" Danske Riviera "

" Danske Riviera "SPIAGGIB ESOTICHE " Danske Riviera " (O A Tv KOST O I N V I A T O) a ò l e ; RUNGSTED, agosto. Quaiitlo in Danimarca [a caldo, ,) caldo sul serio. Vestale c breve, ma se il sole d'auosln comincia a dardeggiare sulle cupole e sui Ictli ili rame ili Kjobenhavn, la metropoli va in ebollizioni!, enorme tcjc.ra sullo un coperchio infuocato. L'aria della Danimarca è prevalentemente umilia. Sono le stesse vaporazioni dell'Olanda, con la differenza clic, in Danimarca, le estese foreste di faggi e d'alidi danno a questa saturazione, un carattere anche più intenso. Ora, in questa atmosfera, il sole (come coloritinnente ini diceva un marinaio) « si qontìa e cova ». 7/ ealdo diventa ala e si crea il paradosso del termometro a trenta gradi in un paese che, geogràficamente si trova già nell'alone boreale. Acque dolci Mentre la superfìcie di Kjobenhavn presenta, con le sue grandi zone di verde, un carattere estivo, la cubatura della cillii è invernale, cioè creata per affrontare i freddi e le tenebre pressoché interminabili dell'inverno. Quindi vani piuttosto stretti e imbolliti, che se sono ideali nella stagione rigida, accrescono invece, d'estate, il senso di soffocamento. I piani sovraccarichi, le case di bambola, ali abballili le stile sotterranee diventano come locali di macchina. Occorrerebbero, per l'aereazionc, « maniche a vento •> a somiglianza di quelle che levano i loro cuffionl neri sulle Ioide dei piroscafi. Non. si lardano quindi a vedere, per la citta, rolli imperlati di sudore c facce pellùcide. Questa gente che — almeno rispetto a noi, europei meridionali — mami'ia formidabilmente c beve più formidabilmente ancora — e già carica di calorie. Non è quindi straordinario che sudi come il gruyère. Ora in questo periodo, che fortunatamente non. è- lungo, il danese ha bisogno di guazzare, e di guazzare a lungo, il problema dei bagni estivi si è quindi imposto come una necessita, e. lo stesso Stato non ha lardalo a risolverlo. Senza molla fatica del resto perche l'elemento principale, l'acqua, non manca. La Danimarca è chiamata havetslund, cioè il iiacsc delle acque. Laghi, fiordi, bracci di mare e mare aperto; acque dolci c salse formano una fluida dovizia che lambe innumeri coste e s'insinua dovunque. La stessa Kiobenhavn conia la, bellezza di tregrandi, laghi. La frase non è falla. Ilago di Sankt lorgens, il lago di Pcblin ne e sopra tulio quello di Sorledam, che e il più vaslo. hanno un'area notevolissima e, quel che è più curioso, un aspetto che li slacca da tutti gli altri laghiIncanalali c quasi incolonnali l'uno dietro l'altro, cavalcali da monumentalponti, essi traggono facilmente in inganno il turista clic, al primo colpo d'occhio, li scambia per un unico e maestoso fiume. Ma se osservando la caratteristica increspatura delle acquci s'accorge che si traila d'un liunisenza corrente e tagliato in sezioni..Questi tre Inulti metropolitani tra rivdi pietra squadrata e pulita, provvist\verdi che rinfrescano i blocchi edili J^™,, c sono quasi sempriirigate. di candide panchine, finiscono per esci.