Il discorso di Mussolini alle camicie Nere di Romagna

Il discorso di Mussolini alle camicie Nere di Romagna Il discorso di Mussolini alle camicie Nere di Romagna « Vogliamo la pace, non già perchè temiamo i rischi della guerra e le ansie del combattimento, ma perchè siamo intenti a una grande fatica e vogliamo al più presto possibile togliere il popolo italiano dalle strette e dai disagi del tempo presente perchè noi fascisti lavoriamo soprattutto per il popolo »: Ravenna, 1 notte. Ravenna si è ridestata stamane in un tripudio di tricolori. Si sapeva che il Duce aveva accolto l'invito del Fascismo ravennate di consacrare con la sua presenza l'avvenimento memorabile. Il giubilo della popolazione si è manifestato, all'annunzio, da un capo all'altro della città. Dalle spiaggie vicine e dalle città più o meno lontane sono venuti a Ravenna i cittadini, i villèggianti e innumerevoli forestieri. Fra le personalità erano l'on. Frignarli, uno dei promotori dell'acquedotto dall'avvento dftl Fascismo, il Segretario federale di Bologna, il sonatore Luigi Rava, il generale Cristini, il Segretario federale di Ferrara e l'on. Fossa. La grande adunata All'alba si è iniziato il dislocauien|to delle diverse formazioni fasciste della città e della provincia sotto la direzione personale di Renzo Molisi. Alla Manganimi si sono raccolti, ad attendere il Duce, il generale Cristini, Presidente del Tribuna le Speciale, il Prefetto, il Comandante della Divisione militare, i Segretari federali della regione, il Podestà e il Questore di Ravenna. Nell'interno del cantiere aspettavano il Capo del Governo, i costruttori, i tecnici addetti al lavoro dell'acquedotto mentre in un angolo erano raggruppati numerosi operai in rappresentanza delle migliaia che nell'anno scorso sono stati adibiti all'acquedotto. Alle 8,45 precise, mentre nel cielo, volteggiava un aeroplano a bassissima" quota lanciando migliaia di manifestini, il Capo del Governo è giunto pilotando una velocissima macchina, ac-ompagnato dal fratello, dott. Arnaldo. Ossequiato dalle autorità, il Once ha avuto u^. incontro cordialissimo con Renzo Morigi e quindi sii sono stati presentati i costruttori, ai quali egli ha dotto: «Voi avete il mio elogio». Passato in rivista il grappo di operai, Mussolini ha tagliato il nastro di accesso a.lla centrale, dove ha fatto azionare le macchine e dove si è trattenuto ascoltando le delucidazioni dell'ing. Cidonio il quale, col Podestà, ha poi illustrato al Duce il serbatoio semi-interrato. Rimontando in macchina e ossequiato da tutte le autorità, il Duco è pesato attraverso il sobborso Garibaldi, lungo il quale erano oltre quaranta camians zeppi di Giovani fascisti deliranti di entusiasmo. Qui ha passato in rassegna, su un fronte di oltre due chilometri. Fasci. Sindacati e Milizia che erano schierati sid viali della stazione. La folla, al passaggio del Duce ha improvvisata una" indescrivibile manifestazione gridando evviva, agitando fez e fazzoletti e cantando ininterrottamente i canti della Rivoluzione. Il Capo del Governo, con tutte lo altre autorità, ha quindi imboccati via Mariani e, quando è apparso allo sbocco della via, diretto verso la piazza Alighieri, il saluto alla voce dei Ralilla e degli Avanguardisti ha dominato gli echi delle acclamazioni che giungevano ormai da lontano. Sotto il portico del Teatro Alighieri, il Duce ha ricevuto l'omaggio gen¬ tile dell'eletta e numerosa rappresentanza del Fascio femminile. Le trombe hanno squillato l'attenti e il Duce, al volante della rapidissima auto, è passato dinanzi ai reparti delle Giovani e Piccole Italiane, degli Avanguardisti e dei Balilla, mcr.ive i marinaretti della scuola nautica presentavano le armi. I doni della Romagna Appena la vettura, sulla ii'iale erano, col Duce, il Podestà ed il Segretario federale, ha sostato dinanzi al portone del Palazzo del Governo, (Rovani Fascisti, Avanguardisti e Balilla l'hanno circondato esclamando: « Duce! Duce! ». Un Balilla ed una Piccola Italiana hanno offerto al Capo del Governo due splendidi mazzi di fiori. R Duce ha accarezzati i duo bimbi, poi si ò diretto verso un pittoresco carro al quale erano aggiogati due candidi buoi monumentali e sul quale erano disposti in bell'ordine sacchi di grano che portavano impressa l'effige del Duce e canestri di frutta. Era la riproduzione perfetta dell'antico « plaustro » offerto in dono dalla Federazione fascista al Capo del Governo. 