pDémuysère vittorioso nella Nizza=Gap

pDémuysère vittorioso nella Nizza=Gap IL "GIRO CICLISTICO DI FRANCIA pDémuysère vittorioso nella Nizza=Gap Pesenti è secondo e Dì Paco terzo - La magnifica gara del toscano Magne conserva la «maglia gialla» grazie all'aiuto di Pélissier —-<r» a. x, KOJSTRO I V I A T O)- Cap, 17 notte. Inremila dalla folla, che voleva salutare l superflui del Giro di Francia alla I5.a fatica. Superfluo dire che oli ilaliani erano moltissimi. Vedemmo anche Qualche figura nota: parecchi torinesi, fra l quali il signor Afiglio, che era venuto a Nizza fin da. mercoledì, il corridore bergamasco Mcdolago, che ha voluto essere a fianco del suo compaesano Pesenti al momento della grande battaglia, il padovano Cenalo, che fu campione d'Italia ed ora ha abbandonato lo sport, una vecchia gloria, ti piemontese Pietro Aimo, che pure risiede a Nizza, e il corridore varesino Visconti, che fu protagonista, mercoledì, di una avventura alquanto movimentata. Sul percorso bisticciò e la disputa si riaccese all'arrivo con la conseguenza che i gendarmi impacchettarono Visconti, il varesino non passò però che una notte in guardina, perchè ieri mattina, per intervento del comm. Spositi, fu rilasciato. Ora si. accìngeva ir seguire la corsa su di una delle tante vetture di appassionati italiani — parecchie ne vedemmo di torinesi — ma si proponeva di restare ealmo. Verso la montata» Mattinata splendida: sotto il cielo del- pi il puro, del più tenero azzurro, il mare rifulgeva nella sita intatta, imponente tranquillità. Addio Mediterraneo, mare nostro. Per giorni e giorni, si morderà verso il nord, fra le Alpi, fra t Vosgi, risalendo in tutta la sua. lunghezza il territorio francese e non si ritornerà al mare che alla penultima lappa, ma sarà la Manica. Cinque minuti lungo la baia degli Angeli, lungo la superba sfilata dctìll alberghi e. delle ville e si voltarono le spalle al more puntando verso le Alpi, che chiudevano l'orizzonte, ergendo le loro masse gigantesche, nettissime sullo sfondo azzurro. Si andò per la valle del Varo, una larga c verità conca pianeggiante, e solo dopo un'ora in cui furono percorsi esattaniente, trenta, chilometri, raggiungendo Pian du. Yar. si. trovò il. terreno ondalato ma lievissimamente. Si entrò poi nelle gole di, l'iaadan estremamente pilinresf-hn con le altissime pareti a picco rlì. nuda, roccia, cosi strette, talora, che la nulle pareva letteralmente sbarrala. Tranquillità assoluta nel gruppo. Pcn1 imi. e Faure, gli uomini di fatica ili'llu squadra francese, erano sempre a rapo della colonna. La strada asfaltala e pressoché piatta non presentava l'i. minima difficoltà. Tuttavia la prò nifi Uva della sempre più prossima scalala al colle di Aìlos induc&va tutti a risparmiarsi, tanto che due ore e mezza occorrevano per arrivane a Pugct Theniers, a 65 chilometri dalla parten za e un'altra, ora per compiere i 22 chilometri da quella, località a Annot, grazioso villaagio sulle rive della Vaira, dove i 48 concorrenti erano ancora tutti assieme. Si era già a 700 metri di altitudine e vi si. era arrivati, dal. mare senza accorgersene, essendo questo tlislivcllo distribuito in circa 80 chilometri. La scorribande di Battasini La corsa era stata finora una passeggiata, rallegrata da bei panorami e rial, tempo magnifico e battesini aveva muto tutto il mado, secondo le sue abitudini, di