Il discorso del Duce in Campidoglio

Il discorso del Duce in Campidoglio Il Consiglio di {Stato nel Regime fascista Il discorso del Duce in Campidoglio La solenne e austera cerimonia celebrativa del primo centenario dell'Alto Consesso IaescRoma, 18 notte. I e(m.) Nella storica Sala capitolina mdegli Orazi e Curiazi, il Consiglio di ^Stato ha celebrato stamane il suo pri- ino centenario di vita ed è entrato, qcon l'altissimo auspicio della parola! Sdei Duce nel suo secondo =ecolo di at-| Stività- là cerimonia è riuscita vera- pmente auale il Capo del Governo'cl'aveva voluta- austera e solenne, ! osplendido avvenire Chi ha potuto ' evedere la eccezionale riunione dci'nsupremi dignitari ed ufficiali dello ; •'nStato, chi ha avuto la ventura di ascoltare la parola così alta e vibrante, viva ed umana del Duce, conserverà della mattinata di oggi tua ricordo veramente incancellahjji. La cerimonia è stata dominata dal senso dello Stato. Questo non era solo presente nelle persone delle sue altissime cariche, ma vibrava nel suo spirito più vero e più elevato nel discorso del Capo del Governo. « Nessuna sfera della vita individuale e collettiva può essere sottratta allo Stato, ogni sfera anzi rientra nello Stalo e vive in quanto è nello Stato » : ecco la frase saliente del fondamentale discorso del Duce, quella che ne riassume in certo qual modo il significato ed il valore, quella che ha dato il tono alla cerimonia; ma accanto ad essa bisogna rilevarne un'altra, questa: « Utì Regimo di autorità ha tutto l'interesse di far funzionare in piena regolarità un organo di controllo, di consulto, e di giustizia ». Valutando alla luce di queste preminenti affermazioni la solenne adunata e il discorso di Mussolini, si può concludere che nè l'una nè l'altra hanno rivelato sostanzialmente qualche cosa di nuovo. Nè poteva essere altrimenti. C'è una Io- rmecnnarAt1rsdppcfnfivctmcica ferrea coerenza nella politica Irdi Ewerno di Mussolini e il suo svol-tgimento non dà luogo a colpi di,fmila Snelle oupIIo che ni superfi-jfiali può apparire frutto di improv- vKv/ioni finisce con l'appalesarsi, ^a chi ben guardi come lo sviluppo !ragionato, meditalo, graduale di un:'solo piano, di un unico, grande, or-i piano ganico pensiero direttivo, La concezione fascista e mussoli nn• — i ii—si i„ • j,,„„,,„ ,,,,0 .«io nniana dello "Stato e dimque una sola' e la Storia italiana di questi nove;sanni non è che la Storia della sua graduale realizzazione pratica. C'è un filo ideale evidente che lega i primi provvedimenti adottati sullo scorcio del 1922 e agli inizi del 1923 con le leggi più recenti: dall'inserimento dolla Milizia tra lc Forze armate alla promulsazione dei nuovi Codici Penali; dalla ormai storica : Circolare ai Prefetti, ai provvedi- ,menti che resero di nomina governativa il Segretario del Partito ed i Segretari Federali; dal discorso pronunziato dal Duce all'adunanza plenaria della Corte dei Conti a quello pronunziato stamane, in Campidoglio, di fronte alle Sezioni riunite del Consiglio di Stato, il cammino è uno solo ed una sola e la meta: la : creazione di uno Stato autoritario, accentrato, cht riassuma la totalità.della vita del Paese, ma che nel tempo stesso sia aperto a tutti i controlli, sensibile a tutti i bisogni dei cittadini, pieghevole a tutte le necessità materiali e morali della Nazione, Bisogna considerare con orgoglio fe soddisfazione i risultati raggiunti in questa grande linea direttiva. Oggi lo Stato di Mussolini è una realtà. Nessun dubbio che sia uno,Stato forte. Ma lo Stato Fascista è anche uno Stato aperto a tutte le autentiche voci del popolo, sensibile a tutti i bisogni delle masse ed è sovrattufto uno Stato ordinato e controllato. I controlli dell'attività statale sono controlli effettivi, seri, responsabili, competenti: si chiamano Parlamento (un Parlamento che esamina e discute tutti gli anni resolarmente i bilanci preventivi dell'entrata e della spesa), Magistratura, Corte dei Conti, Consiglio di Stato. L'aver rinvitrorito l'attività di questi fondamentali organismi, avere accresciuto i loro poteri ed elevato il loro prestigio, è titolo autentico di benemerenza per il Fascismo. Cosi operando esso ha fallo molto di veramente concreto a favore delle sostanziali libertà dei cittadini, le quali non sono già garantite dall'esistenza di un Parlamento vani'.oquente e strapotente, di una stampa irresponsabile, di una piazza irrequieta, ma in tanto sono salvaguar date in quanto l'arbitrio pubblico ejprivato è prevenuto e represso, inIquanto il pubblico denaro è speso secondo eli stanziamenti regolar-'nieiile deliberati in quanto le leggi sono rettamente e nettamento appli-'cale ed i regolamenti non eccedonoIla lettera e lo spirito delle nonne cui| si riferiscono, e l'attività delle pub- iiisttazioni si svolge nei volon- ibliebe ammini limiti scornati dalla superior tà del legislatore. jRegime dunque di autorità e di controlli istituzionali: ecco lo Stato Fascista. Esso ha una grande li- berta d'azione e di movimento, per i supremi interessi del Paese e non esigtono forza irresponsàbili che pns- sano parulii:i.aiÌo ma esso è anche assolutamente soggetto alla legge, esso è consigliato, sorretto e rigorosamente controllato da organismi che accolgono quanto di meglio esprime il Paese per sapienza ara ministrativa, senso giuridico, co ^.