Rondini

Rondini Rondini | dBisogna sentirle destarsi al primo' vi.w.molìo di biancore, con freschi e vradi balbettii di bambini assonnati al srisveglio! Non strida: e un sillabare tgonfio di sonno, un pigolìo sommesso mda cui emerge a poco a poco, come da' cuna buccia pesante che si fonde, si| lscartoccia e cede al turgore della fio rita, l'asprezza di un trillo: un ri dtchiamo buttato incontro al primo rag- sgio di solo che sveglia foglie c fiori tdal sonno notturno Il— Buon giorno! — Buon giorno,',grande sole ancora impigrito in un «polverìo di nuvole rotte! io sono de-! 1sta c do la sveglia, e spiego_ J'ali, rcosi, e vo' da filo a ilio, da grondaia a grondaia ! Al richiamo risponde un altro richiamo e i trilli e le voci si susseguono, si incalzano, si corrono incontro, infittiscono e a poco a poco si confondono in compatti stridii coinè freschi grappoli canori. Cinguettano j dmmaa! lV, , scosi, e onoraictte che vanno al lavoro,i ,■ , , ... . ... , 'Isliete perche al mattino tutto ha sa-'-. v . - jporo d inizio, e si può raccontarsi trame d'amore, storie di baci e di sospiri, perchè poi — come il vento disperde ì pelali troppo odorosi che . ~* . ,. . ,ii . , ì fiori, grevi di dolcezza, hanno la-|sciato cadere come parole d'amore, mhla spensieratezza dei ventanni no dissolverà, folleggiando, ogni eco tDice, sul filo della grondaia, lai rondinella all'acerba compagna: — Verrà! Mi fa la corte. Mi ama. Bisbiglia e fa le piume grosse e mi guarda piegando la testa sull'ala. Dice la rondine madre: — Bella giornata ! Adesso metto ili ordine il nido e poi vado un po' a cercare il pranzo. Bruchi ce ne sono, ma con questa stagione anche noi madri, siamo tante. Ed io ho quattro becchi da sfamare! — Quattro: puntuti, aperti, strillanti, forno torno il nido, sotto la grondaia. Dice, all'orlo del vecchio nido cui tutti gli anni è fedele, la vecchia ron- dine: [— C'è qualche nuvola, là in fondo ■ e, rivolt a a un nido vicino : — Volare basso, piccini, ma non troppo. No troppo alti sin che le ali sono incerte, nò troppo bassi sin che l'astuzia non è aguzza! Rondini, rondini, rondini che, saettando, aguzzano le loro strida e , | • ti- 4- ' J 1' tagliano d aspro stridore i azzurro, r.ni«© nnn nnafri elio «an nrln nrlnsi la- come con nastn cne snodandosi, la- sciano nelllana una verde scia da-,sprezza e, facendoli scorrere^astratti ne riprendono e rincarano con ritmo incalzante e ne affilano la punta: nastri che scorrono paralleli, o s'incontrano, s'inseguono, si sormontano, s'annodano tramando rabeschi e ghirigori sottili per l'azzurro, pur senza aggrovigliarsi, mantenondo tra archi, punlc, sinuosità e saette, una nitida trama di freschezza. Oltre lo stridìo delle rondini, seni- pio gaie e d'accordo fra loro, scoppia, bassa nel folto del fogliame, una lite di passeri: cinguettìi aggrovigliati epalpiti di foglie scosse. Poi qualche silenzio. Tutto tace sui rami; e affioradall'intrico delle foglie il chiaro, ter- su cinguettìo dei passeri, cui rispon-dono altri cinguettìi, m coro, e cuila tratti rispondo anche quel trillare sommesso che gli uccelli arruffano a. sommo del petto e che vibra.come uncanto a bocca chiusa. I richiami ac-colerano, si corrono incontro, ma non si confondono, ed e un chiamarsi e rispondersi tra ramo e ramo, tra.al-boro e albero, mentre le rondun si chiamano da grondaia a grondaia da filo a filo del telegrafo e, se scen-dono basso, non pesano, ma volanoa fior di terra, ghermendo piume, fuscelli c prede, a volo. Intanto qual che passero saltella di ramo in ramo, c ogni ramo sussulta; e quando il tassero trilla via dagli albori in fiore,mentre la rondine saetta fendendol'aria con la punta del suo strido a.cuneo che apro nell'aria il letto a.' quell'aspra freschezza c ne sparge la 6cia fluttuante che. a poco a poco si perde per l'azzurro, pare che un poco del bianco dei ciliegi e del roseo dei peschi si diffonda per lo spazio da quella stria di freschezza che lo riga, e su cui l'azzurro richiudo le sue .onde come il mare sul solco che la chiglia incide. .Rondini, rondini, rondini per il meriggio affocato, sotto il sole avvampante d'oro. Per il silenzio largo che n come una pigrizia della terra in fiore che si dilata, bionda e odorosa, nella gioia di esistere, persiste — sola freschezza, — il picchiettare tenace di cinguettìi gonfi, più sommessi forse, più lenti, quasi riscaldati tra lo piume, perchè la loro asprezza non contrasti con l'oro accecante del meriggio, mentre la rondine che pare senta quel che di solenne, di grandioso, di statico quasi, che c nella caldura del meriggio, dirada In sue strida. Qual. che trillo a fuso. solo, isolato, acuto. Qualche pigolìo basso: subdolo, sfuggente. Poi, mano mano che il solo scende, fermenta e s'alza un crescendo di strida nell'inquietudine delle rondini che seutouo la sera: e il giorno è ancora aceecante d'un polverio d'oro che imbiondisce l'aria di giovinezza ma quell'oro vibra dell'irrequietezza di tutte quelle ali puntute e frullanti e di tutte quelle strida ansiose. Pare che lutto le sere la rondino sia punta dalla malinconia del giorno che sfug ge, e si dibatta nell'ansia di qualche cosa che tramonta; e forse quel suo volare smarrito ò angoscia della notte: il tremore di fronte all'ombra che già ella sente salire dalla terra incontro alla sera. 