andare avanti, e indietro, ilal gruppo al corteo delle vetture, chiacrhierando e ridendo con tutti nella schietta e sana spensieratezza dei suoi 10 anni, con quella allegria, che ha tanto indignato il quasi settuagenario licsgranac. Gran delitto avere scalato i. Piritici cantando e fischiettando e 'orrìbile a dirsi!) quel ragazzaccio ha tutta l'intenzione di fare altrettanto sitUc Alpi! Con le quali si prendeva contatto appena fuori di Annot, altaci nudo la prima salila della giornata-, il, Saint Michel. Erano 900 metri di dìslivello da superare in 19 chilometri, ma la pendenza nel primo tratto era leggera. I francesi conducevano a passo ullramodesto, all'evidente scopo di lisparmiarc Magne e prevenire possibili offensive italiane. Dopo quello che è successo mercoledì, tanta prudenza non doveva sembrare eccessiva. Bisultato: per una mezz'oretta il gruppo restò compatto rimontando lentamente la. vasta ed imponente vallata della \a.ira, imbalsamala dai freschi effluvi delle erbe alpine. Ma gli italiani non si lasciarono addormentare a lungo dai francesi: ecco Gremo c Orecchia dare la sveglia con un cosi vigoroso allun ■ouinjuoJl js odioa ìp ondine n suo 'oB l più pronti a rispondere a-i torinesi furono l'esenti e Di Paro, perchè l'azione era stata, concertata tra la nostra, squadra, che dimostra, di avere ormai il. dominio della situazione e dell'iniziativa in salila. Ma la maglia gialla aveva saputo reagire efficacemente e capeggiava il gruppo a 50 mètri. Non c'era ragione di continuare l'azione. Cremo ed Orecchia rallentarono e, dopo. Magne, Faure. Pegllon ed- altri belgi si fecero sotto. Un grup im numeroso passava cosi per la som mila. Primi astiai 11 primo scontro non aveva dunque italo grandi effetti: il distacco di una dozzina di isolati. Una discesa non ra lindissimo, che vide Magne guidare senza off renarsi eccessivamente, ci porto nellu vallata di Verdon. Dopo un tratto pianeggiante si raggiunse il rifornimeftdi Bcauvczcr, in una bella conca boscosa. Si erano percorsi VÌI chilometri in ore 4 e 53 minuti. Durante l due minuti di neutralizzazione qualche ritardatario ebbe modo di intrufolarsi tra i pri „,,,, ,,„ ,„.,.mi. Ripresa la marcia, ni. solilo passomoderato, Orecchia venne a farci le sueconfidenze: .va forte oggi Magne, Sivede che la giornata di riposo gli hafatto bene. Quando abbiamo tirato Gre- mo ed io, riprese facilmente e poi andi.in testa tentando di andarsene. E' nigamba, ma noi ripeteremo il colpo e sHvedrà...». Si continuò per Valla valle del Ver- éon, in terrenopianeggiante c.trapine <TRIÌt/?-f" *C(* "le,Ji elei Saint Michel. a i e a o e a i i i e B i e e a e n e a o o i la si rimase fino a Colmars. Poi si ricominciò a. salire, 7na blandamente. Frano i. prodromi del colle di Allot. L'avvicinarsi alla massima salita della giornata (2250 metri, 100 più del Tourmalet, ma 400 meno del Galibler, di cui faremo la conoscenza, domenica) si ma nifestava attraverso segni concreti: sul la montagna, sempre più brulla, i pini si diradavano, le praterie si smagriva no. F.cco il villaggio di Allot, punto di inizio della scalata del colle omonimo 850 metri di dislivello in 15 chilometri 40 uomini erano in gruppo. Tutti i tran cesi in testa e dietro gli italiani. La bai taglia sembrava ormai circoscritta tru queste squadre perche i belgi non hanno più fatto nulla dopo la brinante, ma sfortunata