Colpo di scena nell'eredità dei 4 milioni

Colpo di scena nell'eredità dei 4 milioniColpo di scena nell'ereditàdei 4 milioni rrapl e o a Il patrimonio sarebbe già stato diviso — Una lettera esplicativa L'ottimismo del muratore Roma, 29 notte. A proposito della famosa eredità di •i milioni di lire, olio dovrebbe venire ad arricchire un modesto muratore romano, e di cui, in questi giorni, ci siamo occupati anclie noi, l'avv. Giovanni Fornati scrive una lotterà ai giornali, lettera che dovrebbe rappresentare un vero colpo di scena. Da essa risulta che la causa per l'eredità di Giampaolo Campanella 6 stata già decisa, niente meno che nel 180», a favore di numerosi erodi in quinto gra-| do del morto, fra i quali erodi però non llgurano gli attuali attori, i quali invece vantano una parentela col Campanella assai più sirena. Ecco quanto scrive l'avv. Pomari: « Da qualche giorno segno, con interesso e con sorpresa, le notizie apparse[rasui giornali, relativamente alla radiosa'seredità Campanella. Spiego die l'interesse e la sorpresa sorsero subito in me por il ino ni lesto coni tasto, fra le mitizi'.' pubblicato o il ricordo di lunghe ricerche, da me espiriate parecchi anni or sono, più a scopo di con speranza di riuscita, per incarico (ii alcuni clienti, che si ritenevano anch'essi (redi del Campanella. fiè dlaintee cdn_ czi-:i-|hssi adcI precedenti giudiziari ■ Vi duole con la presente di... metterò la pitico nell'orecchio agli attuali presunti .redi ma. sia perchè una eventuale disillusione a lunga scadenza, ponebbe essere ancora più amara, sia por dar loro ii modo di dirigere l'osarne e 10 ricerche su altre documentazioni o. in altro campo, vengo Indotto a riferire quntlto, in mei-ito alla intricata questiono ebbi a raccogliere dieci anni fa. « Riassumerò brevemente fatti, nomi e date. Giovanni Paolo Campanella fu Giovanni Francesco e fu Maggi Vittoria, romano, mori in età di UT anni, il 15 maggio lf-9lì, nella casa di via del Gesù, n. fc.'i. La relativa denunzia di successione, porla il numero 22, volume 2(19, dell'anno 1898. II pretore del secondo mandamento, subito dopo il decesso, appose i sigilli alla abitazione del defunto e, con decreto .11 maggio 1S9IÌ, dichiarò, nella non presentazione di alcun avente Idiritto, giacente l'eredità del Campanella, nominando a curatore, ring. Domenico Muratori, allora domiciliato al corso Vittorio Emanuele,' 315. I « Con istanza 20 maggio 1893, chiedeva j intanto, al pretori: di Fruscali, l'avv. Angelo Ti rolli. amico del defunto, l'apposizione dei sigilli, anche ud alcuni immobili di proprietà del Campanella, siti in territorio di Colonna e di Moniecompatrl. Infiliti, il detto pretore, con decreto dolio stesso giorno, ordinava la richiesta apposizione. Posteriormente, orto Marco Tullio Maggi, con citazione ; luglio 1893, istituiva, nei confronti del Curatore, giudizio di petizione di erodila Simile giudizio promuoveva, con atto .', luglio 1S9I), certa Paolina Bracciaferri. » Il Demanio credette opportuno tutelare i suoi interessi, per il caso di suoi diritti, e il 2ii luglio 1S9:!, faceva dichiarazione di acccttazione dell'eredità e interveniva no! giudizio promosso dalla Bracctaferri e dal Maggi, chiedendo la giustificazione delle pietose degli attori. 11 Tribunale di Roma, con sentenza 7 novembre Is93, ritenuto l'intervento, disponeva il rito formale e ordinava altresì, al curatore, la produzione delle carte di famiglia del Campanella. « Con citazione 28 febbraio 1894, i consorti Maggi e Bracciaferri riassunsero la causa in rito formale. In questa sede intervennero altri presunti erodi. 11 Maggi e la Bracciaferri chiesero che fossero messi fuori causa alcuni degli intervenuti o il Demanio. Con atto 15 febbraio 1S94, anelie (erta Maria Possenti promosse, istanza, per petizione di eredità contro il curatore. Infine, con comparsa 22 giugno 1894, intervenne nel giudizio certo Francesco Capogrossi. 11 Demanio, con comparsa 2 luglio 1894, recedeva dalla istanza, riconoscendo il diritto di succèdere in alcuni degli attori. Tutte le cause vennero d'accordo riunite e spedilo all'udienza del 23 novembre 1S94. La ridda degli eredi « il Tribunale di Roma, con sentenza 14 dicembre 1894, poneva fuori causa il Demanio, i consorti Ferrari, i consorti Possenti o Michele Campanella, lasciando a loro carico le spose sostenute, dichiarando di riconoscere il diritto a succedere e a concorrere nell'eredità Campanella, Maggi Marco Tullio, Fiocini Paola, Fiorini Anna, Carnovali Margherita, Carnevali Virginia, Carnevali Angela, Carnevali Vittoria, Capogrossi Carolina, Fiorini Carlo, Fiorini Domenico, Fiorini Maria. Fiorini Eugenio, Fiorini Alfonso. Ceei Filomena vedova Fiorini, Capogrossi Giulia, Capogrossi Francesco, Lorena Luigia vedova Capogrossi e Luzzi Elcna. « Ordinava di conseguenza al curatore di consegnare ai suddetti eredi la sostanza ereditaria e di rendere ad essi il conto della amministrazione nel termine di due mesi. Per concludere, aggiungerò che, secondo lo informazioni fornitemi allora dagli attuali proprietari