11 Duce si è soffermato ad ammirare il plaustro ed i buoi, superbi campioni della razza gentile romagnola e si ò compiaciuto del graditissimo dono simbolico. Uno squillo di tromba ed il breve corteo delle autorità si è ricomposto ed è scomparso entro l'androne del palazzo. Invece di dirigersi verso lo scalone, ai piedi del quale montavano la guardia d'onore i Balilla, Moschettieri e marinarotti, Mussolini ha attraversato il cortile e si è avviato verso l'ingresso principale che s'apre sulla piazza Vittorio Emanuele, La massa di popolo e di Camicie nere, trattenuta al di là del quadrato, ondeggiava acclamando, li Duce ha fatto cenno promettendo il suo ritorno fra breve e si è avviato verso la scala di sinistra che conduce alla sode prefettizia. Nelle sale della Prefettura erano distribuite lo autorità e le notabilità cittadine e della provincia. Quando i! Once è apparso sulla soglia, florido, abbronzato dal sole, sorridente, tutti hanno proteso il braccio nel saluto romano e un grido è partito da tutti i petti: « Per Renilo Mussolini, eja, e.ja, eja, alala ». I giornalisti sono stati i primi a fare omaggio al Buco, il quale, soffermandosi un istante con Rino Alessi, gli ha mostrato l'annunzio del varo del « Rex ». Ila salutato poi altri colleghi, ha risposto affabilmente alla nuova entusiastica dimostrazione, ha attraversato le sale affollatissime e si è appartato por qualche istante nell'ultima sala, insième con il Segretario federalo, col Prefetto e con S. E. Frignàni. Di li a poco, si sono iniziate 'e pro¬ fdcIltlmdsiliDruszqaidisGsenta/ioni e gli invitati al ricevimen-lto in Prefettura hanno stilato dinanzi al Duce, rinnovando il saluto, yuan-Ldo e stata la volta dei giornalisti, il1 Duce li ha chiamati ad uno ad unoper nome: Alcssi. Somazzi, Censato,[ri frattempo è I dott. Arnaldo Pcr ' l;1'''"' ttore uii Po- . Campagna cil altri. Nel giunto in Pi'cfettum il < Mussolini. I giornalisti por IpeimiUhanno ossequiato il direttore del Po- polo d'Italia, al quale hanno reso siic- ccssivainente omaggio tutte le iiotabi- litàpresenti. Tutto il Fascismo raven-Jnate aveva invaso, intanto, la piazza,l' assiepandosi dietro il triplice cordone)f/.?nn^Ò?tÌderaf0nta^ace?tTle-,K'dalla piazza saliva con le note fatidi-iche delle canzoni rivoluzionarie, il sa- luto vibrante del popolo al suo Capo!Il Duce ha salito rapidamente la sca la che conduce al palco eretto di fronte alia fontana, drappeggiato di velluti rossi sui quali campeggia lo stemma di Ravenna e si annodano trofei di bandiere. La dimostrazione popolare ha a.s-\sunio a questo punto una imponenza [indicibile. Un canonico ha impartita la benedizione ali opera che stava periinaugurarsi, poi si è allontanato. il,Duco ha invitato col cenno della mano la folla ad avvicinarsi e il Segreta-Irio foderale, che gli era a lato, si è unito nel richiamo. La folla ha visto e ha inteso. 1 cordoni hanno cedute, sotto la pressione della massa, lo spa zio libero ò stato invaso di colpo, l: fontana sembrava una fantastica cop pa ricolma di grappoli umani. Gin quantamila persone orano asscraglia to fra lo mura della piazza e delle vie adiacenti. Contro il palco, dal qualf il Duce dominava lo spettacolo grandioso, indescrivibile, era una barriera insuperabile di Camicie nere. A stento si è potuto ottenere il silenzio. Ha preso la parola il Podestà on. Calvctti, che ha rivolto al Capo del Governo uno smagliante saluto. Egliha ricordate le grandi opere compiute e in corso di compimento accennando, in modo speciale, all'acquedotto, compimento di una promessa fascista. Parla il Duce Ila preso quindi la parola il Capo del Governo. Egli ha detto: « Camicie Nere