Le fila spezzate della ribellione

Le fila spezzate della ribellione situazione in. Cirenaica Le fila spezzate della ribellione (O A E, NOSTRO I IV V I A T O) BENGASI, luglio. \cuEcco come Sua. Eccellenza Hodol!o\',Oraziani, Vice-governatore delta Cire¬ naica, affrontava, questo formidabile problema, lutto in se involuto e dalle più multiple complicanze, che. la situazione della colonia gl'imponeva, se volesse stroncare la ribellione e ricostituire in pace durevole il paese. La. situazione era quella, precisamente, che io hó cercato rappresentare nelle mie due precedenti lettere: e il problema, quindi consisteva essenzialmente nel rompere quel cerchio chiuso della comunanza d'interessi e delle inlime alleanze, delle .solidari età d'ogni specie e dell'infallibile omertà., clic strettamente, indissolubilmente legavano le popolazioni-, sedicenti, sottomesse, e soprattutto I loro capi, ai. ribelli. d.i Omar el-Mu.l;tàr e alla Senussia. Ricordiamo ancora una vòlta le parole di Graziarli, in cui la situazione della Cirenaica, quale egli la trovò, assumendo il Vice-governatorato, si rispecchia con. rigorosa esattezza e lucida evidenza; «... le popolazioni, sottomesse servivano da. magazzeni per le riserve dei ribelli, e da caserma; le truppe indige ne dei battaglioni libici, passavano ai. ribelli le armi e le munizioni per la lotta contro di noi; e infine esisteva l'organizzazione dei capi, donde arrivavano ai. duàr » (t campi, armati) « ( consigli e-'le informazioni che animavano la. guerriglia. I duàr non. erano che,l'espressione armata della ribellione: e dietro questi, viveva e. prosperava una completa organizzazione affaristica < speculativa, che investiva tutta la. Ciro naica, sotto i. nostri occhi e all'ombra delie nostre leggi... ». "Come rompere il cerchio chiuso? So Uomo quanto il problema si complicai se per lo stesso speciale carattere di vi ia d'elle popolazioni cirenaiche, popola zioni. nomadi, la. maggior parte, o più. precisamente seminomadi. Se si poteva pensare di controllare efficacemente Quella minore parte di popolazione stabile, raccolta nei centri urbani, cosi da interrompere e impedire ogni contatto e scambio e relazione tra di essa e i ribelli del Gebcl; come riuscire analogamente con le tribù beduine, sparse disordinata mente in un territorio immenso, e et e si trasferivano a loro piacimento, oggi, qua, domani là, che si raccoglievano, a. volta, a volta, secondo la. loro convenienza e l'opportunità del momento, in qualche grosso accampamento, in singole località, e, secondo la convenienza, si frammentavano in tanti isolali, gruppetti di tende, per lo spazio di.-una vasta regione, dove solo il rintracciarle, gruppo per gruppo, comportava una serie lunga di spedizioni, gio-•■ nate e giornate di. marcia? gid'fuLtel gapolusiditi lastviqusodetrtane veteugmvlilagbtodndtitorddlototatcauztszip150 mila abitanti in 200 mila chilometri quadrati Non. dimentichiamo alcuni dati fonda.rneni.aXi, che inquadrano materialmente situazione e problema. La Cirenaica propriom.cnte detta, dal ' confine egiziano al. confine amministrativo della Tripolit.an.ia, e considerata limitala a sud dalla, linea, approssimativamente, del. ventinovesimo parallelo — escludendo cioè il retroterra, che si estende nel Deserto Libico, o Gran Deserto, e comprende il gruppo delle oasi di Cafra, — la Cirenaica propria ha. una superfice di circa duecentomila, chilometri quadrati. Su questa superfice, che equivale, quasi ai due terzi, del. Regno d'Italia, non albergano centocinquantamila abitan ti,, astrazion fatta dal regnicoli, che sommano a poco di più di tredicimila: "nemmeno cioè la. popolazione, a mo' d'esempio, della sola provincia d'Imperla; e nemmeno un. abitante per chilometro quadrato. E