esibizione sui Pirenei, Démuysère perse mercoledì 10 minuti su Pesenti c gli altri arrivarono in, ancor maggior ritardo e, tuttavia, senza, attenuanti di incidenti. La squadra che. doveva fare un. boccone solo delle, avversarie, secondo i, pronostici della vigilia, si vede ora incalzata, dagli Italiani, a cui. la completa vittoria di mercoledì ha fatto fare uno sbalzo poderoso nella classifica per Nazioni : dal 5° al 3° posto. Ma questo è proprio il giro delle, sorprese: ecco che oggi vedremo risorgere i. belgi, se non con tutta la squadra, attraverso il loro leader. Passavano i chilometri, si guadagnava quota senza strappi violenti, ma anche senza riposo e la situazione, non mutava, Peglion o Faure o Leducq, in testa, regolando l'andatura ad un ritmo calmo che doveva, evidentemente essere nei desideri e nelle necessità del loro capitano. E nessun distacco: si. compievano cosi 12 dei 15 chilometri della salita fino a che le spire della strada, che girava a rigirava sul fianchi della montagna si. fecero più strette e più ripide. Una foratura di Bramo Allora Orecchia si portò in lesta, per ravvivare, il pasto. L'azione del torinese produsse immediati e. larghi effetti : il gruppo, che era rimasto cosi a lungo intatto, si dimezzò di colpo. Orecchia, che era stalo iniziatore, della battaglia, doveva però esserne vittima alla fase successiva. Portatosi, infatti al comando Magne, una nuova selezione era avvenuta, non perchè l'andatura della maglia gialla fosse micidiale, ma perchè la. fatica era direnata gravosa per la sua durata e per l'Inasprirsi sempre crescente della pendenza. Ne venne che flebry, Buse, Di Paco, Ccpeda, Pélissier, Buchi, Dcvaele, Mei ze, Brugèrs, Orecchia, Pegllon, Pancera e Vervaecke dovettero cedere. Rima sero cosi a comporre II gruppo di testa: Magne, Pesenti, Gremo, Gestri Faure, Bulla, Démuysère e Scheper. Magne conduceva ancora per un chilo metro, se non con brio (la salila del resto era tale da non. permettere grandi velocità) certo con energia notevole. Tre italiani erano tra. i leaders contro due francesi, due belgi ed un turislaroutier, ma ecco che Pesenti restava solo contro gli stranieri, perchè. Gremo doveva mettere piede a terra per una foratura che, in. vero, non poteva avve nire. in un momento meno opportuno e Gestri perdeva terreno. Gli avversari furono pronti a coglie re l'occasione per attaccare il bergamasco. Scattò prima Faure, costringendo Bulla alla resa e mettendo in difficoltà anche gli altri, poi, quando non man cavano più di duecento metri al culmine, Démuysère partì inseguendo il francese, lo raggiunse e lo superò toccando prima questa vetta come già quella del Tourmalet. Faure, Magne, l'esenti e Scheper lo seguivano nello spazio di cinquanta, metri 150 chilometri erano stati compiuti in 6 ore esatte, alla media di 25 all'ora ed i 15 della salila in 50 minuti. A trenta secondi dai cinque leaders, passò Bui la, ad l minuto Devaele, ad un minalo e 30" l'ancera, Pélissier, Brugere c Ver vaeke, a l'40" Gremo a l'50" Peglion a 2' Gestri, Di Paco e Sierowski, a 2'15' Orecchia, Fajolle e Guìramond, a 2'30' Manclair, a 2'50" Slopel. e fan Viersl a 3' Battesini e Pipoz. Pesanti a Domuysère in tasta Una ventina di chilometri di rapida discesa: da 2250 a. 1000 metri; Barcellon nette vede disgregarsi il quintetto clic già, come si è detto, era arrivato in vel ta non