L'iscrizione al Partito Fascista è incompatibile con l'appartenenza all'Azione Cattolica

L'iscrizione al Partito Fascista è incompatibile con l'appartenenza all'Azione Cattolica L'iscrizione al Partito Fascista è incompatibile con l'appartenenza all'Azione Cattolica Come la Santa Sede ha violato per due volte il Concordato « Il clero ortodosso jugoslavo aderisce all'Enciclica e intensifica la sua attività anti-italiana « Giovani cattolici che fanno dichiarazione di fede nel Regime Roma, 9 notte. Il Segretario del Partito ha inviato ai Segretari Federali la seguente circolare : « Presi gli ordini da S. E. il Capo del Governo e Duce del Fascismo, è revocala la compatibilità fra la inscrizioìie al Partito Fascista e la inscrizione alle organizzazioni dipendenti dall'Azione Cattolica ». Continua, intanto, la polemica provocata dall'Enciclica pontificia e dal clamore antifascista da essa suscitato all'estero. I giornali romani rilevano che la Chiesa ha violato ben due volte lo spirito e la lettera del Concordato: la prima, con l'arbitraria interpretazione data all'articolo 43; la seconda, diramando in una forma così clamorosa un documento di tanta gravità, senza tener conto dell'articolo 44, il quale stabilisce che, in caso di difficoltà sorte nella applicazione del Concordato, le due parti dovranno procedere « di comune intelligenza ad una amichevole soluzione >. Scrive la Tribuna: « L'Enciclica pretende che l'interpretazione dell'articolo 43 del Concordato sia tale da comprendere, nell'adempimento del mandato divino della Chiesa, non più soltanto la gerarchia-ecclesiastica, ma un'organizzazione laica di cittadini, i quali, svolgendo un'attività politica, tipicamente apolitica''perchè'di opposizione, di riserva, di limitazione di fronte allo Stato, dovrebbero essere sottratti alla sovranità dello Stato e giudicati nella loro opera dalla Santa Sede, alla quale, se mal, dovrebbe lo Stato italiano sottoporre giustificazioni e spiegazioni. Ora, se tutto questo era assurdo primi dell'Enciclica, è totalmente inammissibile dopo l'Enciclica stessa, la quale ci dice a quali principii, verso e contro il Regime, si deve ispirare questa collaborazione laica all'apostolato gerarchico della Chiesa. Non basta. Se nella posizione assunta di fronte al Regime si riflette l'errore della Chiesa di fronte allo Stato; si riflette l'errore della fase di adattamento della Chiesa allo Stato laico, agnostico, allo Stato dei partiti, che fa della religione un partito, e la Chiesa questo accetta sino a consentire le alleanze politiche dei cattolici con la social-massoneria; nella posizione esplicita della Enciclica, che si rivolge al mondo cattolico per una interpretazione di Concordato, si ripete l'errore tradizionale del Papato, di considerare lo Stato italiano come subordinato ad una tutela internazionale, a un possibile intervento internazionale ». Il Concordato c gli interventi internazionali « Il Concordato — conclude 11 giornale — è Patto esclusivo tipico, delle relazioni fra lo Stato e la Chiesa. Nel Concordato, proprio l'articolo 43, imprudentemente fatto dichiarare come essenziale, se non unica ragione di esso, è proprio l'articolo che riguarda organizzazioni laiche, e cioè di cittadini sulla cui attività e sovranità lo Stato non tollera limitazioni. Sollevare una possibile controversia locale, a una impostazione quasi dogmatica, per potersi rivolgere al mondo cattolico e tentare di porre lo Stato italiano di fronte ad una manifestazione straniera, e però atto che, se anche si manifesta vuoto di ogni contenuto ed efficacia storica, non è meno significativo per la pronta sensibilità di tutti gli Italiani, che, oggi più che mai, sono concordi come cittadini e come credenti •. 