Di Paco, con una irresistibile volata, conquista a Metz la sua quarta vittoria di tappa

Di Paco, con una irresistibile volata, conquista a Metz la sua quarta vittoria di tappa IL <3/R0 CICLISTICO DI FRANCIA Di Paco, con una irresistibile volata, conquista a Metz la sua quarta vittoria di tappa (Dal nostro inviato>-— Metz, 23 notte, ^Nella gabbia dell'ascensore che ci po. \fa alle nostre camere. Di Paco mi con Ada: — Sono tanto contento di Questa vittoria! Ci tenevo a vincere questa tappa più che a vincere il giro. E lei sa perchè.„ TjO sapevo bene. Lo sapevo perchè ero stato testimonio di una scorrettezza, di una grave infrazione commessa da certi corridori ai quali una giuria manifestamente parziale e ben decisa a non toccare i beniamini delle folle francesi ha assicuralo l'Impunità. Ma cominciamo col raccontare i fatti. Si era giunti fin oltre Nancy, cioè a una cinquantina di chilometri dal traguardo, senza che la corsa avesse offerto episodi interessanti, coinè apparirà dalle note di cronaca dedicate a questa più lunga ma meno importante parte della tappa. Ed ecco aprirsi una fase nuova, tutta diversa dalle precedenti, elettrizzante quanto quelle erano trascorse vuote e pesanti, una serie di einozioni che ci tennero quasi un'ora coll'animo sospeso finché ci fu dato di gustare l'ebbrezza della gioia per il trionfo più netto, più meritato. I comodi sistemi di Leducq e Pelissier Sulla si era messo alla testa del gruppo ancora al completo e lo trascinava a- un'andatura sempre più sostenuta, il risultato di quella sgroppala dell'austriaco fu un allungarsi della colonna che però sì sgretolò soltanto quando entrò in scena, con non minore decisione di Bulla, Marèchal, Una fuga in piena regola operò Marèchal e, se il tentativo, come i precedenti di questo giovane atleta che dolio aver tanto promesso nulla mantiene e non procura che amare delusioni a chi volle credere in lui, ebbe la durata e la consistenza di un fuoco d'artificio, servi tuttavia non solo a far perdere contatto a una decina di isolati, ma a dare lo spunto ad altre e ben più fruttuose azioni del genere. Marèchal veniva ripreso da Thierbach ma era ormai chiaro che alla sonnolenza durata così a lungo era subentrata l'irrequietezza e che oramai si era in piena battaglia. Un passaggio a livello chiuso fermò tutto il seguilo proprio nel momento meno opportuno. Quando si ebbe la via. libera si trovò il gruppo nettamente frazionato. Si rimontarono successivamente un estremo plotonci.no in cui erano Gremo, Catalani, Pancera, Metze, Siegel, Lamb e cinque turisti-routiers stranieri, poi tre assi belgi, poi il gruppo di ventitre uomini e infine si giunse su i.edueq e di Paco che erano fuggiti e avevano trecento metri di vantaggio. Avvicinandoci ai due fuggitivi, chi scrive, il collega Orlandini e il giornalista tedesco Riess, tutti sulla stessa vettura, videro Leducq ben piazzalo dietro una automobile mentre Vi Paco, che si era nettamente scartato per non seguire il cattivo esempio, protestava a gran voce. Portatici di fianco a Leducq gli dicemmo ben chiaramente che avevamo visto ed egli incassò senza opporre la minima difesa. Dovevano aver visto anche i passeggeri imi giornalista e un fotografo francesi) di una vettura che si era trovata là come la nostra in tutta questa fase, ma naturalmente quei signori non videro. Cosi come due commissari su due diverse vetture ufficiali non vedranno Pelissier, che aveva intanto staccato il gruppo più numeroso dopo che si era disgregato riducendosi a sei uomini {Pelissier, liattesini. Pesanti, Rcbry, Oppermann e Dulia), commetterò lo stesso