Hollywood a Venezia

Hollywood a Venezia Hollywood a Venezia VENEZIA, «costo, .iInglési, Tedeschi, Americani, tutta lai agente straniera che ogni giorno si riversa a Venezia (quanti indiani non sono scesi lori, alle Zattere, da un grande transatlantico, piccoli sparuti gialleUi, con una croce vermiglia in mezzo alla fronte?) di tutti i climi, di tutte le razze, di tulio le religioni, passando, adtigio, per questo strade solitarie nelle quali si lia l'impressione che la folla si sia tolte le scarpe per non far rumore, trova lo squero, scopre l'àrzerc, aspetta che giunga la sera perchè tutti i «capitelli, s'illuminino. Capitelli, specie di oratori o di tabernacoli scavati nel muro, sotto le case, solto i portici, sotto gli archi, allo svolto dello calli, allo sbocco dei rii, alcuni fermati dentro la pietra, alcuni pensili, |oscillanti, fluttuanti, simili ad una stella precipitata dal cielo; un lume ad olio, come tanti anni or sono, un'anfora, un'ampolla, un bicchiere di vetro, uno stoppino, la stessa mano tremante, la mano di una donna — senza nome, senza gloria — che ripete ogni sera, al cader del sole, lo stesso ufficio, come il più severo e il più glorioso de' suol voti. Molta ne incontri stupita e smarrita dove mono lo immaginavi, dalla Carità a San Vio, da San Gregorio a San Travaso, per quella fondamenta che è tutto un giardino (fiori di quali terre, di quali serre? Giardini profondi fra lo « corti » tenaci, fra pietra e balcone, giardini aerei, sollevati per una magia o per un incantesimo sui tetti della casa) fino alle Eremite, gaia e fosca come la primavera (chi si risovviene incora dell'Ammiraglio Napoleone Canevaro? Ghette bianche, redingotte grigia, occhiali a pinz-nez sul gilet candido, mezzo cilindro grigio, ombrellino color perla, una passeggiata veloce dal Palazzo Clary agli Ognissanti ma, di fronte al « capitello » della Vergine, una sosta per ripetere a Dio la sua preghiera della sera) molta ne incontri anche più lontano, dove non è perduta la tradizione, dove la fede sembra ravvivata, fra Sania Margherita, il campo più rosso di Venezia (con quel caffè basso di dove passarono i due Nono, Tito, Milesi, Brass, Fragiacomo), e San Barnaba, giù dei ponti, verso quella osteria con tre pergole nella quale cenarono musici e poeti, attori ed attrici, maghi e indovini, gente di tutto il mondo, dal figlio primogenito dell'eremita di Doorn a Pierre Loti, da Einstein alla più bionda star di Hollywood... n e , n i a i e è i i ftsqsfptnptqcSGMuBvhds La sfilata dei bronzi Per le dive e le mezze dive di Hollywood, da due anni a questa parte Venezia è quasi la mecca di tutte le curio- situ, di tutte le rarità, la città del . silenzto » e del sonno dove si può sognaWe nel fondo cupo di una barca che abbia alzata la vela latina fra San Giorgio in Allcghe e Fusina (dove comincia a riviera dell'amore, fra la Foscara e a Barbarica, fra la villa Reale di Stia e 1. villa Lazzaro, edere, licheni, muschi, lupinelle, rosolacci — i fiori predietti da Papa Sarto — e accanto accanto la musichetta del Brenta fra i canneti e gli acquitrini — voli bassi di rondini e siepi alte di mortelle che qualche volta, come allora, « fan vento alla luna»), fra il Paluo e San Felice, fra San Francesco del Deserto e le Vignole, ma, più avanti, per tutte le cupide brame dell'eleganza, del lusso, delio snob, il lido, perla magica di ogni tentazione, col clamore del mare che non ha tregua, neppure alla notte quando « i bronzi viventi » sfilano nel ponts d'argento. Le dive e le mezze dive arrivano a Venezia cn lourist. Qualche grande vamp ha provato a realizzare un sogno] d'amore fra la terrazza dell'Excelsior e la pagoda dell'Hotel des Bains ma — ripete la gente invida e maligna — senza troppa fortuna. Se Hollywood era rappresentata fra i bronzi, Hollywood ha fatto fiasco, perchè le donne più nere fra... le bianche, indubbiamente, fatalmente, sono sempre le tedesche —bionde, molto bionde, alte, formose, divoratrici di prosciutto e di birra, nuotatrici, saltatrici, di prim'ordine — ma poi, a torto o a ragione, è stato detto che si trattava di un innocentissimo gioco di bussolotti; le più nere, le più lucide, quelle che, secondo il giudizio aocl'^"n esperti, non avevano adoperato 1.'?.!1.0 .d,1 ?5,?e^?°l.* _!™!s!!.sui£a: rena al sole di mezzogiorno ma eran arrivate setto giorni prima (sette, numero del destino) dal quadrato di Passo Pordoi. Se non è una leggenda o una chimera, è quasi una storia, che una donna divenga bronzo soltanto se, prima di provare il sole della spiaggia. col- abbia sostenuto vittoriosamente il laudo d'alta montagna. Chi avrà ragione? Norma Talmadge non riescirà a dire la verità perchè ha lasciata la città che adorava prima del verdetto. Le altre aspettano di * girare ». Le altre (quali?) vogliono tentare la cura del dottor Giocondo Protti — musicista pittore e medico — che con una infezione di sangue — dopo aver scoperto il datore alfa e beta — inette in piedi un vecchio, accelera il ritmo della primavera e assottiglia le caviglie dello donne. Sarà