Pioggia e sole in Tendopoli

Pioggia e sole in Tendopoli Pioggia e sole in Tendopoli Nascita d'una città - Sorriso d'azzurro e mormorio di acque - Verso il Chalet du Miage Il primo scaglione di Tendopoiini s'è attendato (DAX NOSTRO INVIATO) Courmayeur, 4 notte. I primi centotrenta Tendopoiini son giunti ieri a Tendopoli che sole e pioggia giocavano fra loro a velar gli abeti di fugaci cortine d'argento e a stenderò sul ghiacciaio della Brenya rapidissime ombre di turchino intenso e di pallido rosa. Ma qui, contrariamente ad ogni regola di composizione descrittiva, conviene cominciare con una parentesi. Da Courmayeur dov'era l'ultimo Comando di Tappa > su lino alla Vigilie annidata tra 1 pini di Val Veni, lungo tutta la deliziosa strada, carreggiabile non ostante la ripida salita, del Purtud, di cento in cento metri un cartello con tanto di freccia e di Tendopoli del Guf: Chalet du Miane » avvertiva il passeggero che ai piedi del Fauteuil des' Allemande, bivacco per l'ascensione della stupenda Aigullie Noire du Peutérey, un - singolare spettacolo lo attendeva. E quei cartelli biancheggianti nella foresta, semplicemente inchiodati a un albero, con quella scritta di rudimentale etimologia, potevano anche richiamare a tempi avventurosi quando 1 pionieri canadesi e californiani' partivano con le loro lunghe colonne di carriaggi verso nuove terre promesse e, giuntivi, piantavano in terra un palo, fondando cosi le novelle città dell'oro, del pe trolio, delle pellicce. Tutte, cose che noi abbiamo visto al cinematografo, meor più vere, s'è possibile, della realtà, e che hanno in noi esaltato quel tanto di fanciullesco e di. fantastico e dorme in fondo all'anima anche dei più assennati e casalinghi uomini. Perchè il bello di Tendopoli ieri era appunto il suo lato estroso ed improvviso: — era che Tendopoli ancor non esisteva o per dir meglio andava di ora in ora creandosi secondo 1 bisogni di questa nuova « Polis », e con la rapidità capziosa e drammatica propria dei fllms coi quali ci ritroviam bambini. Una cosa da far andare In visibilio gli architetti moderni i quali proclamano che ogni generazione deve fabbricarsi la sua città secondo i suol gusti: anzi, da battere in dinamismo le loro stesse più ardite speranze: dato che qui la città si concepiva e plasmava e sorgeva col giunger d'ogni successivo diciamo meglio: d'ogni singolo Tendopolino. (Tempo davvero prodigioso il nostro, se anche in materia d'edilizia non si ha nemmeno più il tempo di pensare, che già i fatti prendono a cazzotti le previsionil). E spiegheremo meglio come tutto ciò avveniva. Il saluto della valle Val Veni ieri, dunque, tra sorrisi d'azzurro e grigiore di nubi vaganti, era un incanto. Il Monte Bianco l'avevam salutato da Pré-Saint-Didier, più bianco ancora del suo nome per la spruzzatura della recente nevicata che faceva scintillare al sole, come una gemma, il Dei.' del Gigante, e lmbrlllantava la Tour Ronde e il DOme de Rochefort m'éntf? i^JèWtSsÉ* s'óstltwivano a"re starsene coperte d'un mantellaecio cu comjj quella dels Majigna quando stende ài piedi di Faust. Breve saluto: che poi le nebbie eran salite a fiocchi lambendo sopra Entrèves persi no il Pavillon di Mont Fréty, e addio scenario. Non importa. Restava lo spet tacolo della Brenva con la sua formi dabile cascata di seracchi inviolati che secondo il variar del cielo s'illividivani di spettrali pallori o s'accendevano di riflessi madreperlacei; restava il mormorio discreto della Dora azzurrina fattasi smunta e magra come un torrentello per la temperatura improvvisamente calata. L'erba era umida, larici e abeti si drizzavano Immoti sui margi ni del cammino stillando gocce se appena un fll di vento ne scoteva i gran bracci, e mai il vallone m'era apparso cosi fresco e lucente, tutto rinverdito e vestito a nuovo — avresti detto — per dare il benvenuto agli abitatori di Tendopoli. Questi avevan gremito il diretto per Aosta, chi avendo fatto tappa a Torino, chi invece essendo partito di ben più lontano fin dalle prime ore del matti no; poi avevan colmato le due carrozza riservate agli studenti del Guf sulla iferrovia elettrica per Pré-Saint-Didier, gtT1ggdcebdzDtdduttbrtvsrtgVmfinbgqTtpstcssdAvdodA«fcovdPi! jquindi avevan dato l'assalto ai torpe-idoni in attesa al <■ Comando di Tap a o a e à ò a o e a a e a i o njnio'al Pur i I Lassù a pa » per il trasporto a Courmayeur. Dopo, e cioè per le due ore di marcia dalla Regina delle stazioni alpine valdo stane fino al Chalet du Miage, luogo dell'attendamento, non restava che affidarsi a buone gambe ventenni. 