fallo, e cioè restare per un buon tratto dietro un camion. Anzi, uno dei su non lodati commissari, ribatteva i vostri rilievi, pur misuratissimi, con l'affermazione che Di Paco si era fatto allenare da una motocicletta! Chi aveva visto l'infrazione di Di Paco? Non certo colui che parlava perchè egli non era stato col toscano dal momento in cui egli e. Leducq erano fuggiti. Una pura invenzione, una calunnia dunque che basterà a darci una idea della serietà di questa giuria. Ecco chi deve amministrare la giustìzia del diro di Francia : chi nega quello che si svolge sotto i suoi occhi ma che afferma invece quello che solo imagina la sua fantasia anti-italiana! Come si può avere fiducia in questa gente? Il bel successo del toscano Altre automobili si. trovarono sulla strada e Pelissier non mancò di approlittarnc finché riuscì a raggiungere Di ['aco e Leducq. il toscano aveva risto, volgendosi indietro, in guai modo Pelissier era venuto fin là e sfogò la sua indignazione in una furiosa sgroppata. San era certo questa la. condolili più conveniente per lui contro due francesi temibilissimi in. volala e naturalmente. alleai, a, suol danni. DI l'uro sembrò emersene conio e lasciò che Ledueq\nnedsvsuidqntfgcgflfgrzrdfFDleibzorcciMqfdevszrCimpztfidsidcpaitMssslhbfpdcb\apassasse al comando. Ma ecco il tostavo tirare di nuora rabbiosamente, Egli, cercava evidentemente di. staccare i due francesi. Ma non. poteva essere ditticilo a chi sa slare, cosi bene nella scia delle vetture, seguire la ruota di Di Paco il quale, vista, l'inutilità dei suoi sforza generosi, redette il comando a Pelissier. L'andatura del terzetto calò di colpo e si potè cosi vedere, quando non mancavano più di sei chilometri al traguardo, sopraggiungere il. gruppo che era guidato da lìcbrg e Démuysèrc e nel quale, erano Pesenli, Cremo, Orecchia e Ilatteslnl con Magne e altri venti. L'arrivo in gruppo era ormai inevitabile e ci portammo al traguardo che era fissato sul rettilineo di un violone. Località ideale e ordine perfetto come per /ulti gli arrivi su strada di questo Giro. Apparve il gruppo e una maglia italiana era in t/'sta; era Di Paco che, ammaestrato dall'esperienza della volata di ieri in cui si trovò chiuso, aveva mantinto al comando Orecchia a Ire c.hìlomelit dall'arrivo e, da lui condotto fino al punto giusto, si era. portato poi decisamente in prima posizione. Aveva Di Pu- snldctpmtsAieadveepl,'ero iniziato troppo presto ti suo sforzo'.' clo tememmo per un istante perchè siIrvidero avanzare Pelissier e Stoepcl vil-\niiaccioslsslmi e parlarsi all'altezza di Ut\r.Paco. Ma il- toscano risponder,, vìgoro-\{a.-(.unente ali attacco e palerà mantenere] iuna mezza macchina di vantaggio sJ^ ^tedesco e su » Charlot » che finivano \Quasi sulla atessa linea. . chilometri e per eli. ,„ r,,„„ sem tf\c nHc mila di temibile dunque. Quel nome è tutto un programma che viene eseguito a puntino. E tutto andò come doveva andare. Appena si cominciò a salire, Faine Costernazione profonda e palese dispetto dei francesi ai quali, era rimasto in gola il. caro nome. Era invece quello di Di Pano che risuonava altissimo perchè la numerosa colonia italiana di Metz era largamente rappresentata all'arrivoQ. E furono omaggi di fiori, abbracci frenetici a Di Paco e Pescati e a tutti gli altri; e fu. tutta una serie di dimostrazioni in omaggi-) ai corridori, dopo l'arrivo e per tutta la serata: centinaia di italiani che si raccolsero e stazionarono per ore davanti all'albergo dei corridori, acclamando e applaudendo, finché questi si mostrarono alle finestre accolti da imponenti, interminabili