La frode dei raffinatori di olii

La frode dei raffinatori di olii La frode dei raffinatori di olii La prosecuzione delle indagini - A chi spettano le - Le ripercussioni della frode sulla intera zona responsabilità civili - La chiusura della « Siro » ■ Insanabili contrasti tra inquisiti e difensori Sanremo, 19, noite. Chiusa la trafila dei primi interrogatori e confronti, l'istruttoria per la frode doganale, commessa dai raffinatori della Società .Siro, entra in una nuova, ma non meno laboriosa, fase. 11 Sostituto Procuratore del Re avv. Scaramuzza, che ha presieduto, sin qui, all'opera di accertamento ed alla raccolta delle prove, rimetterà, tra oggi e domani, gli atti al Giudice istruttore cav. Comincili, affinchè l'indagine sia proseguita secondo le norme, che regolano il rito foimale delle istruttorie. Questo trapasso dal rito sommario al rito formale è apparso necessario poi- cccmncndadqrrre conchiusa al più presto Gli accertamenti da compiere Molteplici sono gli accertamenti, che debbono essere compiuti : dalla raccolta delle testimonianze e delle prove, alla precisazione, nei suoi aspetti più 0 meno appariscenti e pia dubbi; dalle la molteplicità dogli accertamenti, elio i qhanno da essere compiuti; accertameli- eti che non possono svolgersi secondo le 'nostre leggi di procedura, senza l'os-jlservanza di quelle formalità, che carat- dtori zzano appurilo le istruttorie e che, I "destinate ad offrire a tutti (alle parti ed 'alla accusa) lo garanzie maggiori di cobbiettività e giustizia, sono prescritte zdal Legislatore sotto pena di nullità.ImL'indagine subirà, per questa ragione, l'un tempo di arresto, ma sarà cosa di cpochi giorni, e tosto la vasta opera di ficeertamento sarà proseguita per esse-1 zmodalità, onde il meccanismo che ha consentito la frode venne escogitato ed applicato, alla determinazione, infine, mediante esame peritale, atlldato a chimici ed esperti, della percentuale di acidità, che presentava la merce giunta alla Siro, per lavorazione. Ma questo complesso di accertamenti non costituisce che una parte delle indagini demandate alla Magistratura inquirente; con le molteplici incombenze, che hanno per oggetto di accertare giù aiziariamente la materialità del reato, ;JUre-ne- debbono essere espletate, a! fine di determinare e fissare le respon sabilità dei singoli accusati. Come abbiamo già riferito, l'Autorità doganale, nella denuncia inoltrata all'Autorità giudiziaria, ha profilato a carico dei denunciati quattro ipotesi de littuose. Il Sostituto Procuratore del Re avv. Scaramuzza, nel ricercare il rea lo contestato ai sette arrestati, ha considerato l'ipotesi più grave, ed ha concretato l'addebito, in base al quale ha potuto essere eseguito l'ordine di cattura, nel reato di « contrabbando in unione, con l'aggravante della continuazione »; questo per il corani. Isnardi, il cav. Muratorio, il Berio e il Trucchi e dei tre ex-dipendenti della Siro, Mussa, Giordano e Ricci. Ma la denuncia dell'Autorità doganale estendeva l'addebito di correità nella frode ad altre persone, pure dipendenti dalla Società Siro: Francesco Guasco di Vincenzo, di Oneglia; Domenico Bario di Raffaele, di Porto Maurizio; rag. Dario Bonavia di Ettore, pure di Porto Maurizio; infine la denuncia coinvolgeva anche la responsabilità dello spedizioniere Lorenzo Lanaro fu Giovanni, e adombrava, ma non in forma concreta, un'ipotesi di favoreggiamento a carico di un sindaco della Società, il rag. Sebastiano Musso di San Remo, il quale ne era stato anche il consulente finanziario. Quale consistenza e quale obbiettivo fondamento rivestono gli addebiti mossi a queste altre persone? E' quello che dovranno stabilire gli esami in corso. Le origini della « Siro » Chiarita Un da principio, può dirsi, la posizione del ragioniere Musso, 11 cui intervento, nella vicenda, si limita ad un episodio del tutto ovvio e spiegabile. Allorché i funzionari di Finanzi! contestarono ai dirigenti della Siro la irregolarità (ed in quel primo momento non si sospettava, forse, che si trattasse di una frode ben calcolata e meditata), il rag. Musso, che