<t.re delle gigantesche e cerulc piscinù a , , , e , e ò a nelle quali tuttavia il permesso di mioIure e negato. Questi grandi specchd'acqua dolce, aperti nel cuore della citili, offrono tuttavia ai cittadini una vasta superfìcie di. refrigerio e di saliibrilà, specialmente quando la calura più intensa. Ai tre grandi lugli! vannpoi aggiunti i numerosi laghetti incastonali nei parchi di cui è lussuosamente dolala Kjobenhavn e che sono sarti, come vere e proprie esplosioni dverzuru, dalla demolizione delle antche fortificazioni. Rastcrù citare il Kisi eli ci, i cui rigogli vegetali dilaganìfln quasi al mare e sono istoriati ite!,,/) lucido labirinto di acque; l'Imma-j.so Farli eri l'uri;, il i'icdcricl.shcrg Park-U'OcsIre Park, l'Ocvsint Park, i giani- ni a montagnola di Chrlsliansliavn, aeUmager, l'isola dei marina,. Per noa [enumerare tutte le altre vastissime area .,„!„„,„„ ,- ,,,.„.,.,,, ì iu Si ea, n Cento chilometri di spiaggia Scnonchè nelle acque di questi l,,10 non hanno permesso di bagnar,l„ ì rigai e le anitre selvatiche, l'ulo questo i optiate d'acqua dolce, a-ìdiinque pralicumente inutile dal pina ! lo di rista bollicarlo. dii Ma Kjobcnliavcn ha mollo il ques e a e e e e to, creando pei bisogni della sua po-tsnotazione una vera e propria. Ri-\pvicra. Non si tratta — come potrebbe\npresumere l'orgoglio dei grandi pacsi\fturistici — (Zi spiagge anguste Cd ispì-\cde; di punti d'appoggio balneari su vbaie selvagge, con attrezzature degne'ldi villaggi lacustri. La • Dunslic RivleAcra «, come la definiscono gli eleganti opuscoli colorati prodlgalmcntc diffusi dall'I'f/icio nazionale turistico, ha improntato questo nome dal Sud, ma non l'ha totalmente usurpato, almeno dal punto di vista del comfort e dei divertimenti. Si traila d'un centinaio di chilometri ili spiagge che cominciano alle soglie della capitale, olire la zona del porlo franco e giungono, specchiandosi nel Sund, fino al Katlegai. Tutta insomma la costa orientale e settentrionale della Sclandia — quest'isola madre e privilegiala dell'arcipelago danese — sono una cundida e. Ininterrotta colluna di stazioni e di citlà balneari : Klampenborg, Taar back, Skodsborg, Vedback, Rungsted, Situa, Umbleba'ck, Espergiacrde, Snckkersten, Hclslngor, llclleback, Aals guarite, lloruback, Killingebaek, Giiìcleje, Tisvildc, Uundcsted. lì non cito che le più note, giacché fra l'ima e l'altra perla, il filo della collana rappresentato da una quantità di posti minori. Ognuna di queste spiagge ha la sua configurazione carnlterislica : un grande albergo, col suo bianco gregge di villette intorno: il portic ciuolo a forcella, che sì protende con la sua passeggiala, le sue panchine, sul Sund. Sella cala tranquilla, barche da pesca e candidi cuiters, In generale, polche t fluiti portano ogni giorno alle rive cumuli d'alghe, nere, lunghe e prolisse come capigliature di sirene baltiche, il bagno si prende lontano dalla riva, con un sistema di ponticelli che si proteiuiono sul mare e terminano e si espandono a T, nei baraccamenti delle cabine. Tulio questo congegno di ponti e di palafitte, sempre accuratamente vernicialo di bianco, mette sui blu del mare una noia di biacca, che dà siile e senso di nettezza anche a queste costruzioni estremamente semplici. Ma il valore di latta questa collana di stazioni e di piccole villos-d'euu è nel suo retroterra. Ruschi e giardini danno a queste spiagge un duplice calmiere, marino e campestre. Si lascia, la mattina, la campagna rugiadosa per calare verso le sabbie e i flutti. Si Ionia la sera tra le ombre dei boschi, all'ora in cui si munge il latte e gli uccelli notturni cominciano