Le prodezze degli isolati Bulla Pancera e Catalani

Le prodezze degli isolati Bulla Pancera e Catalani IL "GIRO CICLISTICO DI FRANCIA Le prodezze degli isolati Bulla Pancera e Catalani L'Austriaco rlncs la Montpellier-Marsiglia davanti a Catalani - Pascerà, animatori della gara, buca a pochi chilometri dall'arrivo Gli «assi» in ritardo diminuti - Pèlissier balte in volata un folto gruppo - Classifica generale invariata nelle prime posizioni (D 4Ir IC O « T « O IJVVIAT O) . Marsiglia, 13 notte. Rleccoci all« partenze separale, la fissazione di Desgrange che vede in esse la salvezza delle corse sii strada. E chi gli può dare torlo in linea di principio? I pregi delle corse a cronometro, in confronto di quelle in linea, sono indiscutibili. Ma è chiaro anche che non bisogna abusare di questa formula Ideale c non si deve applicarla a sproposito. Si disputino pure a cronometro tutte le corse di un giorno: approveremo entusiasticamente. Ma. si risparmi questo superlavoro ai concorrenti delle gare a tappe, soprattutto quando esse sono già gravate di difficoltà, come è il caso del giro di Francia. Non ci sono già le tappe consecutive e le scalate pirenaiche e alpine? Perchè aggiungere queste partenze separate che costringono l corridori a prodigarsi da un capo all'altro della tappa? Punizione per gli arrivi in gruppo, fu detto dapprima. Ma ieri i corridori terminarono largamente suddivisi, grazie al colpo di scena del controllo di Sete. E tuttavia oggi partenze separate. Perchè? Perchè si prevede un grande affollamento di automobili intorno a Marsiglia. I turlsti-routiers, passando per primi, assorbirebbero questo entusiasmo e gli « assi » potrebbero raggiungere tranquillamente l'arrivo. Occorre rilevare la debolezza di questo argomento? E che si deve dire di un tale sistema di trovare ogni giorno una aiustiflcazione nuova? Evidentemente, se 11 principio fosse giusto, non occorrerebbe questa ginnastica dialettica che sa di curialesco, mentre si vorrebbe e si dovrebbe ragionare e agire da sportivi, cioè con semplicità e buon, senso. Ecco che intanto, per dare subito torto alla supposizione desgrangiana, quando i turisti-routiers si. incamminarono per la bella strada asfaltala e alberata da Montpellier a. Caslelann, una sola vettura, quella del redattore capo dell'Auto, Jacques Godet, incaricato del resoconto per questa categoria, li segui, mentre venti minuti dopo, nella scia degli « assi» si misero cinquanta vetture. L'inconsistenza delle spiegazioni ufficiali, del resto prevedibile, era già dimostrata. I connazionali festeggiano ì «tricolori» L'inizio era in discesa e non occorreva un grande sforzo per tenere un'andatura veloce. Era in testa MaUclair, seguito da tre connazionali e dalla squadra italiana tutta riunita per dimostrare concretamente la concordia che re gna in essa. Sotto la guida ferma e af fettuosa insieme del comm. Spositi, i sei uomini danno un esempio di mira bile disciplina. Se. la sfortuna non tornerà a perseguitarli, gli sportivi italiani riceveranno altre buone notizie. Ma ecco un nuovo guaio: Battesini lamenta una ferita ad un piede con minaccia di infezione. Ha dovuto praticare un buco nella scarpetta per alleviare il disturbo. Quanti italiani in questa regione e quanto entusiasmo per i nostri ragazzi! La colonia di Montpellier, numerosissima, fu tutta, attorno ad essi per la durata del soggiorno e ora dalle fattorie sparse per la bella campagna che attraversiamo (bella perchè sono gli. italiani, che la coltivano) venivano a frotte sulla strada questi nostri bravi lavoratori e si poteva sentire gridalo il nome di IH Paco [Di Paco senza l'accento sulla o), quanto