La Juventus si impone tecnicamente allo Sparta battendolo dopo una gara movimentata per 2 goals a 1

La Juventus si impone tecnicamente allo Sparta battendolo dopo una gara movimentata per 2 goals a 1 I calciatori italiani vittoriosi negli incontri per la " Coppa Europa.. La Juventus si impone tecnicamente allo Sparta battendolo dopo una gara movimentata per 2 goals a 1 equattro Nazioni che risponde al nome di Coppa d'Europa, ha tatto ieri la sua comparsa . Torino. rarcnlesi estiva. La massa dei seguaci del uluoco del calcio aia ha smobilitato e volto la sua attenzione altrove, viste le coudizioni tropiraii imperanti. E, caldo o non caldo, la fine del Campionato rappresenta come il foglio di congedo dai campi di gioco per la grande maggioranza degli spettatori e dei giuocatori nostri. Ciò nulla meno, il nome della Juventus e dello Sparta valse a richiamar/ sul campo dei bianco-neri quanti appassionati bastavano per riempire l'ampia tribuna ed affollare gli. altri ordini di posti.. E l'andamento del giuoco fu tale da ricompensare, dal punto di vista dell'interesse, coloro che avevano sfidata l'afa e l'arsura della giornata. Il risultato innanzi tutto. La Juventus vinse la gara per due punti ad uno. Materialmente, questa vittoria fu. ottenula sfuggendo per miracolo ad un risultalo pari e fors'anchc. ad una sconfitta. Che a poco più di una decina di minuti dal termine, quando le due squadre si trovavano ad. aver segnato un punto ciascuna, lo Sparta otteneva un calcio di rigore. Il valore di belavi faceva si che gli ospiti non riuscissero a ritrarre utile alcuno da questo privilegio. Ad ìitt paio di minuti dalla fine di quella che era diventata una furibonda lotta, i due avversari ancora si trovavano, come numero di punti, allo stesso livello. Prima, che il fischio dell'arbitro dividesse i contendenti, la. Juventus, su calcio d'angolo, a mezzo di Munenti, segnava. I.a vittoria era stata praticamente strappata all'ultimo respiro dell'incontro. Sclavio in riposo Materialmente, abbiamo detto. Da ogni altro punto di vista, le cose stanno in. diverso modo. Al prender per misura il predominio esercitato, la qualità e la quantità degli attacchi portati, il numero delle, situazioni meritevoli di successo ottenute, il comportamento dei singoli giuocatori e l'Impronta tecnica generica della attività, la Juventus avrebbe dovuto, avrebbe potalo per lo meno, vincere l'incontro con facilità. SI pensi. Quando si giunse al riposo 'di metà tempo, Vex-juventino ed attuale laziale Sciavi, die sostituisce il tuttora invalido Combi nella difesa della porta blaììco-nera, non. aveva avuto da sbrigare una sola, diciamo una sola, situazione difficile. In tutto e per tutto, ali attaccanti boemi erano riusciti a sferrare un tiro solo pericoloso, e ciò ed opera di uno dei due non boemi fra lessi, il belga Braine: una cannonata improvvisa e violentissima che era anelala a finire a lato. All'altro estremo del tampo, Nemec, il portiere cecoslovacco, 'aveva dovuto salvare la sud rocca dalla capitolazione in almeno una mezza dozzina di occasioni, nello stesso periodo di tempo. Aveva lavorato tanto 'da riportare anche una noiosa distorsione ad un braccio per parare un tiro proveniente da Ferrari. Se i bianco-neri avessero chiuso il primo tempo con due o tre punti al proprio vantaggio, nessuno avrebbe potuto trovare a ridire. E per buona parte della ripresa, la cosa non ebbe un aspetto differente. Tiri che rimbalzavano dal palo, parate a terra miracolose del portiere, palloni che danzavano sulla linea senza decidersi ad entrare, di tutto un po' vide la porla difesa dai cecoslovacchi. Al che, i cecoslovacchi stessi non potevano contrapporre se non tre situazioni in cui la difesa torinese fu sconvolta tanto da minacciar di crollare. Dalla prima uscì un tiro che Sciavi paro a terra in grande stile. Valla seconda scaturì il punto che diede agli ospiti, il. pareggio. Dalla terza provenne il calcio di rigore infruttifero. Tre situazioni in tutto l'incontro, a petto di almeno una dozzina verificatesi a favore dei loro avversari italiani. Lo Sparta di Praga ha un gran nome nel calcio europeo. Vi furono anni ed anni in cui di fronte a questo nome, che era garanzia di tecnica, di valore, di combattività e di fermezza, ci si inchinava senz'altro. Sparta voleva dire giuoco all'inglese della miglior marca e del miglior momento, trapiantato sul continente. Voleva dire azioni a largo respiro svolte a grande velocità e con grande precisione. Voleva dire giuocatori di levatura tecnica superiore alla normale ed atleti tisicamente saldi, decisi, energici: la vigoria personificala. 