a cantare nei folti. L'autostrada del mare Ora tutto questo sistema baìneo-rurate è allacciato a Kjobenhavn da un intenso e febbrile sistema di comunicazioni. Cento treni a! giorno corrono dalla rapitale a Helstngor c a Gillcleie, e viceversa. Piroscafi di piccolo c di medio tonnellaggio, candidi come yachts e confortevoli come putmann, fanno Iti spola tra il porto di Kjobenhavn e il Kattegal. Ma le arterie di traffico più intenso situo le autostrade, principalmente la •Strandvcjcn* magnifica pista a blocchi di porfido, che dalla capitale ginn gc fino all'estrema punta settenlrlo naie della Sclandia. Sul suo nastro duro e levigatissimo transitano ogni giorno, in scuso ascendente e discendente, colonne d'automobili e d'auto bus, quei vasti e molleggianli auto lui* danesi, verniciati di giallo e im Imititi di cuoio rosso, che passano ea rulli di turisti, a mazzi, come canestrutti floreali. A questa « strada del mare • corri spandono, nell'interno dell'isola, la ferrovia e l'autostrada clic, per llilie vocìi, vanno a Hclslngor. Chi compie questo periplo, può godere i due aspetti, silvano e marino, della Riviera dapassando allravcr«o una stillisi-stilei \e I colori dell'edilizia indigena danno eU<l nota «rginalc , tocchi freschi e [teneri, cari ai pastellatori. Ogni paese' ha il suo ristorante caratteristico, chee i : è o i o a , d nplcnewacn nese. passaiulo alravcr*o una s, e fa varietàdi Paesaggi, aiquali lo \,. ; co ori dell'edilizia indigena d 1 offre una decorazione e un piatto spca- ""''<'■ *>'° 'Kr0 • ''"'"« sL cucinasi]'' vesce appena rovesciato dalle reti t- « "' prodotta più succulento del lua.jo è\ Alle tre del pomeriggio, quando glii-liiffici di Kìahcnharn chiudano i bai lenii una vera folli, piemie !-i .Straiid i \ vcjcn lì' una folla di tulle le classi sono falangi d'automobili di tutti l tipi; dalla otto cilindri proiettile meccanico, alla vecchia due cilindri, scatoliforme. Si vedono molle donne pilotare con tranquilla sicurezza. Tulle queste vellure s'incolonnano lungo la via deila Riviera e filano come una immensa carovana verso le varie stazioni bal- o i a e - e o e e e Sbppgneari. K con le automobili gli autobus, pachidermi di lusso, carichi di turisti, lì fra i veicoli a mutare nugoli di biciclette, quasi tutte montate da donne — impiegale e commesse — che sjiceialmente al saltalo vanno a ture il week-end al mare. £ portano, cinghialo al sellino, l'involto die racchiude il costume e forse la colazione, riebilamente ravvolta nel cellophan. Questa migrazione serale fa della « Slrandvejen » un film continuo a lungo metraggio uno spettacolo gratuito che continua nella sera e s'intensifica la notte. D'altra parte, sulle vie del. piare vapori so vracearichi luminiti perseguendo la loro rolla verso llelsingor. Sono parliti dagli scali di lintppelsbro o di Klampenborg. Il loro passaggio c annunzialo dal profondo suono dei comi, che mettono nella sera lilla quasi un brivido d'antiche leggende, come un richiamo di Saghe, mentre già i rubini e gli smeraldi dei fari s'accendono in ritmo sulle coste azzurre dell'isola di Haven, che sorge di fronte all'arco della Riviera. Da Klampenborg a Nivaa // tono di queste spiagge e eclettico, ma senza contaminazioni. Risponde al tono stesso della vita danese che, in senso ccouomico, non ha grandi squilibri e verticalità paradossali, non conta le