Coi "camminatori del fondo" nelle acque della Manica

Coi "camminatori del fondo" nelle acque della Manica L'IMMINENTE RECUPERO DEL TESORO DELL' « EGYPT » Coi "camminatori del fondo" nelle acque della Manica (Ual nostro inviato)- BREST, asosto. Una sera di Luglio, a ótiàntacinqiie metri sotto lille acque dell', Itlanjico, una bizzarro forma mostruosa rotea lentamente su se stessa, in mezzo a un fantastico panorama di roccic e di alalie. Scmlira sorgere intorno, nella lieve luce grìgia clic scende dall'ulto, attraverso l'enorme « materasso » d'acqua, la città sottomarina del Capitano Ncmo...Chiuso nella sua ciclopica ai matura d'acciaio, il palombaro italiano sente contro i vetri spessi della calotta, una serie di urli lievi: svariano davanti a lui. le forme guizzanti dei grandi pesci del fondo. Il palombaro e fasciato di silenzio; tutte le voci, tutti i fremili, tutti i mormorii di cui è composta « la «Mi sica della terra », sono caduti e si sonocomposti nell'immensa pace del fondo. Non dissimilmente dovette l'uomo primitivo, fra le foreste di selci dell'età primordiale, «sentire* il silenzio co-smico. Sospeso al cavo d'acciaio che lo libraidall'alto, sul cimitero oceanico, il pa- lombaro e giunto alla nave affondata, La sua sagoma potente sorge e si sta- glia, come una fortezza allucinante, nei-la trasparenza liquida: tutto è intatto,mintero, perfetto, come nei giorni in cui la nave avventava contro la rabbia del Piare la sua prora tagliente. Un Museo senza precedenti Il mare distrugge e conserva. Fra i miliardi di organismi viventi che pullulano nel suo grembo, i relitti di bastimenti, e gli oggetti che essi contenevano, restano intatti, preservati dal con-tatto dell'uomo che è la più pericolosaforza distruttrice della natura... La Società Italiana che, coll'« Artiglio », sta per strappare all'Oceano le barre d'oro del Tesoro britannico, può offrite in proposito un piccolo Museo: nella sala del Consiglio d'Amministrazione, a Genova, si osservano, deposti su un tavolo, alcuni oggetti: un grosso pezzo di sapone di Marsiglia, un porta- foglio di cuoio rosso dal quale fannocapolino alcuni biglietti di Banca, una penna stilografica, un pacco di cotone. Per quindici anni, quegli oggetti hanno dormilo in fondo al mare, sotto la grande coltre protettrice dei flutti. Un giorno la mano art oliata dell uomo lir ,,,,, ,- ha riportati alla luce,,. Il sapone di Mar-. ,. . . , ,, . „ sigila non ha perduto nulla della suauntuosa morbidezza; i biglietti, asciu-gali e disseccati, mostrano chiara la flr-ma microscopica dell'incisore; il cotonesgrana le sue fibre morbide, la pennapuò ancora « riprendere servizio » utilmente. Ritorniamo alla nave sommersa. Essa è là, davanti agli occhi del palombaro, e nulla ricorda lo schianto mortale dell'ora in cui l'Atlantico la travolse e la fece sua. Forse, in qualche angolo dello scato, centinaia di aragoste allungano, dai nidi, le tremule antenne, e bianr.heg- già in fondo, nel buio e nel silenzio, la smorfia di un teschio... ... a un tratto, il palombaro sussulta. Ha solido cuore e nervi di ferro, il ria reggino che da anni o passeggia » fra imisteri del tondo. Non lo impressionano gli antri cupi]che s'aprono negli scafi affondati, squar-ciati dalla dinamite, né il pericolo eon-tinuo e spaventoso di. restare impigliato in una slabbratura del ferro con le sporgenze dello scafandro: non lo turba la visione fulminea dei pescecani •dalla bocca oscena e dall'occhio crudele, che talvolta si avventano con rabbiosi colpi di coda contro la sua armatura: non lo spaventa il pensiero della Morte, che è sempre in agguato c lo segue, invisibile ombra, fra il silenzio verde... Il brivido del palombaro Ture, quel giorno, rabbrividisce. Attraverso le pareti spesse, gli giunge, improvviso, un suono 'impossibile*. Qualcuno, nel tondo, suona una campana. Lentamente, ritmicamente, una mano invisibile percuote con un battaglio di bronzo: dan! doni dan! A questo punto, un irlandese o un brettone sarebbero morti di paura. Il suono funebre risvcglierebbe nelle loro menti superstiziose la visione del bastimento popolalo da una bockliniana turba di scheletri danzanti una macabra sarabanda sul ritmo di una « campana morta » Ma il palombaro è un italiano della razza più dura: quella in cui la curio sita vince sempre l'impressione e il timore. Attraverso il filo telefonico che si snoda, nell'acqua verde, come un esile colubro