11 Lavoro Fascista, dopo avere rilevato che con la pubblicazione dell'Enciclica i rapporti sono virtualmente entrati in una fase acuta, da cui sembra ormai che non si possa uscire senza decisi atti di chiarezza e di forza, scrive : « Da parte della Chiesa il Concordato è stato violato due volte ; non solo nello spirito ma nella lettera. E' stato violato una prima volta, nell'articolo 43, quando si è permesso il trasfe rimento dal terreno puramente spiritua le a quello politico dell'Azione Cattolica, e si è tentato poi di difendere, con tutti i mezzi, l'opera di questa organizzazione rivolla contro lo Stato e le sue istituzioni. E' stato poi violato, ed ani-ora pii'i gravemente, una seconda volta, dallo stesso Pontefice, in quell'arti colo i'i, che a conclusione del Concorda to stabilisce: « Se in avvenire sorgesse qualche difficoltà sulla interpretazione del presente Concordato, la Santa Sede e l'Italia procederanno, di comune intelligenza, ad una amichevole soluzione ». Il che significa, senza possibilità di equivoci, l'assoluta esclusione del ri 'corso, a qualsiasi giudizio estraneo alle Potenze contraenti, nella interpretazloI"0 uel Concordato. In contrasto netto a ggf ^^Mól^Il^S^1?^ toUca italiana, a tutti 1 Vescovi del moli do non scio, ma attraverso la stampa e Ila radio, a tutto l'orbe terracqueo, prl mri (;llf! »Uo Stato ed alla Nazione italia p mentre le trattative diplomatiche sun.-argomento erano tuttora in corso, ' « Del resto, sia l'unii che l'altra de'de violazioni al di là della loro particolare concretezza giuridica, sono confermate sostanzialmente rln tutto il tono dell'Enciclica papale c dall'atteggiamento tenuto negli ultimi due anni dalla Santa Sede, nei confronti dello Stato Italiano. Qui è il punto nevralgico della que- stione, in questo inaudito contegno del Vaticano, dinanzi ad uno Stato il quale aveva assicurato alla Santa Sede una vera e propria e reale sovranità territoriale » e aveva stipulato un Concordato « per regolare debitamente le condizioni religiose dell'Italia, per sì lunga stagione manomesse, sovvertite, devastate in una successione di Governi settari, ubbidienti e ligi ai nemici della Chiesa, anche quando forse nemici essi medesimi non erano ». (Cosi si esprimeva lo stesso Pio XI, il giorno 11 febbraio 1929). Manovre antitaliane serbo-vaticane e Dinanzi a questo Stato fascista, che dai Patti del Laterano non aveva tratto altra conseguenza che quella di ingrossare le fole dei propri nemici oltre confine, e di sottoporre alla revisione la tradizione innegabilmente laica e anticlericale del Risorgimento ». Il Giornale d'Italia scrive che, fra tutte le adesioni raccolte dal Papa fra i nemici di Dio e dell'italianità, appaiono singolari quelle che vengono dalla ortodossa Jugoslavia. Qui parla il nemico, che prepara la guerra all'Italia e mantiene Associazioni terroristiche, con il compito di massacrare gli Italiani al confine, e spia ogni occasione per fare, come può, del male all'Italia. . «Leggendo il clericale Slovenec — continua il giornale — del quale cono-, sciamo troppo bene il passato e 11 presente e gli ispiratori, ci domandiamo se per avventura non si sia creata, almeno nella illusione del fanatismo jugoslavo, una cospirazione -vaticana jugoslava contro l'Italia. A sentire lo Slovenec, l'azione di Pio XI contro l'Italia sarebbe infatti cominciata con un memoriale, che l'Episcopato jugoslavo ha inviato alla Santa Sede sulle pretese persecuzioni in Italia del clero allogeno, e che sarebbe stato « il primo colpo morale ufficialmente loferto al Fascismo». Lo Slovenec, il quale si afferma in tanto buoni rapporti con il Vaticano, vorrebbe dunque documentare che le origini dell'azione di Pio XI, dovrebbero ricercarsi in una lotta essenzialmente politica contro l'Italia e il suo Regime, a servizio di Interessi stranieri. Ma possiamo ag giungere qualche nuova Inlormazlone a quelle date dallo Slovenec, che da tempo tenevamo in serbo. < La prima azione del clero jugoslavo si è manifestata con un memoriale inviato da un gruppo di sacerdoti allogeni della Venezia Giulia, che più si distinguono per la loro irrequietudine politica, al Governo di Belgrado, per il tramite della Legazione serba presso la Santa Sede. In tale memoriale 11 Governo di Belgrado era invitato a su: bordinare. In occasione dei negoziati per il Concordato con il Vaticano, ogni sua concessione ad un impegno della Santa Sede