era consulente in materia tributaria fella Ditta, dichiarò ai dirigenti della Siro. che, comunque fossero state le cose, la penalità conseguente all'evasione fiscale, doveva essere pagata; ed il rag. Musso prese personalmente l'iniziativa di trattare con la Finanza per ìu conciliazione della contravvenzione doganule. Senonchè, in quello stesso giorno, gli eventi precipitarono, e, con la sorpresa negli uffici della Siro, si ebbe l'arresto dei quattro amministratori. Le indagini dell'autorità giudiziaria, infine, non potevano non estendersi alle stesse origini e vicende della Società .Siro, la quale è considerata come civilmente responsabile, in seguito alla frode, al pari delle Ditte Isnardi, Muratorio, Borio e « Consortium » dei produttori d'olio. Secondo le tabelle statutarie, la Siro, sorta nel novembre del 1930. si proponeva la raffinazione dell'olio di oliva per conto di terzi. Essa era costituita, con il capitale di 1.200.000, sottoscritto dalla Ditta Paolo Berio, comm. Pietro Isnardi, cav. uff. Muratorio, Emilio Ramella e noverare, nonché dalla Società Anonima « Consortium » produttori olio oliva, la quale recava, come suo apporto sociale, lo stabilimento di raffineria fino allora gestito dalla Società Anonima Reolia A norma, dunque, dello statuto, anche le ditte che avevano partecipato alla costituzione della SoWetà, non erano, nei confronti di questa, che semplici clienti, i quali affidavano alla Siro partita di olio da purificare, alle condizioni e secondo le norme consnotp. Si afferma che. al suo sorgere, la Siro, la quale aveva dotato il proprio stabilimento di impianti e macchinari modernissimi, era stata, considerata con qualche timore dadi altri raffinatori tsttdpgrpcrèctmdi olio della regione. Ma le apprettalo-! ni dilagarono, dallo stretto campo deipraffinatori a quello più vasto dei prò-' dimori e degli esportatori, allorché le pDine che si valevano della Siro, per la Praffinazione delle partite di olio ini- portate dall'estero, affrontarono il mer-'Tcato baitendo. con baldanza e tenacia 'di-nncorrenzn. ' pKo.n Ve, forse, ambiente, in cui la d concorrenza sia scatenata e praticatacosi diffusamente ed inflessibilmente, come quella in cui si svolge il commercio oleario. Molteplici fattori crea-no ed alimentano questa realtà; sicchéla maggior parte delle Ditte, nella impossibilità di sottrarsi al gioco in-cessante della concorrenza, si induco-no, per non vedere ristretta la cerchiadella propria clientela, a rinunciare anclie ai più normali e equi margini di guadagno. Ma un incentivo singolare alla concorrenza, scaturì dallequotazioni praticate dai soci della Siro; lo quotazioni dell'olio si aggirarono, nel mese scorso sulle 550 lire al quintale : orbene, i soci della Siro non esitavano ad applicare su questa quo'azione — che, a.l dire degli altri, era la minima consentita dalle condizioni del mercato e dall'importo dei costi — "mi decurtazione che superava anche 'e dieci lire per quintale. Se si tiene conto c"e le oscillazioni delle quotazioni sono di una ampiezza assai limitata, e non vanno generalmente ol're alle poche unità, si comprenderàcome le condizioni praticate da chi faceva capo alla Siro, per la rafflnazione del prodotto, fossero tali da sgo-tnentare i produttori concorrenti. Que ste condizioni di concorrenza praticate, ed i risultati che si sono visti scaturire dalla perpetrazione della frode doganale, oggi, a ragion veduta, sono posti in relazione diretta. Attraverso la evasione del dazio doganale, si argomenta, gli amministratori della Siro potevano agevolmente, senza scrupolo, praticare prezzi Ulteriori ai concorrenti. La cosa, anche se può avere l'apparenza di una verità assiomatica, non è tuttavia pacifica. Il regime di concorrenza instaurato dagli amminislratori della Siro, affermano costoro, non trae la sua origine dall'utile conseguito illecitamente attraverso la frode, ma dalla speciale organizzazione tecnica dello stabilimento di raffinazione, che consentiva il migliore rendimento alla lavorazione del prodotto. Che i vantaggi, conseguiti dagli attuali accusati, attraverso la