Di Paco vittorioso anche a Montpellire

Di Paco vittorioso anche a Montpellire Continuano i successi dei corridori italiani al Giro di Francia i P i Di Paco vittorioso anche a Montpellire Dopo una gara senza storia l'italiano e Pélissier fuggono a venti chilometri dall'arrivo guadagnando un minuto sugli inseguitori -- Pesenti conserva il secondo posto nella classifica generale -{X> AI, JVOSXRO INVIAT OJ- Montpellier, 13 mattino. " fondo il va alaggio di Di Paco c di alle nostre spalle nella prima ora di 1 mimemoandacqmosta Montpellier, 13 mattino. •— Oh che ha latin Di Paco? — Ha vinto! — Oh senti un po'... E i due, nitriti, dalla folla, clic si accacava per le vie della gaia città universtaria e aveva sbarrato il passo alla nostra vettura, cosicché, riconosciutala suono per italiana essi ci avevano interpellati nella lingua comune, si. misertutti gioiosi a commentare la lieta novella. Toscani erano cerio, pisani anzi, perchè la loro parlata era la slessa delldolci cadenze strascicate di Di PacoFigurarsi dunque come quella vittoria laveva fatti contenti. Ma orgogliosi, anch'essi sarebbero stalse avessero potuto assistere alle diversfasi che prepararono e suggellaronQuesto successo del loro compaesanoterzo di una serie che, iniziala a Bresda Batlesini, perchè il più giovandella squadra doveva essere il primocontinuata con questo brillantissimdoppietto di Di Paco, non. dovrebbe finre qui. Orgogliosi sarebbero stati i dupisani perchè queste fusi furono di untrascinante passionalità, di una bellezzirresistibile e, oltre ad offrirci la gioidi questo nuovo successo italiano, serva salvare dal naufragio una lappa, chIter cinque ore si. era trascinala anemice monotona senza un episodio notevolte che per merito di un. entusiasmante fnale, può essere ricordata fra le inbelle di questo giro di Francia, in cula sorpresa, il colpo di scena, l'alternarsi delle vicende e delle emozioni picontrastanti, sembrano costituire il regme normale di vita. Un finale a sorpresa Si era arrivali a Sete, a 130 chilometr'dalla partenza e a 28 dall'arrivo, dopcinque ore precise di corsa. Una medidunque, fino a quel punto di poco più d27 all'ora. Guardate ora quella su tuttil percorso: 28.111. Il miglioramento dun chilometro alla media in 28 chilometri può bastare a far misurare ldiversità di fisionomia fra le due parldella gara, la prima lunghissima e insunificante, e la seconda brevissima eappassionante. E se ancora volete dlettarvi con le cifre, ve ne offriremun'altra: in questi ultimi 28 chilometrsi marcia ad olire 37 all'ora. Ma insomina le cifre, per quanto chiare nella loreloquenza, e decisive nel loro valore documentario, non possono darvi l'idecompleta ed esatta di ciò clic fu quemagnifico finale, e occorrerà raccontarlo, anche se il compito è scabroso, anchse si è certi di sciupare, pur scrivendsotto la vicina e diretta impressione, isuperbo episodio a cui si ebbe la fortunHi assistere: la traversata di Sete, o, peessere più precisi, della parte bassa dela città, quella'nuova e commercialelungo le darsene, sul mare e sul canalDe Midi, cliiìrqjiullosto accidentata dper se stessa a causa del selcialo scon nesso, era diventala straordinariamentdifficile per l'ingombro della folla straripante e degli innumerevoli veicoli chavevano ingrossato il corteo. Il gruppo dei 61 uomini che se ne era no venuti fin qui sempre insieme e sem pre a passo moderato, si smembrava an che perchè la strada saliva l'evenientper le falde di quella che i romani chiamavano Mons Setius e in memoria dellquale e venuto il recente mutamento dortografia ufficiale nel nome della cittda Celle a Sete. C'era lo striscione dcontrollo sventolante su di un immensviolone e mentre fino a qui i controllerano sempre stati volanti, ceco che oraper la prima volta in undici tappe corridori venivano fermali. L'arrestnon poteva avvenire più a spropositoproprio nel momento in cui quella, compattezza del pubblico di cui. eravamo rmasti per cinque ore testimoni tuli'atro che entusiasmati, accennava finamente ad infrangersi. Ma volle il casoto meglio volle la iniziativa di un corrdorè, che, quanto era già in sviluppo andasse a maturazione nonostante l'nopporlunìssimo spezzettamento della tìona. 