dei. centocinquantamila, per lare, cifra tonda, abitanti indigeni, oltre ottantamila sono nomadi,'.meglio anzi, seminomadi, si muovono cioè, o piuttosto si muovevano, spostando loro accampamenti, di tempo in tempo, per un territorio più. o meno \ fissm—alitpndpilrtlcLvuregecavrsnrtiesteso, ma pur sempre limitalo, che co-{dstituisce la rispettiva, e determinata zo-\'na-di nomadismo; e si. muovevano in\'eomxptmdenza Aelte necessità, di »*. fta, ossia, trattandosi di popolazioni1.Ila pastori-\"dedite prevalentemente alla pas zia,, in relazione particolarmente alle opportunità di pascolo e dì abbeveramento del bestiame. Onesto fenomeno migratorio umano, entro delimitali confini, è del resto, come ognun sa, precisamente un derivato immancabile, weessano, dell'esercizio primilLvo della pastorizia: tutti i pasl'oH sono nomadi, a questa stregua, in tutto il mondo: si spostano cioè regotarmente, almeno due volte all'anno, per trovare, nelle varie stagioni, il pascolo occorrente al bestiame, e insieme l'acqua: dai. nostri pastori dell'Italia Meridionale a quelli d'Affrica o d'Asia, delle Americhe o dell'Australia. SI può aggiungere soltanto che la pastorizia, cosi praticala, rapprcsenta, rispetto alla civiltà nostra e alla nostra economia attuale, una forma arrelxata, superata, di economia, e. di vita; e che lena*, al contatto appunto della. nostra, civiltà, a modificarsi o scomparire. E torse non aveva torlo quell'Inglese, mi. pare, che asseriva potersi valutare II grado di civiltà di un paese inversamente al, numero di capre che alleva; — e si riferiva evidentemente, assai più genericamente, a ogni ovino e bovino allevalo a pa scolo naturale. {Civiltà, s'intende, la nostra, civiltà, industrializzatrice, meccanica, standardizzata e stcndardiz zante: che se dovessimo parlare di ci viltà in senso assoluto, nessuno polreb he mai dire non sia Invece degenera rione e barbarie questa nostra febbre di opere e di guadagni, questo nostro meccanizzare e precipitare la vita, questo innaturale e vertiginoso moltiplicarci i bisogni, quindi le insoddisfa zioni, e pretendere insirmv di acqui stare l'universa umanità a questa nostra frenesia, travolgerla in questo nostro vortice, volarla a questo implacabile Molòch divoratore... Abbiamo si nelle orecchie il. grido leopardiano, che agtlpnlLsiasdcccnflnsgtsmmnratreme lo tlrazia della, * beata prole *,h NOSTRO I IV V I A cui. nostra spietata civiltà conculcava.Iap',Ta le vas,e californie selve • oh con tra il nostro Scellerato ardimento Inermi regni Della saggia natura! I lidi e gli antri E le quiete selve apre l'invitto Nostro furor; In violate centi Al peregrino affanno, agl'ighórati Desiri educa; e. la fugare ignuda Felicità per l'imo sole Incalza ». Ecco, ma. a. Leopardi il primo seggio, per acclainazione, nell'Accademia. d'Italia; ma non mal un incarico di funzionario coloniale). La soppressione delle zànie senussite Oraziani aveva già reciso molle e mot te fila, capitali degli allacciamenti, tra l ribelli, e particolarmente il loro organismo conduttore, la. Senussia, e le popolazioni, sottomesse. Aveva innanzi lutto destituito i. capi, delle zàu.ie scnussitc, e proceduto all'arresto de' più. indiziati, chiuse le zàu.ie stesse, confiscati e incamerali, i. beni patrimoniali, della, confraternita, per i. territori di nostra occupazione: — provvedimenti avvistati e per troppo tempo invocati da. quanti si. erano resi conto della realtà sostanziale della, situazione cirenaica, e della patente frode, del vero e proprio tradimento, che la confraternita, la setta senussita e suoi agenti perpetravano in continuazione, interminabilmente e impunemente, a' nostri danni, sotto il velo ormai trasparentissimo d> una pretesa, azione religiosa, di una pratica e una