evasione fiscale, siano di portata punto notevole è dimostrato del resto da questo fatto: accentuando l'acidità del prodotto, essi si sottraevano al pagamento del dazio doganale sull'olio, in ragione di due chilogram mi per ogni grado di acidità accerta ta; ma andavano incontro, d'altro car. to al pagamento del dazio sui sotto prodotti risultanti dalla maggiore acidità, che era stata llttiziamente fatta risultare. I primi dissensi fra gli amministratori L'utile conseguito da una parte, sdisperdeva, quindi, in una cena misti ra per l'altra. Ed è questo fatto, la cui origine era per altro ignota ad uno degli amministratori delegati della Siro, il signor Emesto Ramella, che indusse questi, in una riunione del Consiglio, tenutasi il 30 luglio scorsoa chiedere delle spiegazioni ed a muovere delle rimostranze. Il signor Ramella presiedeva all'andamento amministrativo, mentre 11 cav. Muratorioche rivestiva pure la carica di amministratore delegato, era preposto all'an dumento tecnico dell'azienda. Orbeneil Ramella aveva constatato, dalle registrazioni contabili, che le stesse partite di olio presentavano una differenza di acidità, con un notevole aumento sui dazi denunciati dall'origine, e ne era rimasto perplesso. Egli aveva intravisto in ciò un danno concreto per la ditta, la quale, acquistando della pasta di raffinazione ottenuta con i sottoprodotti, si vedeva costretta al pagamento del dazio su una quantità dsottoprodotti che non aveva., in effettoacquistato, perchè dalla lavorazione non si erano ottenuti. Chieste spiegazioni, i colleglli del Consiglio commIsnardi e cav. Muratorio, fecero, come suol dirsi, lo gnorri; dichiararono dnon aver mai notato il pericolo e lo inconveniente-*c'he il Ramella lamentava; assicurarono, tuttavia, che avrebbero esaminato la cosa. Ma frattanto sulla strana vicenda recava il suo esame e la sua indagine la polizia tributaria. Ora l'episodio ha un valore significativo: dimostra oltre tutto come la frode fosse perpetrata da taluno, soltanto, degli amministratori della Società, all'insaputa piena degli altri. Intanto la Siro, per disposizione ministeriale, notificata in questi giorniha dovuto chiudere i battenti. Il Ministero delle Finanze ha ordinato, nei suoi confronti, la revoca della concessione per la temporanea importazione dpH'olio, e la revoca pare non abbia carattere di... temporaneità. Lo stabilimento die occupava una maestranza duna cinquantina di operai e provvedeva a una notevole lavorazione dell'olio, aggirantesii sui 300 quintali giornaliericon un totale di lavorazione, dal giorno del suo nascere a ieri, di circa 60 mila quintali, è piombato nell'inattività. Riflessi umani e sociali All'infuori delle conseguenze scaturite dulia scoperta della frode, per coloro che l'hanno ideata ed eseguita, all'infuori dell'episodio giudiziario nel quale sono coinvolte persone che occuparono, in questa regione, posizioni di rilievo ed apparvero in campi svariatibenemeriti ed operosi; sono questi riflessi umani e sociali che più suscitano impressione e sconforto. Se oi;gi, con maggiore fervore e passionalità di ieri, l'attenzione e l'interesse di queste popolazioni si rivolgono olla clamorosa vicenda, non è già per un senso mor' oso, e tuttavia, spiega- '""'• u'' curiosi à, intesa a seguire le pas' rle!,ii Istnittoria in corso ed a prevedere gli sbocchi che ne verranno per pli '"luisiti : oltre a questi motivi. Personali e contingenti, altri maggio ri e più vasti ne esistono. E' sull'inteT" commercio e sull'intera economia di Questa plaga, che si riverberano, un poco, i riflessi dell'episodio accertatodalla Dogana. Alla scoperta della fro- de, al clamore elevatosi per eli arresti, è conseguito come un ristagno olla attività del commercio dell'olio, in questa regione. li disdoro recato alla categoria, dai frodatori ha avuto la sua parte nei prodursi di tale ristagno, ma altri coefficienti hanno concorso al verificarsi della dimoile situazione attualo. Il commercio oleario, che va dalla importazione alla lavorazione e alla riesportatone del prodotto, si svolge, per gran parte, mediante la