Oggi i rappresentanti delle Potenze si adunano a Londra

Oggi i rappresentanti delle Potenze si adunano a Londra Oggi i rappresentanti delle Potenze si adunano a Londra Il convegno parigino si è concluso senza nessuna decisione — Tutti i problemi rinviati all'esame della Conferenza londinese — Riaffermata necessità di accordi e di soluzioni generali « I colloqui del Ministro degli Esteri d'Italia con Lavai, Briand ed Henderson Parigi, 20 mattino. L'episodio iniziale della giornata di ieri, ricca di avvenimenti diplomatici, è stato l'arrivo a Parigi di S. E. Grandi, proveniente dall'Alto Adige. Il Ministro degli Esteri d'Italia e giunto alle 9,5 alla gare dell'Est: erano ad attenderlo, a nome del Governo francese, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Francois Poncet, il Mijiistro plenipotenziario De la Boulaye, del Ministero degli fisteri, in rappresentanza di Briand, La colonia italiana di Parigi era rappresentata dall'Ambasciatore, conte Manzoni, dal Console generale, onorevole Gentile, da una, delegazione di ex-combattenti, dai rappresentanti del Fascio e da un folto gruppo di giornalisti. La riunione plenaria internazionale era stata indetta per le 10, e S. E. Grandi non aveva a sva disposizione die 55 minuti, per procedere alle necessarie prese di contatto, prima di recarsi al Ministero degli Interni. Il Delegato italiano ha trovato modo di passare trenta minuti al Quai d'Orsay, in colloquio con Briand, e dieci minuti all'Ambasciata inglese, in colloquio con Henderson, e giungere alla piazza Bcauvau all'ora esatta, precedendo Mellon, Stimson e Walter Edge, Henderson, lord Tyrrel e Selby, il gruppo dei belgi Hymavs, Gaiffer D'Hestroy e Francqui. Nel salone delle Conferenze si trovavano già riuniti i delegati francesi e tedeschi al completo e VAmbasciatore del Giappone. Poco prima della riunione, S. E. Grandi ha avuto un breve colloquio con il Presidente del Consiglio francese, Lavai. La riunione La riunione è durata, sino a mezzogiorno e mezzo ed. ha avuto, dal principio alla fine, il carattere di una semplice prefazione della conferenza di Londra. Sarebbe durata meno a lungo, se la necessità di tradurre i discorsi dei delegati non avesse rallentato di molto il ritmo delha cerimonia. La serie dei discorsi è stata aperta da Lavai, il quale, dopo avere dato il benvenuto ai presenti, ha esposto il tenore delle conversazioni svoltesi a Parigi durante gli scorsi giorni e ha dato conoscenza del progetto che il Governo francese avrebbe ideato per risolvere il problema finanziario tedesco. Contrariamente a tutto quan to la stampa parigina è venuta accampando da quaranottlo ore a questa parte, il progetto francese non è stato affatto presentalo come una soluzione obbligatoria da accettare o da respingere tal quale, ma. secondo la logica, quale assieme di suggerimenti su cui spetta agli altri interlocutori, di pronunciare pareri e proporre modificazioni. Dopo Lavai, Briining ha illustrato, parlando in francese, la gravità della situazione finanziaria, tedesca e, incoraggiato da Briand, non. ha nascosto i pericoli che potrebbe recare oltre Beno il fallimento dell'operazione di. salvataggio tentata dalle Potenze. Ne il discorso di Lavai, né le dichiarazioni di Briining hanno fornito agli astanti nuovi notevoli elementi di giudizio sulle linee generali delle proposte francesi, come sulla fisonomia della situazione tedesca, essendo già note a tutti. Hanno parlato quindi i ministri delle altre Potenze. In generale, le dichiarazioni di questi ultimi sono state brevi e sobrie, limitate alla espressione del compiacimento per la riunione di una Conferenza, destinata a risolvere problemi, di importanza vitale per l'avvenire dell'Europa e a quella del comune proposito di esaminare, con la miglior buona volontà, i mezzi alti a procurare alla Germania l'aiuto finanziario di cui ha bisogno. Le dichiarazioni dì Grandi ò'. E. Grandi ha espresso la viva 