ondeggiante, egli lancia a guelli c dell'alto » una parola: — Sento picchiare. Viratemi sulla dritta: vado a vedere... Docilmente, il cavo cammina e porta 'avanti, sul groviglio delle lamiere, sull'intrico dei ponti, il burattino d'acciaio. Eccolo: è giunto contro la prua,perseguito dal fragore sordo, semprepiù vicino. ■E pochi minuti dopo, il palombarorespira e sorride. Pende contro la prua, dal giorno in cui la nave è affondata. Un grosso pezzo di metallo, sospeso a una catena. E le correnti della Manica, allevandolo come una cosa viva, lo portano a battere incessantemente e ritmicamente, bizzarro battaglio, contro le lamiere... Di questi imprevisti e di queste sorprese, talvolta assai meno innocue, è intessuta la vita di tutti i « camminattri del fondo ». Ogni volta che essi \ spariscono sotto le onde — ci compagni, carri sui bordo dell'» Artiglio », vedono il risucchio biancastro dell'acqua attenuarsi e chiudersi su di loro, i palombari ranno, tranquillamente, verso l'avventura imprevedibile e imponderabile. SI dice da qualcuno: Tutto e previsto, lutto ! Piccola c miserabile presunzione denti uomini che si illudono di dominare il caso, e dimenticano che fi destino è in agguato! Se tutto fosse prevedibile, l'eroismo non sarebbe che una figura, retorica... Un giorno, il palombaro dell'i Artiglio » discende verso il tesoro: le operazioni si preannunciano più sicure desolito, perchè l'Oceano è insolitamenteìcalmo, e l'acqua muore in lunghe ondatazioni sul greto della Baia Camaret Arriva presso la nave. Nelle ampie ferite aperte sui ponti, presso alle im\barcazioni sospese ai paranchi e che \°l momento del naufragio non si èi/atto a tempo a « filare », il palombaro passa oscillando... E la grande morto netta sospesa al filo mette in fuga scia mi di pesci argentei che s'involano nefl" antri c»/"' dello scafo squarciatomostrando nella debole luce il riflesso .bianco dei ventri j.... .... ^' „n <°„'„"<0J °. Ora le sue pesanti suole di piombo poggiano sulla coperta. Contro l'albero di trinchetto, spezzato a metà — fra la rete insidiosa del sartiame crollato — il palombaro è in piedi, e gli occhiassuefatti all'ombra morbida del fondo, cercano il punto dove dovranno essere inserite le nuove cartuccie: quelle che hanno provocato la catastrofe deHa trovato. Sta per trasmettere un ordine nel telefono, quando — di colpo — prova un senso atroce e bizzarro dvertigine e di nausea. Che cosa succedeIl vapore capovolto Il vapore affondato si è bruscamente capovolto... Quale spaventevole alluci- ™7'one , tur*aa,a «ruetlo dell'uomoo\Eoli sente che n suo Pesantissimo . vestimento » d'acciaio fluttua colle gambin alto, leggero come una piuma, e che il sangue affluisce al cervello, mentre un formicolìo pauroso preannuncia lo svenimento. Per un attimo non capisce... Poi la sua esperienza di camini,„„,„r„ ,i„u<„i,„„ ,. , >natorc de abisso gli fa comprendere\A, ,„,„. ,„„„.,• „ ^«i"«»i>cdi colpo, la venta. Per uno di quei cas\.lmpreuemm mi abbtamo accennal0\u, vcsanti fuoU dj piom00 ehe assicu\Tann ìa sua posizione verlicaiet si sono \staccate. e l'equilibrio è rotto... ' Il palombaro fa appello, con una disperata volontà, a tutte le sue forzesa che svenire vuol dire morire... E intanto di lassù, da bordo, i compagni cominciano a notare, impressionati, che l'uomo, dal basso, non parla e non risponde più. Allora, fulminea mente, iniziano la trazione: lo « pe scano ». E attendono, silenziosi, ansun ti, col cuore in gola, fino al momentoin cui non si comincia a scorgere attraverso l'opacità azzurra dell'acqua l'ombra scura dello scafandro che si accosta e che affiora : fino al momento inìcui, affannosamente svitata la calotta ìd'accialo, non emerge la testa arruf]fata e il viso pallido dell'uomo. Dei\ l'uomo che accetta un bicchierino d\ccquavitc e si limita a dire, sereno eIranquillo: — Non è niente. Lo scafandro è in ordine. Mettete le suole nuove e calatemi giù. Bisogna profittare del tempo buono. C'è dell'oro nello scheletro dell'i Egypt », sui fondali della ManicaMa lutto l'oro della terra non vale itranquillo coraggio di questa « gente del mare » che l'Italia allinea, da secoli, sulle trincee dell'Oceano... ITALO SULLIOTTI. —♦ •Sujierófruttare demo/ite DESI ru il :U0m»mm^mm^ Pfo°°""\Ponte.. iir.!fttimle_<_,L_A_-^ '<Ji%VyW= a/?/ir6>ss//na/?#à de/le demofìzio/ii

Persone citate: Tesoro Dell

Luoghi citati: Brest, Genova, Italia, Marsiglia