La celebrazione della Madonna delle Nevi sulla vetta eccelsa del Rocciamelone

La celebrazione della Madonna delle Nevi sulla vetta eccelsa del Rocciamelone La celebrazione della Madonna delle Nevi sulla vetta eccelsa del Rocciamelone Susa, 5 nolte. Bisogna guardare il Rocciamelone, dall'Arco d'Augusto, nell'ora del tramonto. Allora la sua rocciosa piramide, per un'illusione di prospettiva, sembra sorgere in continuazione della prima grande balza, dove si nascondono fra le roccic le grangie del Trucco e si stendono le abetaie del Bosco Nero. I raggi del sole colorano il mone di rosa, mentre l'ombra si addensa dalla valle e poi lenta si indugila sul piedistallo della piramide, ammantaa di abetaie. Sull'azzurro del ciclo alpino, il Rocoiomelono rimano cosi, soo, illuminato di luce rosata, e par quasi un prodigio. Ora l'ombra sale ancora, invade le vaste pendici tra il Trucco e la Ca d'Asti, i ghiaieti dove si affannano ed ansimano, nelle ascensioni, pellegrini ed alpinisti. Ma questo vasto spazio dalla valle non si avverte. Il monte continua a rimanere nella luce ilei tramonto, c pare che solo per lui il sole si indugi ancora a calare; fino a che il rosa si impallidisce e poi dilegua. L'oscurità lo raggiunge lieve, prima dal versante della valle di Vili, poi lo conquista, e la piramide diviene grigia e svanisce. Si comprende allora come questa montagna sia stala divinizzata nell'antichità, e come anche in opoclie relativamente recenti, quali al tempo d'Augusto, l'arco innalzato in suo onore dale popolazioni Cozle, che neppure si orano convertite In- tutto al paganesimo dai culti primitivi, venisse orientao verso il moine, come un altare verso un simbolo della divinità. Poi, nel medioevo, col decadere dei tempi e dello coscienze, le montagne fuxon credute sedi di spiriti maligni, e nel secolo X il marchese Gabrione, signore di Susa, si dava la pena di salire le pendici del monto — senza procedere eerto molto Avanti — per esorcizzare gli spettri, al canto del i VexUla Regts », II Trittico votivo Ombre del passato. Oggi, dall'alto dolila rocciosa piramide, la Madonna deile Nevistemifl" tìolctìh«Tte ié^br^ eia, in segno di protezione e di amore, verso la volle e la pianura italiana. Ed ogni anno, dalle volli e dalia pianura, giungono pellegrini; si inerpicano por la ripida salita da Malciaussia, avanzano faticosamente su per gli interminabili pendii dal versante di Susa, giungono a centinaia, nel'epoca dei pellegrinaggi, al modestissimo ricovero di Gii d'Asti, battuto sempre da un ",111 "L " Asll> nati ino sempre aa un R(,H(lo vcnto gagilard0i e pervengono inalmente alla vetta. Ogni anno, al 5 agosto, si svolge il pellegrinaggio più numeroso e sulla vetta, nella piccola eappella, è celebrata la Messa. Da Susa viene portato lassù il Sacro Trittio, quello cho la leggenda attribuisco a Rotarlo d'Asti, che consacrando sul monte eccelso l'immagine della Vergine, volle sciogliere il volo da lui fatto n Terrasanta, mentro era prigioniero dei turchi. Al ritorno, il Trittico viene riportao a Susa in solenne processione, la quale si forma nella frazione di Mompante.ro, dove termina la discesa, ed accompagna quindi la sacra immagine fino alla Parrocchia Cattedrale di San Giusto, dove viene ricollocata sul'altare, noila cappella che le è consacrata. Anche quest'anno il concorso dei fedeli è stato imponente. Almeno quatrocento pellegrini sono saliti questa mattina fin sulla vetta. Molti dalla vale di Viù, dove la sortita è più ripida, BsnLfleoltà, ma estremamente pesante e fa- icosa. Fino alle grangie del Trucco ^ripida e C* del verde. Poi si sale è si \ma più interessante. Da