'soddisfazione con la quale l'Italia si è associata alle conversazioni in corso, la cui grande importanza è. costituita dal fatto che debbono servire non solo ad operare un riavvicinamento fra la Francia e la Germania, ma a favorire la soluzione della crisi economica europea, ed ha insistito sul desiderio che lioma ha, di cooperare, nella misura possìbile, a migliorare i rapporti franco-tedeschi e sulla propria fiducia nei benefici risultali della Conferenza di Londra. Nessun oratore all'in/nori dei francesi e dei tedeschi, ha ritenuto tuttavia opportuno entrare nel merito delle questioni. Alcuni di essi anzi, per meglio evitare che le loro parole potessero fornire pretesto a discussioni, hanno adottato un tono festoso e leggermente umoristico, come ad esempio Henderson, il quale si è scusalo di non poter dir nulla di congruo sul-\ l'argomento all'ordine del giorno, essendo venuto a Parigi solo per visitare l'esposizione coloniale, avendo acuto, durante il suo soggiorno nella capitale francese, molti altri pensieri pel capo, dovendo fra l'altro partire per Londra d' li a poche ore. 'Alla fine.della riunione il Minisjrp degli. Esteri, britannico ha detto lul-'tavia ai giornalisti di essere felice che la Conferenza fosse stala tenuta in una bella, giornata di sole e di augurarsi che ciò fosse un simbolo. Lavai, da parte sua, ha aggiunto che la riunione di Parigi ha fatto nascere, belle speranze e che era da far voti che non fossero deluse. Il comunicato ufficiale Subilo dopo, del resto, il Sottosegretario alla Presidenza distribuiva alla slampa un comunicalo cosi concepito : « Il Presidente del Consiglio, circondato da Briand, Flaridin, Pietri, Poncet e Filippo Berthelot, ha ricevuto, alle 10, nel suo Gabinetto gli uomini di Stato stranieri, che si sono fermati a Parigi, prima di recarsi alla Conferenza di Londra. Erano presenti Henderson, Thyrrel, Stimson, Mellon, Edge, il Cancelliere Briining. il dottor Curtius, von Bùlov, von Hoesch, il conto Schwerin, l'Ambasciatore del Giappone, il signor Grandi, il conte Manzoni, i signori Hynians, Francqui, Van Langenhoven e Gaiffer d'Hestroy. Il signor Lavai ha ringraziato i Ministri e i delegati stranieri di avere risposto al suo appello, onde determinare, in comune, le condizioni nelle quali si inizierebbe la Conferenza di Londra. Egli li ha messi al corrente delle conversazioni, che hanno avuto luogo in questi ultimi giorni, con Henderson e Stimson, e in particolar modo dei colloqui che sono cominciati ieri fra Briining, Curtius e i rappresentanti del Gabinetto francese. Ha ricordato, nel contempo, i termini dei suggerimenti francesi. Il signor Briining ha fatto una breve esposizione dello stato attuale della crisi economico-finanziaria tedesca, ed ha indicato i provvedimenti di ordine internazionale che sembrano desiderabili per risolvere questa crisi. Successivamente Stimson, Henderson, Grandi, l'Ambasciatore del Giappone e Hymans hanno detto quanto si felicitassero di poter assistere a questa conversazione preliminare, così importante. Essi lianno dato tutti assicurazione che i loro Governi esaminerebbero, con la massima cura e con la maggior simpatia, quello che sarebbe possibile fare per venire in aiuto della Germania, le cui difficoltà interessano la stabilità dell'economia europea. Essi sono stati unanimi nell'esprimere i sentimenti di soddisfazione e di speranza che ispiravano loro la presenza a Parigi dei Ministri tedeschi e i loro colloqui con i Ministri francesi. A domanda del signor Lavai, 6 stato specificato, di comune accordo, che la Conferenza di Londra sarebbe strettamente limitata all'esame della crisi finanziaria-economica della Germania. II signor Lavai ha espresso, terminando, il voto che il colloquio, cho i Ministri francesi debbono avere nel pomeriggio con i Ministri tedeschi, faciliti il successo della Conferenza di Londra ». Alle ore 1.3, una grande colazione riuniva al Ministero degli