compattissimo. Pesenti restava al comando con Démuysère ed a Barcellonnettc aveva un minuto di vantag gio su Magne e tre su Di Paco, Gestri Orecchia, Pancera, Bulla, Pélissier, De vaele, Scheper, Vervaeke, GuiramandPeglion e Faure. Scssantatre chilometri mancavano al traguardo ed in questo trailo, prima pianeggiante poi in discesa, infine a tic vi saliscendi, si. produssero nuovi muta menti in un vertiginoso avvicendarsi di alternative che resero questa fase fina le, combattuta dai protagonisti ad un passo sostenulissimo e con il massimo ardore, estremamente ricca di passio natila. Seguendo volta a volta questo o quell'atleta, questo o quel gruppetto, ci fu dato di provare le più svariate e vibranti emozioni. Ed ora, traducendolc in np te di cronaca, sentiamo che potremt rendere solo in parte la profonda bellezza di questa battaglia. che potremoCominciamo dunque con il fissare leposizioni iniziali: iti testa Déniuyseree Pesenti, poi Magne solo, poi il •jrappoche chiameremo dei^ francesi, pei'Chein esso, mentre Orecchia, Di Paco e Gestri restavano passivi, per ragioni ovvie, Peglion, Faure, Pélissier ed anche l'isolato Guiramand, si prodigavano al-..!« scopo di portarsi _ evi Magne per poroloergli aiuto, h di anno la m'igiia già ae,'"'<'ra cstTenittmci«««'*'^"n^";''u^i\monwnto, pero»,\Jtfr>™^^^ala do - notevolmente a suo ruurav. .\ Magne in ritardo i, " ,,,„„.,„,„,„,,, ,.„ H Oatittro .■innati sepuiai n.m minili Ma igne du l'esenti e. Dcmauscrc. la situa- -ione era alquanto rritim per la - <:■<(igiia gialla'j perche i due fuggitici era- RO I V I A T O)- ,)io proprio i suoi più vicini inseguitori nella classifica- Démuysère non, prcoe- l a n o u -] capava gran clic, essendo ad. un quarto il ora di distanza in classifica, ina il dislacco di Pesenti non era clic di cinque minuti e mezzo: quasi guatili ne aveva ora di ritardo Magne. I.a « ma¬ glia gialla » era veramente in pericolo, perchè il. comune interesse incitava l'esenti e Démuysère a perseverare nella, loro fuga e Magne non appariva proprio in. grado di opporsi efficacemente a questo formidabile duo. Kgli era visibilmente stanco. La sua azione, era pesante ed erano palesi i segni dello scoraggiamento, l'ipotesi che la fine della lappa trovasse Magne, spodestato ed in sua vece rivestito della « maglia gialla » il nostro modesto, ma tenace e valoroso l'esenti, si presentava nettissima, fondatissima. Già. i cuori si aprivano alle speranze più. liete e. per altro più legittime, quando la situazione si rovesciò. Qualcuno del nunicrosissiml automobilisti c motociclisti, che facevano la spola, tra i fuggitivi c gli inseguitori, dovettero portare il, fult'altro che roseo lnil.lctt.ino nel gruppo di Pélissier, perché si assistette ad. un tratto ad un, acceleramento del passo già notevolmente veloce. I risultati furono che Pélissier compagni piombarono su Magne e, avendo Pélissier continualo a fonilo nella, sua azione senza darsi un attimo di respiro, il gruppo si ridusse snll'istan!