'Da tre o quattro anni a questa parte,\la stella di questa grande compaginisi si è venuta oscurando. La storia soli-\ta.: gli elementi dal gran nome e dai grandi falli scomparivano od invecchiavano, ed i giovani non si mostravano all'altezza, necessaria per poterli degnamente sostituire. Kada, sulla breccia da più di quindici anni, è pur sempre il centro mediano più provvisto di doti tecniche, non solo della sua squadra, ma dell'intero suo paese. E per trovare attaccaliti centrali meritevoli, la Società dovette fare uno strappo alla, sua intransigenza nazionalistica ed ammettere nelle proprie, file il belga Braine e l'austriaco Hafll. Valore tecnico diminuito Il valore tecnico dell'unità e nole-\volmente diminuito. Non è più datolalto Sparta, ora, di girare il mondo ed imponi e dominare. Ieri la squa-\dra fu, in pura linea tecnica, netta- mente dominata dalla compagine chc\ha riportalo il titolo ih Campione d'I-\tano nella stagione leste terminala. In nessun momento deità gara, gli aitar.fcanti della squadra boemn riuscirono -a sviluppare attacchi della snellezza,|dc'la bellezza, della precisione di quel-ili portati a dozzine dal lato sinistro della prima linea torinese nei quaran- tacinque minuti iniziali. In nessun pe- riodo della parlila un giuoeatore ceco- slovacco riuscì a metter in mostra una padronanza delia palla, una ricchezza di finte ed una precisione di dislribu-\ zione da potersi paragonare a quanto ■ tatto ieri da Cesarini. In nessuna oc- castone dell ina nlro, gli ospiti seppe- ro distendersi t> partire all'altaico ed nebriare la difesa avversaria, come feccro tn ripetute occasioni i torinesi contro gli uomini di difesa cecoslo-':vacchi. Forse lo Sparta era sceso a Torino pervaso da gravi preoccupazioni. 1 giuocatori suoi avevano assistilo, prl-\ma della loro partenza da Praga, al-> e a a. el a ni la pi en/ sa di e a s o. eini e o a i o e i o i a o o i e , o a a , , a ò a a l , a o o i e a i a i e l o -a,avevanvsto i romani imporsi su quei loro stesscompatrioti che avevan vinto il Campionato cecoslovacco, ed avevano arguito che più difficile ancora doveva essere il compito che li attendeva contro la Juventus a Torino. In realtà Io sparta si comportò ieri tatticamente con grande prudenza. L'unità mano vró sempre come preoccupala della difesa, e fece il possibile per non scoprirsi mal. Kada, il centro medianogiuoco per quasi lutti i nolanta minuti in posizione arretrata: arretrata tanlo che fu lui personalmente a salvar la sua rocca dalla capitolazione in un paio di occasioni. Ed i suoi due compagni di destra e di sinistra parvero quasi esser diventati dei terzinia tratti. Fu questa impostazione generale del giuoco che fece apparire la squadra dello Sparla come più unitapiù chiusa, più ferma, di quella, dellaJuventus: unico aspetto del confronto, da cui gli ospiti escono con vantaggio. La macchia dell'incontro Quella che e rimasta pienamente all'altezza del passalo, nei boemi dello Sparta, ù la combattività. Veramente, con tale termine non si possono definire l'animo ed i sistemi degli i spartani » di affrontar l'avversario, se non per quanto concerne il primo tempo. Che, alla ripresa, la decisione, la fermezza, il coraggio e l'energia dettero luogo o si trasformarono in uno stalo di spirilo ed in atteggiamenti ed iti fatti che non possono venir definiti se non con espressioni differenti, se si ha amore alla verità. Fu la violenza nel suo aspetto più brutto ed antisportivo.Questo, a dire il vero, fu la macchia dell'incontro. Bello, vivace e vario per tecnica nel primo tempo, esso divenne un combattimento dapprima ed una zuffa poi, alla