L'intransigenza della Francia circa i problemi del disarmo

L'intransigenza della Francia circa i problemi del disarmo L'intransigenza della Francia circa i problemi del disarmo parg,,a. La questione del disarmo è in questo momento oggetto di vive controversie nella stampa internazionale, e il Temps ne coglie occasione per ripetere. ohe per quello che concerne la Francia nessuno può più illudersi In buona, fede sulla sua dottrina in tale materia. a Non vi è campagna tendente ad esigere in modo dinamico e irresistibile la riduzione vera degli armamenti, secondo la formula dell'organo laburista inglese — prosegue il Temps — che possa far smuovere la Francia dal terreno solido in cui si è posta. O la Conferenza del 1932 lavorerà nel senso dei priiu.ipii che derivano dall'art. 8 del Patto della Società delle Nazioni e chi hanno costantemente prevalso a Gine vra, o andrà incontro a uno scacco certo, ciò the sarebbe incontestabilmente grave per lo sviluppo della si tuazione europea ». Da parte sua, il critico navale dell'organo repubblicano crede opportuno ritornare sulla questione della ricostituzione delle forze navali francesi per riaffermare ancora una volta che dopo le concessioni imposte alla marina da guerra francese dopo ciascuna delle grandi conferenze o discussioni navali internazionali — Washington, Ginevra Londra — queste concessioni sono arri vate al massimo delle riduzioni possiti! li compatibili con la sicurezza del paese « La flotta da combattimento doveva raggiungere, secondo lo statuto elaborato nel 1924, le 691.000 tonnellate. Questa cifra è stata spontaneamente ridotta dai nostri negoziatori alla Conferenza di Londra del 1930 a 684.889 tonnellate. E ancora scesa più giù quando sono state stabilite le basi dell'accordo del primo marzo 1931 e non è più che di 670.723 tonnellate. Con una abnegazione che i nostri amici marinai britannici non pos sono mancare di apprezzare, i rappre sentami della marina francese hanno consentito a una diminuzione sostanzia le sul tonnellaggio totale primitivamen te fissato per i sottomarini che è stato ridotto di 1S mila tonnellate e fissato a 81.989 tonnellate. La Francia non ha dunque, nessun rimprovero da farsi avendo dato prova nel dominio marit timo della stessa moderazione che ha mostrato nel dominio degli armamenti terrestri e aerei. Essa rischierebhe anzi se le controversie relative al miglior tipo di bastimento di linea minacciassero di prolungarsi ostacolando realizzazioni urgenti, e se l'Inghilterra e la Francia non potessero ottenere dalla Germania insolvibile la cessazione di lavori rovinosi e minacciosi toine quello dei Dculschland e del suo gemello, di trovarsi in pochi anni pericolosamente indifesa di fronte ad avversari cosi ingegnosi e prodighi come i nostri vicini germanici ». Passando poi ad esaminare il programma di quest'anno, lo scrittore constata che In mancanza di navi di linea, esso prevede la impostazione in cantiere di due incrociatori che rispondono al voto formulato l'anno scorso dalla Commissione della Marina militare della Camera, quando essa invitò il Ministro a studiare un tipo di in crociatoro da 5 alle 7 mila tonnellate per esplorazione e scorta dei convogli, analogo al « Leipzig » tedesco. La impostazione in cantiere di queste due unità mostrò un orientamento interessante della nostra politica di costruzione. Gli incrociatori da 10 mila tonnellate, sempre più rapidi ma senza protezione, ebbero dal 1923 al 1930 il favore pressoché generale. Fra gli ammiragliati vi fu una vera emulazione sportiva: essi tentarono di costruire navi che oltrepassassero di qualche decimo di nodo quelli della Marina vicina. Ogni cosa venne sacrificata alla potenza e alla velocità. Si ottennero così a prezzo d'oro dei veri mostri tecnici racchiudenti nei loro fianchi più di 100 mila cavalli (di che fornire l'elettricità a una città abbastanza importante) capaci di raggiungere favolose performances, fino ad ol¬ tre quaranta nodi come i « condottieri » italiani, ma alla mercè del minimo siluro o di una bordata di calibro medio ». Constatato poi che la Marina britannica è stata pressoché sola a reagire contro questo sistema,, il critico del « Temps » si ; compiace che lo Stato Maggiore generale della Marina francese segua oggi l'esempio britannico. « Giù gli incrociatori da 10 mila tonnellate dei tipi « Dupleix « e soprattutto a Algeria » sono meno rapidi, ma infinitamente meglio protetti dei loro predecessori. I due nuovi incrociatori da 7500 tonnellate resisteranno essi pure al colpo di artiglieria da 155 mm. sparato da 15.000 metri. Essi porteranno 8 cannoni da 155 nirn., tubi lanciasiluri e aeroplani. Grazio alla loro cintura corazzata, avranno nettamente il sopravvento sii tutti gli incrociatori stranieri di equivalente tonnellaggio: « Entreprise », Inglese, di ",.=,<$ tonnellate; « Memphis », americano, di 7050 tonnellate; « Leipzig », tedesco, di 6000 tonnellate. Essi saranno più rapidi dei migliori piroscafi trasformati in incrociatori ausiliari, e saranno, a quanto sombra, eccellenti protettori di convogli e robusti poliziotti sulla rotta seguita dal nostro traffico coloniale ». Non c'è che dire: rome prefazione alla Conferenza generale del disarmo dell'anno prossimo, non si potrebbe far di meglio.