enormi fortune e le crudeli miserie, ma grazie a una ragionevole collaborazione Ira capitale e lavoro, equilibra le classi ed oltre, a tulle, dot punto di vista so'inlc, igienico ed anche voluttuario, gii svaghi c i benefìci ai /inali ha diriitu un popolo clic lavora. Questo spinilo può seminare arido, ma •■ necessario; spiega molle cose, anche il carattere e l'estetica della Riviera du-nese, che comincia con aspetti popolarinei pressi di Kjobenhavn; diventa ma-no mano, lungo laico, famigliar*. bor-■illese ed aristocratica, fino all'acme diflambaci;, per ridisccntlcrc al Iona borghese e, famigliare lino a Uillclejc ed oltre. A Kla: yenborg ad esempio [diedi chilometri da Kjobenhavn) la vita bainotiria risente del flusso democratico sgorgato direttamente dalla capitale. Si vedono le famiglie, appena giunte col tram, spogliarsi direttamente sulla sabbia rimanendo coi costumi clic si erano portali sulla pelle. A Ruugslcr invece il ritmo volHllurlo a più sensibile. C'è un granile albergo, si contano numerosi villini, ognuno dei quali ha il »'/o ponticello e la sua cabina sul mare. La seni, nell'hotel, due pianisti in coppia suonano in un dancing moderalo, per famiglie. Son manca neppure la danzatrice chi fa un numero fantasioso tra i tacoli. ai quali siedono talvolta gli ufficiali ài gualche torpediniera, clic ha gettato le uncure presso il porticciuolo di smeraldo. A Skodsborg e a Sivaa, il ritmo di lusso si tu stillile un po' pia. Sulla spiaggia vi sono meno binila e menomadri. Qualche Diami danese si ar-rischia gin a scoprirsi pia ^ondantcAmente la se,,ena e ,1 pdlo, mostrandocarni di pollo rosolato y,ui i fole Alt-flcilmcitle stampa di bruno tu eplder-midi!). La seni, nell'albergo invece due piani a coda ce un orchestrina. In-vece della danzatrice c'è una schiera di girls scandìnàve. /I nominici; siamo in piena t ita c gante. Le strade sono di cemento bini co. lineale di nfro^come gim-n, di ,'amaU giardini degli alberghi e delle pcnsioni10 m-„,rivelano. Ita inni c frullile, candid, caiii-pi. i/i aiuto, verande per ti tè. Sullaspiaggia il nudo è più evidente, i costumi più procaci. Si vedono grandi damefulve con occhiali neri, per poter osservare senza essere osservate. Qualchea i . i Sitimi nudisti, ma sembra che essi esiatano soltanto quando qualche colpo d, Kurhaus — eoe , casino </«. soni —Inccndiano di fuochi di bengala il co»lore degli edifici. Suonano i jazz. .Sdanza. Sì beve anche dello champagnet olissimo in Danimarca. Onesto tono suntuario s'illanguidisc, jo si stempera nelle stazioni successile Sono vaste spiagge di bambini, dì bambinaie, di carrozzelle, di palloni variopinti, di cicogne di gomma colorata. Le pensioni sono più frequenti degli alberghi, le ville più delle pensioni, i villini più. delle ville. A poca distanza, vi sono le fattorie. Autocarri portano flaconi di latte e di. crema. La sera non ci sono dancing.