La scoperta di una banda di falsari

La scoperta di una banda di falsari La scoperta di una banda di falsari I pezzi da 20 lire - La fabbrica a Torino e una succursale in provincia di Catanzaro - Quindici arrestati, tra i quali parecchie donne aMtaags Un'intera banda di falsari, composta di quindici persone d'ambo i sessi, choperava su vasta scala nella nostra, città e aveva afllliati in località dell'Italia meridionale, è stata in questi ultimi giorni assicurata alla giustizia. No^^ 111 «luesta operazione, della PoJj7.,:i)i R f;,Uo ,,„,, ,,, lill)0,ioPe dillit.m iIul;iKÌnj ,)anno portat0 „„„ Solo alrarrest0 (lel rulwir, niil alln SCOperta dell la fabbrica di monete false e, conseguentemente, al sequestro di tutto il materiale in essa esistente. Magnifici pezzi da 20 lire Da parecchio tempo, nella nostra città, era stata notata un'inflazione impressionante di monete false da vutiliire. Oneste monete, che venivano messe in circolazione da mani ignote, erano fabbricate eon grande accuratezza presentavano nel loro complesso, tutte caratteristiche, suono metallico compreso, delle monete vere. Avevano unmolo difetto: quello cioè che dopo un Po' di tempo che circolavano, al contallo delle mani, perdevano la loro lucentezza e rivelavano il vero colore demetallo in cui erano state coniate. Questo fatto però, come ò logico supporrenon preoccupava gran che i falsari quali, quando le monete non erano piin condizioni di poter essere esibiteavevano già raggiunto appieno il lorscopo. In seguito a dentinole sporte da commercianti a vnrii commissariati di P. Sin questi ultimi mesi, erano state eseguite indagini sugli spacciatori di monete false e più di una volta erano state arrestate donne, le quali erano poriuscite a dimostrare chiaramente loro buona fede. Però non tutte questedonne che avevano esibito, speclalnieiite nei negozi di generi alimentari, monete false da venti lire, erano estranealiti losca faccenda. Alcune di esse erano infatti le mogli degli stessi falsare lavoravano d'accordo coi mariti. Glagenti incaricati, di eseguire indaginsu di esse, erano stati abilmente trattn inganno dal fare disinvolto e dalla franchezza con cui esse rispondevano agli interrogatori inquisitorii. Intanto la circolazione delle monetfalse andava aumentando di giorno irgiorno. Quante ne erano state fabbricae dalla banda dei falsari'.' Non era facile rispondere, sia pure approssimativamente, ti questa domanda. Si parlava di parecchie migliaia di pezzi da venti lire, coniati a più riprese, per ivalore di olire un milione. Il bandolo della matassa insistendo nelle ricerche l'Autorità giudiziaria perveniva, dopo grandi dificoltà, a trovare il bandolo doll'ari'uffatti matassa. Ma sopratutto, per smugere ad acciuffare la banda al compieo e togliere agli afliliati la possibilitài| poter continuare la fabbricazionclandestina delle monete false, occorreva agire con cautela e seguire, passo per passo, senza nulla lasciar trapelare, le mosse deidi individui sospettiMentre nella nostra città, che era icentro della banda dei falsari, le indagini proseguivano, a Sovernto, in provini-in di Catanzaro, i carabinieri facevano irruzione in una cusu dove si fabbricavano monete false. L'inchiesta condotta rapidamente dal comando di quela stazione dei carabinieri, portavaiisegiientemente all'arresto di novepersone, fra uomini e donne e al sequefra no ti i ini e donne slro. olire die dei materiali e attrezzli lavorazione, di un pacco di corrispondenza proveniente da individui resldenli nella nostra città. Questo parScolare indusse i carabinieri di SoveLat0 M credere che i falsari colà arreL(nlj r„SM.r„ ,„ rapporto coi falsari della nostra città, e a mie scopo fornivasuccursale di quella di Torino no alle nostre autorità, preziosissime Indicazioni. fili arrestati di Soverato, sottopostad interrogatorio, mantennero il niù assoluto riserbo, e. soltanto qualche tempo dopo l'autorità di Polizia fu in grado di stabilire con matematica precisione, che la fabbrica di monete fal~e di Soverato non era altro che unaIndagini difficili nuenza A questo punto Le indagini, nella nostra città, peranto continuarono. Diversi nuovi elementi vennero raccolti finché l'autorià, un bel giorno, ritenne che fosse giunto il momento di tentare un soprauogo. Ma il primo sopraluogo in una casa del centro ebbe esito negativo. In una stanza vennero rilevate tracce depassaggio dei falsari, ma questi, forse ntuendo il pericolo, avevano cambialo sede. Un secondo sopraluogo in altra località, un terzo, ebbero lo