11 « colpo » di Marechal Il corridore da cui parli la scintillfu Marechal, specialista a questi colpa cui ormai si riduce la sua attività, es sendo egli in condizioni di forma semplicemente pietose. Quando, lrascorsi tre minuti, i corridori ebbero la via lbera, Marechal scattò fuori da quellfolla clic si era precipitata addosso agruppo con furia tutta meridionale mche fu pronta ad aprire un varco allmaglia blu-bianco-rossa. Fuggiva dunche Marechal e i più svelli a seguirlfurono Leducq e Pélissier, il che fsupporre che il colpo fosse concertatfra i francesi, anche per il ricordo dun tentativo del genere che Charlol misin effetto l'anno scorso in questo stesspunto Conoscete le condizioni di Marechal sapete elle Leducq non è molto più in 'gainia, Immqglnerele die questi dunon sostennero a lungo lo sforzo e cheprima ancora che finisse la città, Pélissier venne lascialo solo. Nel gruppo intanto si era prodotto quello scompigliche è naturale conseguenza di questi e pisodi e dell'orgasmo che ne viene e spropaga fra i, corridori. Di Paco era Iottime disposizioni per inseguire; temporeggiò per il timore che Pesenti fossrimasto indietro e che abbisognasse dquell'aiuto che egli, al pari di tutti glaltri della squadra, ha promesso di daral capitano e lo darà. Ma Pesenti, accorto, saldo, potente, era vicino allmaglia gialla, nel gruppo, fra. Batlesine Gestri e Di Paco. Allora, tranquillizzato, parti alla rincorsa del fuggitivo mentre un passaggio a livello chiuso sgretolava anca, più le file e le spezzettavin una infittita di gruppetti. Arrestati quel passaggio a livello, potemmo vedere sfilare gli inseguitori: prima ugruppetti di venti in cui erano PesentBattesini, Gestri, Viarengo, Magne, Leducq, Bebrg, Dernuysère, VerwaekeBulla. Poi una dozzina di uomini fra quali Pancera. Poi ancora Gremo, Orecchia con Metze, Marechal e tre belgpoi Catalani con Pcglion, Manclair, dutedeschi e due svizzeri e infine una diecina di isolati alla spicciolala. Quando le barriere si alzarono e potemmo proseguire, trovammo le posizioni immutate. Il gruppo degli immediainseguitori era sempre forte di venti uomini ed era trascinato da VerwaekeMa, per quanto il belga fosse impeunat o e . i i e o , t e , o e a a a i e a e ù i ù i o a, i. o i a i d o i o a l e o l a r , e i e e e a i à i o i , o , , a i l a ia a o a o i e o e n e , o i n e i i e a i a a n , , i : e i . " fondo, il va alaggio di. Di Paco c. di Pélissier era, netto, di. almeno 500 metri. I due fuggitivi Alavano a 40 all'ora, alternandosi, regolarmente nel condurre, licita coppia: lull'e due alti, atleti perfetti, armonici ed eleganti, nella, pedalata sciollissimu, nonostante, la velocità e il terreno che attraversando una selvaggia brughiera, presenta incessanti seppure lievi gibbosità. Enorme la folla sulla strada e altissimo il vociare, poiché uno dei fuggitivi è l'idolo dei francesi, e l'altro, subito riconosciuto dalla, maglia, scalena l'entusiasmo degli innumerevoli italiani. L'irresistìbile spunto di Di Paco A due chilometri da Mflnlpcllicr è in lesta Di Paco, che continua a condurre quando si entra in città, quando si