ripresa. Dire chi abbia avuto ragione e chi torlo in quanto successo, è cosa un po' difficile: è cme mettere il dita fra due litigantMa. comunque siano andate le cose nperiodo iniziale delle violenze, stafatto che coloro che più palesementpiù ripetutamente e più gravemenpeccarono contro le leggi scritte e quele non. scritte del. giuoco in speciedello sport in genere, furono gli ospiti. Quello che si permise di fare, ad esempio, il terzino Burgcr in quel perìodo iniziale stesso in cui ancora si gluocava e non ci si azzuffava, è cosa su cui non si può riferire, da buoni sportivi, con entusiasmo. Ad un dato punto, l'incontro si spezzettò in tanti piccoli duelli, ognuno avenie per inizio o per fine una violenza od una scorrettezza. E con l'identica chiarezza con cui va dello che coloro che maggiormente peccarono a questo riguardo furono gli ospiti, oc- "corre riconoscere che male fecero ibianconeri a seguire sulla china. Mae-stri nel. servirsi delle mani quando l'arbitro non vede — e l'arbitro di ieri vedeva o voleva vedere ben poco —, gli « spartani » fecero perdere la bussola ad alcuni fra i juventini. In pura linea tecnica, la Juventus aveva la partita nelle mani. Seguendo l'andazzo delle cose, parte dei giuocatori torinesi vennero a condividere la responsabilità delle scorrettezze non solo, ma a togliere alla propria squadra il miglior strumento di littoria, quello della tecnica. Non v'è, comunque, da drammatizzare su questo aspetto poco simpatico di parte dell'incontro. Momenti di ottenebramento e persone che perdono la tramontana se ne incontrano in ogni campo di attività umana: il brutto per i calciatori, è che essi operano in pubblico. Esposto quanto era doveroso di esporre, occorre fidare nel buon senso dei giuocatori delle due parti, per il ritorno alla calma ed alla normalità. Come accennato, la Juventus meritò pienamente la vittoria attenuta. Il suo primo tempo fu dei migliori. Fin dalle prime ballate i bianconeri presero l'iniziativa e dominarono. A metà campo, essi erano i migliori in. controllo della palla, in smarcamento ed in classe complessiva di uomini. Era nell'arca di rigore che le. cose si ingarbugliavano. Qui la difesa boema si ammassava, e qui gli attaccanti torinesi esitavano. L'assedio alla porta di Nemec Il primo tiro veramente pericoloso partiva dal piede di Ferrari. Il portiere Nemec, colpito in. pieno dalla palla 'che deviava alta sopra il palo trasver- \sale, si feriva leggermente al braccio i sinistro. Egli continuava coraggiosa\mcnte e subito dopo, come a provare la sua fermezza, veniva fallo oggetto ad un vero assedio. Calci d'angolo, tiri diretti, mischie, di lutto un po'. Meno che dei punti. Ad un certo punto, Cesarini riprendeva di testa un centro alto di Mu nera li e deviava potentemente la palla, verso un angolo della relè. Con un gran salto, Nemec parava anche questo. A tutte queste ondale d'assalto inventine, lo Sporta rispondeva, quando poteva, con un giuoco d'attacco che era il più. semplice ed elementare che. si possa concepire: un giuoco bambinesco quasi, tanto esso aveva per tema esclusivo i larghi passaggi \alle ali e le puntate dirette in. avanti, li terzini della Juventus, pur senza ri fulgerc, tenevano pienamente in pu\gno questo attacco. In lutto e per tut lo l'attacco stesso riusciva ad esegui\re un Uro solo: la cannonala Improv\visa d> Braine, a cui al>biamo accen nula più sopra. Raimondo Brame, fuofruscilo belga per pure ragioni di prò--fessianismo, e pur sempre il tiratore |in porla delle Olimpiadi di. Amster-idam. Ama i tiri improvvisi, in corso. ' da lontano, quando gli avversari, ari- cora non si sono piazzati. Questa sua, cannonala fini, sibilando a lato di un palo, fra il pubblico, e fu come Tiri segnale pratico che la classe dell'uomo non e spenta. \ Verso la fine del primo tempo, a ■ cinque minali dal. riposo circa, la In ventus finalmente segnava. Un punto come è raro vederne. Vecchina, impa dronitosi della palla verso la metà del campo, era giunto a pochi metri dal l'area di rigore. Un avversario (/li ':sbarrava la via. Vecchina si fermava, Altri avversari accorrevano. Una fin- tu, due