quello di Pèlissier. Cosa volete di più? Appena si fu in pianura gli assi rallentarono, di modo che a Lune! se gnavano un tempo di 45' per 22 chilometri: su per giù trenta all'ora. I turisti-routiers avevano fatto un po' meglio, essendo in vantaggio di. un minuto. Fino a questo punto la fitta alberatura e la. ventilazione avevano attenuato la calura soffocante, perchè anche oggi si è parliti tardi, in omaggio ai discutìbili criteri di Desgrange al quale, rome sapete, sta maggiormente a. cuore la concorrenza dei giornali pomeridiani che non la salute dei corridori. I quali, dopo Lune!, siccome la strada crii, scoperta, dovettero godersi la delizia dei 40 gradi al sole. La gara con partenze separate, se riesce gravissima per i corridori, non è certo fatta per rendere agevole il servizio giornalistico. Ver farsi un conto dell'andamento della corsa, occorre fare Incessantemente la spola tra i due gruppi e infarcire i resoconti di cifre perchè solo queste possono dare l'idea di come si svolge la battaglia. Ecco le cifre risaltanti dal nostro andare e. venire tra I fuggitivi e gli inseguitori. A Saint Gilles i turisti-routiers avevano compiuto 51 chilometri In un'ora e 40', ottenendo la media di 30,600. Tutti e tre gli italiani erano in questo momento in gruppo, ma poi lo sfortunato Yiurengo era vittima di una foratura su un tratto di strada cattiva e non poteva riprendere prima del passaggio per Arlcs. 74 chilometri in ore 2,1S'; la media era aumentata a 32,173. / turisti-routiers erano ridotti ad una trentina. Tra gli staccati era il leuder della categoria Bulla, attardalo da uni incidente di. macchina clic aveva dillo] a n . e a i o n e e a a n , o i e re ao, , e s a a. l , i o » i a e l i i e a o o i l ' e , e i i, a è i è e s n i n o a a e / a r lo spunto a quelfacceleramento, nono-]Bstante il fondo stradale iuit'a'.lro che propizio. Temperatura tropicale Gli assi transitarono per la città, piena di numerose vestigia romane e di un modernissimo ponte sul Uodano, 25'40", dopo i turisti-routiers. Essi non sembravano minimamente preoccupati di questi quasi sei minuti di ritardo, perchè lasciavano che Peglion conducesse turisticamente in modo che lutti potessero riconoscerlo e salutarlo con ogni comodità. Peglion è di Marsiglia: non tiene dunque il buon atleta alla vittoria nella sua città? Lasciato Arles si marciò per quattro o cinque chilometri sotto la volta di alti e fitti platani, ma poi si entrò nella pianura della tran. Qualcuno ricorderà le terrificanti descrizioni della traversata di. questa specie di Sahara nei resoconti dell'anteguerra. Ora le cose sono cambiate: questa distesa, sassosa, vasta 200 chilometri quadrali, è stata sottoposta ad un razionale lavoro di dlssodamento e mollo verde è spuntalo tra il pietrisco e non. è il caso di drammatizzare. Ci si crederà tuttavia, quando diremo che lo spettacolo di quell'arida steppa, estendentesi a perdita d'occhio e bordata Ai cipressi, era tutt'aìtro che gaia e per une oretta sembrò di stare in una fornace. Ma non c'era conforto. Il cielo, d'un azzurro ultra carico, compatto, ve ramente mediterraneo, da stordire; la strada completamente scoperta, battuta in pieno dal sole a perpendicolo sulle nostre teste; l'asfalto soffocante col suo alito bruciante. La traversata della Crau fra l'una e le due d'un pomeriggio di luglio: ecco uno dei tanti pensieri oen Mi di Desgrangc per i corridori. Il distacco fra turisti-routiers ed assi, aumentò in questo tratto. A Saint. Mar tin de Crau, che, con un po' di fantasia, si potrebbe qualificare come l'oasi di quei deserto, perchè il villaggio è tut 10 circondalo dagli alberi, 27'3ó", separavano