ovazioni e dopo pranzo un ricevimento ad un caffè italiano con l'intervento del vice-Console, dei dirigenti del Fascio e della sezione combattenti. La sesta vittoria di lappa degli italiani, che si sono portati alla pari dei francesi cosi come Di Paro divide ora con Pelissier il primato con quattro successi, ha avuto la più degna celebrazione. Restano ora da narrare le fasi di corsa che precedettero quelle già descritte, non prima però di avere ricordato alcuni particolari del soggiorno a Colmar. Elevata per la prima volta all'onore di ospitare una tappa del Giro di Francia, Colmar ha voluto e ha sapulo esserne perfettamente all'altezza. Un esempio fra i tanti: i giornalisti trovarono all'ufficio postale, una sala stampa approntata per l'occasione con una ventina di tavolini e di apparecchi telefonici e furono facilitati in modo che poterono svolgere il loro compilò in condizioni ideali. E fu per lutti una lieta sorpresa date le scomodità e le difficoltà che prima di ieri avevano quasi costantemente accompagnato il nostro già per se stesso gravoso lavoro. Teniamo pertanto a segnalare il cortese efficacissimo interessamento dei funzionari, postali di Colmar nei riguardi delia stampa. Anche i nostri corridori dovranno conservare un ricordò particolarmente gradito della sosta a Colmar per U affettuose accoglienze dei connazionali là residenti. Ieri all'arrivo i corridori furono ricevuti dal signor Aimeri, Segretario del Fascio locale e da signorine con fascic tricolori. Dopo il pranzo i corridori furono invitati, al ristorante dal signor Lucchini, Presidente della sezione combattenti, dove fu offerto lo champagne, s il segretario del Fascio di Moulhouse e il Presidente del Dopolavoro di Colmar portarono il saluto ai nostri atleti attorno ai quali si erano raccolti numerosi connazionali infine fu consegnata ai corridori una buona somma, frutto di una sottoscrizione fra gl'italiani di Colmar. Siamo ritornali alle partenze a tarda ora dati l percorsi brevi, ma, per la regione abbastanza, settentrionale in cui ci si trova e i recenti temporali che hanno rinfrescato la temperatura, il fastidio è assai meno grave che nel Mezzogiorno. Anzi, questa mattina, quando lasciammo Colmar per quanto fossero già le 10 la temperatura era deliziosamente fresca anche perchè si era sotto l'ombrosa cupola di un bel viale alberato. Omaggi a Magne Prima che si partisse una graziosa signorina nel pittoresco costume alsaziano rosso col grande papillon nero recò l'omaggio e il saluto augurale di Colmar a Magne e la scena si tradusse in numerose fotografie e in parecchi metri di pellicola. Ieri sera si era sentito parlare di partenze separate, ma Queste intenzioni, se pure vi furono, non si sono tradotte in realtà. Ed è anche ben difficile che lo possano essere in seguito dato che fra le due categorie c'è anche sproporzione numerica: contro 28 assi i (urisH-roulìers non sono che quattordici. La tappa ebbe un inizio brillante con una buona sgroppata che ci fece passare al volo attraverso villaggi con] antiche costruzioni e con le nuove pure integralmente fedeli alle più tipiche tradizioni dell'architettura alsaziana. Ma'presto Vandaiura" dìminul.~'~Era\stalo raccolto l'invito di quella bella strada, asfaltata e ombreggiata, ma ora si pensava che era vicina una, salita: l'Ultima del giro, il. Col du Ronhnuimc, un nome che non potrebbe essere più in carattere con le funzioni della salita e con la sua portata. Sì. chiude la, serie delle difficoltà di cui questa prova massacrante è tanto gravala e sì chiude blandamente. 