dello stabile di via del Gesù, 85, la sentenza ebbe piena esecuzione o i beni ereditari vennero regolarmente divisi fra i numerosi aventi diritto c alcuni immobili, come lo stabile di via del Gesù furono, appena avvenuta la divisione, alienati ». Fin qui l'avv. Pomari. Tale lettera non sembra però destinata a segnare la parola fine nella faccenda dei 4 milioni, (juesto precedente giudiziario, a quanto pare, era ben noto al muratore Ubaldomrpcuriosità, che smtlne i o e a r , ' , i a e e a e le : oe c si ae i : no oei nrò e-1GampàlàSlÙVe af-siio legate.L'avv."EJS è fahio Antoci, che assiste il Campanella i-'ha inviato infatti agli stessi giornali io r¬ bsnvvttmdsdel multino una lettera nella ciuale detto : Una lettera sibillina • Quanto è oggetto della lettera, rifercntesi alla eredità divisa e non divisa di Giampaolo Campanella, era a me noto. Olialo il campo e su quali sostanzee e 'portare l'esame, ben conosco. Non tutto raggiungere il strazia fu la ini con la sentenza del 1S94. Non tutto è liniio. Oggi ho il dovere professionale del silenzio. Se sono rose Boriranno». La lettola del difensore del Campanela ó alquanto sibillina, ma essa lascia ntendere che nuove cartucce sono prone per essere sparate. Posta a vedere so e come è possibile un'azione di rivendiazione, da parte dogli attuali pretendenti, dopo una semenza pronunziata nel 1891. Anche il •■ sor Ubaldo » si è dichiamici tranquillo del fatto suo. Fgli ha dotto che non ignorava affatto la entenza del isti!, che divenne esecutiva olo nel inni. « Chi tutelerà legalmente .-.noi interessi — egli ha soggiunto — avrà sufficiente materiale e documenti dimostrativi Uid diritto mio e dei miei consanguinei. Io ho ferma speranza di mio scopo. La mia dimone improvvisa di no- no padre, che conservava tutti i documenti ». Si apprende intanto he. aneli* altri parenti ili Giampaolo Campanella hanno promosso un'azione, per entrare in possesso di nini parie dell'erodilo, rimasta muova giacerne. Si tratta dei tic-li di tale Vittoria Meloni, che sono as.-istiti lugli avvocati Bruno Casainelli e Finocchi. la pietosa fine di un boscaiuolo Intra, 29 notte. Da alcuni giorni mancava da casa il boscaiolo Donino Allioli di 54 anni, residente a Connotilo, in fraziono Tranume. L'assenza dell'Aiuoli non destava dapprima preoccupazioni, perché sovente egli passava lunghi periodi di tempo presso una sua sorella, che abita nell'alpestre comune di Cannine. Domenica manina, constatando che l'Aiuoli non era ancora rincasato, i vicini di casa cominciavano però ad impensierirsi. Qualcuno saliva dalla sorella, uno scopo di avere informazioni, ma la donna asseriva di nulla sapere, assicurando inoltre che da quindici giorni non lo vedeva. Colti da un tragico presentimento, i famigliari e alcuni conoventi decidevano di iniziare diligenti ricerche n"lìe località boschivo, ove, in ipiesli ultimi tempi, l'AlliOli aveva lavorato. Ina squadra di giovimi perlustrava infatti, nelle giornate di domenica, lunedi e martedì, luna là vasta zona che si stende fra la valle Durala e il collo dei Piallóni, ma tutto le ricerche sono stille vane. Finalmente, starnar no verso le otto, certi Pietro Ragazzoni e Carlo Galloni scòrgevano sul fondo di un bui-ione, profondo una quarantina di metri, il cadavere di un uomo orrendamente sfracellato, I due. calatisi nel profondo abisso, si trovavano inuaiizi ad una massa informe di carne sanguinolenta; accanto ni miseri resti ora un paio di scarpe, che i due non esitavano a riconoscere di proprietà dell'Aiuoli. Il corpo dell'infelice era ridotto in condizioni spaventose. Entrambe le braccia rosicchiate in più parli, il naso (piasi completamente scomparso, la tosia un vero nido di vermi e di insetti di ogni genere; la faccia orrendamente sfigurata incuteva orrore. Passato il primo momento di raccapriccio, i duo montanari scendevano a Canuobio ad avvertire i carabinieri, che si recavano subito sul posto. Le circostanze nello quali ò avvenuta la tragica fine del povero boscaiolo sono slato ricostruite cosi: l'Allioli, mentre slava raccattando legna sull'orlo del burrone, sarebbe scivolalo nel vuoto, dopo aver ribaltato a più riprese sui macigni sporgenti dalle pareti del precipizio. L'infelice si abbatteva gravemente ferito al fondo del burrone; qui l'Allioli ha avuto ancora la forza di togliersi le scarpe e di trascinarsi carponi verso un torrentello, forse con l'intenzione di lavarsi le ferite. Le sue invocazioni di aiuto non hanno potino ewsere udite; cosi egli è stato costretto ad attendere la morte, che non ha dovuto tardare a toglierlo dalle sue atrocissimo sofferenze. L'esame del cadavere ha permesso di constatare che la morte doveva risalire ad almeno 5 giorni. Particolare pietoso: entro una scarpa déll'AUioli b stato trovato un higlietio sopra il quale si leggono distilitornente alcune frasi monello, scritte con il sangue: « Ho faine, mamma aiuto, muoio ». devivgilamSechcetienodi strnostaimlapodechlevasesuceanvigilindempochtutiagdmcatatrqputiadndrccteddrfttllzlnretptdeprplQrtacep

Luoghi citati: Intra, Roma