di favorire il movimento del clero slavo nella Venezia Giulia, il quale, con il pretesto della lingua, si agita, come è noto, con movimenti separatisti. In tale memoriale si suggeriva anche al Governo di Belgrado di servirsi di, una propaganda all'estero affidandola alla fra-massoneria ed al'socialismo di Belgrado. Già prima del Patto del Laterano, i sacerdoti slavi della Venezia Giulia avevano inviato al Papa un memoriale, con le solite falsificazioni sulle condizioni degli slavi in Italia. Il Vaticano aveva risposto di non poter fare nulla. Dopo il Patto del Laterano, il memoriale fu npresentato a Roma. Frattanto questo movimento religioso-politico, diretto contro l'Italia, e confidante nell aiuto del Vaticano, si è sviluppato. • Il 28 maggio scorso, in un salone dell'Albergo Tivoli a Lubiana, in una riunione dell'Associazione Prosveta Tabor, il Presidente della Jiwoslo veuska Matisa. dottor Cerneli Lavo, ha tenuto un discorso-programma, nel quale ha detto fra l'altro: «Lo forze coalizzate dell'antifascismo sono ormai giunte al massimo della loro potenza. Anche a Roma la Gioventù Cattolica si è- apertamente schierata contro il Fascismo, e il Vaticano ha seguito tale linea di condotta. Raccomando agli allogeni fuoruscita di pre pararsi, con fede e passione, alla bat taglia per l'unione della regione Giulia alla madre Patria. Bisogna usare prudenza e coraggio, in ogni azione, anche isolata, contro il Fascismo, affinchè tutti possano trovarsi presenti alla, sollevazione che si preannunzia vicina». «Ed ecco come in terra, jugoslava l'azione del Papa, certo contro la sita volontà è stata ipotecata contro 1 Italia- e come l'Azione Cattolica italiana, ogliamo credere contro il suo deside: rio è stata ossociata ai programmi terroristici e militaristi jugoslavi. Qui non si parla pili di fede e di religione. Qui c'è solo azione politica: di odio o di guerra contro l'Italia ». Il giornale aggiunge poi che. forte dell'unanime consenso nazionale, lo Stato fascista non perderà anche in questi dolorosi eventi la sua serenità. Circa l'influenza che effettivamente possono esercitare i membri del Sacro Collegio sulle decisioni del Pontefice, fornisce interessanti notizie il Giornale d'Italia. Negli antichi tempi le udienze ufficiali dei Cardinali, chiamate Concistori, avvenivano periodica¬ mente e in esse ciascun porporato, scrive il giornale, esprimeva il proprio pensiero sugli argomenti che venivano esposti dal Pontefice. Successivamente, diminuita sempre più l'importanza di tale consultazione, rimasero inalterate a forane che la Santa Sede conserva e difende attraverso 1 secoli tenacemente e la deliberazione dei porporati si ridusse ad un consenso tacito, che seguiva la rituale domanda: « Quid vobis videtur? ». Se però le mutate circostanze tolsero ogni valore pratico a simili consultazioni puramente formali, suggerirono anche nuove istituzioni e, specialmente con la creazione delle Congregazioni cardinalizie, furono costituiti vari Collegi deliberanti, composti di porporati, per ciascuna delle più importanti materie ecclesiastiche. Una di queste, che ha sede proprio in Vaticano, ha per titolo « Sacra Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari » e secondo l'annuario ufficiale pontificio si dovrebbe adunare ogni giovedì: a questa Congregazione sono attribuite le pratiche riguardanti gli affari diplomatici; quelle materie cioè che interessano più direttamente la po litica estera della Santa Sede. Tanto vero che a far parte di questo consesso, vengono chiamati lutti gli ex-Nunzi e quegli altri porporati, i quali possono portarvi-un-contributo di competenza speciale in affari politici e diplomatici, Il Prefetto, cioè Presidente di questa Congregazione, è sempre il Segretario di Stato in carica, e membri di dir ritto ne sono anche gli ex-Segretari di Stato ; come attualmente vi appartiene 11 Cardinale Pietro Gasparri; e fino alla sua morte, avvenuta l'anno scorso, vi apparteneva ii Cardinale Merry del Val, già Segretario di Stato di Pio X. Questa Congregazione, che ha il compito di dare pareri