^Jf Lc esigenze supreme giustizia amministrativa, di quella giustizia che Mussolini con-. SKlel'a <-'ome i' fondamento di uno Stato moderno, sono e saranno si- j puramente salvaguardate in ogni cas° e contro tutti. «Quando voi, onorevoli Signori del Consiglio di eccesso o traviamento di poteri, voi non create ostacolo all'andamento dell'amministrazione fascista che non può essere intesa in senso me- ramente meccanico; ma la richia- j mate e restituite nei suoi compiti essenziali. Questo tenevo a dirvi perchè tutti sappiano che per il Governo fascista la giustizia nella nmmi nistrazione non ó urta vana foimula I abbandonata alle disquisizioni teo-1 riche di giuristi solitari, ma un programma politico concreto ». La consegna viene dunque dal Duce la cui opera, prima ancora che la parola, è di esempio e di sprone. Da domani il Consiglio di Stato denze del Primo Ministro. La ri forma non ha carattere formale, na vuole essere un riconos fatto che l'opera del ( guarda la totalità delle inizierà il suo secondo secolo dilvita, svolgendo la sua attività con-lsultiva e giuridica alle dirette dipen- riconoscimento del Consiglio ri' azione ara stigio di questo organo impotrantis simo. A più diretto contatto col Duce, Capo della Rivoluzione. Primo Ministro che dà al mondo il senso della più alta tutela della le-Idello Stato, il Consiglio di Stato potrà esercitare, in una atmosfera particolarmente favorevole, le sue fun zioni imprescindibili ed essenziali a vantaggio del Paese. galità, del diritto, della giustizia; l e o aIn Campidoglio Roma, 18 notte. Per la cerimonia celebrativa del centenario del Consiglio di Stato, l'anima ilzionc stamane è cominciata assai per -ltemP°. s<]1 Colle Capitolino. Prima an - l cora delle 9, la piazza michelangiolesca era ornata, deirli mazzi rituali, ( prestavano servizio i valletti nella loro smagliante livrea ed i vigili in alta te nuta. A ricevere le autorità sia si tro vave.no il prof. Santi nomano. Prcsi- l . l Principe Boneompngni Ludovisi. Fin drillo 9 corninctiino a giungere gli invitati, che sono scortati fino alla Sala degli Orazi e Curiazi, ornata unieamen -Ite della sua magnifica decorazione. Sol¬ a a;tanto in fondo qualche sobria pianta decorativa ai lati del tavolo d'onore ove sono disposte tro polirono. Fra i Consiglieri dì Stato vediamo giungere a mano a mano, con i Presidenti di Sezione, Crispo Moncada, Bonanni, Scalise, Boi- zon, Carassai, Baistrocchi, Cristofanetti, Ferraris, Tovasera, Montagna, Guurlielminetti, Di Donato, Siragusa, Bozzi, Cagni, Pironti, Rocco, Caruso, Cagnetta, Barile, Zoli, Lissia, Riccardi, Giuffrida, Costanzi, Di Martino, Barcoti, Ragnisco, Suvini-Nicci, Malinverno, Furgiuelo, Carapelle, Naselli, Barbieri, Di Fede, Borio, Bezzi, De Simone, Luzzatto, Vitetti, Darbesio, Carletti. Mesina, Petratti, La Torre, Ferrarl-Pallayicinp, Fagiolari, Gatti, Ambrosino, Lupi, Giannini, Berlini, Coffari, Conti-Rossini, Sondiceli!, Salata, ecc. Tutti i Prefetti del Repno sono presenti. Vediamo «iungere rappresentanze dell'Accademia d'Italia, della Cassazione, della Corte dei Conti, il Comandante il Corpo d'Armata gen. Vaccarì il Comandante la Divisione gen. Goggia, numerosi funzionari del Miniatore dell'Interno. Ecco 11 Presidente del Se l'iato, S. E. Federzoni, i Ministri De Bo no. Bottai, Balbo, Di Crollalanza, Mo sconi, i Sottosegretari di Stato Fani, Arpinati, Marescalchi, Cao, Serpieri, Pennavaria. Russo, Alfieri, Di Marzo. E' anche presente, nella sua duplice qua¬ lità di Presidente della Camera e di Segretario del Partito, S. E. Giuriati; presenti pure il Presidente del Tribunale Speciale, Cristini, ed il Segretario Federale dell'Urbe. Alle 10, ricevuto all'ingresso del Palazzo dei Conservatori dal Presidente del Consiglio di Stato prof. Santi Romano, e dal Vice-Governatore di Roma conte D'Ancora, giungo in Campidoglio Mussolini, accompagnato dal Sottosegretario di Stato al Ministero dell'lnjterno, S. E. Arplnati. Appena il Duce 'appare nella grandiosità e nella solennità della sala, tutti scattano in piedi e salutano romanamente. Mussolini, 'passando innanzi ai posti riservati alla [destra della tribuna ai Consiglieri di | Stato, fa loro uno speciale saluto. Salito alla tribuna con a fianco il Presidente Santi Romano ed il conte D'Ancora, |egli si ferma in piedi avanti al tavolo, : fissa la sala e gli invitati, risaluta e jdice: «Prego di sedere». Un applauso scrosciante si ripete e si : rinnova, mentre il Duco siede; poi torna |il silenzio. Il Presidente Santi Romano i prende subito la parola

Luoghi citati: Italia, Roma, Urbe