Susa, da Bus-isolerlo, da tutta la vallata, l'itinerario d obbligo è -quello della Cà d'Asti. E ! una salita che viene citata ad esempio ti? RH'?sL^0!u,a.?:an^an^.dl_d.i_f-|saie per ghlalatl interminabili, in un Mlsoplono dove si ha l'impressione di R La % ramide1 del" SS™' che daf£o T^Uto HS' in- elbPeX%uasfpTossVfmài tarsi od un tratto lontanissima. Doveisl erede d'aver fatto il più, ci si ae-ìcorgo di non essere nemmeno ad un;terzo del cammino.. I pellegrini hanno raggiunto a notte alta Cà d'Asti e vi hanno pernottato. Un pernottamente che non è certo piacevole per nessuno, perchè, per alloggiare convenientemente delle centinaia di persone ci vorrebbe altro che la diruta bicocca attualmente in uso. Pure nessuno si lamenta. La poca paglia, la mancanza di coperte, il freddo dell'alba, sono inconvenienti che passano, soprattutto quando l'alba è serena e tran quilla ed 11 vento del Rocciamelone consente ad una tregua. Altrimenti, è imitile salire. L'anno scorso, all'epoca d,elAa processione, dopo la Cà d'Asti, al k?ì^cH°J£la.^[^r^0^!*' JSftlS ^e&aSL^ffi ffifS pl.ocessione de\ pellegrini ritorna su liito perchè il Rocciamelone. anche se ■,,,„ ,a niontagna deve far sempre uri p0' di paura Folla di pellegrini L'alba era oggi tranquilla e luminosa. Alle prime luci, il bivacco di Ci d;Asti — che per molti fu davvero un bivacco — venne tolto. Rapido sfavlllare di lanternini accesi, rumori di ba- stoni, affardellare frettoloso di sacchi. poi ricomincia la salita. Verso le 9 1 pellegrini sono giunti sul- la vetta. Nella piccola cappella, che è interna al rifugio, a pochi metri dalla statua della Vergine, il sacerdote ha injtl Messa, ed ai fedeli che assi- stevnno pureva che il monte stesso fos- se tutto un altare alzato davanti al cielo. Da Susa il monte si intagliava nitidissimo nella luce del mattino, eduna corona di bianchi cirri lo circon dava come un'aureola. Poi, dalle valli, hanno cominciato a salire folate di nebbia. Venivan su brandelli di nuvole dalla profonda valle di Viù, ed onde di grigi vapori avvolge vano il ghiacciaio sottostante, verso la Francia. Quando la funzione religiosa é terminata, i pellegrini hanno intrapreso subito la via del ritorno. Erano circa le 17 quando il grosso dei ritornanti è giunto presso Susa. Dopo il Trucco, la discesa è ripida, per boschi di abeti e poi di castagni. Il sentiero, appena giunto sul plano della valle- conduce ad unapiccola cappella, presso la frazione di Monpantero. Quivi, ad attendere la sacra immagine si era recato il Vescovo di Susa, Mons. Umberto Rossi, col Capitolo ed una folla di popolo. Delle autorità cittadine era, fra gli altri, presente il Commissario generale Ferretti. SI è formata quindi la processione. La reliquia procedeva lenta sotto 11 baldacchino, portato da quattro valligiani e davanti e dietro si stendeva, in lunghissima fila, il corteo dei fedeli, che, dopo aver attraversato tutta la città, ha raggiunto la Cattedrale, dove ha avuto luogo una solenne funzione rell- glosa. Alla fine di questa il Vescovo di h impartit0 ]a benedizione al popolo ripCtendo le parole che sono scol- plte sul basamento della statua del Rocciamelone, dove si invoca che la Madonna delle Nevi protegga di lassù 1 confini della Patria. Ed in quel momento il pensiero dei fedeli è andato anche a coloro che hanno compiuto su quel monte 11 più grande pellegrlnaggioo, agli alpini del Battaglione «Susa» che or sono trentatre anni, con dura fatica, portarono su quella eccelsa vetta la pesante statua di bronzo, che esprimeva l'omaggio del bambini di tutta l'Italia. F. BRE8AD0LA.

Persone citate: Bosco Nero, Ferretti, Umberto Rossi