Interni, intorno a Lavai, lutti i negoziatori delle selle Potenze, con i Ministri francesi Flandin, Pietri, Francois Poncet e il Segretario generale del Quai d'Orsay, Berthclot. Ieri sera le cerimonie diplomatiche della giornata, sono culminate in un banchetto al Quai d'Orsay. Ma al banchetto del Quai d'Qrsay non assistevano né Henderson, nè Stimson e Mellon, partiti tutti, nel pomeriggio per Londra, dove li chiamava la necessità di prendere gli ultimi accordi per la Conferenza, che si aprirà questa sera. Giacché, in mezzo al trambusto mssEvimrtqeqscncdcceapqggetsspFcrsSevdcmtngnvcstvridCnslenmddalqnanto scenografico della giornata [pdi ieri, cui Parigi si è ingegnata a simprimere, come meglio poteva, «Ctt-|Pratiere di una data storica ^«^Jrmmenli hanno fatto molta strada, j Cmolta di più di quanto non fosse le-Ucito prevedere sabato. Il Governo ffrancese, die fino all'altra sera appa- friva deciso a protrarre le conversa- q... , . , i• Ti * - sstoni franco-tedesche di Parigi perLlutto it tempo necessario a consegui-\wre l'accordo particolare auspicalo, srimandando la Conferenza di Sortirà ua quando non. restasse più se non da crnversare lo spolverino sull'inchiostro del nuovo strumento diplomatico, 'irtjiimjrrovvisamente messo moll'acqua\\uci proprio vino e, cedendo alla energica pressione britannica, ha accondisceso a recarsi a Londra oggi stes- vccio, qualunque fosse per essere l'esito della riunione franco-tedesca. Problemi finanziari e garanzie politiche Nell'intento di calmare il malumore, che questo brusco mutamento di scena ha suscitalo nel pubblico, Lavai e Briand hanno sottolinealo come un fatto di importanza capitale, la decisione, presa ieri mattina dai dele-[jgali delle Potenze, delimitare le con- vfiedtemvmnversazioni di Londra all'esame della crisi finanziaria ed economica tedesca. 1 giornali parigini, facendo eco alla parola d'ordine, data dal Governo, si accordano nel riconoscere, come dice il Tenips, che grazie alla condizione imposta da Lavai e Briand, « sembra che non vi siano sorprese da temere e che non si riuscirà più ad indurre la Francia a lasciar mettere in discussione, col favore della riunione di Londra, questioni che non si presentano, che non si possono presentare nelle circostanze attuali e che sarebbe un vero pericolo, vo¬ cdmfld(dstq—usg -'lcr risolvere con temeraria improvvie sazionc » n Confessiamo di non veder quale motivo la Francia abbia di rallegrarsi tanto della decisione sopra indicata. Vero è che, limitando la Conferenza di Londra alla discussione strettamente finanziaria, Parigi può lusingarsi di veder messo fuori comodamente, per ora, il problema del disarmo e quello della, revisione di. alcune stipulazioni del Trattato di Versailles, che da ieri si attribuiva al Governo inglese il proposito di lanciare sul tappeto della Conferenza. Ma vero è altresì, che, obbligando guest' ultima a non occuparsi di finanza, non si vede più quai fine facciano le famose garanzie politiche che Parigi si riprometteva di, ottenere da, Berlino, prima di dare il proprio consenso a qualsiasi operazione di credilo. Le garanzie politiche presuppongono una discussione politica. Eliminata questa ultima, significa buttare a mare tulio quanto si sperava di ottenere sull'Anschluss, sugli incrociatori corazzati, sugli armamenti clandestini, ossia, in altre parole, la, così delta « moratoria politica ». Se i francesi si sono decisi per questa lattica, bisogna indurne che essi avessero la speranza di poter liquidare i problemi politici da soli a soli, coi tedeschi, nella riunione di ieri sera e di presentarsi a Londra, di conseguenza, già muniti delle carte necessarie per vincere la parlila, faccndovisi magari precedere da una dichiarazione comune franco-tedesca, che eliminasse radicalmente il, pericolo di veder riprendere, fra Berlino e Parigi, il giuoco della mediazione anglo-americana. Ma era possibile presumere che Briining e Curtius, i quali la