Nervosa attesa a Londra

Nervosa attesa a Londra Nervosa attesa a Londra L'intervento americano e il disarmo Londra, 20 mattino. Da tre giorni in ini si preparano poltrone, tavoli e tavolini, tappeti e calamai, nel salone adibito, a- Downing Street, allo riunioni ili Gabinetto, per accogliervi i delegati delle sette Potenze invitate alla Conferenza di Londra. Oggi sono stali dati gli ultimi ritocchi, in contravvenzione alle norme sul riposo domenica^, e la sala attende, in tutto il suo splendore, l'arrivo delle notabilità. Londra ne ha viste molto di mieste conferenze; ma non esagerano coloro che, in questi giorni, dichiarano che |una conferenza come quella di domani è senza precedenti, lissa si raduna in un'atmosfera di mai visto orgasmo, in un periodo agitato, irritato e inquieto, nel quale persino ia regolare successione delle stnfrioni sembra interrotta, poiché, a Londra, i Ministri delle grandi Potenze troveranno una specie di fine di autunno grigio, piovigginoso e desolante, nel mezzo dell'estate. Come contestare il confusionismo che regna, dinanzi al semplice fatto che per la prima volta vediamo convocata una conferenza senza piani (prefissati, senza limiti di ricerche, e infine senza neanche un ordine del giorno? ,Non vi è. In questo momento, un solo statista il quale possa presagire, con »n minimo di certezza, il programma, la durata, l'esito e le conseguenze, prossime e future, di questo convegno. E non vi è, 'in realtà, un solo statista, salvo quelli francesi, che osi chiedere un programma e un orario prima di imbarcarsi per questo via.c-gio, che tutti qua.nti prevedono lunuo. faticoso e immensamente agitalo. MacDonald stesso ha previsto a tal punto queste difficoltà, che si è affrettato a chiamare a raccolta attorno a se Baldwin e Lloyd George, i Icailcr.i dei due partiti formanti l'opposizione parlamentare. La mossa abilo e. indispensabile ha avuto, se non altro, l'effetto immediato di eliminare polemiche e attacchi contro la politica governativa, clic avrebbero indebolita la posizione di MacDonald c dei netroziatori inglesi. La stampa parigina sembra tuttavia ignorare il fatio che MacDonald, Henderson e Snòwden non sono più ormai i rappresentanti di un Governo di partito, ina i delegati dell'intero Pae se. Quella stampa continua ad attribuire a MacDonald ed Henderson il proposito fantastico di inscenare a Londra qualcosa come un Tribunale della Seconda Internazionale, dinanzi al quale sarebbe chiamata a comparire in qualità ili accusata la Trancia. Circa l'internazionalismo di Snowden, tutti sanno ormai, anche senza bisogno di leggere ciò che di lui scrivono in questi giorni i giornali inglesi, che egli si dimostra sempre il pili estremista fra i nazionalisti inglesi, non appena siano in ballo interessi nazionali. In quanto a Henderson, è noto che la sua politica attuale, giusta o errata che appaia agli occhi dei cri-! tici, o orientata verso un ravvicinamento tra la Francia e la Germania, i ili mancanza del quale, a suo giudi-! zio, la conferenza del disarmo di Ginevra si risolverà in un insuccesso assai gravo per l'avvenire dell'Europa e del mondo. MacDonald infine ha ammainato, In questa solenne occasione, la bandiera laburista e ha annunziato che parteciperà ai lavori della conferenza come rappresentante dell'unanime opinione dei tre grandi partiti parlamentari. Egli sa che la lotta sarà aspra, e che gli sarà necessario l'appoggio dell'intera opinione pubblica. L'Inghilterra, infatti, come l'America e l'Italia, non può, in alcun caso, consentirò che a Parigi si dettino termini coinvolgenti, come scrive oggi Garvin nell'Òbserucri « una resa a discrezione della Germania per un periodo di dieci anni ». E neanche l'Inghilterra può consentire: che fra Parigi e Berlino sì addivenga ad un patto di Locamo per le fruii-! tiere orientali della Germania, ad uni patto cioè che ì'Inghiitarra non sotto-j scriverà inai, e che imporrà alla Germania la definitiva rinunzia alla pa-' ciflca revisione del Trattato di Versailles. « Dopo il ISTI — ricorda Garvin — la Francia mai rinunziò alla sua domanda di revisione del trattato di Francoforte, e dopo il 1S7S, le Nazioni balcaniche mai rinunziarono aliti revisione del trattato di Berlino. In ognuno di questi casi, il rifiuto di revisione mediante un accordo diplomatico è risultato fatale alla pace, a che prò' tentare di strappare ad un Go-| verno tedesco una sottomissione, che sarà certamente ripudiata dal popolo tedesco? L'Inghilterra, l'Italia e l'america hanno bisogno di paco e dì stabilità, c una nuova schiavitù della Germania, anche