sulle più gravi questioni che interessano la Chiesa, specialmente nel rapporti con i vari Governi, praticamente non ha più alcuna funzione, poiché da anni non si aduna in seduta plenaria. Se ben ricordiamo, dopo una celebre adunanza, nella quale si trattò di un progetto per la que stione delle associazioni culturali in Francia, non è stata più convocata. Questo per quanto riguarda l'organo naturale di consultazione e di deliberazione, di raccolta e di discussione dei voti, cioè dei pareri che ogni Cardinale emetteva e motivava, spesso con lunghe e dotte dissertazioni. Indipendentemente però dal mancato funzionamento di questo Contenzioso ddplo matìco, tutti rilevano un fatto che, fuori del Vaticano, è poco noto, ma che non è un mistero per alcuno entro 1 confini di quello Stato: 1 Cardinali non vengono • consultati nè singolarmente nò collegialmente. L'intransigente assolutismo pontificio « Quando, nel mese scorso — scrive a questo proposito il Giornale d'Italia si seppe della straordinaria ed improvvisa riunione dei porporati nell'appartamento pontificio, la cosa apparve come un avvenimento eccezionale, e non costituì nemmeno una vera e propria consultazione: il Pontefice in-formò il Sacro Collegio di quanto avveniva nei riguardi dell'Azione Cattolica giovanile in Italia. Fu un discorso, non un congresso. Ecco perchè molti si domandano se i Cardinali abbiano occasione e opportunità di esprimere il proprio pensiero, e suffragare anzi con i loro voti le decisioni supreme del Pontefice: se lo domandano quelli che non conoscono le attuali consuetudini della Santa Sede. Gli altri sanno benissimo che nessun porporato osa compiere le funzioni di consigliere naturale del Pontefice, perchè non è mai invitato a farlo. Si ricordano anzi, come mònito per chi volesse osare, episodi poco incoraggianti, come quello del Cardinale Vico, morto quindici giorni dopo i Trattati lateranensJ, il quale, in una delie udienze ordinarie, che per il suo ufficio di Prefetto dei riti gli venivano concesse ogni quindici giorni, arrischiò domandare notizie circa i rapporti fra la Santa Sede ed il Go verno francese: ne ebbe in risposta l'osservazione cv» non si trattava di materia riguardante la Congregazione dei riti. Qualche altro Cardinale ha osato sommessamente altre volte qualche discreta domanda, e ne ha avuta una risposta analoga ad un eloquente silenzio. La funzione di consigliere del Papa può quindi considerarsi soppressa dal novero delle attribuzioni dei Cardinali; cosa del resto possibile, in quanto il Pontefice « omnia potest », e specialmente per quanto riguarda la stessa dignità della porpora, egli potrebbe anche sopprimerla, non facendo essa parte della gerarchia della Chiesa. Affermano alcuni che talvolta II Pontefice attuale abbia lamentato uno scarso interesse del Sacro Collegio per le questioni più importanti, che riguardano il governo della Chiesa: evidentemente la cosa non può aver alcun fondamento di verità, in quanto questo apparente disinteresse trova la sua ragione nel desiderio del supremo gerarca, espresso chiaramente, di non voler condividere con altri le responsabilità dell'altissimo ufficio ». In questi giorni, con le numerose attestazioni di solidarietà da ogni parte d'Italia, per la campagna fatta dal Lavoro Fascista, 11 giornale romano ha ricevuto anche qualche interessante rivelazione sul modo di agire, sulla mentalità e gli scopi di certi preti e di certi organizzatori ex-popolari. Da Marradi viene per esempio segnalato il caso seguente: « A Lutirano, importante parrocchia del comune di Marradi, ove già forte fu il partito popolare, con spiccato carattere antifascista e dove il parroco faceva anche il bottegaio, il banchiere, il politicante, è venuto, da due anni, un giovane sacerdote, già accanito organizzatore del giovani esploratori di circoli cattolici, ecc., nel limitrofo comune di Modigliani, ove ebbe i maggiori contrasti con quel fascismo. Fu avvertito che se voleva mantenersi nei più corretti rapporti con il Fascio di Marradi, non avrebbe dovuto fare che il sacerdote, senza