finte e nessuno si muoveva: nemmeno la palla che rimaneva ter\ma in mezzo il gruppo. Di colpo infer>veniva Cesarini. Come per tagliar cor- to si mrva nIo te o la oo, ita ln ue ri, ea a, a. nnlo e, ern o. ro o ti e a el o. a r na a o oa tante finte ed esitazioni, la mezz'ala destra dei Campioni piombava sulla palla e lasciava partire un tiro che infilava driitlo un angolo basso della rete boema. La pìccola ressa di avversari che stava attorno a Vecchina, guardava stizzita Cesurini come ad un intruso nell'episodio: il. portiere, sorpreso lui pure, si dichiarava vinto. Dopo di questo punto, qualche scorrettezza cominciava a far capolino con un piccolo scambiò di colpi fra Varglicn e Nejìdlij, e le cose cominciavano a guastarsi. Alla ripresa, esse presero una brutta piega del tutto. L'arbitro non interveniva ed i giuocatori si aiutavano di per sè. Tecnicamente il giuoco degenerava. Un seguito di azioni rotte e spezzettate, con prevalenza juvcnllna sempre, e nulla più. Ferrari con una violenta cun lionata colpivi! il palo trasversale, poi Veccliina, Cesarini. e Ferrari ancora costringevano Nemec ad alcune parate fortunose, Un calcio d'angolo tirato da Orsi portava ad una mischia a seguito di cui la palla dieci volle fu. sul punto di entrare in rete e dieci volle venne respinta « in extremis ». Sulla reazione che segui a questa mischia, lo Sparta pareggiava. Fu prima un tiro di Silny che. chiamò Sciavi al lavoro. Il portiere della Juventus neutralizzò il tiro con un bel tuffo ed una bella parata. Pochi minuti appresso, mentre appunto la prima linea dello Sparta mostrava di aver miglioralo alquanto in funzionamento a metà campo, Braine avanzava sul lato destro. Al limite dell'area di rigore il belga si trovava la via sbarrata, si fermava e di colpo sparava in porta. La palla, colpita di taglio, colpiva il piede di uno dei pali e deviava oltre la. linea di quel tanto che bastava perchè il punto venisse concesso. La Juventus si mostrava scombussola¬ fQtsigiiBVnOcliBMsC a alquanto da questo inaspettato paeggio. Cesarini, che aveva servito meavigliosamente la sua ala fino a quel omento, entrava di. forza in quella michia che era diventato il giuoco. Bataglia violenta. A poco più di ima deina di minuti dal termine, Silng si ininuava fra le maglie della difesa juenlina, evitava un'uomo, ne batteva n altro, attirava Sciavi fuori della pora e poi. deviava la palla verso la rete. Hoselta, con un salto, fermava il pallone con le mani, prima che esso entrasse in porta. Calcio di rigore. Tira Braine, che poco prima si era ferito ad una mano. Sciavi, respinge il Uro, che lo ha colpito quasi in pieno. Il belga piomba nuovamente sulla palla e sferra un secondo tiro. Questa volta la parata di Sciavi è di alta classe. Il pericolo è sventato. E' come un energico richiamo ai giuocatori juventini, che partono alla riscossa coìi grande animo. Attacchi su attacchi, tiri, parate di Nemec, zuffe, incidenti, eccitazione. I juventini giuocano in dieci, che Vecchina ha già da qualche, minuto lasciato il campo per ferita. Ad un palo di minuti dal termine, giunge un calcio d'angolo per la Jw ventus sulla destra. Va a tirarlo Orsi. Quando il tiro preciso è scoccato, quattro o cinque boemi 'convergono su Cesarini. Risultato: la palla, giunge a Maiterati, che di testa-la depone nell'angolo della rete. E' la vittoria. Qualche incidente ancora e ìiol la fine. Le due squadre erano cosi, composte: Sparla: Nemec- Ilurger e Ctgrokg; Mailelon, Kada e Srbcl;; Podrazil, Haiti, Braine, Nejcdlu « Silny. Juventus: Sciavi; Rosetta e Caligaris: Varglicn II, Varglicn I e Bertolino; Munerali, Cesarini, Vecchina, Ferrari ed Orsi. Arbitro Miezl. i Valla tribuna d'onore assisteva all'incontro tutta una schiera di autorità politiche e sportive, fra cui S. E. Turali, il Segretario Federale Gastaldi, lon. Bocca, il console Cerniti e l'avv. Mauro. Fra i dirigenll ospiti era presente il Ministro Plenipotenziario Jan Sebo, presidente dello Spartii, accompagnato dal Console cecoslovacco a Torino. VITTORIO POZZO. svpunctrc0lnMnnPlldegscgvMlmicezRcI

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