1 bagagli, bauli, valige, sacchi da montagna, a Courmayeur avean trovato carrette in buon numero, disposizioni precise, un servizio logistico insomma che nessun comando d'Armata avrebbe potuto desiderare migliore. E in breve la strada di Val Veni s'era popolata di comitive di goliardi d'ogni parte dTtulia. Pini, roccie, ghiacciai In treno avevano riso, chiacchierato, cantato. Ora quelle scarpe nuove nuove, con certi chiodi da far impallidire Tartarin alla vigilia dell'ascensione sulla Jungfrau, che i più impazienti avevan tirato fuori dalle valige appena il convoglio aveva dato il fischio del saluto ad Ivrea (non si sa mai, in montagna conviene esser sempre pronti), cominciavano finalmente a trovare il terreno adatto. Pini, rocce, ghiacciai. Alla chiesetta di Notre-Dame-de-Guèrison qualcuno domandava: • Tendopoli è ancora lontana? ». Ed un compugno più agguerrito, tanto per far coraggio al collega, rispondeva: «Ancor cinque ore e ci siamo ». Io me ne venivo su una carrozzella, per via della valigia e della macchina da scrivere; guardavo intorno, levavo il viso al venticello fresco, davo pensieri vaghi per compagni alle fuggenti nuvole. Ed ecco a un tratto il eavallo impuntarsi con uno scrollo, e fermarsi comete proprio non potesse tirar più. Che succedeva? Era che ne avevo quattro appesi dietro la carrozza, quattro che zitti zitti si facevan trascinare su per l'erta. «Ci lascia salire un momento? Veniamo da Cremona; viaggiamo dalle tre di stamane... ». a (Salite, salite, figliuoli; e cosi giungemtud fraternamente. Tendopoli intanto i « sobbor- e L„i, si stendevano. Dico i sobborghi, o perchè la «city, già da tre giorni era r ro, be in [aedi: il Palazzo di Città, i Grandi Alberghi, la Stazione, gli Ospedali, le Sedi dei Servizi cittadini. Architetto, magistrato, maestro di cerimonie. Capo di Stato Maggiore, cento funzioni in una sola persona, il Podestà di Tendopoli, ing. Mario Piazzesi, su tutto ve- gliava, tutto predisponeva, tutto controllava, tutto disciplinava. Arrivava il Tendopolino, salutava con un « evviva » 1.compagni, passava in Municipio (una gran tenda piena zeppa di casse e d'ogni ben di Dio), presentava la scheda d'iscrizione, ritirava tri* coperte, il saccone, la paglia, i teli da tenda, paletti e picchetti, e con un'aria liera da Robinson Crusoè andava a gettar le fondamenta della sua nuova casa. Impazienze, lagni, tumulto? Niente affatto. Da sera approssimava, veniva giù ogni tanto qualche goccia di pioggia, scendeva' dal Col de la Seigne l'arietta dei duemila metri, ma le cose andavano ugualmente lisce come sull'olio, pacatamente, ordinatamente. E il bello si è the questi ragazzi, molti dei quali probabilmente mai avevan visto in vita loro un telo da tenda, piantavano i paletti con gravità di vecchi soldati, empivano e sprimacciavano i sacconi come se quella fosse stata sempre la loro vera vacazione. Cosi ne son giunti centotrenta dei Guf di Milano, Napoli, Perugia, Cremona, Pavia, Firenze, Cuneo, Vicenza, Bologna, Moina; e centotrenta mamme possono star sicure che i loro figliuoli tuia dormito al caldo, ciascuno'(vedete che lusso) nella sua tenda, ben avvolto nelle coperte, sognando le gite e le ascensioni di domani. Disciplina di ferro Ed anche da questo lato nessuna inquietudine per i parenti lontani. Ogni Tendopolino, con il Pigolamento interno dettato dal Podestà e la carta topografica della regio.