Errori e conseguenze

Errori e conseguenzeErrori e conseguenze NEW YORK, luglio. Gli effetti della tariffa SmodthHawley con la quale gli Stati Uniti chiusero la porta in faccia al lavoro 0 all'industria straniera si fanno duramente sentire fino al punto di rappresentare una diretta minaccia al primato economico che finora la nazione ha goduto. So tutti gli altri paesi imitassero quello elio ha fatto il Canada questo primato diventerebbe in breve una cosa del passato. Perebò il Canada ha stabilito una tariffa che nessuno esita a dichiarare di rappresaglia contro l'elevamento dei dazi americani. La si ritiene tale qui e tale nel Dominion. L'azione del virino del Nordjia gettato un vero panico nel campo della produzione e le proteste contro la tariffa Hoover, che ha causato simile disastro, sono diventate altissime. Gli Stati Uniti esportavano nel Canada per un ammontare di circa 600 milioni di dollari. Gli economisti calcolano che la nuova tariffa decurterà questa somma di circa 200 milioni. Delle duecento nuove .voci di cui c'è stato un aumento quasi proibitivo, gli Stati Uniti sono soprattutto toccati da quelle riguardanti i generi commestibili, il carbone, i prodotti dell'acciaio, alcune specie di macchinari, le automobili (per quelle usate il divieto è assoluto), orologi, giocattoli, biancheria. Una quistione curiosa è stata sollevata dalla forte imposta sui periodici e i « magazines », i quali troveranno una fortissima difficoltà ad entrare, da ora in poi, nel Canada. La spiegazione che i canadesi hanno data di questa tassa proibitiva, apparentemente strana, è che periodici e riviste di genere leggiero inondavano il Dominion con la pubblicità dei prodotti americani. Gli americani si risvegliano finalmente dal dolce sogno in cui finora si orano cullati : quello di poter vendere 1 loro prodotti a tutto il mnndo senza comprare da nessuno. I capi di alcune grandi ditte commerciali, bancarie e industriali hanno parlato senza reticenze. Se si vuole che il commercio estero prosperi bisogna rendere assai agevole la via. La quistione richiede attenzione immediata, la situazione è pericolosa ed il futuro gravido di minacce ignote. Da quando gli Stati Uniti cominciarono ad elevare le tariffe nel 1922, ha detto Mr. Fletcher, presidente dell'Associazione Nazionale dei Commercianti e Importatori, il colpo si ripercosse in tutto il mondo. Se si considera, egli continua, quanto è avvenuto dall'epoca in cui fu approvata quel la legge iniqua e si esaminano le tariffe degli altri Paesi, si troverà che ogni Nazione commercialmente importante ha innalzato, per rappresaglia, le sue proprie barriere daziarie, mirando direttamente a noi. Buona parte della stampa più autorevole è addirittura invelenita contro 'a politica doganale dei governanti e non manca di far notare corno sei milioni di disoccupati stiano scoprendo che la tariffa, dopo avere ucciso il commercio estero, ha chiuso gli stabilimenti in cui essi lavoravano lino a due anni addietro. I commercianti si accorgono che la tariffa, essendo una delle cause principali di disoccupazione, lascia i clienti senza denaro per comprare mercanzie. I manifatturieri si accorgono che le tariffe, impedendo ai Paesi stranieri di vendere in America i loro prodotti, li impoveriscono al punto da renderli inabili a pagarci i debiti. 'Putto queste scopette erano già state fatte dagli economisti e dagli specializzati nel commercio internazionale iin da|molto tempo addietro. Dopo un anno di esperienza disastrosa i « leaders » del commercio ed anche i capi del partito consei-vatore sono d'accordo nel domandare una revisione delle tariffe nel senso della loro sostanziale riduzione. Vi sono, naturalmente, quelli che le difendono a spada trutta e fra essi l'Assistente Segretario del Commercio, Dr. Klein, il quale nega clic, il declinare delle esportazioni americane in Europa debba attribuirsi alla tariffa. Egli fa notare che li! quattro principali Nazioni debitrici pagarono l'anno scorso circa 228 milioni di dollari, somma che fu compensata ad usura dai 700 milioni di acquisti fatti dai turisti americani in Europa. Tra i difensori della tariffa c'è, e non poteva mancare, Matthew Woll, vice-presidente delia più grande associazione del lavoro americana, la « American Federation of Ln.bor ». Ripete i soliti argomenti sullo spavenlose conseguenze di un abbassamento di tariffe, che pcrmetlen.bbe alle orde del pauperismo europeo di mietere nei ricchi camp] dell'economia