i due gruppi. CU assi vennero informati della situazione e si videro allora Orecchia e Cremo ravvivare l'andatura, facendo perdere contatto a Pèlissier, Mauclair, Paure, Leducq, Marcchal ed Altemburger. Ma anche Battesini, per quei disturbi a cui si era accennalo, era in difficoltà ed i due bravi piemontesi non insistettero. Prima che finisse la Crau. gli assi raggiunsero Viarengo ed altri tre turi sti-routiers. Viarengo aveva forato anco ra ed aveva preferito, anziché compiere un faticoso e. forse Infruttuoco inse guimenlo, attendere gli assi per poter rendersi utile, all'occorrenza, al connazionali. Purtroppo Viarengo sarà poi colpito da una indisposizione e non giungerà in tempo massimo. Nell'Ultimo tratto della Crau, si marcia tra i cipressi, ma non erano alti e schietti come, quelli carducciani e non ne venne alcun refrigerio. Qualche sollievo portò invece il vento che era cresciuto sempre più In violenza e. si fece furioso dopo Salon. dove il vantaggio dei turisti-routiers sugli assi, era diventato di otto minuti. «Costa cara l'acqua! » Finita la Crau. si rividero intorno a noi verdi campagne e si riebbero quei benemeriti platani a. fiancheggiare la strada, ma, ahimè, per poco. Per lunghi, eterni chilometri, non ci fu una protezione di alberi ed il vento non bastò a mitigare l'afa opprimente. Si. andava arrosto. Peglion. pratico dei luoghi, tentò una fuga nella discesa su La Fare, ina i sette od otto che si staccarono al primo momento non tardarono a rientrare. Cremo, fermatosi proprio allora per rifornirsi d'acqua, fu costretto ad una buona sgroppata che gli fece dire: « tosta cara l'acqua! ». Altre ondulazioni si trovarono verso Ais, ma lutti si tennero quieti; ormai gli assi sembravano ben decisi alla rinuniìa della vittoria di tappa in favore dei turisti-routiers, che avevano portato 11 loro vantaggio a 10 minuti. 50 chilometri mancavano al traguardo. L'affermazione dei turisti-routiers doveva in questo tratto assumere proporzioni aurora maggiori... 51 è che dopo Gardàime i dislivelli si fecero più bruschi, dando la spinta ai mrifff-routiers per la battaglia, mentre tra gli « assi » tutto si ridusse a in noe ne scaramucce. Fu la prima di queste salile a provocare il disgregamento del gruppo dei turisti-routiers, composto ancora di sedici uomini. Bulla, il leader degli isolati, che come, ricorderete non solo ha fatto sempre, man bassa dei premi di categoria ma ha anche, riportato una littòria assoluta a Dinan che gli valse la « maglia gialla i-, fu il trionfatore dell'azione decisiva. L'austriaco non è un arrampicatore di primissima forza (lo si vide nella prima lappa dei Pirenei, l'unica nella quale non padroneggiò nella sua categoria) ma su sa lite rome queste, non lunghe e dalla pendenza non formidabile, si trova per ni fattamente a suo agio. Perciò, quando o] i<uuvera, conoscendo ir deficienze di tzdaatciasrdnaiaamrpgvgsctpdqscsllabrrtvazldspcTcedlrisgScfmmpflqaen Bulla in salita, sferrò la battaglia per tentare di migliorare la propria post zione in classifica di categoria, il biòndo e svelto austriaco potè rispondere agevolmente all'attacco del veronese. Gli sforzi di Pancera, a cui si era alleato Catalani, mosso dallo stesso interesse, non riuscirono però inutili. Al culmine della salita di Coutran i due italiani e Bulla precedevano tutti gli altri nettamente. Bisognava ora liberar si di questo Bulla, leader della catego ria, con 5 e 8 minuti rispettivamente d>, vantaggio su Pancera e Catalani e ì nostri due bravi isolali reiterarono alt attacchi contro l'austriaco, prestandosi il terreno per gli ininterrotti saliscendi a una azione del genere. La sorte