notte scorsa ebbero una lunga riunione a porte chiuse con gli anglo-americani, e il cui interesse sta evidentemente nello speculare, quanto più. possono, sulle divergenze esistenti fra Londra e Parigi, si lasciassero indurre a prendere, qui impegni politici tassativi e definitivi con la Francia, soprattutto dopo aver visto consacrato il principio che la Conferenza di Londra dovrà occuparsi esclusivamente di- finanza, e mettere da parte la politica? Sensazione di malessere a Parigi Questi dubbi, troppo logici per non essere concepiti dagli osservatori scevri da preconcetti, hanno diffuso, fin dal principio della serata di ieri, nei circoli parigini, una sensazione di malessere, in vivo contrasto con l'ottimismo baldanzoso dìsgli scorsi giorni, sensazione cjhe non e stala mitigata dalla « Nota » diramala dal Ministero degli Intèrni, verso le 23, dove si legge : 4 a In un recente massaggio il Cancelliere dell'Impero.tedesco aveva espresso il desiderio di prendere contatto diretto col Governo francese, in vista di ricercare i mezzi per lavorare in comune, al miglioramento ideile relazioni fra i due Paesi. Il Capo del Governo francese, spontaneamente, ha risposto di vedere con soddisfazione un convegno, la cui realizzazione è resa più opportuna dagli, eventi che hanno colpito la situazione economica e finanziaria della Germania, e, per ripercussione, quella degli altri Stati. « Di conseguenza i rappresentanti dei due Governi si sono riuniti a Pa [pigi, il 18 e 19 luglio 1931. Essi sono stati d'accordo nel riconoscere l'im|P°rtanz1a di quest'incontro e afterJr^ccSfe^io^ j Cancelliere tedesco ha messo in luce U varii aspetti della crisi di cui sof fre il suo Paese. I rappresentanti francesi, riconoscendo la gravità di questa crisi; hanno dichiarato che, sotto riserva di alcune garanzie tiLànzial.te e di misure di pacifìcazio\w politica, sarebbero pronti a di scutere ulteriormente i termini di una collaborazione finanziaria nella cornice internazionale. Fin d'ora, i rappresentanti dei due Governi hanno tenuto a sottolineare la loro vo- jiontà^i'cièarérfra"ÓTÌotù, intuita \\a misura possibile, le condizioni favorevoli di una collaborazione effiea ce, nel dominio politico ed economi co, e sono stati d'accordo per con¬ [jàVjori ;ia„„0 permesso di stabilire venire di associare i loro sforzi, affinchè il credito e la fiducia possano essere restaurati, in una atmosfera di calma e di sicurezza ». Il tono di questo documento è stato subilo giudicalo troppo generico e reticente, perchè si potesse desumerne clic l'accordo, speralo dal Governo francese fosse stalo, non diciamo raggiunto, ma anche solo definito nelle sur linee di massima. Notizie ul- cile, pur essendosi ottenuto, con le discussioni di ieri sera, un miglioramento assai notevole dell' atmosfera franco-tedesca, né sulla questione delle garanzie polìtiche, nè su quella delle garanzie finanziarie, nè sulla (fenica stessa dell'operazione di credito da compiere — circa la quale sussiste intera la divergenza fra la tesi del credito a lunga scadenza e quella del credito a breve scadenza — è stalo possibile avvicinarsi ad una formula che i due Governi potessero sottoscrivere. Come prevedemmo fin dal primo giorno, Briining si è rifiutato di (are 'alla sola Francia delle concessioni volatiche, che evidentemente non polreb\bero essere se non il risultato di una ^intesa generale europea. La queslio\ne dell'accordo franco-tedesco è, dunque, stala, come tulle le altre, rimangiata alla Conferenza di Londra. Ma, come si farà a discuterne a Londra, se è già slato stabilito che la politica debba essere esclusa dal programma della Conferenza? Tutto quello che, in conclusione, si può dire di queste febbrili, giornale parigine, e che esse non sono servite se non a far sentire più fortemente la necessità di accordi e di soluzioni generali che rimangono, fino a questo momento, ancora totalmente da raggiungere. CONCETTO PETTINATO.