mai vero che una « donna fatale » molto bionda, molto line, con un nome d'oro nel grande libro della mondanità di Nuova York, artista conosciutissima nel caucciù d'oltre mare, per la nostalgia di Napoli abbia mangiato tariti maccheroni al pomodoro d'aumentare di venti chilogrammi? Questo è vero: che il dottor Protti conserva il suo segreto e che il nome è sepolto nel catalogo dei nuovi martiri e dei nuovi beati. Conclusione; col sangue del gruppo alfa o beta, non so, la bellissima bionda ha riacquistato il suo peso piuma, chilogrammi cinquantadue e mezzo... E questo varrebbe a spiegare l'attrattiva di Venezia per Hollywood dove 0 legge eterna che s'ha da vivere con aringhe salute senza sentire la rete, il sistema 1931 del vice dottor Mclba che, a Parigi, svuota la pancia della gonio e dona la linea ad un barile di birra. Le rose del Bengala Le più sentimentali — tutte le gradazioni della gamma femminile, grandi e piccole attrici, stelle di ogni costellazione, mezze attrici da caffé concerto e vedette del Mogador. prima di Berlino o di Monaco o di Vienna, passano da Venezia. Le incontrate alla sera ai tavoli del Florian con la canna del colttail fra le nella rossa di tutte le femmine, fra San Nicolo e le Quattro Fontane, dove, se la leggenda e venta, Lord Byron amava iahbra colorate, ma alla mattina dopo passare in groppa ad un cavallo roano Queste sono i piti squisiti, i più lini, h più delicati pijamas della terra, aran t.io,ie mui turchini, ma indimenticabili SM i»em gonfi, sp boluri » quando lo incontravi 6liatatcJlargomnie & tu in mezzo alla strada e l'uomo, in parte. a soffiarvi dentro l'anima. Irra tanta e così singolare modernità, fra terrazze e balletti, fra giimlcane e tornei, fra chez vous e laberinti di vestiti di monili di ricchezze, non c'è più qualcuno che venga a Venezia per il suo mare, per il suo sole, per il sereno fasto delle sue strade e dei suoi campi, por la bellezza divina delle sue ore mutevoli come #iesto cielo nel quale le nulli ferito lasciano cadere lentissime piove di raggi d'oro? Tutta una folla, esteticamente, spiritualmente, intimamente diversa. Per questa vi è un'altra Basilica di San Marco, un'altra lunga teoria di chiese, da Santa Maria Gloriosa dei Erari a San Giovanni e Paolo, dalla Abazia della Misericordia alla Madonna dell'Orto — un'altra corona di isole tutte verdi, da Burano a Murano a 'Porcello a Sant'Erasmo — un altro Lido, più tranquillo, più riposante, dove si può giungere come all'ultima stazione della via crucis fra estate ed autunno, passando da San Lazzaro degli Armeni. La gente che viene in questi giorni a Venezia non ha visto il Collegio di Moorat Raphael, non ha visitato la villa Ararat o la Casa dei Mechitarlsti di Asolo — seppur tutti gli americani sappiano che vi è sepolta sotto una lastra bianca Eleonora Duse ma non si dimentica di San Lazzaro dove un piccolo frate dal volto curioso di mongolo riceve le comitive sulla porta dell'eremo in mezzo all'acqua. Il frate dal viso di mongolo — Mechitar vuol diro consolatore. Egli ondò nello spirito di Dio una congregazione di monaci di cui divenne capo ed abate. Era nato a Silvas ed era figlio unico di Pietro e di Sciaristan. Fu batezzato sotto il nome di Manug. A quindici anni ricevette dal vescovo Ananias 'abito religioso, il nome, il titolo, viaggiò in Siria, in Asia Minore, a Costaninopoli, a Pera, ina, per fuggire le vendette dei turchi, dovette partir per Venezia dove la Serenissima, regina dei mari di oriente, gli offerse larga ispitaità. 11 giorno 8 di ottobre il Senato cedeva in perpetuo a Mechitar e al suoi compagni l'isola deserta dei lebbrosi, una chiesa sconvolta, un orto di cardi selvaggi, uno scoglio sull'onda, qualche rosa rossa sulle prode della laguna. Il piccolo frate che ha il volto di un mongolo — dagli occhi ambigui ma intelligenti e taglienti, un lieve modo di sorridere con una smorfia sulle labbra amare — accompagna la l'olla degli ospiti attraverso il lungo corridoio, nel chiostro, nella biblioteca, nelle sale, nella chiesa, mostra a tutti quel che il convento possiede, gli ornamenti, lo celle, pergamene, gli incunabuli, i cimelii, i talismani, i libri, le anfore. — Se tu sei americana non vorrai vedere da vicino la mummia egiziana di Nemen Knet Amen? Brevi tregue, qualche nome. Don Pedro o Napoleone, Longfellow o Byron, Margherita di Savoia o Vittorio Emanuele HI. Ti mostra con la mano i simboli e le leggende. Parla tutte le lingue di questa terra, e, di fuori, tutto un giardino stupendo, piante di glicine sinensis, grappoli tutti viola, rose del Bengala dai petali scialbi e sempre fioriti. Più avanti, al di là dei cancelli, diaconi e leviti. E, per la tua fortuna, un dolce d'oriente, ua lucumes fabbricato in questo forno sull'acqua. E per la tua felicità un fiore di San Lazzaro. Appassito sul cuore proteggerà la tua vita, chiunque tu sia, una piccola educanda di Madrid, come ieri, una star americana saltatricc al trampolino, come ogi, senza chiederti il nome... GIANNINO OMERO GALLO. tpznaebv*tsesbltssm