-, ma lunghe passeggiate di coppie, sulle dune snflìci, net boschi misteriosi, in attesa della grande Luna di agosto. Caprioli e donne Tuttavia, non ci sono, complessivamente, nella Riviera danese, fredde divisioni a sezioni, ne falansteri pei itoveri e palacos pei ricchi; ma una sfumatura armoniosa e pittoresca di costruzioni e di costumi, che è evidente nella grazia delle costruzioni che si succedono una a distanza dall'altra, equamente, con verdi pause di giardini e di boschi, quasi senza toccarsi e. senza istituire t/uegli stridenti contrasti pei. quali il. povero maledice il ricco, e il ricco disdegna il. povero. Ognuno ha la sua porzione di paradiso estivo, secondo i propri mezzi, i propri bisogni, i propri gusti. E a tutti, indistintamente, lo Stato concede il comfort delle sue strade, delle sue ferrovie, dei suoi automezzi, e le cure generali per l'edilizia, la decorazione e la manutenzione dei pubblici terreni. Cosi, non di rado, anche nelle zone più umili, sorge maestosamente bianco un castello reale, come quello dell'exImperatrice Madre di Russia a Charlottenlund; e i caprioli delle tenute regìe vengono ad affacciarsi fra i tronchi delle foreste litoranee, facendo sorridere gli tinnitili o spaurendo i canti burocrati, cercatori, di fungili... Ma non potrò Invece servirvi i pettegolezzi, i cicalecci, le freddure, le cretinerie che si odono spesso in altre spiagge, ove si. trovano gli stipotissimi conglomerali dello snobismo e della così della mondanità. Anche qui, evidentemente, c'è la fauna balneare ili lutto il inondo: l'obeso e l'asriullo; la grassa \ )'1' """-i™ 0 '" magra; '" signorina '* '" etera- '"' >""n \° meno che '""""> festosa \™'"',,ic.i'à 'lel'.e. \?I™f'l!}e i?".0'' ce quella sorda lolla di granchi che ea ratterizza le grandi spiagge, sulle quali la maldicenza impera, l'afa morale soffoca e rumorista all'ine per mille viene a scrivere le sue fenomenali stupidita. Naturalmente non s'intende con. questo di parlare della Danimarca e detta Riviera danese come del paese di Uengodi, come del Paradiso terrestre. Anche qui si nota una differenza fra gli anni dell'immediato dopoguerra, e U periodo attuale. Vi sono anche qui del locali che non lavorano che a metà; dei camerieri che attendono (Invanii a tavolini vuoti; dei bilanci famigliari ridolli; delle automobili clic non possono più bere la benzina a garganella. Anche qui si risente la crisi, pur con contraccolpi più attenuali. Ma mentre in altri paesi si grida, si farnetica, qui la fatale legge, viene meditata con calma maggiore. F. anche qui tutta In Riviera non è sempre ridente, cnmc i presupposti naturali e decorativi lascerebbero credere. Il clima non è sempre dolce come sarebbe sperabile, il Rai lieo non. è il Me- gdbcpnicAgsmtcnnliì artiche. Spesso, forse troppo lo strappa via le tOtiaglh [dai tavolini e costringe i bagnanti a ri \parare nelle cabine. D'improvviso il ma \ A^' s.(, m$ „(,„. , (?(,, ] mnmìo v„,T(,,„,ro - pì ^ ,„ , m Vor„ ,0,„„, ' ,,,,,„„ t ,.,-„ Ie ' \,c forcsle .<„,/. voli di gabbiani p.i-i-\slllln ncmeiido Ira il lividore d un <•?»(•ire diventa come un grande tetto d'arde-ri iM«'"«> " i ,,,,,,.„ ;sia, embricato donile frettile. ;• mentre -ìiin t do iti vmouc torri-tritìi* <erndf sul.\ l , J , ■ ,i i.- ' ' .-\ionc nordico. Le automobili fuggoii,iainiiiiando. Le navi appaiono al largo. co--ìme spettri bianchi. Per un po' la terrae]pure sommersa e sembra di dover flf/e/i--\dere da un momento all'altro la culata e degli icebergs. -\gce f„ lungo crepuscolo, qua e là stH-i Me ai stelle, prolunga la dolce uguma—, („ „,-,,;,.. /.; d'improvviso due rof--',()(,,. ,j, /„,-,. scintillano runa di Ironiei ,.o„i/,„ <ul mare min entità blu. So.o,, fl) ,.nita dmie<e e la costa svedese che -i [variano, palpitando, con alfabeti di luce.ei e CURIO MORTARI.

Persone citate: Iona, Sankt