traversano le strade affollatissime, quando si imbocca il vialonc dclt'Esplanade ove ha luogo l'arrivo. Quando è in vista lo striscione del traguardo, a duecento metri Di Paco rallenta, si volta per sorvegliare l'avversario e lo fa venire di fianco. Allora scattano entrambi. Cento metri fianco a fianco. *Toii irresistibile spunto finale il toscano sopravanza il francese, insiste nel suo estremo tentativo c lo batte di una mezza lunghezza. Di. Paco.ha vinto e dalla (olla, che durante la volala, si. era. tenuta Jra lo steccalo e ì cordoni della polizia in un ordine impeccabile, escono chi sa come, diecine e centinaia di persone, pazze di entusiasmo. Sono italiani. Si sentono lutti i dialetti, ma è la stessa lingua, che dice le stesse parole di tripudio e di fierezza. Un italiano ha vinto anche oggi come a Brest, come a Perpinna.no: uno di questa nostra giovane squadra che la sfortuna ha provalo ma non. domato. Uno di questi sei che, scomparse le due vedette, ha ritrovalo tutta la gagliarda, lutto l'orgoglio per riconquistare nuovi successi. Di Paco ha dato la terza vittoria di lappa alla squadra italiana. Pesenti conserva il suo secondo posto guadagnato sui Pirenei, perchè termina nel gruppo degli, immediati inseguitori in cui Battesini si classifica, dietro Leducq al qiiarto posto. Con questo radioso attivo per gli italiani si conclude la tappa iniziata per tutti in modo tutt'allro che promettente. Ma prima di raccontarvi questo inizio di tappa, è opportuno che vi parali del signor Desgrangc e delle sue decisioni: argomento non nuovo e non, per volontà o per colpa del sottoscritto, inesauribile. Farli partire alle 11,30, di luglio, e nel Mezzogiorno, significa esporre i corridori alla canicola implacabile nelle ore pii'/, calde della giornata. Voi sapete che Dcsgrange è sempre alla ricerca, con uno zelo degno davvero di miglio re impiego, di tulio ciò che può inasprire la fatica dei corridori. E tuttavia vi domanderete il perchè di que sta raffinata crudeltà. Vi rtsparmierò la pena di un lavoro probabilmente in fruttuoso, perchè la ragione di questa partenza in pieno meriggio è cosi speciale che non è facile indovinarla. Ecco dunque la spiegazione di una autenticità a tutta prova perchè viene dallo stesso Dcsgrange. In tutte le tappe brevi si parte tardi affinchè, l'arrivo abbia luogo verso le cinque e pertanto i giornali del pomeriggio non possano dare i risultati. Cosi, per essere informato, il pubblico dovrà comprare i giornali dell'indomani mattina e in prima linea l'« Auto » che, da quando è comincialo il Giro, può fieramente annunziare ai suoi lettori: la tiratura di questo numero raggiunge o sorpassa le 700 mila o le 800 mila copie. Dssgrange non ha pietà! La concorrenza giornalistica ! A queste esigenze di bottega viene sacrilica to il giusto diritto dei corridori ad aver risparmiate feroci vessazioni. Per poter vendere qualche migliaio di giornali in più, per osteggiare la slampa concorrente, si espongono i carridori, a nuove e davvero non richieste fatiche. Lasciamo ai lettori di qualificare come si inerita colui che escogita tali e tante torture per incrudelire su coloro che infine hanno fatto la sua fortuna colui che non ascolla mai una voce di umanità ma, testardo, inflessibile, segue ed applica una legge del proprio egoismo, del proprio interesse. Per con to nostro ci siamo già fatta una opinio ne sul « patron » e non abbruno man calo di esprimerla molto chiaramente. Leggevo, mentre attendevo il momento della partenza, e tulli già si grondava di sudore, l'i Auto » di sabato, con le sfuriate e le sarcastiche vociferazioni di Dcsgrange, indignato per la mancanza di combattività