fideiussione dogli istituti di credilo, i quali non solo finanziano e rendono possibile, dal lato pratico, l'intrapresa, ma garantiscono alia dogana il pagamento dei diritti eventualmente dovuti. Orbene il panico che ha colto ie banche, dopo quanto è stato scoperto, si è trasfuso in tutti, e per quanto l'allarme, non abbia ragione di esistere, perché il disagio di Imperia è un episodio sporadico e isolato, che non è suscetti-, bile di portare ad alcuna generalizzazione, l'allarme perdura. Imponente produzione Già abbiamo raccolto e segnalato i voti che si sono elevati dalla riunione tenutasi ad Imperia, dai produttori e raffinatori di olio. Ma la situazione attuale merita qualche cenno maggioro. 11 nostro rilievo, per aitro, non può andare disgiunto dalla esposizione di quello che e, e che rappresenta in mieta zona, il commercio dell'olio. A caratterizzare il posto che la riviera ligure tiene nel campo del commercio oleario, basterà premettere che, nelle contrattazioni, la quotazione base é stabilita franco riviera, il che vuoi dire che questa plaga è considerata come il maggior centro di esportazione degli olii. Da questo fatto discende un beneficio- diretto per gli ulivicultori della plaga; essi si trovano in una condiziono di privilegio, rispetto agli ulivi cultori dello altre regioni, i quali si vedono decurtato il prezzo base del loro prodotti dal costo del trasporto e delle spese. Ma per dare una idea dell'imponenza, cui assurge il commercio oleario, in questa zona, basta no poche cifre; nel deposito franco di Porto Maurizio sostano annualmente 150.000 quintali di elio; 160.000 nel de posilo franco di Onegiia. mentre San Remo, per conto proprio, partecipa e questo traffico con 50 mila quintali Poche altre cifre ancora, che lumeggiano la vastità e l'importanza assun te dall'industria della purificazione de gii olii. Esistono nel territorio di lui perla, sei stabilimenti di raffinazione con una potenzialità variante da un massimo di mi'.le quintali di lavorazione al giorno, n un minimo di 201) Tutti questi stabilimenti sono modei riamente attrezzati e complessivamente compiono giornalmente una rafllnazio ne di 3000 quintali di olio. Annual mente, considerando in 300 le giornate lavorative, gli stabilimenti siti in que sta plaga compiono il processo di pu rificazione di 900 mila quintali di olio Affermazione dell'industria italiana In virtù di quale ordinamento doganale, questi opifici possano provvedere alia lavorazione del prodotto che giunge per 'a massima parte dall'estero (Asia Minore e Tunisia), abbiamo già detto. E' l'istituto della temporanea importazione che ha consentilo a questa bianca dell'attività industriale italiana, di imporsi ed affermarsi, in guisa da soverchiare le analoghe industrie esistenti in altri paesi e sottrarre alla Francia il monopolio della importazione-rieoporluzione dell'olio. E che, in sé, l'istituto della temporanea importazione, attorno al quale fervono oggi, più che mai, i dibattili, sia vantaggioso, in modo specifico, per l'industria e il commercio locale e, in modo lato e generico, per l'economia nazionale, ovvio e intuitivo. Mediante la temporanea impoiuiidone, il commercio oleario si è affermato ed ha acquistato una attrezzatura, che gli consente attraverso un congruo sdoganamento di merci importate dall'estero, negli unni in cui la nostra produzione di olio è inferiore al fabbisogno nazionale (la produzione an-nuale di olio oscilla in Italia, aUornoai due milioni di quintali, mentre Hfabbisogno tocca i tre milioni di qum-tali) di sopperire rapidamente alle richieste dei consumatori, senza che si verifichino squilibri notevoli nelle quo- .t.