11. colle sulla, cresta de! \ osai sflora i mille metri ma vi si arriva facilmente con un. dislivello ili si curò di prendere il comando impoMnendo un'andatura tranquilla, secondoila tattica a cui i francesi si attengono da Luchon in poi. Magne era. sulla ruota del « topo » che in questo Giro è stato soltanto a tratti, all'altezza della fama di arrampicatore guadagnatasi l'anno scorso ma. che ha tuttavia dato prora di molta buona volontà e in più di un'occasione è stato utile per il suo capitano. ,A un certo punto fini che Magne era in testa davanti a Demuysère e Pesenlie per un attimo si potè pensare che si accendesse lo battaglia fra i tre leaders del aro, ma ta previsione non si a,- vera. Q'ul ritrovarsi di Magne, Pesenli e Dt'niuysère a capo del gruppo non ebbe che un valore simbolico: i tre 2primi nella classifica erano primi sul- l'Ultima salita. Così sarebbe stalo bene ,„c fosse anche sul culmine. Ma invece. $era primo Demani che è molto giù in %classifica. Nella scìa del modesto tu- ur/«(a-rontlcr si trovavano ben 36 nomi- 3ni perchè soltanto quattro Isolati e 1r.qml> erano staccati Scendendo verso 1{a ralle della Meurtlu il gruppo restò Mininili, s7 frazionò invece in «ti tmiin ì^Xd^ l o i. l e e e Bulla inscenò un'azione, che sorpreseito lo o di lb e di i, a: e rule ienti i. i, nn cadi ero re nsn oa n hi o ò a le o il o. rei io te fli ri eonoe fel el asi i a ria a n li a, el a, o a si el a ao i e hi i no fo e i re e n] e e a. i nostri che si. trovavano in posizionearretrata. I belgi, accortisi dell'assenza degli itoliani, condussero forte a nevenne che al passaggio per Saint-Dio (56 chilometri in. ,! ore e à minati) ilaresi era approntata un'organizzazione in grande stile con uno straordinario apparato di gendarmi, il. gruppo era largamente disseminato. Pescali, Di PacoOrecchia e Haltesini erano cogli altra 500 metri, dai fuggitivi tra i quali snotavano Magne e Demuysère. Cremo era in un terzo plotone. Il torinese è afflillo da un disturbo ai piedi, mollobanale e comune per la fatica dellelunghe corse a tappe. Egli si difende e lotta bravamente con la. sua solita tenacia, ma nei momenti di battaglia strova in difficoltà e deve fare appello a tutta l'energia di cui è tanto dotato per resistere. Orecchia, DI Paco c. liattesinsi prodigano cosi efficacemente, per Pescali e in cinque chilometri lo ripor tarano tra i primi. Poco dopo ricomparve anche Cremo che aveva dovuto compiere da solo l'inseguimento, i.a calma si era itstabilita e durò a lungoSi era lasciata l'Alsazia e con essa le montagne, i boschi e il fresco. Ora isole scottava e ce ne accorgemmo quando tutto il seguito dovette fermarsi davanti alle sbarre abbassate dun passaggio a livello a Iìaccaral, celeore per le cristallerie. Questo violento ritorno del. caldo sembrò che avesse spento del tutto quepoco di volontà combattiva che può ancora esistere verso la fine di un giroma quale smentita doveva poi venire In seguito con l'appassionante finale di tappa! Attraverso pianure, sterminate, appena segnate dì lievissime gibbosità, sempre seguendo il carso della Mcurthc gonfia d'acqui a, filo dei pratila gara continuò a vivere la sua storia monotona e sbiadita. Si passò per Lunevi.lle dove, si notò grande folla per le strade e alle finestre. Si era in gara da tre ore e 40' e si erano fatti 108 chilometri. Più di 29 allora, ma la tappa passava desolatamente, vuota. Si entrò in una regione intensamente industriale; camini fumanti, la Mcurthc e canali utilizzali per il. trasporlo deprodotti delle fabbriche. Un'ora prec.isa per i 28 chilometri da Luncville aNancy. Si traversò l'intera città tra fileininterrotte