americana, mentre i cittadini della Repubblica dovrebbero andar spigolando fra le stoppie dei terroni calpestati per migliaia d'anni da contadini affamati ed abbrutiti. Ma il coro delle voci in favore della riduzione si fa sempre più imponente. L'azione del Canada ha fornito un argomento decisivo. Gli Stati •Uniti avevano sempre sperato di distaccare economicamente il Canada dall'Impero Britannico e di formare un immenso aggregato produttivo finanziario e commerciale di tutta l'America anglo-sassone. La guerra di tariffe ha dissipato il magnifico miraggio. E' questo che più indigna - gli oppositori della politica economi, jpa dell'attuale amministrazione. La amicizia fra Stati Uniti e Canada diventava ogni anno più forte fino a quando la barriera doganale non si innalzò lungo le proverbiali tremila miglia di confine non fortificato. Adesso il Canada è ritornato dellniiivamente in seno all'impero Britannico. La tariffa Hoover non .avrebbe potuto ottenere effetti peggiori se fosse stata dettata direttamente da Londra. Essa sta portando olla balcanizzazione del Continente america- llo. Non bisogna credere che il don-no della tariffa consista solo in quel200 milioni di dollari di esportazioni diminuite. E' nello spirito di diffidenza, di rancore, di rappresaglia che viene a crearsi fra le due nazioni. La tariffa americana ha prodotto una conseguenza imprevista di proporzioni grandiose: la creazione di un impero economico canadese, rivale e antagonista degli Stati Uniti. I canadesi si sono resi conto della meravigliosa opportunità che loro si offriva. Le risorse del paese in materie prime, la sua situazione geografica, te facilitazioni dei trasporti fluviali, l'immensità dello forze idraulichc lo rendono atto a divenire uno dei più grandiosi paesi produttivi del mondo. Le sue possibilità, le sue ricchezze non ancora sfruttate sono tremende. Mancava il capitale e la volontà di servirsene. Il capitale sta affluendo dagli Stati Uniti. La volontà è sorta. Il premier Bcnnet non ha solo istituita una ta¬ 1riffa, quanto ha gettato le basi per 1 lo sviluppo di un paese immenso. Le dille americane che vedono sbarrato il passo ai loro prodotti hanno pensato d'innalzare stabilimenti industriali sul suolo canadese e di avvalersi di tutti i vantaggi che il paese offre. Il Canada ha disegnato tutta una politica intesa ad attirare capitali e imprenditori americani : dalle tasse, assai più lievi di quelle degli Stati Uniti, ai prezzi bassis- simi del suolo ed ogni altra facilita- zione tecnica e legale. orti inioliuta Il Uer a¬ er Le ano nveutre i : I risultati non si sono fatti aspettare. Non meno di 107 importanti firme hanno stabilito filiali al di là del San Lorenzo nel 1930, più che raddoppiando l'esodo dell'anno precedente e quadruplicando il numero di quello emigrate nel 1928. E la corsa continua. Mentre gli stabilimenti centrali delle principali città industriali americane lavorano ad orario ridotto e con personale diminuito, gli impianti canadesi produ- cono gli stessi generi manifatturati non solo per il consumo locale, ma per l'esportazione in tutto il globo La più grande industria dell'allumi- nio che vi sia al mondo, controllata in massima .parte dal Segretario del | Tesoro americano, Andren Mellon, si sposfa nelle solitudini di Arvida. nelle vicinanze di Quebec sulle rive del fiume Sagucnay. E' industria!le che dà da vivere a tutta una. città, j is- La bauxite daffa Guiana inglese sa - a- ra trasportata direttamente agli Sta- bilimenti eretti nelle foreste Canade-1 à miS: ^tln^grSSproduttrici di cibi in iscatola, la Campbell, emigra nel Canada, dove stabilirà un'industria di un milione! ■ti rloll-iT-i fhn finirà imnWo a mi l.iii dollari, che data impiego a ghaia di persone. Anche le industrie| della lavorazione della gomma, c-hc j hanno molle filiali all'estero, progettano di trasferirsi nel Canada. E cosi una tairiffa ch'era stata presentata come la salvaguardia ilei lavoro americano, aiuta invece il a voro straniero, mentre 6 milioni di disoccupati battono incessantemente il marciapiede. Annunziata come la Via maestra per il mantenimento d | gH alti salari e dell'alto tenore cri !per egoismi nazionali che s'ilhi j t]orlo di poter prosperare nella misc ria ui tutta gli altri paesi, „„.„. ruCCIERO -1 < vita no sta causando l'abbassamento, aumentando l'esercito degli oziosi per forza. E' una tremenda lezione

Persone citate: Andren Mellon, Hoover, Klein, Matthew Woll