-.zioni. Per contro, negli anni m cui ili produzione supera i: fabbisogno na- zionale, l'attrezzatura conseguita dal commercio oleario, attraverso gli scambi, favoriti dalla temporanea int¬ portazlone, permette urna rapida esportazione dell'eccedenza della nostra produzione. Se il commercio oleario non avesse questi continui contatti con l'estero, l'esportazione del supero della produzione nazionale sarebbe, in molti anni, un problema di difficilissima, soluzione. L'utilità della temporanea importazione Ed ecco i vantaggi che derivano per la bilancia nazionale dall'attività commerciale, consentita dalla tempoanea esportazione- Il prodotto grezzo, acquistato all'estero, viene recato in Italia da piroscafi italiani, e lavorato nei nostri opifici da maestranze nazionali. L'importo totale delle spese di trasporto e di lavorazione oscilla tra le 100 e le 150 lire al quintale. Orbene, allorché il prodotto è riesportato, il capitale Impiegato per l'importazione e la lavorazione del prodotto stesso ritorna in Italia in valuta aurea; il beneficio che ne deriva, per :i. nostra economia è manifesto e non ja bisogno di essere lumeggiato. Ognuno comprende, dopo quanto si è accennato, quale collasso recherebbe l'abolizione dell'istituto della temporanea importazione. La minaccia dell'abolizione, a dire 11 vero, non si è ancora adombrata, ma qui taluni la vedono e la paventano. Certo è che la frode perpetrata attraverso l'ordinamento doganale della temporanea importazione può fare ritenere imperfetto il congegno, che ne regola il funzionamento e può suggerire modificazioni alle norme che lo disciplinano. Ma non per questo, si può arrivare a una condanna dell'Istituto. Norme precise sono state, intanto, adottate, per ovviare le eventuali frodi ed evasioni fiscali. Poiché la media delle contrattazioni si svolge su merce, che presenta cinque gradi di aoidità, è fatto obbligo agli importatori di dichiarare formalmente, all'atto dell'importazione della merce, il grado di acidità, che il prodotto prosenta. Inoltre, la Finanza provvede, da oggi, a prelevare campioni con arnesi che sono forniti dall'Amministrazione doganale e che sono custoditi negli uffici. Infine, e stata stabilita ffuesta restrizione: all'atto della riesportazione, viene accertato sa la merce esportanda sia la stessa, di cu! si è effettuata l'importazione; la sostituzione di un prodotto estero con un prodotto nazionale riesce quindi interdetta. Queste norme, se portano ad un più rigido disciplinamento delle operazioni, attraverso cui trova la sua applicazione lo specialissimo ordinamento doganale, non costituiscono, per altro, un motivo di intralcio per il commercio oleario. I funzionari preposti, in questa giurisdizione, alle operazioni do ganali, sono consapevoli delle necessità del commercio e delle condizioni di elasticità e di immediatezza, di cui ha ni sogno per evolversi e per spiegarsi Fra burocrazia e commercio c'è una antitesi netta, evidente, irriducibile; ma di tutto quello che può costituire il pe sante bagaglio del burocrate, i funzio nari doganali si sono spogliati, per non recare intralcio al commercio. La situazione, perciò, ad onta dell'inquietudine, delle Incertezze, che si sono diffuse, non deva essere considerata con pessimismo. I produttori ed esportatori di olii hanno espresso il voto che, fra le loro file ritorni la serenità. Essi, per primi, devono operare per il ritorno della serenità. L'episodio che abbiamo dovuto ieri registrare, non è tale che, per f suoi aspetti e la sua portata, debba cagionare uno scompaginamento dal commercio e della economia, in questa plaga, Quanto agli arrestati, ogni decisione intorno alla loro scarcerazione c- anco ra di là da venire. Anche oggi si sono riuniti i patroni degli accusati, avvocati Quaglia, Solerò, Anfossi, Gandol fo, Leale, Roggero, Grammatica e Sat ta. I patroni del gruppo degli ammi nistratori, si sono adunati separatamente da quelli che patrocinano 1 tre dipendenti della Siro. Come è ben noto, tra i due gruppi di accusati esiste uri contrasto insanabile; gli uni accusano, gli altri negano. Orbene il contrasto, scoppiato tra le file degli accusati, si )rifleUe ancne tra le file dei difensori, .^ jri vjSta del trapasso che subirà h'istrattoria, tra il rito sommario e il rito formale, i patroni hanno differì to alla settimana ventura la presenta.zione dell'istanza, intesa ad ottenere, tt favore degli accusati, la libertà prov visoria. L'istanza, anziché al P. M., sa ra inoltrata al Giudice istruttore. FRANCESCO ARGENTA.