e foltissime, di folla eai più oscuri isolatsobborgo di Maxevillc si passòPaco a Pesentl partecipò alla divisione di quei calorosi applausi Nel davanti alla fabbrica di una birra bennota. Un furgone carico di bottiglieera alla porta, e Catalani vi diede arditamente l'assalto, imitato dai compagni di categoria. Il furgonista ssbracciava e strepitava per opporsi a quell'irruzione. Ma la gente prese rumorosamente le parli dei corridori, c il zelante custode fu subissato di urla e di fischi. Gli » assi » vollero distinguersi anche nei gusti dai furtsfi-routiers, c si«m'irono a un carro di gazose. Gremoaveva preso un bottiglione che. ballonsolava paurosamente in una delle ta-scile posteriori della maglia. Fortuna Birra • gazzosa... € assi » vollero distinguersi tam.cnle restò al suo posto, e Cremo potè portarlo a destinazione, cioè a Pesenli, col quale lo divise da gregario devoto. Ah se la squadra italiana avesse avuto più di un di. un Orecchia! Gremo e più.Si sctft/t ancora la Meurthc fino aliasua confluenza nella Mosella, e fu poigaesto fiume chc ci accompagno finoall'arrivo, /.ambiava intanto la naturade! terreno, un susseguirsi ininterrottola sfacciata parzialità dei commissari, a\c,mlrn u',m un'atmosfera di malcva di collinette, e cambiava pure total-mcnlc ia flsonomia della corsa. Doporinatte ore di marcia spedita ma seni nre a contatto e7counà^rie d//i/XIdi caci e tornante e™ diedra e ai cuccio lunoonae eoe auai.ro unnlmo. travolgente a questo finale dalquale doveva sbocciare la più bellaritloria italiana per merito del piabrillante, di questi nostri intrepidi a-fleti che combattono la più dura, (apiù difficile delle battaglie contro av-versari valorosi e altri sleali, controa a : ne a e e ! i i lenza e di ostilità dettate da meschini livori. E giamo di vittoria anche oggi, di vittoria onesta, chiara, luminosa, e togliamo essere generosi perchè qitc sto e il dovere di chi ha vinto. r>imcntieliiamo per stasera. VALDO COTTARELLI. L'ordine di arrivo I l»I PACO RAFFAELE, in ore 6,ii»; ì. Sto- pel a mezza macchina; :;. Pelissier; i. Rulla primo dei tuVisti-Ti)//.licrs'; •>■ Devaele; t>. Bernard; 7. exacquo-. Demuysère, Vervaecke, Scliepers, Ituttesiiti, Orecchia, l'esenti, oppermaun, l'ipoz. Buchi, Thierbach, Metze, t'ieyer, Buse, Sieronskl, Maglie. Bonoit l'aure. Leducq, Peglion, Favoile, Lamb, Siegel, Cremo, Pancera,oM^^ ButtaKi' «^W.1 oiVan'wiciVt G,v':i'il''; 34; Vonot CSltesr-o » a o . S5. ISrugere ili.; :t(j. Francois Henry C,2ù'a2"; :it. Guirumand li.iti'S": :is. Mauclair C,27'59"; :«>. Goedhuys I5,3I'D5"; ili Catalani id.; -il. Bayard 6,37'33"; il Van Gotenbruele G.il'iC". La classifica generale I" Antonino Magne in ore 150,44'H"2» Pesenli hi 130,49*42"; 3° Déniuysùre ,in 150,f>7'10"; 4" Devaele in 15l,16'32"; :7> a Péglion]51,3l'45";(5oVervaeke15l,30'50"; i''' Rebry I5l,:tl'5": 8" Cremo 151,44*3"; n° i £«*«« liX>^&,À£? \r,f,,z,n '2M!'.50"* 11° s ?'Jie^ch,'*?'Li. ?° Bm'l"»-. .00*17;*; - h" i Bulln 152,5*21"; 17° Pancera 152 iv.VY'n 18° Di Paco 152,18*41"; 10" Buse 152,10*0*'; e 20° Pipoz 152,23*6"; 21° Geyer 152,23*52"; - ■?,i'',',f,"^hlc.1V2*~''35v. s'oepel in e «§» ^',* e. $» fcglfa mSw'Tì^il^i^ n %sa£i'iVM 86» Ctttàlànl lt&33'Se": 80» Bar- unni tr.:!,2f.".f.": Van viersl là:i 3:."ii> '• - 32° Henry 153.48*38"; 33° Bajard in ore e 153,51*35"; 34° Burgèro 153,54'IC"; 35" Veo 1101 ,'r,',-1'"~' : :ìl'" Fayolle 154,11*55"; UT" ò M^tói n ì',"'„L'r .'i,:,.'-»-.,.. .,„,. ,.- -, I55-.1243"; 3t*» Goedhuys in19° ilatteslnl 151,26*21"; Hi" le 150,1'22'; 12" Lamb 15ti,2'3S" 1

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