propaganda che avrebbero voluto gabellarsi per meramente spirituali; mentre non c'era gonzo che non ne vedesse la. materialità politica, anzi politico-criminale, l'attività diretta superlativamente al rinfocolamento, all'organamento, al mantenimento della, ribellione. La zàuia, come. è. noto, è il convento, genericamente, sia senussita che d'altra, confraternita; nel caso delle zànie senussite, è quasi sempre convinto di, tipo feudale, con. giurisdizione che tiene assai, della sovranità, per il territorio inerente, sovranità In atto, seppure non proclamala né. riconosciuta di diritto. Le zàuie sen.ussi.le, quelle fuori dai centri urbani, sorgono sempre in. località segnatamente adatte, per quanto remote e appartate, posti d'acqua potabile perenne, è logico, e in un centro, comunque, di. regione, o all'incrocio di grandi vie di comunicazione, o a un, passaggio obbligato di queste, a uno sbocco prescritto. E intorno alla zàuia si concentrava, dalla, zàuia. si determinava, l'intera vita, della regione: si esigeva la zaeà, ossia la contribuzione obbligatoria dei fedeli, l'imposta qsoggnlocstfigmmcdeemscssmraddpslatrsanssipdrdmpacnttilmGlvmtddcislamica sancita nel Corano stesso, — ,per questo riguardo i smussiti, benchè\Ci \ figurino come, protestanti dell'Islam, e\ siano in. verità degli eretici, per questo riguardo ■ dell'imposta di zacà si. mantengono scrupolosamente ortodossi; — e si raccoglievano le elemosine; e si amministrava la giustizia, giustizia religiosa, ma, che, per la stessa natura e il. carattere della legge, islamica, quali Mqtttti seuussismo accentua, con spirito dipiù rigida intransigenza., coinvolgeva, nonché lo stato personale dell'individuo, tutta, quanta la materia, civile e. penale. Presso la zàuia si teneva il increato; e dalla zauia. se ne regolava l'andamento, si compilavano le. mercuriali, si componevano le eventuali vertenze tra i contrattatori, e si riscuo-4 levano regolari tasse, che potremmo chiamare di posteggio e di scambio. La. zàuia, luogo di sosta, delle carovane, le quali versavano anch'esse una. loro lassa di. pedaggio. La zàuia. riassumeva insomma, come, indicavo, ed esercitava, nonché l'autorità, religiosa,' ma in derivazione, altresì e per estensione temporale di questa, un complesso di poteri politici giudiziari amministrativi, tali die le conferivano di. fatto quasi una sovranità giurisdizionale, come indicavo, in rappresentanza e. in funzione di quella sovranità assoluta cui. la Senussia pretenderebbe e mirava. Dal che, tutto insieme, e tenuto conto che le zàuie senussite, come anche indicavo, e come del resto derivava -{dall'ordini: automatico delle cose, costi -\'"'''ano ' focolai, più. perniciosi e peri \':nlosl del,a ribellione; si comprende a . f',0,'m?f" l'importanza e l'opportuni- i1..,' ":> lanec^Sità, del provvedimento' \""\*"a Eccellenza Graziani non esitò e o i , , l a e a i o o o a i i , a e o , i e I a deliberare e mandare in. esecu; .a. contempo. Oraziani, con una sa- gace e pronta opera di polizia, aveva. tolto e andava, togliendo dalla circo- lozione quegli indigeni più in vista, ca-\pi, notabili, patroni, già influenti, che nsultanano compromessi nella Tibellio-\u"""\la soppressione, in una. paiola, delle' àuie senussite. Vecchio coloniale di, Libia, vecchio ornai, purtroppo, di quasi veni'annl di esperienza e di studi, io sento di dover formulare questo solo augurio: che sul provvedimento nessuno si attenti a tornare mai. più, nè domani, nè nel lontano futuro; che le àule senussite in Cirenàica, con quei caratteri che già le distinguevano, e che del resto, data la tradizione storica e l'intima sostanza del. seuussismo, non potrebbero comunque risultare differenti, restino abolite per sempre. In loro luogo ci. metteremo, come