non aiutò l'iniziatore della battaglia. Proprio Pancera doveva essere vittima della sfortuna. Dopo che gli attacchi a Bulla furono ripetuti dai due italiani su ognuna delle brevi salite, e quando già sembrava che l'austriaco stesse per cedere, Pancera vedeva spuntata la sua offensiva da una foratura. Le salite erano ormai finite. Si doveva discendere fino all'arrivo e Bulla e Catalani si involarono davanti al povero veronese che, piangendo, si accingeva al cambio del tubolare. Le sue speranze erano crollate. Come raggiungere l'avversarlo più fortunato? Questi avrebbe certo profittato dell'azione die contro di lui era stata ritolta. Tale doveva essere la soluzione culaia dal caso, beffandosi dei generosi sforzi di Pancera. Negli ultimi chilometri Bulla potè resistere agli estremi tentativi di Catalani, che continuava nell'azione iniziata con Pancera, e raggiungere insieme col varesino il velodromo di Jean Bouin attraverso un lungo tragitto per i sobborghi marsigliesi inverosimilmente affollati e per quelle caratteristiche stradicciole chiuse Ira. due muri che acca nomano le città mediterranee qualunque ne sia la nazione. In pista Bulla ebbe agevolmente, ragione del meno veloce Catalani e potè così aggiudicarsi la sua seconda vittoria assoluta di tappa. Due minuti dopo arrivava lo sfortunato Pancera. che. aveva soltanto perso il tempo richiesto dalla riparazione. Poi. tutti frazionati, seguirono gli al. tri tredici della categoria che avevano saputo conservare più o meno netta mente il vantaggio sugli « assi » : Culramand, che nella classifica era secondo dopo Bulla c davanti a Pancera c Catalani, terminava con forte ritardo e perciò i due isolati italiani hanno potuto- conquistare il secondo e. terzo posto nella classifica di categoria. La loro bella prora ha. avuto dunque il giusto, meritaiissimo premio. Come vedete, non solo nella, categoria superiore si afferma il valore dei corridori italiani, ma anche fra i più. modesti concorrenti, che per quattro volte, e in vìisnra ancora maggiore che nelle, precedenti, hanno segnato un tempo migliore di quello degli « assi ». La passeggiata degli « assi » Sono questi i risultati delle partenze separale i quali ci hanno riconciliato con un sistema che disapproviamo apertamente e di cui soltanto apprezziamo la utilità quando ne deriva un vantaggio per la categoria meno favorita. Viva dunque le partenze separale, mercè le quali troviamo ai posti d'onore in que sta 12* lappa due italiani. Mentre i turisti-routiers si battevano con tanto ardore, gli assi andavano a spasso, cosicché negli ultimi. 50 Km. il loro svantaggio si raddoppiò. Sulla, salita di Luyncs, Peglion si era messo alla testa del gruppo mandando in visibilio le migliaia e migliaia di suoi corregionali scaglionatisi sui poggi ove l'aridità delie rocce dirupale era spesso interrotta da un folto ciuffo di pini. In vicinanza del culmine Peglion forzata poteva strappare una diecina di rwtri a l'esenti, Cremo. Orecchia, Iie.iniiysèrt! Magne: una aerina di. metri che, grazie alla bollente, fantasia dei provenzali, saranno cerio diventati stasera ami decina di minati ai tavolini dei rnffè sulla tumultuante < unnebicrc, i: chissà poi quali drammatiche vicende, avranno costruito questi degnissimi emuli di Tarlarin (personaggio da romanzo ma che troverete riprodotto a migliaia di esemplari in questa Provenza per colpa diceva Dande! — del sole troppo cai do e del cielo Icoppo bica), chissà quali orripilanti avventure saranno scaturite da queste tempre eccitatissime di immaginazione per giustificare la presenza dell'eroe nel modesto gruppo de gli ex-aequo. Fatto è che nè a Luynes né a. Saint