'Lo stridìo delle rondini, la sera riga il cielo di aspre strio, dissimilda quelle del mattino: come grida dnaufraghi per il silenzio dell'infinito Si ubriacano di spazio le rondinibevendo l'oro fluido che persistp nell'aria, ed c come una sfida che igiorno lancia alla notte. Saettantasprezze per la volta vibrante Pare che la rondine scruti per l|rie dell'infinito dove va a nasconder si il sole, ma senta salire tutto intorno, come un cerchio che si richiude, imprigionandola, la malinconia della sera ; e che allora, accerchiata, vinta, sentendo la notte dietro le nu vole incandescenti gonfie d'oro o di sangue, si serri allo altre rondini, tracciando voli all'impazzata, cbiamandole tutte, per ossero compatto, contro l'oscurità. E' come se sentisse l'apprezzarsi della bufera. Poi, quan do l'ombra si raccoglie dentro i contorni delle cose e le nuvole sbiadi- scolio a poco a poco, impallidendo per tutte le tenuità delle rose, mentre l'azzurro all'orizzonte inverdisce nel- ,,alito dolla sera> la rondine sente la «fra umica, e prende confidenza con 1 omb}'a 0 ridiventa gaia, speusie rata, fa i capricci come i bambini che d'ostate non vogliono andare a dor mire e, a sera, scappano alle loro mamme, ebri d'aria e di libertà. Poi, mentre l'orlo delle grondaie apparo puntuto di becchi e di code, anche le strida delle rondini si fanno più rare, affievoliscono, si perdono in lontananze brumose, e nell'alito della sera sussulta ancora 1 eco di qualche . ., , , _ ,, . j;„„„„j„ strido assonnato che lana disperde - , ,- • _ jti un tremolio di piume, „„-,„',.„ oppruneute u'n£ Btraortjj Rondini nella pioggia. Quando le nuvole scendono, basse e gonfie di minaccia, la rondine fende il silenzio in cui ogni rumore ha aordinaria sonorità e in cui ha risalto ogni fruscio, ogni alito ,<|pndo Hrd„UmenU a°fiorl dei totfci V0ÌQ h ^ - a , i , o, e - r e - a n e o e , o n a e „ e e di o a ui o ei freccia scoccante verso gli spazi ; è un battito d'ali smarrito che traccia corchi concentrici, e disegua punte e triangoli; e nel volo basso, spaurito, palpitante d'ausia, si vede il battito dell'ala rapido e irrequieto, che diffonde per l'aria come un tepido frullìo di grigiore. E tu senti, guardando il battere di quel piccolo tratto d'arco scuro, che il volo non- è quell'ebbrezza di spazi e di immensità, che sembra a noi, fermi sotto questo vibrare d'infinito, vi senti conio un tremito, un soffrire: una fatica che, forse non ò fatica, ma solo sgomento d'essere smarriti in tanto spazio elio cedo alla sete che un'ala ha di quell'immensità di cui s'impadronisce, fendendola, non da dominatrice, ma da vinta, poiché ò lo spazio che la domina e la porta. Rondini sulla città. Rondini, rondini, rondini : sorelle dei solitari, dei poveri, dei sognatori, voi solo date l'ali a tutte le speranze, voi che spalancate dinanzi a ogni finestrella alta, aperta sulla fuga geometrica dei tetti, irta delle braccia minacciose che i camini alzano contro l'azzurro, un orizzonte d'infinito. Siete voi che al mattino svegliate la macchina da cucire, intonando il canto delle ruo te al vostro stridìo che chiama alla finestrella il vecchio, a scrutare il capriccio delle nuvole ; siete voi che portate un sorriso al bambino mala to cui parlate di paesi lontani, d'altre fughe di tetti, d'altre stanze dove altri bambini, cui parlate di lui è o o o a o i e i e , e a a l e , chiedono di lui, d'altri spazi risonanti. Paro che, volando, lasciato pel l'azzurro l'aspra scia della vostra freschezza: filo, argenteo e sottile, che tesse una rete assordante sopra i tetti c che poi, lieve, si dissolvo nell'invadente saettar d'altre strida, di altri voli, nella trama sonora d'altre reti, si che tutto e un sovrapporsi di voci, un cedere all'asprezza d'altro strida. Rondini sulla città, quante volte, a sera, nella soffitta, la cucitrice posa le mani sul lavoro e alza gli occhi a perdere lo sguardo dietro a voi; e quel quadro d'azzurro chiuso nella finestrella alta, diventa lo specchio dei sogni: magico specchio in cui tutto ciò che è grigio si colora e ciò che è opaco riluce c sfavilla di quel sorriso che fondo gioventù e speranza iu un'imagine di luce; e la madre aspettando l'uomo che viene dal lavoro, sorride alla culla del bambino cui il vostro stridìo porta il canto del domani, tessuto luminoso di raggi di sole e potali di roso. Rondini, rondini, rondini, sulla città oppressa di suoni, di rimbombi, di fragori e di fatiche, a voi s'alza incontro dalla città la voce delle sue campane, e per l'aria infocata dal tramonto, risonante di quel canto di fede bruno come la sera, rondini sulla città, sorelle dei sogni e delle speranze, voi spargete potali d'aurora. PIA RIMINI.

Persone citate: Rondini

Luoghi citati: Rimini