nella Luchon-Perpigna no. Come erano trattati questi, corridori che, dopo nove tappe consecutive a 32-34 all'ora, dopo la massacrante pri ma tappa dei Pirenei, si erano permessi di non tirare il colio un'altra volta e di partire in 63 per urrtvare insieme in Z>ì senza offrire un brivido all'incontentabile Dcsgrange ! Ma è poi suscettibile questo cuore indurilo da SO anni di emozioni sportive di provarne ancora? A leggerlo non si direbbe, perchè la corda toccata con maggiore frequenza è quella della ironia, una Ironia da brontolone bisbetico e insaziabile. Ora torna a battere il tasto delle partenze separale. E' detto: venerdì i corridori hanno gravemente peccato e si sono resi meritevoli della, punizione delle partenze separate. Magnanimo, il « patron » lia concesso ai colpevoli il beneficio della condizionale. Se faranno giudizio, la pena sarà condonala, altrimenti Dcsgrange non, avrà pietà. Sia ben chiaro: questo è l'ultimo esperimento di corsa in linea. Avevano i corridori letto anche essi l'nAutO' prima di partire? Si sentivano fra capo e collo la spada inesorabile ma non giusta di Enrico il vendicatore? Vedevano profilarsi la minaccia delle partenze separate? Certo è che si misero a pigiare cosi tenacemente sui pedali che ben 33 chilometri di una bella strada asfaltata, prima su un iungo rettilineo che fendeva la sterminata pianura del Rousilton fertile di vigneti poi costeggiando il mare, tutto oJlrastauUato da insenature, passarono n alle nostre spalle nella prima ora di marcia. Erano i belgi che conducevano, quei belgi che devono essere assetali di vendetta contro Magne, che mercoledì, in ritardo sull'Aubisquc e sul. Tourmalct, sorpassò Schepers e Demugsèrc arrestati da forature, e vinse cosi, per aver sapulo riguadagnare nella discesa il tempo perduto sulla shliia. Ma per celebrare questa vittoria ben aiutata dalle circostanze, come Dcsgrange ritrovò la enfasi e il. calore del lirismo! Abbiamo letto di. un eroe che sa. soffiirc, che lottò fino allo spasimo, che veniva additato come cscmiiio di coraggio e di tenacia, a quei, pusillanimi, di Giacobbe e di Camusso che ebbero il torto di affrontare, i Pirenei, con le reni spezzate dal male e le gambe martoriale dalle ferite e. di non poter nemmeno profittare delle tempestive forature avversarie. Sotto il solleone Ma ci si può attendere generosità da colui, che martirizza i supcristiti della veloce galoppata Parigi-Pau e. dell'asperrima scalala dei Pirenei con. queste tappe canicolari? l'orlunatamenle la natura, più benigna del direttore dell'" Aulo* e della corsa, è venuta ad' alleviare il. campito dei corridori. Nel primissimi chilometri si era marciato su di. una strada completamente scoperta e vi potete immaginare come era battuta dal. sole se l'asfalto bigio e mot liccio si rigava di solchi, profondi sol to le ruote delle vetture. Poi, fortuna tamentc, si entrò sotto la cupola di un duplice filare di. platani: e si. ravvivò il. vento a mitigare l'opprimente calura. Fu questo provvido vento che, spirando per tutta la. durala della tappa e talora con inaudita, violenza, fere, sì che i cor ridori non cadessero sfiniti sui. bordi dcllajslrada che scollava letteralmente e da cui, appena la brezza si. calmava veniva su un soffio ardente rome dalla bocca, di un. forno. A quest'ora si potrebbe essere già arrivali e si godrebbe quella siesta, a cui eerto si abbandonano adesso in massa questi bravi borghesi del « Midi », fedeli alla tradizione e alle buone norme dell'Igiene, perchè non sono molti coloro che hanno creduto di offrire il sacrificio del riposo meridiano in omaggio ai giganti della strada. Lascialo il mare si andò su e giù per