Savournin si verificarono selezioni decisile. Peglion condusse sempre, e potè fare ampia messe di frenetiche acclamazioni e di lampeggianti sorrisi di ammiratori e. ammiratrici, ma insomma poco concluse perchè non riuscì che a far distaccare i già sfiatati Hamerlinck. Vai Illsselberghe e Altenburger i quali arrivarono fuori tempo massimo al pari di cinque turisfi-routiers. Gli altri dieci o dodici uomini che erano rimasti indietro, ripresero terreno e penino Pèlissier, appiedato da una fp foratura, ricomparve prima che si entrasse in pista. Man mano che ci si avvicinava a Marsiglia la folla diventava più folta, sicché gli ultimi chilometri si percorsero entro un vero corridoio umano nel quale vi era appena lo spazio per passare. E non soltanto Peglion fu applaudito, ma i nostri Di Paco e Battesini, malto popolari qui per aver corso in pista, e Orecchia, che è addirittura marsigliese di nascita, ebbero la loro parte di acclamazioni dagli Innumerevoli connazionali. Disorganizzazione all'arrivo Non resterebbe ora che di parlare della volata degli assi. Ma vi dirò francamente che in pista la confusione era tale che tutti i giornalisti si trovarono asserragliati nella massa che aveva invaso il prato e nessuno potè vedere come andarono le cose. Dovemmo accontentarci di trascrivere la classifica quale fu comunicata dai giudici di arrivo (dove erano? che cosa, videro?) e di comprendere poi qualche particolare dai nostri corridori. Bebry era partito di sorpresa e solo negli ultimissimi metri veniva rimontato e battuto da Pèlissier, mentre Di Paco terminava alla ruota del belga e Battesini non si era Impegnato. Quanto a quell'edificante saggio d'organizzazione, che fu l'arrivo al velodromo Jean Bouin e alla invero simile contusione che trovammo fuori, tanto che un'ora ci occorse per raggiungere la città, immaginiamo che, sull'esempio di Daudet, si darà la colpa al sole e al cielo. Ma anche in Italia il sole è caldo e il cielo è azzurro quanto e più di qui e pure non ci è mai occorso di assistere a una confusione sul tipo di quella odierna. Domani... partenze separate, direte. No, in linea. Le idee di Desgrange non hanno neanche il pregio della fermezza. VALDO COTTARELLI. L'ordina d'arrivo 1. MAX BULLA, in ore 6,22'7"; 2. Catalani, a ruota; 3. Pancera, in ore 6,24'M"; 4. Van Vierst, in ore 6,27'41"; 5. Bernard; 6. Nietscke; 7. F. Henri; 8. duiramand (nel medesimo tempo); 9. Fayol le, in ore 6,2S'47"; 10. Ussat, in ore 6,34' e 15"; 11. Bajard, in ore 6,34'39"; 12. Goe dhuy (medesimo tempo); 13. Viaene, in ore 6,38'48"; 14. Van Grontenbruele (me desimo tempo); 15. Buttafuochi; 16. Ve not. Finalmente giungono gli assi in gruppo compatto. Cario Pèlissier vince allo sprint. 17. Carlo Pèlissier, in ore 6.42*20"; 18. Rebry; 19. Di Paco: 20. Sto pel; 21. Siegel; 22. Metze; 23. tutti quanti ex-aeqno: Gyssels, Déniuysère, Veryaecko, Scliepers, Dewaelc, Battesini. Cestri, Cremo, Orecchia, l'esenti, Laiub, Pipoz, Antenen, Tierltach, Geyer, Sieronski, Antonino Magne, Benoit l'aure, Leducq, Maréchal, Mauclair, Le Calvez, Peglion, Cepeda; 47. Rnigcre in ore 0,42'30"; 48. Huclii, in ore 0,43'20": 49. Berton, in 6 ore 43'27"; 30. Opperman, in ore 6,4V e 22"; 51. Van Trieht, in ore 6,51'46"; 52. Buse, in ore t>,54'18". Se il direttore della corsa non applica il dieci per cento di tolleranza, non resteranno dunque in gara che questi 52 corridori. Può essere che il signor Desgrange usi della clemenza versogli altri S ritardatari e permetta loro di rimanere in corsa. Vedere nelle « Ultime Notizie » ctasiflca generale. la Gre di tiro Ni Li

Luoghi citati: Francia, Italia, Marsiglia, Provenza, Saint Gilles