■• ad. un. terzetto : Ili Paco, Pélissier c Magne. La sgroppate di Pélissier La condotta di ognuno di questi tre uomini, è /arile da immaginarsi : mentre Di Paco si. teneva assolutamente passivo, Pélissier si. addossava, il maggior lavoro, sostituito soltanto a tratti da. Magne, per cai il rivedersi a fianco Pélissier era stalo tanto ossigeno. » Charlot » è un, passista eccezionale {siamo pronti a riconoscere. ì. suoi meriti come siamo pronti a stigmatizzare le sue scorrettezze) e. quello che ha fatto per Magne è stalo semplicemente spettacoloso, si può senza esitazione affermare che Magne deve a Pélissier se domani manina potrà ancora correre in maglia gialla. Al momento in. cui fu raggiunto da quel, preziosissimo compagno, egli era indiscutibilmente in. crisi, crisi, che non fu totalmente, superata, ma di cui il provvidenziale intervento arrestò prodigiosamente gli estremi sviluppi. E quanto riuscisse efficace Pélissier, fu possibile, constatare ben presto. Pochi chilometri dopo l'avvenuta formazione di questo terzetto, e quando ne mancavano trenta all'arrivo, il distacco di Magne da Deniuysère e Pesenti, che continuavano la loro fuga alternandosi regolarmente, era diminuito a due minuti, e mezza. Il terreno era ora ondulato e soffiava, un forte vento contrario. Pélissier si prodigava sempre, ma erano palesi i segni di una stanchezza del resto comprensibile. Magne, allora passava al comando, ma quanto egli era. meno veloce del suo devotissimo aiutante pur provato! Démuysère solo Di Paco seguiva sorridente e con la massima facilità i due che si disunivano per vincere il. doppio ostacolo del dislivello e del. vento. Si vide Magne scalare faticosamente una piccola salita, resistendo solo con un esiremo sforzo di. volontà ; ma bisognava sapere gualche cosa del due fuggitivi. Lasciammo perciò il terzetto e filammo avanti. Pesenti solo ! Come aveva perso contatto con Dcrn uysèrc? Il bergamasco, alle doli atletiche aggiunge quella della sincerità; non ebbe quindi alcuna difficoltà a confessarsi, dopo l'arrivo, di aver ceduto per un leggero attacco di stanchezza. A questo punto si era a 18. chilometri dall'arrivo. Il ritardo di Pesenti su Devi ugsère era di 40". .1 sua volta egli precedeva di due minuti Di Paco, Pélissier e Magne. Avendo Di Paco appreso che Pesenti si era dislaccalo da Démuysère, concepì un audace e generoso disegno: distaccare l suoi due compagni di marcia, raggiungere l'esenti e portargli un aluto che sarebbe slato prezioso data la la sua freschezza, c senz'altro lo mise, in effetto. Su di una salita lasciò letteralmente sur placo Pélissier e Magne e presto scomparve alla loro vista. Un'altra caccia furiosa entrava a movimentare questo elettrizzante finale di lappa. La locomotiva Pélissier entrava in azione con rinnovala efficacia per il nuovo obibellivo. Magne, quando dava il, cambio a Pélissier, non poteva resistere più di cento metri; misurate da eiò la parlata del contributo che il leader della classillca ebbe da « Charlot ». Chi potrà smentire che Pélissier ha oggi salvato la « maglia gialla *? Pi Paco si tenne solo davanti a Pélissier e Magne per cinque chilometri, poi, dato che Pesenti non era in vista e che. perciò il suo sforzo sarebbe stato inutile, si fece raggiungere dai due francesi. Intanto Pesenti, pur lottando con estrema, selvaggia energia, aveva o\pcrso terreno rispetto a Démuysère. Il meraviglioso « Charlot » e\ 0il) ,„ un mngo rettilineo Pélissier, eUlagne P ^i Paco poterono vedere le o\rrlllm, cnR seguivano Pesenti. Un ennee\sjlll0 , panCia a terrai di Pélissier, cheoggi è stato veramente meraviglioso (il suo lieve ritardo al sommo dell'Allot comprova con il suo superbo inseguimento là sua eccezionale giornata) ee ' -ìp^i^on Vw f/icarf «« veni imitò di ]metrL m tl era òrma* in vicinanza ^Adell'anivo, e Pesenti non sarà rag^atunto. 