collinette. I francesi, stretti in scorta d'onore Intorno alla « maglia gialla », avevano sostituito i belgi nelle prime posizioni e vi immaginate perchè l'han no fatto: per moderare l'andatura in modo che « Tonin » potesse più comodamente raccogliere le ovazioni, della gente radunatasi prudentemente sotto le tende dei caffè. A Narhonne si marcava un tempo di due ore esatte per coprire *63 chilometri. Non c'era'male come madia, ma poi essa precipitò e solo il ver liginoso finale la. rialzò a un livello ap pena decente. All'uscita dalla città Ca taluni forò ma riprese subilo conlatto Bravi i nostri isolati. Questo Catalani, compaesano e allievo di Binda, si con quislò il primo posto di categoria in vetta al Tonrmalet; l'astigiano Viarengo si classificò quinto assoluto nella volata di Pcrpignano e mi diceva stamattina tutto contento: — Adesso vado bene, vedrà che farò qualche cosa di buono nelle prossime tappe. Dopo il Giro ritornerò in Italia che ho lasciato un anno fa, e farò la prima classica in calendario dopo il Giro. Anche Pancera cammina sempre me gl'io e minaccia seriamente Bulla nella, classifica di categoria. Tre minuti sol tanto separano il veronese del leader L'azione addormcnlalrice dei francesi continua e cosi efficacemente che un'ora, e 5' occorsero per andare, da Narbona a Bezlers, attraverso la. valle dell'Ande, per una strada opportunamente albera ta. In questa città, addobbata, con gio cosi festoni (ci doveva essere la corrida all'arena), una folla affezionala e rumorosa guanto può esserlo una folla me ridionale di. domenica, gremiva i caffè e nereggiava sotto i platani delle magnifiche allées per le quali si passa as sordati dall'urlare di questo scoppici tante e indecifrabile dialetto. Beziers è in collina e la scalata a que sta altura allunga le file. Poi, sicconu il terreno continuava ad essere ondula to e i belgi avevano ripreso l'iniziativa il gruppo accennò a disgregarsi. Infine intervennero Grano e Orecchia con un buon strattone e si. produssero alcuni distacchi, i primi della giornata, polche sino allora l 61 parliti erano sempre ri masti uniti. Una dozzina di stranieri fra i quali Buse, Bulla, Muucluir, Ha merline.!:, restarono indietro, ma i due torinesi, dolo che quelli che più preme vano non avevano ceduto, desistettero e il gruppo si riformò. Di Paco è in forma Ad Ande le ondulazioni cessarono e l. nostri furono i primi, a girare, la ruota Compiuta l'operazione, Di Paco passò di fianco alla nostra vettura cosi sorri dente e veloce da superare le migliori previsioni sul suo conto. Il pisano è letteralmente trasformato dalla Pau-Lnchon, che con quella mas sacrante salita non è il terreno più adatto per questo levriero e in cui (non lo dimentichino i lettori e lo sappia il si gnor Dcsgrange) egli, forò ben sette gomme. Di Paco è tornato l'atleta pode roso, sicuro, prontissimo, che sin dalle prime, tappe si affermò come il. più de gno di competere col due velocissimi del lotto: i famosi Pélissier e Humerl.inck, e si. fece ammirare per la sveltezza nel reagire, a. ogni avversario. La nera parentesi si è chiusa per l'atleta che bisogna prendere cosi come è, col suoi difelti e le sue virtù, supremamente incostante, pigro e facile a scoraggiarsi se il percorso è troppo montagnoso e se la sfortuna lo assale: forte, ardilo, irresistibile sulla strada non. eccessivamente aspra c nelle buone giornate. Il percorso di questa Pcrpignano-Monlpcllicr è di quelli che fanno per Di Paco e che egli sia in vena è cosa certa. Dopo Ande la strada puntò verso il mare e lo seguiamo per una ventina di chilometri, L'acque, di un azzurro carico, erano agitate, spumeggiavano sulla breve