ìs, ha ricevuto al suo giungere un eccellente libretto edito dalla Segreteria Centrale dei Guf, contenente sintetiche norme di vita alpina, ed un Hegolamento per le escursioni curato dalla Commissione Alpinistica che regolerà con disciplina rigidissima tutte le gite dei campeggiatori. Assolutamente vietata ai minori d'anni ventuno di compiere escursioni individuali o cii seguir soli altre cordate; ogni gruppi- strettamente sorvegliato dal proprio Fiduciario della Sezione Alpinistica, il quale terrà un apposito « Libro delle escursioni» con l'elenco, fornito da ogni capocordata, dei partecipanti alle gite; l'abilità alpinistica di ogni singolo Tendopolino severamente vagliata icon le più spietate esclusioni) dai vari Fiduciari. E non si scherza col Podestà Piazzesi : perchè alla minima infrazione a queste disposizioni il colpevole sarà deferite alla Commissione di Disciplina composta a turno dai Segretari politici dei Guf per l'immedia ta espulsione dal campo. « Qualunque vecchio alpinista ha conservato il bene di sentire il timore della montagna»: la saggia massima di Guido Bey. che qui sarà applicata nel suo significato più esteso, è la norma che regola la vita alpinistica di Tendopoli, e seguendo questa norma tutti i Tendopoiini torneranno dal campo senza la più piccola delle scalfitture. Intanto, oggi, con i' secondo scaglione goliardico, è attesa la radio: entro la settimana, per quando cioè oltre mille tende copriranno i pascoli del Miage fra la cortina di pini, che .scende da Mont Fortin, Tendopoli avrà 'il suo impianto di luce elettrica ed il collegamento telefonico con Courmayeur. Si credeva forse che per esser di tela la città degli studenti volesse esser da meno delle città di pietra e di ferro? Non c'è forse qui mia ■ cantina » che, dal registratore di cassa alla macchina per affettare il prosciutto, può dar dei punti a qualsiasi negozio cittadino? Con questa differenza : che a Courmayeur una pesca in fin di colazione me ì'han fatta pagare onestamente tre lire, mentre a Tendopoli con la stessa somma se ne compra un chilogrammo di assai più belle; e cert'uva che ha viaggiato in ferrovia a vapore, in ferrovia elettrica, in camion ed in carretta ed è una meraviglia di freschezza e grossezza, la si paga qui — udite signori esercenti di Milano e di Torino — cinque lire al chilogrammo: e siamo al principio d'agosto. Un salotto improvvisato Uva, pesche, marmellate, biscotti... «Entri, s'accomodi, vuole una tazza di tè? ». Cosi mi si è presentata una ! signorina romana che tre ore dopo il srndindelasadsagsendvlilzilainpffqdlzpzlgtadvrmfsmrsdisnSqdcdbpdnpznisuo arriVo, non so in virtù di qual mi è o o e u e o i e n . - racolo, se ne stava in una tenda ch'era camera da letto e salotto insieme, col necessaire per cucire appeso al paletto, l'acqua di colonia Coty accanto a un vaso di fiori, un piccolo mézaro steso sulla cuccetta. Stava sciorinando alcuni tovagliolini dopo averli risciacquati; e così con le braccia nude alzate e la sua veste bianca richiamava su questo accampamento non so quale idea di- intimità domestiche e di piccole abitudini familiari, che quei giovanottoni lì presso del Guf napoletano, i quali per colmo di sciccheria avevan rizzato sul loro terreno nientemeno che un pavese di variopinte bandiere, ne sembravano intimiditi. Ed uno che s'era messo a torso nudo scoprendo un abbronzato busto da far invidia a una statua greca di scavo guardando quella ragazza badava a coprirsi le spalle con una giacca da vento che lo faceva sembrare a un lot tntore fra una ripresa e l'altra dell'incontro. Oggi un sole tepido allunga ombre violette sotto tutti i pini e le rocce di Val Veni. Sdraiati davanti alle loro tende, i Tendopoiini oziano in attesa del compagni. Guardano gli spuntoni lassù. dell'Aiguille Noire e del Mont Brouillard, e, senza un soldo di spesa, ■ comprano l'uria », quest'uria frizzan te e benefica che dà l'impressione di scender ne! polmoni come un'acqua pura di sorgente. Quasi un mese di questa vita Come sempre, più che il piacene, è l'idea del piacere, ò l'attesa di ciò che deve venire, che rischiara l'anima-. Intanto per la strada del Purtud continuano a passare a gruppetti i goliardi del secondo scaglione. Passa Torino, passa Bologna, passa Genova, passa ancora Napoli, Bnma, Firenze. Dalla finestra di quest'alberBuccio de! Purtud, a seguir con gli occhi le schiere mi par d'essere Don Abbondio sugli spalti del castello dell'Innominato. Ma non recan guerra costoro, bensì letizi,p giovinezza alla valle. MARZIANO BERNARDI.