1 Di Pam, che all'ultimo chilometro era ^ „ (0iuf0 itìs,accum Pélissier, stremalo ormai dopo tanto prodigarsi, e passava il traguardo ad una diecina - "" " '""' Devniusère, riapparso oggi il trmibi-,iissima atleta, Unte sia ni salita che solida uncora. sul passo, era passato vittoriosamente sotto lo striscione da due minuti. Il distacco tra Pescali e Démuysère non. ha subito adunque, che. una lieve diminuzione■■ otto minuti ancora separano il. bergamasco dal. belga. I.a posizione di l'esenti i quanto mai r , i c e . e e o e n u , , o , e o e i . l L'azione di oggi di Magne, se non si. è conclusa con un risanato come quello di mercoledì, ha confermato che la « maglia gialla » non, è. invulnerabile e non sempre vi sarà un aiutante devolo ed efficace come il Pélissier di oggi... VALDO COTTARELLI. L'ordine d'arrivo 1. Démuysère, che impiega ore S.43'1" n percorrere i 233 Km. del percorso. 2. Pesenti, in 8i45'20"; 3. Di. Paco, 8,15'2:ì"; Antonino Magne, idem; 5. Pélissier, S,45'30"; 6. Sdiopers 8,51'28"; 7. Devitele, 8. Bollii, 9. Guiramand, 10. l'ancera. 11. Orecchia, 12. Gestri, V.',. Vorvnfiche, 14. Peglion, iut.it nello stosso lampo; 15. Maue.lotr, H,5B'30"; 10. Bernard, 17. Viaene, 18, Mette, 19. B. l'aure, 20. Cremo, tutti nello stesso tempo; 21. Battesini, 8,5?'7"; 22. I.odueq, 23. Buse, 24. Van Vierst, 2.i. ex, acquo Pipoz. Fr. Henry, Sieroif-ski, Brugere, Thlerbnch. Cepeda, Geyer, Upper-man, Venol, Bebry, Buchi, tutti nel tempo di Battesini, 8,57'7"; 3ti. Vltfl Giooienbriiele, 8,59'0"; 37. Catalani idem; 38. Lami), 9.2'27"; HO. Maréchal, idem; io. Buttaflibelli. Idem; 41 l-'ayol le. 'j.r/20"; 42. Siegel, ì'.iì'2:ì"; 43. Bajard lli liadala ràmstaloai Qule notraramil PaStoepel. Gyssels, Mi'; li. lìoedhuys, idem; 9,17'I.S"; 40. USSàt, idem; 9,IS'I"; 4?. Berton, idem. La classifica generale 1. Antonino Magne. ioo,28'27". 2. Pesenti, Ì0e,33'.V>": 3. Demuysi-re, lti0,42'H'; 4. Devaele, ioo,57'lii"; 5. Peglion, :'n;..>r:t{r; o. Óppennan, 107.13*5"; 7. Vervaecke J07.I3" e 12"; s. Benoit Pani". 1H7.I0'24"; 9. Metir.v, 10747'»"; 10. Pélissier I07.24'8"; 1Ì. Metze, 107.26'S"; 12. Sehepers, 1O7.26'20"; 13. Cremo, 107,28'lU"; lì. Leducq, 107,28' e 27"; 15. Tieibach. I«7,29'43"; IO. Buihi, 107,31*42": 17. SìeiunsKi, I07,3l'.'4l"; I*. Max Bulla. !07,'>9'3V"; 19. Pipoz. 107.19'42": SO. Pannerà, In7,19'ì7": 21. Busi', I07.50T)'; 22. SiIH7,.".S'2I": •-'3. Di l'aro. 107,58'.'2': Gestri, IH7,.'>8' e 47"; 25, Stoepel, mi;,"is'49"; 20. Guiramami, |i)7,5tT51"; Mauclair, 107,59' e 50"; 2S. (ieyer, l'is.r.v.'"; 29. Catalani, 108,0*2"; 30. Mareilial, liis,33'47"; 31. Orecchia, I08,38'50; :',2. Bernard, 108,43' e 53": 33. Gyessel. |iik,.ì,V25"; 34. Bajard, 108,5]'2I"; 35. Henri, lns.^i'2"; 30. Van Vierst, I08,50'21"; :ir lincduys, 109,6*3.1"; 38. Brugere, 109,U'37"; 39. Copechi, I09.I7'31"; 40. Venr.it. I09,28'27"; il. Buttafochi, 109,32'I2": Viaoue, 109.33'21"; 43. I-'ayolle, I09,3:!'.'.l"; 44. Battesini, I09.H'12"; 45. Van Grootenbmele, 110,2' e 43"; 40. I.amti, I10,32'44"; 47. Berton, 111,8*18"; 48. Issai, lll,8'32". La classifica per squadra 1. Francia, ore 320.43*30"; 2. Belgio, 32ll.52'39"; 3. Ilalia, 322.27": 4. Germania. 322.32*31"; 5. Australia-Svizzera. 322.34'39". InvagrstI,ainlailefrluPpiagnimDanóii l'rgicognneansctoi nequchmdestcllalugclnv