Una giornata a Palazzo Borbone

Una giornata a Palazzo Borbone Film parlamentare Una giornata a Palazzo Borbone PARIGI, agosto. Autunno del 1920. Nell'aula di Palais Bourbon si pigia la folla delle grandi giornate parlamentari: quelle in cui si aspetta, da un momento all'altro, che si levi dalle gabbie della Ménaacrlc l'urlo delle ilere che azzannano il domatore. Dalle tribune basse, strette, cariche di decorazioni, tutti gli spottatorf professionali, tutti i tifosi della Corrida politica, cercano di • distinguere, sui vari settori, le figure più note. C'è Leone Blum, colla cravatta svolazzante e gli occhietti di vipera dietro le lenti d'oro; c'è Edoardo Herrlot, l'amante postumo di Madame Récamler: c'è il Ministro delle Pensioni, Champetier De Ribes — bel nome per un romanzo di appendieel —; c'è Giorgio Mandel, piccolo irrequieto, satanico, divenuto maestro, nella lunga convivenza col Tigre, in graffiate e colpi di artiglio. Sale verso le tribune il borbottio del ventre parlamentare, che si prepara a digerire un Ministero. E appare allasbarra il sig. Steeg, Colla sua barbetta bianca e la sua aria tranquilla, Teodoro Steeg ha l'aria di un conservatore delle ipoteche, assai più che quella di nn Capo di Go verno. Non è un uomo illustre, degno di figurare nello Vite di un futuro Plutarco: è semplicemente uno di que- gli « uomini politici » — cosi tipica mente francesi — che aspettano un'oc casione qualunque, alle cantonate della vita pubblica.... L'uomo politico, 1n regime democratico, è, ipcr forza di cose, un enciclopedico: devo saper rispondere a tutte le domande. Non importa se sbaglia. Purché risponda.:. Carillon oratorio Residente Generale al Marocco, Teodoro Steeg non si è molto distinto in politica coloniale. E forse l'unico episodio clamoroso del suo Pro-Consolato d'Africa è stato rappresentato dalla cattura — per opera di tribù non sottomesse — di duo giovani ed imprudenti nipoli che sono andati, in dolce compagnia, a passeggio nel deserto, e che la Repubblica ha dovuto «riconrprare» dalle mehallc marocchine, a suon dimilioni estratti dalle «pieghe» del bi-lancio... Il senatore Steeg inizia il suo discor-so ed enuncia il suo programma. Non è peregrino: la libertà nell'ordine, l'ordine nella libertà; la Francia « mallevadrlce e vindice della pace » ma... armata fino ai denti, sul Reno e altrove. Aristide Briund, questo augure inai vestito della Terza Repubblica, sonnecchio sul banco, e guarda di tratto in tratlo, cogli occhi semlspenti, il Presidente che gesticola: pensa — il vecchio cinico — alle parole che da trentacinque anni è condannato, a turno, ad ascoltare o profferire. E lo vince, forse, una infinita' nostalgia degli stagni dall'Estere!, dove le trote si infilano sul suo amo paziente, docili come elettori. ... Ora il signor Steeg alza la voce e guarda con aria d' seduzione le Sinistre: parla della scuola laica. La Francia, che è arrivata In anticipo in molte ore della storia, non è che un -orologio in ritardo, sul tema della religione e della scuola. La lai-izzazione è il doloro reumatico dellaTerza Repubblica da Gambetta in poi: le Camere hanno bisogno di parlarne•ontinuamente, come se il Prevosto di Parigi avesse ancora a disposizione 1 tratti di corda, ed il rogo In piazza della Grève... Il signor Steeg sta passando alla perorazione patetica: (niella che si chiama, 1n retorica, la « mozione degli affetti ». Invoca la « riconciliazione repubblicana»: altro piatto dolce di tuttele domeniche francesi. Conclude con questa frase: — Io vado, signori, con tutti coloro che vanno con me. Si ode n.llor.1. sui banchi della Destrauna esclamazione vigorosa: — Dts dnne... quelle grue, le President! Bisogna, per comprendere 1 fenomeni parlamentari della Francia contemporanea, rendersi conto prima di tutto, della gestazione uterina del Governi che si avvicendano, in un frettoloso turno di uomini, avidi di sentirsi chiamare vsqnc ad mortem: Monsieur le Ministre. La fabbrica dei Ministeri I Ministeri francesi obbediscono, nascendo, alla logica cui ha obbedito per tanti anni 11 liberalismo italiano. Nelle ore notturno, gli uomini di punta deGabinetto in formazione si riuniscono nei saloni di un Ministero qualunque: là dove 1 seggioloni scompagnati congiungono le tradizioni della Monarchia, dell'Impero e della Repuhbllca. E tracciano la carta geologica del Ministero; sembrano, anzi, giardinieri municipali intenti a decorare, coi vasettdi geranio, la • charlotte » delle aiuoleLa Garonna: diamole due MinistriLa Borgogna: un Ministro e due Sottosegretari. Le Alpi Marittime? Peuhl Un paese ricco, scettico, e turlsticol Basterà, per accontentarlo, un Sottosegre tarlo all'insegnamento tecnico... L'insegnamento tecnico — come 1sotloportafoL'lio delle Belle Arti — ènella Francia parlamentare, il parapioggia del gruppi: serve a coloro che dovrebbero, in mancanza