se njomentaneameate ' accettala ;r>er non soccombere, inghiottita noi baratro della bancarotta e probabilmente di paurosi sconvolgimenti sociali, sarà un nuovo elemento di instabilità o il più angoscioso fra i tanti esistenti in Europa ». Tale s ihiavitù, come dice oggi l'Ohscrver, distruggerebbe gli effetti della politica, di Hoovor, annienterebbe in Germania lo condizioni politiche della stabilita finanziaria, peggiorerebbe le condizioni «onerai i dell'Europa e frustrerebbe l'Inter > movimento per il disarmo e la riconciliazione internazionale. Identica è l'opinione dell'America, ove si teme clic P.riining e Curtius passino sotto lo forche caudine fraticesi e, così facendo, determinino uno stato di cose in Europa, che tutta la recente politica di Hoover mira a scongiurare. I negoziati parigini destane, a New York e a Washington, allarmi, che s-i monir-.-sia.no in prese di posiziono nette di fronte ai prossimi eventi da parte di influenti personalità politiche e di grandi organi della pubblica opinione. La stampa americana è evidentemente perplessa, e giornali che finora avevano difeso incondizionatamente e con entusiasmo la nuova politica di Hoovor, oggi denunziano la loro apprensione, dicendo cho il prossimo avvenire ' dimostrerà se Hoover ha compiuto la più audace mossa che mai sia stata intrapresa da uno statista americano, oppure il più colossale errore della sua intera carriera. E' chiaro, d'altra parte, che Hoover presagisca o forse, in cnor suo, desideri che senza attendere il febbraio del VXYi si gettino qui a Londra -le basi dell'ediflzio della riconciliazione europea, mediante il disarmo, ossia cho si pùngano coraggiosamente sul tappeto li problemi connessi con quello generale degli armamenti, e si apprenda, fin ila ora, se non altro, l'insieme delle | principali cause di malcontento, di .instabilità politica ed economica, In vista di una miRlioro preparazione della conferenza dell'anno prossimo. Sarebbe, in caso contrario, alquanto |difficile spiegarsi per quai motivo il Presidènte Hoover si sia deciso a •chiedere la presenza a Londra di Mellon a fianco di Stimson, e ad ordinare al generalo Dawes di sospenderò ilo sue vacanze estive e di partire immediatamente alla volta dell'Inghilterra. Un acuto diplomatico dichiara Iva ieri, a quanto si riferisce, che gli eventi sono straripati dal Piano Hoover e clic la Conferenza del disarmo dell'anno venturo ò virtualmente in-, cominciata. i.a domando fr.aneoso — egii ha detto — di una rnaìn mise sulla Germania fatta in termini pressoché idenitici a quelli usati da Poincaré nel gennaio del ira per un ulteriore disarmo della Germania; indipendentp-ì mente da un aumento degli armamenti francesi, o por la imposizione di ron-; dizioni economiche, estranee perfino alla competenza del trattato di Versailles, solleva infatti proprio quello liiipsiioni che erano state riservate alla Conferenza del disarmo dell'anno venturo ». Intanto, sono cominciati ad arrivare a Londra ministri e avanguàrdie delle varie delegazioni. Ieri sera sono giunti a Londra Stimson e il Ministro Henderson. La bandiera italiana sventola fin da ieri dall'alto della Dorchester House, da poco terminata e già divenuta un centro di eleganza della capitale. Vi sono giunti ieri segretari c dattilografi della delegaziono italiana. Tutti i treni del continente hanno sbarcato, nel pomeriggio domenicale, tecnici e segretari americani, belgi a tedeschi. Con i treni del pomeriggio di oggi giungeranno a Londra i ministri e i principali collaboratori. Henderson dovrà questa mattina recarsi a Downing Street per assistere ad una importantissima riunione di Gabinetto, nella quale egli riferirà sui negoziati di Parigi o sull'attività diplomatica da lui svolta in quella capitalo a fianco di Stimson e di Grandi. Mac-Donald, dal canto suo, definirà le direttive che la delegaziono britannica sì propone di seguirò alla. Conferenza, e Snowden chiederà al Gabinetto di approvare la posizione cho egli si accingo ad assumere noi riguardi delle questioni finanziarie sollevale dall'accordo francoamericano sui piano Hoovor e dagli ultimi negoziati parigini. Non si esclude affatto, però, la possibilità che In delegazione francese non si trovi in erodo di essere oggi a Londra per l'apctiira del convegno. Ma vari scrittori diplomatici di questi giornali affermano che. in ogni caso, saranno a Londra Stimson, Grandi, Brflriing e Curtius, i quali pazientemente atdcnderahno i loro colleghi francesi. L'attesa, dicono essi, avrà luogo a Londra e non a Parigi. A buon intenditor poche, parole. R. P.