èGindonCsqvtonebbia. T.a città di Wu-ciang è presso-\rche scomparsa. Date prima si clero- pvano pagode ingemmate e scintillanti, pi I e palazzi grandiosi, e le sedi giudizio-1 ea e a\ i . e traffico intenso di commerci e d'indù-.astrie, particolarmente dei lavori di par-\Mceliano, è ora una sterminala, spaven- vlevale distesa di acque quasi immote, leuna tomba di vite e di onere. 'vAttorno, lontano, qualche sperduto [eisolotto. Su quel brevi rilievi di terra nè raccolto, in. un policromo miscuglio] tdi uomini, d'animali, di. masserizie,'ptutto quanto resta di una metropoli'.ncinese. ìrMa la tragedia vera, quella che sgo-ilmenta e fa quasi impazzire, si svolge.cnella notte, ad Han-Kow. La luce, poca zi^miracola incomprensibile. pallida luce, si accende ancora in un cquartiere, elevato della città e, per un pin un sob-\ -ìborgo interamente sommerso. In quc-\ -ist''ultimo, i fanali emergono, spuntano] \fra le acque, come in disperato appello'd'd'agonia. Più su, nella parte rlspar-ÌKe minta della città, bagliori sinistri di, h \luci si proiettano su intonachi bian-'pa\cjlit provocano ombre fosche, si ada-\cc!,„,7)10 /,)/;„(.., tremolanti, sullo specchio. m» delle avque. mi| /.; dovunque, nel mistero notturno, un \ao\hrulicare sommesso e trepido di milleUt\c mlllft V0Ci, interrano appena da qual-'hn\rn(, richiamo improvviso, da qualche'.tu\„rtn strozzato, coperti, subito da. uno e a a voo Il ui à. e e usi a, mea e e e oi tnema — inscricchiolio, da uno schianto... \eDi giorno, sulle acque, si organizza [pintanto e si sviluppa il grandioso cso-\ do della popolazione superstite Tuttl,\dpotentati e miserabili, mirano dispera- „tinnente a Shiaiigal. Ogni altra tappat,. giudicata inutile, e anche pericolosa. IEd ceco il corteo continuo, sul fiume.„immenso, di barche, di giunche, di sai- la prima settimana]sterr, di vascelli. E' la prima settimana d'agosto. L'accaparramento dei legni è\pfallo col compenso di vaco oro. e con\vl'espediente di mandile promesse. -Che cosa se salvato? Poco, quasi nut-i^la. Su quelle navi do ve s:lmescolano\ule favelle più diverse, ballonzolano ln-\rcomposti dei sudici involti, degli al frettali fardelli. > E una intima malinconia è segnata] su, volti di quel fuggiaschi miserablll,\dt. tradisce ora una insanabile tragedìi\di famiglia, ora una inaspettata po.\avèrta, ora una infermità che tormenta i visceri e i nervi. Ma negli occhi di tutti, uguale e torbida, si legge una più grande paura: la fame Si san nutriti finora, questi naufraghi, negli improvvisati bivacchi, nei superstiti rifugi, delle poclic provvigioni, salvate a stento e fraternamen te distribuite. Ma ora non resta quasi più nulla. Galleggiano, è vero, con tronchi, eoa travi, con, capanne squus.- [ | sale, sulle acque, innumerevoli carogne di bestie, sorprese nei tuguri e an- falde di tre colline presso Ki-ceu, dono, H fiume Ita una euroa improvvisa e doi'e le acque depongono, abbandonano gran parie del loro carico macabro. negate. Ma non sarà mai cibo possibile. Ripugno. E minaccia malattie ed epidemie. Spettacolo, questo degli animali annegali, che si conclude sulle trasformando campi e orli in sterminali ricettacoli di morte, in veri e prò-\Pri a cimiteri dell'inondazione ». Le vittime del « Dragone » Il « Dragone » dell'idolatria popolare ha insomma voluto la sua. vendetta e preleso le sue vittime. Alla moderna Cina è mancato un alchimista come lluium-sin, allcrratorc di. mostri. Ve lo dicono e ripetono i profughi raccolti, jtici dintorni di Sciangai, con quella|convinzione tranquilla e apatica propria dei reietti