Graziani ha già cominciato a mettere, le. nostre scuole, dove si educano gli indigeni delle nuove generazioni. E sarà tanto di guadagnato per la civiltà: qui senza quistioni: civiltà in senso nostro ma anche in senso assoluto, indubbia mente. L'arresto dei capì e il disarmo dei sottomessi ne, o per mantenere relazioni, dirette o indirette, coi ribelli, e per pagare il tributo a Omar el-Muktàr, o addirittura per fomentare essi stessi, non meno attivamente seppure nascostamente, la ribellione, e fornire a Omar el-Muktàr ogni, possibile aiuto. E insieme eoi c.api-zàuia. e a seconda del grado di. colpabilità, se fossero imputabili di crimini specifici, o semplicemente, genericamente, di favoreggiamento e di omertà: quali venivano deferiti al Tri veste, e sede di Tribunale Speciale per la difesa dello Stalo, quali, con procedimento sommario di polizia, venivano relegati a confino. In genere, tra que,hto tempo e. H successivo, di cui dica h,'n,niè' Militare 'rhV'nella" rnìnni* ' fc/,'1banale Militari, cne nella colonia ha\ ppresto, furano destituiti e. arrestati. uasi lutti i capi-tribù dei nomadi, che ono slati quindi, adesso, sostituiti con ente fidata, specialmente con. vecchi raduali di truppe indigene, che si sieno resi degni della carica per lungo e odevole servizio militare, per avere ombattuto valorosamente sotto la notra, bandiera; e. furono arrestali, e coninati, in. buona, parte, i. notabili Indi geni cittadini: perché tutti, chi. più, chi meno, chi attivamente e chi. passivamente, tutti partecipi della ribellione come dimostravo nelle mie corrlspon danze passale, i più, corresponsabili, di essa, materialmente, gli altri corrivi ad essa, e favorevoli. Anche riguardo ai meno indiziali, Oraziani può vantarsi, senz'ombra di. ironia, si con profonda cognizione di causa, e in serena, coscienza, vantarsi, come si è espresso Sono stali, confinati allo scopo di alvare loro la vita; poiché, data la loro mentalità, e. la. tendenza all'intrigo, sa rebbero indubbiamente flutti assai, peg aio. Perciò, il. trattamento fatto loro, i da considerarsi, di favore. Contemporaneamente, si procedeva al disarmo delle popolazioni, sottomesse provvedimento, anche questo, indispen sabile e urgente: perché i fucili, con re ativo munizionamento, concessi ai sol omessi. per la difesa da eventuali, scor rerie e attentati dei ribelli, erano quell stessi che di tempo in tempo passavano ai ribelli, qkando occorresse aumentarne le forze; ed erano quelli ancora che sparavano sui fianchi e a tergo delle nostre colonne militari, quando impegnate in azioni di guerra, o anche, spesso, se percorressero zone che pur sarebbero dovute considerarsi perfettamente sicure, che risultavano totalmente sgombre di ribelli. Perciò il disarmo del sottomessi, provvedimento lungamente propugnato da quanti — ma non molti — avevano il senso esatto della situazione, costituì, in, realtà, la prima, preoccupazione di. Sua Eccellenza Graziani, e figura tra i. primi alti, del suo Vice-governatorato. del ricamoGiucitttrenLcomgniUqtindelti, iurlunle allpiugnae ddandi l'omParcormetesnogradisormcamcordegNlonnala' zioBevicCoopfatre ricLo scioglimento dei reparti indigeni Al disarmo totale dei sottomessi, con il disarmo e lo scioglimento insieme delle daurie — le bande irregolari di armati, al nostro soldo, — Sua Eccellenza Graziani non esitò ad accompagnare l'altro provvedimento, di. tanto più gra. ve portata e significazione: lo scioglimento degli stessi reparti regolari di truppe cirenaiche, battaglioni, e squadroni. Ho già abbastanza, credo, delucidala la questione, nelle mie precedenti corrispondenze, e non vi tornerò sopra. r/ fatto è come crudamente me lo di Chiara ì0 stesso Graziani — Quando si. diceva che Omar et Muktàr