di Ravenna! « Sento che nel saluto col quale mi avete accolto c'è qualche cosa di più del soluto convenzionale: c'è qualche cosa di inlimo e di profondo. Voi sapete che io sono legalo alla vostra terra dal vincolo ini! istruì libile del sangue materno (applausi). Né posso entrare in questa vostra millenaria imperiale città senza che molti ricordi della mia prima fanciullezza ritornino nel mìo spirito che non dimentica. « Sono venuto per manifestare il mio compiacimento ai Gerarchi del Fascismo ravennate e alle Camicie Sere della vostra terra. « Da ti'.'indìci secoli Ravenna alienihva l'acqua. Si sono ricordali in questi giorni i nomi venerabili, ma lontani, degli Imperatori romani. Passarono i secoli, si susseguirono le generazioni, cambiarono i governi, le signorìe, le dominazioni, ma la realtà era sempre lontana dal sogno. Solo «Fascismo poteva far questo, poiché il-lFascismo è sopra tulio volontà. I /a- scisi» sono quegli italiani che sanno L0fll-M,/nre sopra lutto al presente il 1 , , ■ / , - , '''"''''0 ,'"'''r'! laPPlaus« prolungati). [Cosi nel 191o abbiamo voluto Vinler- pazzando dulia scena tulle le vento rpazza o '«trac dcl tei inpo passato; nel Inumo vdulo la re ,. i . i . inumo rr.lulo la 17 U'j^ , . , , , ",awo r,;'"") ««* 22 ob- bfamo volutola- Rivoluzione fascista, -J'icl '?"> abbiamo voltilo stroncare ,l'Aventino, ) « Se qualche volta la freccia scoe- 'c'7'(« dall'arca della nostra volontà i„__ „„„•„„ „, ??n arnva al se0no> non "riporta... !'- essenziale è di fortemente e perii- nacemenlc volere (applausi). « E' slato un atto di grande significazione morale che la grande torre dell'acquedotto sia stata dedicata ai Caduti in guerra. Io li ho visti al \combatlimento e in trincea, i fanti [della pianura ravennate, dal Podgora „ Monfalcor.c. La so, perchè li ho vii .. . ... ,"J> com" essi abbiano eroicamente combattuto e abbiano saputo non meIno eroicamente morire. ;j;rt,,0 slrclte « Ma, questo detto, io voglio aggiungere che il Governo fascista, il Regime fa.~ci.-tta, i fascisti vogliono la pace. La vogliamo con lutti gli Stati, con quelli lontani, con quelli v-icini, con quelli vicinissimi (ilarità, mormorii). « La vogliamo non già perchè temiamo i rischi della guerra e le ansie dcl combattimento (applausi scroscianti), ma perchè siamo intenti a una grande fatica e vogliamo al più presto possibile togliere il popolo ilae dai disagi del tempo presente, poiché noi fascisti lavoriamo sopra tutto per il popolo e al popolo non predichiamo soltanto il diritto, ma anche il dovere. Solo il figlio di un fabbro può parlare, se necessario, duramente al popolo! (applausi deliranti). Nessuno potrà sospettare che in lui parlino i privilegi di un titolo o gli egoismi della ricchezza. n Noi mctliamo in quest'opera di creazione tutta la nostra volontà diritta decisa inflessibile, come la lama di una spailo! (applausi). Ma con la slessa volontà, non meno decisa diritta e inflessibile, noi siamo pronti al[l'opera ili rovesciamento c di distruzione (applausi scroscianti) di tutto ciò clic può ostacolare il cammino della Rivoluzione fascista, la quale deve assicurare il benessere al popolo italiano e dargli sempre più alto il senso della sua rinnovala grandezza. a Camicie Nere di Ravenna e di Romagna! Io voglio che nelle opere di pace e in quelle di guerra voi siate sempre all'avanguardia. Lo sarete voi? (Risponde in un urlo formidabile la folla: SÌ! SU). Entusiasmo di folla Ogni frase del mirabile, poderoso |di^m~^nunciato^n~Vn^Tqtìl jlaute e diffuso dagli altoparlanti sino |alle località più eccentriche, ha su imitato ondate di entusiasmo che solo l L^aivfJ U\\ce r ri,i,s'-'i,t,° »*»"}• nare. Allappollo finale alle «Caini- cie nere (li Romagna .. hanno rispo, - sto, con una voce sola, lo decine e do- e cine di migliaia di fascisti presenti. stato un momento di commozione . . '< A stento si e riusciti ad aprire un -varco al Capo del Governo peìxhè egli , potesse rompiere la ripida manovra e che ha liberata, la via all'acqua. Un 'gotto pulente ò sprizzato dalla fonta»