slesso risultato. I falsari, per non attirare i sospetti della polizia, con tutti i loro atrezzi e materiali, cambiavano con freia loro sede. perchè il lettore a e - - o a ijpolizia e e n comprenda con q ailità i falari potevano trasportare il loro laboratorio, 6 necessario rilevare che gli attrezzi occorrenti alla- fabbricazione delle monete false da venti lire non sono molti e affatto voluminosi e pesanti. Alcune forme di gesso, ferri di rifinitura e zigrinatura, acidi, antimonio, slagno e altre leghe metalliche. Il tut1o può comodamente, essere contenuto in una valigia. La sorpresa in via della Misericordia n n uel ee, i ù e, o mS. eoa-jg i a te ioe ; i i i a o e r. a l à à e dato la succursale a Sòveriitb. Così, co-1e .- ti .. •!•*».;.„ ;,. „,,t,i gli arresti avvenuti a 1 orino in questi giorni, 6 stata troncata completamente la Criminosa attività dei fabbricatori e Ispacciatori di nieiiete false. |L'Autorità giudiziaria era giunta ad identificare il capo dei falsari nella persona di tal Garofalo, ex-maresciallo di e due donne, certo Giuseppina ■\verna e Rosina Fiandaco, le quali si recavano nei negozi a spacciavo le monete false. La Giuseppina Avermi era la moglie del Garofalo e la Rosina l-'iandaco di un certo rag. .Messina. Costoro vennero sorvegliati attentamente. Lssi erano soliti, in questi ultimi giorni, a riunirsi in una casa di via Misericordia e insieme con loro si riunivano anche altre due donne. Fu appunto durante una di quelle riunioni che l'Autorità giudiziaria dispose per un ultimo sopraluogo il quale portò alla cattura dell'intera banda e, come ab biamo detto, al sequestro di tutto il materiale di fabbricazione delle monete false. E' risultato ancora che i falsari da qualche anno lavoravano nella nostra città col sistema che abbinino detto e soltanto ultimamente, constatando chi affari andavano bene, avevano fon Oste che truffa 10 mila lire a un operaio in cerca di lavora j Un operaio, certo Gavotto. abitante: in via Gioberti, trovandosi da qualche tempo senza, lavoro, sl rivolse per trovare un'occupazione, ad alcuni suoi | conoscenti i quali gli consigliarono di I recarsi da un negoziante di vino in | piazza Giirducei 171, certo Umilio llarI bero. Il Iturbei'o accolse molto corte.-c. j melile l'operaio che gli esposo il suo ; caso e, dopo alcune domande su quello che sapeva lare, gli disse di ripas-| sure il giorno seguente che gli avreb-j | be dato una rispósta in proposito. | Infatti, il Gii lupo, e il Barb • •ito ritornò ;1 giorno :.i, fattolo accomodare!o . l -' sq0SSI a disse: e | L'irnpli -1 lire e me le 11 giorno conti di persona di e offertogli un lm-li tenne, press'a poco I nel retrobottega chiere di vino, ; questo discorso : — Ho cercato un posto per lei e credo di averlo trovato. Però occorre che lei faccia un pi colo sacrificio mer i sborsare una certa somma di denaro l che, chi le offre l'impiego, desidera a , tiiolo di cauzione. Naturalmente, nei j suoi riguardi, quésta somma sarà garantita e il giorno in cui lei intendesse Idi cambiar padrone, le sarà restituita. I L'operaio, dopi' aver attentamente a| scoltalo l'esercente domandò quai'era i la somma che occorreva, i — Dieci mila lire — rispose il BarI Siero. 1! Gavotto demandò ancora se non era possibile ouenere l'impiego con una cauzione più piccola, ma l'oste il ca/po e a mo' di conclusione i ¬ - e i ù e n a e a n l go c'è. Trovi le diecimila porti. seguente, l'operaio fece i i suoi risparmi, si recò da uà 'onoscenza a farsi presiaro quanto gli mancava a raggiungerò le diecimila lire e alla line, soddisfallo, si reni dal negoziante di vino: - - Ecco il denaro — gli disse. 11 negoziante lo prese, lo contò e lo mise, nel cassetto: — Va bene, concluse, ripassi fra urna settimana. Il Gavotto ripi-sò una settimana du po, ripassi! anora dal negoziante il quale, sempre con nuovi pretesti, temporeggiava. Alla Une l'operaio sì convinse di esse, re vittima di uh truffatore e. dopo aver inutilmente insistito del Barbero per ottenere in resinazione de! denaro, si recò a sporgere denuncia al commissariato di P. S. della barriera Nizza. Qui il commissario cav. Rossetti ordinava al maresciallo Traverso di eseguire le indagini del caso. 11 sott'iifflciale, dopò aver accertato 11 fatto, .procedeva all'arresto del BarlKsro il quale veniva invia, io alle Cnn cri Giudiziarie e denunciato per truffa. Orario della linea automobilistica

Persone citate: Garofalo, Gavotto, Rosina Fiandaco, Traverso

Luoghi citati: Catanzaro, Italia, Messina, Nizza, Soverato, Torino