non disponesse più che di cinquecento, al massimo seicento fucili, si trascurava, un particolare niente affatto trascurabile: che in qualunque momento egli avesse voluto, sarebbe bastato un suo ordine, perchè si schierassero in campo con lui, contro di noi, non sot¬ lanio i diecimila fucili dei sottomessi, non soltanto gli altri tremila delle daurie, ma anche almeno duemila, degli àscari dei battaglioni e dei sàuari degli squadroni cirenaici. Perciò non. era alternativa, che disarmarli e scioglierli. E li ho occupati invece, disarmati, ai lavori di costruzione delle nuove, strade. Oggi cosi la. colonia è tenuta, ma tanto più. sicuramente, insieme con i reparti presidiar! dei. Cacciatori d'Affrica e colle Camicie Sere, da pochi battaglioni di Eritrei. Di reparti propriaménte indigeni, cirenaici, non restano che Uli zaptié — i carabinieri indigeni. LtoMBesucacadidinuduguil citefovonaQdeuntistel'esilari50dblmme luleDue risoluzioni eroiche zachcoprelizarid milAere ,„. frontiera egiziana, sba dota materialmente con un relic Tulio ciò era venuto disponendo e compiendo il vice-governatore Graziani, con. incrollabile energia. Ma restava tuttavia quell'enorme questione, su cui insistevo sopra, del contatto permanente, per non dire della confusione, degli scambi incessanti, dell'inoppugnabile solidarietà e omertà, tra le po \ polazioni nomadi sottomesse e ì ribelli, e. con questa, che si poteva definire questione del contrabbando interno, re stava insieme aperta, e pareva non meno insanabile, l'altra, grossa questione, del contrabbando attraverso la frontiera egiziana. E allora Graziani prese le. due decisioni veramente eroiche: rra.n iloUi muti <i reticolato profondo dieci, e. per la lunghezza di oltre trecento chilometri, fino a Giarabùb. — cioè più dell'intera fronte, del nostro esercito, nella guerra italo-ausiriaca, dopo il ripiegamento sul Piave, la fronte dallo Stclvio all'Adriatico ,— c fare discendere tutte le popolazioni, nomadi sottomesse dal Gebel, evacuando il paese, fi.no all'ultimo uomo, e. trasferirle e. insediarle in zone prestabilite, lungo la costa, sotto la nostra diretta sorveglianza e vigilanza, in accampamenti permanenti e chiusi. Trecento chilometri di. reticolato; e l'esodo e la migrazione e la sistemazione di ottantamila individui, uomini donne vecchi bambini, con ventitremila tende, con un milione e mezzo, e più. forse, di capi di bestiame, ovini, bovini, cami'llidi, equini. Sul Gebel non resterebbero, e non sono rimasti, se non i ribelli, dichiarati, isolati per centinaia e centinaia di chilometri, sperduti, in quel deserto, improvvisamente fatto intorno a loro, di migliaia e diecine di migliala di chilometri quadrali: e sono 'bande armate, sempre più assottì nìinle R minacciate, di Omar cl-Muktàr. E inforno a esse, tagliati, loro i. riforni „.,-„<,. jn luogo della, cerchia dei favoreailtame.nti, delle, ospitalità, degli, aiuti, dell'omertà, si va. sempre più stringen- pcenerelesefelacoreag| insatiuAuggtrcotamdi filo di ferro spinato, alto due metri, fir/senlifiRrizaincooarosistsedo la, cerchia, in continuo movimento, delle nostre colonne operanti. •Chiunque si trovi oggi sul Gebel, fuori dalle nostre truppe, non può essere, considerato che come ribelle e traditore, passibile sull'atto, de jure, della pena sancita dalla legge. Ma quell'esodo di ottantamila persone, che ricorda le trasmigrazioni, di po nCmBloprsnlisvmscfipcgtrgssfcgrpoli dell'età barbariche, che sembra i/H^'ipagina biblica; e quella gigantesca costruzione, d'un reticolato di trecento 1 >"">"'« l«nliea ; e. quella gigantesca co- \' , ,,,,.„ JJt " Idchilometri ; meritano, i. due fatti, una particolareggiata Uluslrazione. E la tenteremo domani. MARIO BASSI. lts. d

Persone citate: Graziani, Sità