occuparsi di politica, e sarebbe stato favorito : per quasi due anni infatti non c'è stato niente da rammaricare. Solo da qualche mese, in seguito ad una circolare e ad ordini avuti, il sacerdote si è messo con lena olla costituzione del Circolo cattolico, cercando di attirare quanti più giovani potè/a, -avvalendosi anche dell'aitare per la propaganda. Su venti sacerdoti in tutto 1) -comune, due giovanissimi-e zelanti, con precedènti di rilievo a loro carico, si sono gettati in una attività extra-religiosa, con la so lita tinta antifascista; comunque arrecanti intralcio alle nostre organizzazioni e istituzioni fasciste ». Sempre da Marradi informano che, se esisteva colà un popolare sturziano accanito, questi era certo Monteflori, ex-ferrovlere. Ebbene, questo signore ricoveratosi ad Imola è stato fino a poco tempo fa, ed è probabile che lo sia tuttora, un attivissimo elemento propagandista dell'Azione Cattolica in quella zona. E per essere più libero e sicuro, recentemente si è messo a far bella mostra di sè e con scritti aned ottici, su un giornale fascista dell'Emilia, che per altro è stato già messo sull'avviso. Che il Monteflori si sia spacciato anche per fascista? L'improntitudine degli ex-popolari può arrivare anche a questo. Non mancano poi nobili gesti, che rivelano come, in ogni città sia alto lo spirito fascista e la coscienza di italiani. cCgelammtis1gchdPLa solidarietà fascista degli italiani Poco tempo fa certa Rosa Martella, recatasi a Btpl, in provincia di Roma, con la scusa di predicare la morale, riuscì ad adunare in chiesa, a San Rocco, diverse giovani, ed a forza di raggiri riuscì a convincerle ad inserì versi all'Azione Cattolica, facendo loro sborsare le quote per tessere e distintivi, e distribuire anchì cariche sociali. Le nostre donne, leggendo dal giornali quali mire tendevano tali associazioni, scrivevano immediatamente alla nominata Martella la seguente nobile lettera: « Apprendiamo con sorpresa dal giornali quali mire sottili covavano sotto l'influsso di organizzazioni pseudo-religiose; addolorate che si sia tentato di sorprendere la nostra buona fede, dichiariamo di scioglierci Irrevocabilmente dalle promesse estorteci con mezzi subdoli. Noi stesse, figlie e sorelle di fascisti, non possiamo, nè assolutamente vogliamo appartenere ad associazioni che ci metterebbero in aperto contrasto con i nostri cari. Siamo cattoliche e come ogni donna deve essere, siamo anche soprattutto italiane e ci sentiamo fiere della nostra Patria e del nostro Duce, che ne guida l gloriosi destini. I denari che dovevano servire per la tessera della sua associazione li impiegheremo immedia temente per la inscrizione ai Fasci Femminili, i quali hanno per unico scopo opere assistenziali e benefiche» Dal Fascio Giovanile di Ripi è perve nuta la seguente dichiarazione: « Inscritti al Fascio Giovanile, lo eravamo anche al Circolo cattolico, poiché ritenevamo che non ci fosse incompatibilità, dopo il Concordato, che precisava i rapporti fra lo Stato Fascista e la Chiesa Ora però, in seguito a quanto è venuto alla luce, circa la subdola attività dell'Azione Cattolica, contrarla al Regime, che pur dette ai cattolici libertà religiosa, al clero rispetto, alla chiesa la tutela, alla scuola Iddio, agli alunni ia dottrina cristiana, al Pontefice la Città del Vaticano, non possiamo da buoni italiani che rompere qualsiasi rapporto, con coloro I quali l'interesse personale e di partito opposero e oppongono agli interessi spirituali deUa Nazione e alle fortune ed al prestigio dell*- religione stessa. Ci consideriamo quindi staccati dall'organizzazione cattolica, cui fino a ieri appartenemmo con sincerità e con fede, dolorosamente sorpresi e lndi-i guati di quanto, a nostra insaputa. si! tramava ai danni dei Partito Fascistae dello Stato. Saremo ora e sempre! unicamente fascisti, unicamente italiani, sicuri di trovare nel Fascismo 11 palladio della religione : Iddio, e della religione dj Patria »,

Persone citate: Cardinali, Cerneli Lavo, Duce, Martella, Merry Del Val, Modigliani, Pietro Gasparri, Pio Xi