spiaggia arenosa che sola separava la strada dal mare. Folle di bagnanti erano schierale al passaggio dei corridori e nugoli di veicoli di ogni genera.:. motociclcttCi vetture, di lusso, angherali furgoni con file di seggio, si gettarono nel gruppo. La confusione, era al. colmo, il baccao indescrivibile per l'incomposlo agirsi e il frenetico gridare, della folla. questi bollenti meridionali, si frammischiavano gli italiani, clic sono numerosissimi da. quéste parli. Essi, erano mobili/ali in massa per l'occasione. Si ndò cosi verso Sete, che spinge fra le cque turchine del Mediterraneo il promontorio che rende eos'i. pittoresca, queta stazione balneare. Avvicinandosi, ala citta, l'andatura sì fece via via più pedita e nella fila si untò a varie rirese una irrequietezza, i prodromi di uella furibonda battaglia che doveva catenarsi, poco dopo e conchiudersi con na nuova superba vittoria italiana. I corridori, sono arrivati oggi frazioali in tanti piccoli gruppi. Tuttavia la Montpellier-Marsiglia di domani si diputerà con partenze separate. La raione? Me l'Ita della Dcsgrange or ora : affollamento delle automobili sul perorso. I corridori dunque devono sconare l'entusiasmo del pubblico, ossia eccesso di un fenomeni) dì. cui sono la ausa. Questa volta mi pure che Dcsrange sia battuto anche sul terreno ella dialettica. VALDO GOTTARELLI, L'ordine di arrivo er. 6. Stoepel; 7. Bulla (primo isii-routiers); 8. TJerbai-li; 0. ex aequo Robry, Dernuysère, Vervaeke, Devaale, Gestri, Pesenti, Oppcnnan, Siegel, Geyer, SieronsUl e Antonino Magne, utti nello stesso tempo eli Leducq. 20. Viarengo, in ore 5,23*32"; 21. FHenri; 22. Lonckc, in 5,54'14"; 23. Land), n 5,54*18"; 24. ìtyteiiliurger; 25, Cepeda; 26. ex aequo Huchi, Van Risseleig, Marechal, Orecchia, Metze, Pi- piV5Co7c8S2A8G5883 poz, 13. Fan re, Gremo, Schepers, HamerUnck, Goeduys, Fayolle, Guirainmd, Pancera, Bernard, Buttafochi, Catalani, Vari Vierst, Godinat, Bajard, Van Trlckt, Bouililct, Ussat, Van Grootcnbruele, Bcrton, Vlaeno, Nletske, Gicssèl, tutti col medesimo tempo di Lamb, in 5,54*18"; 54. Anterien, in oro 5,56'6"; 55. Brugere, in 5,57'o ; j<>Buse; 57. Manclair; 58. Bidot; 59. Venot; 60. Peglipn; 61- Moreels, in 6,* 10 La classifica generale 1. Anlnnino Mutine, in oro 79,27*35". 2. Pescali, in 79,37'37"; 3. Demuysere, 79,3STJ"; 4. Bevaelc, 79,39'1U"; 5. Le Calvez, 79,46'2i"; 6. Buchi, 70,1.'16'; 7. Hehry, VJ,5U'.'«"; 8- Pcglion, 79,51*4"; o. Tluorbnch, 79,52'àC"; 10. Lipperman, 79,53'5"; Jl. Metze, 79,53'43'; 12. Vervaecke, 79,55*25"; 13. Culo Pélissier, in 8ii,;i.V; 14. Leducq, 80,3.')"; 15- Schepers, SO.1'5"; va: B. Paure, 80,6*27"; 17. Stoe]iel, 80,7*44"; 18- Sieronski, 8Ò,10'29": 10. Siegel, 89,11*30"; 20. Buse, SU,16'37 ; 2t. Cremo, 80,20*50"; 22. Pipot, 80,2',' e 50"; 23. (ieyer, S0,27'lo"; 2-4. Antenen, 80*30*45"; 25.* MauclaUs, 80,35*55": 20. Altenburger, 80,3<i'41"; 27. Max Bulla, 80,43*22"; 28. Marechal, 80.51* 11"; 29. Guifamand, 80,51'23"; 30. Pancera, 80 e 51'32"; 31. diesel, 80,52'»4"; 32. Di Paco, 8Ó,53'29"; 33- Catalani, 80,54'41"i 31. Ilanierlinck, 80,55'41": 35. Gestri, 80,56*8"; 30. Van Trickt. 81,9*41" ; 37. Bayard 81 11*14"; 38. Godinat, 8L16'36"; 39. Goodytis, 81,17'25"; 40. Lonckc, 81,19'34" ; 41. 3. Bidot, 81,22-3"; 42. Orecchia, 81,2o 43. V. Henri, 81,27'30"; 44. Brìi- ,'46*'; 56 Van Gròotennruele, 82,10'o7 57 Fayolle, 82,20'37"; 58. Lamn, S2,i:i' e 33": 50. Bcrton. 82.53:46": Co. Mietcke, 83,1'56"; 01. Ussat, 83,19'. La classifica internazionale 1. Francia, in ore 239,5*3" - 2. Belgio, in ore 239,8'I7" - 3. Germania, in ore 239,54'23" - i. Australia-Svtaern., in oro 240,5*27" - 5. Italia, in oro 240,51*26". .'