dalla sorte. Visitare, avvicinare costoro vuol dire raccogliere — vincendo difficoltà di lingua e di dialetto — le più bizzarre e inverosimili spiegazioni della catastrofe apocalittica che infierisce sulla Cina del centro. Un disgrazialo verniciatore di lo-ceu, scampalo fra i primissimi, e ricoverato nel sobborgo occidentale di Sciangai, ci spiega — dall'alto d'una specie di tranello su cui s'è accoccolato, all'ombra d'una tenda — che il flagello è stato determinalo dalla collera dei Genii delle acque, per la trascuranzo in una cerimonia suggerita dal Li-Ì;i. — Manca il rispetto per lo Spirito dell'universo, il Governatore non ha osservato le cinquanta ore del diqin no. Quest'anno non si è salutato i Ciang-li, all'avvento della primavera. Vieti da pensare alla ferocia di questi numi, clic ver la trascuranza à: qualche formula del sacro rituale prò vocana incomparabili stermina... Intanto Sciangai vive nel tormento della grande sciagura cui deve pu \rc. in gualche modo, urgcntcmenU provvedere. La prima preoccupazione per ora 0 quella di assicurare alimenti 1 e medicine, oltre che alle decina di ri nuiiire vile le .->U'C tlllilltze UOl ve non bastano a fronteggiurelabili esigenze. Anche senzari ni j i ri n 11 •• - n r i» ti n n < ì r liti ■> i nrt f* .andar preda alla fame e alla peste, \Ma è da notare che le sole finanze goi vernati ve le formidabili 'voler drammatizzare una situazione [economica che avrebbe, secondo alcu- ni, determinato teitipo addietro un ai-] tentato contro il Ministro Sóong, è 'pur certo che le condizioni dell'crario'.non sono tali da alimentare grandi spe- ìranze. w può considerarsi sufficienteil iniziativa promossa dalla « beiiefl-.cenza politica; che è poi la organizA zazione della Croce lìossa. per assi- curare soccorsi adeguati alle inimuiii plaghe colpite dulia inondazione. \ p . . e • . \ \>atastrore gigantesca. ] Gli. aeroplani e idroplani della base 'di Sciangai -- l'aerodromo di ffun-ÌKow è sommerso da oltre un mese — , hanno fatto finora quanto potevano 'per spingersi su, nelle regioni della\catastrofc. e individuare le zone più o. minacciate e suggerire, con accerta menti fotografici, i mezzi e le vie pern \assicurare ' gualche soccorso. Ma l'apeeU loro, finora, può considerarsi in-'h-utlnosa. Né. in mezzo a cosi vasta e'.tragedia, è meritevole di consideraloo ine il soccorso di viveri recato in qual- \ehe ccnirn ani Lclivoli. per mezzo acia [paracadute, -\ /> cifre che iorrono sulla tastila dei,\dìsastrl „ „tl numero delle vittime so-- „0 omui scmpre qllciie enunciate daatogli e. bollettini comunisti. Inutile per-. Iailt0 prenderle in considerazione, soe.„„ cjfre cprucUolir.iìc. arbitrarle, fat- tó clrco{nre „ mero scopo di deprcsa]sj0ne acnli „IIUn,_ // ,»,,. toglie,a è\p'urtroppo" che la catastrofe - .«,//*n\vropoTSÌonf delln „mle è impossibile -u alcunché di definitivo --i^ rjHwnlesca e desumila a segnare o\una ^ ine i(l tutluose detla st0-\rin rf(l(((7 '(:jn(l Intanto (particolare deano di nota fra tanta crudezza di cronaca) molta] ,\de,i Profughi, a quanti si migrano per i\atu1nrl} e. 'occonerlj, chiedo, o, con .\accorata insistenza, de, modesti carnia : i , i n s.- [ ci bianchi. Agli occidentali hi cosa sembrerà strana. Ma i cinrti, anche stavolta, ottemperano a una loro secolare consuetudine. F per le vie pc riferiche di Sciangai, e in lunghe code davanti ai tangpu. ai Monti d|pietà, si snoda, rassegnato e spaesato questo esercito di prof aghi, con in dosso spettrali vesti bianche, sacre alutto e al dolore. L. DI GIURA.

Persone citate: Jung, Tamburo, Vento