di carrozzo andare a casa a piedi. Può ottenerlo, indifferentemente, un [notaio, un Ingegnere, un farmacista fondo, tutti gli uomini della Cambra un letterato. Tanto, le mansioni del Sottosegretario sono semplici: basta re carsi una volta all'anno a visitare in forma ulheiale la Scuola Superiore di Orologeria di Besancon... Quando le regioni sono accontentate, entrano in scena i grandi 'alchimisti, e lavorano sui «gruppi»: sono trentotto, senza contare 1 comunisti, gli orleanisti e i bonapartisti. I confini dei loro programmi sfuma, no, evanescenti e mutevoli, come quelli delle zone di influenza nelle profondità del Sahara: la vita politica francese ft U"„"',n„lÌJT trilsI>?rt0 di uomini da un ruolino di marcia» ad un altro. Esistono — si — due parole ampie, sonore, solenni: democrazia e reazione. Quando piove forte, bisogna ricoverarsi sotto l'uno o sotto l'altro portone. Qualcuno, più saggio, resta 1n mezzo alla via: si bagna, ma non si compromette. Un elempntn nwnmiini nnosii „,,Tni nrV « S™ questi aoml. ni il bisogno, sportivo e fisiologico, della crisi periodica. Esso riconcilia, inUsciti dal suffragio universale — cho è la suprema illusione di comandò largita alle moltitudini — i deputati francesi esprimono Io stato d'animo del piccolo borghese che ha sentito, per se eoli, il .peso della Monarchia e dell'lmpero, e che si vendica oggi tacendo del suo deputato un courtlcr di ordini e di commissioni a Parigi.... E' avvenuta cosi una polarizzazione di forze. E su lutto questo si innesta Fedo nismo di Parigi. // mito dell'a affare » L'uomo sprovvisto di .freni morali e di poteri inibitori, l'uomo per cui la vita è una jungla dove il più forte sopraffa il più debole, trasportato nel giardino di acclimatazione di Parigi, decide presto la sua vita... Se è un paria, diventa un aimche e svaligia 1 passanti sulle allure della Villette; se è un borghese, ''diventa banchiere e fonda una Società anonima. Poiché fi a tutte lo nazioni del vecchio mondo, la Francia è quella che offre maggiori riserve di «credenti» nel mito Ae.Waffare che rende 11 cento per cento... Alfonso Daudet è stato li precursore letterario di tutti gli affari Oustric, quando ha fatto sbocciare dalsuolo del Mezzogiorno e dal corvellodel Duca di Mons l'idea di una Colonia Taraseonese nei mari australi, con lotti di terreno e pacchetti di azioni. L'affare dei Panama è stato l'epopea delle spogliazioni: gli affari del Sangha O ab angui, delle Sete di Canton, :li Teresa Humliert, di Marta Hanau, di Oustric, ne sono le piccole strofe. Funziona a Parigi l'alleanza naturale fra uomini politici e uomini d'af-fari: i primi mettono l'« influenza » aservizio dei secondi, questi preparanoed elaborano la materia prima doveagirà, a tempo, il lievito fermentatoredella politica di partito e di Gablne-tto.Un piccolo antidoto: appartiene a,periodo di debutto del banchiere Oustric, ed è poco noto. un ristorante egli incontra un anticocompagno: Oustric. I due uomini si sa-lutano con una cordialità tanto plùgrande in quanto da tempo non si ve- dono, La guerra è passata fra loro: la guerra che per qualcuno è una trincea, eper qualche altro un Consiglio di araminictr-ivinno inmistrazione... « Tiens! Ce vieux Oustric! ». Che cosafalc' Oustric è desolato: racconta le suedelusioni ho Mpb mini mini™*» riiuwin~T, leman1 qualcosa di serio— dice Manuel. — Si tratta di sfruttare un sallo d'acqua nei Pirenei, ecostituire una società. Bisognerà, naturalmente, tire subito un contratto conlo Stato Quel <■ naturalmente » è un poema17 cliente migliore Quale cliente miglioro dello Stato, dsua natura distratto, e reso frettolosodalia guerra? Un mese» dopo la società è fetta, e Manuei ha in tasca il suo bravo contratto con cui la Electro Metal si impegna a fornire all'esercito il ferro sllicio. In quel momento non è stato ancora messo a posto un mattone: c'è solo l'acqua, fresca e gala, sui Pirenei..• Naturalmente » la guerra finisce prima che l'officina sìa costruita, e la Elecro Metal... ottiene dallo Stato — per il «disturbo» cho si è-presa a stringere un contratto non mai adempiuto — una piccola indennità, un a pourboire » di 300.000 franchi... SI comprende come, sedotti da tante dorate « possibilità », gli uomini che Collegi francesi mandano a Parigi, non abbiano che un desiderio solo: restarvpiù a lungo possibile e farsi stradafra le macerie di un Governo. v„ii'„iiimi rrisi mentre si ffwmavnNell ultima w , mentrei si formavali Gabinetto Levai, un modesto uomopolitico — né migliore nè peggiore de gli altri ■— si è trascinato per tre giorni nell'anticamera del Presidente, scongiurandolo colle lacrime agli occhi daffidargli un Sottoscgretarlato qualunque. — a invposslble, mon ami! ». Tutti 1 portafogli sono già assegnati! — Ebbene... « mon President », offrllemcne uno, egualmente! Io... io... mimpegno di rifiutarlo! ITALO SULLIOTTL