Il Duca sepolto tra i suoi fanti sul colle della gloria

Il Duca sepolto tra i suoi fanti sul colle della gloria Il Duca sepolto tra i suoi fanti sul colle della gloria L'alba sul Piave - Le bandiere dei Reggimenti carsici e i comandanti di tutti i Corpi d'Armata a Redipuglia - H Sovrano, i Principi, i Ministri e i reduci della HI Armata accompagnano la Salma - Il feretro portato a spalla dalle Medaglie d'Oro - Salve di fucili e rombi di aeroplani salutano il Comandante (DAIv ^VOSTRO IIVVIÀTO) Redipuglia, 8 notte. L'alba aveva ciato a Trieste un mare livido, crestato di spume nel porlo, rotto -da larghe andate, appena fuori dal riparo dei moli. Piazza, dell'Unità deserta. Due prandi piroscafi nel bacino di. S. Giusto ergevano le toro masse imponenti nella luce ancora incerta, e al Molo Pescheria piccali vapori e velieri beccheggiavano sulle acque agitate con strappi bruschi agli ormeggi- Nuvole di tempestìi correvano sul cielo, s'accalcavano in. veri, cavalloni verso il Sidauvii:., orlavano di frange, rossastre le cime del colli, gravavano sulla città ancora addormentata. Anche la. notte, era s'ala Inquieta, solcata da brividi or lepidi, or freddi, da qualche lampo lontano sulla laguna di. Aqullrja. Notte di vigilia per molti, notte — pur nel sonno — piena di attesa, di. ansia. Alba guerriera Poi. col crescere del giorno, e a mano ir. mano che. i. palpiti dei due fari languivano nella luce saliente con battiti di palpebre, sempre più slanche, l'auro 7iT. rosea, aveva fugato la nuvolaglia Dall'orizzonte perlaceo il sereno era ■prima disceso sul mare, quindi, di minuto Vn minuta, aveva diradato il cielo. Ed erano le sci del mattino che 11 sole giungendo alla pineta di Miramare, sfa pillava su tutta la. conca del golfo. Giornata di meraviglie. Giornata, nel. tuo lutto profondo, nel suo rito di religione, e. di pietà, veramente saera alla gloria d'Italia. Non funerale di un grande Soldato, non pianto per un commiato senza ritorno, non angosciata amarezza per un. crudele, immeritato destino, soltanto: ma lutto ciò che di più. virile e. più puro e più alto può esprimere dal suo cuore, percosso un popolo forte, che guarda, con fede al. suo cammino, che, austeramente confessa il dol/irc ma non. cede ai suoi colpi, e velie avversità del Fato sa. temprarsi, per nuove battaglie. Non. lagrime, ma. apoteosi: non suggello ad. uva. vita ed un cielo eroico, ma un centuplicarsi di animi nell'anima che. oggi sul Colle di Redipuglia aleggiava. Nuda e scarna la cronaca, quando l'epica varca le soglie della storia e si tramuta per virtù propria in poesia. E nelle brevi, ore che stamane abbiam.o vissuta ogni alto è parso — e tale. era. veramente — cosi, duramente scandito da un ritmo guerriero, che. a volerlo adornare di. parole, ed ingigantirne ad. arte, la potenza espressiva, altro non. si. farebbe, che impicciolirlo: e. velando di •immagini le cose non riusciremmo che a diminuirle. Tutto, in questa, settimana di passio 'ne, è stato bello e. grande, degno del lagfalancbnCargaibppsltavcshrlrgsclsddcttcvazilptlTruca, e della tradizione nastra. Pallaj■morte serena, e cristiana, allo spi rituale'.messaggio indirizzato al. Ile perché '«|Patria lo facesse suo e lo meditasse nel-\la sua. coscienza più. intima per scoi pirla nella memoria come un monito eterna; dal trionfo decretala dalla fida ■Torino al lungo viaggio nella notte fonda, dì là dove la piccala Italia, sorgeva in. piedi fin qui. dove la grande Italia, scriveva nel sangue il inatto della sua volontà di. vincere; ogni, gesto compiuto, ogni parola pronunziata, sono stati, al mondo un esempio di come un. popolo sappia fare, del proprio dolore una bandiera, di fierezza. Le mille, e mille persone, che. stamane popolavano Monte Sri Unsi, per seguir da lontana l'ascesa del. Condottiero fra i Martiri di Redipuglia, su quel terrena di morte e al cospetto di un morto soldato, offrivano tale spettacolo di nobiltà e d'amore, che forse mai cosi, vivo e caldo noi traemmo un augurio per la vostra acute. ... . , Interprete del supremo desiderio dei. Duca, il Capo del. Governo aveva, disposto che. il funerale ili Redipuglia fosse il. . fnncrale di un Soldato, ed è infatti arf|vn carattere, strettamente miniare che la'.grande funzione e slata ispirala. Tutto, \del. resto, aiutava l'altissima suggestio- j rie guerresca: il luogo nel quale il Con-Udomerà aveva chiesto il Re di. dormire il suo sonno, questo Paese carsico cuiLvanno i ricordi più aspri e insieme PiùWcommossi di ogni combattente, italiano,\Trieste vicina e presente con la sua sempre vigile, inesausta, passione, i grandi nomi del sacrificio e della gloria, la. stessa natura brulla e tormentala che di per sè pare, offrire l'immagine di una volontà tesa, fino allo spasimo. In attesa del Re Ma una notizia fin da ieri era. trapelala, dilagando fulminea da paese a paese, per una. di quelle intuizioni, che il popolo ha e dalle quali nulla può rimuoverlo se anche nessuna certezza, nessun, dato preciso possono servirgli da appiglio: « Deve venire il tic ». Il Re doveva dunque tornare, sia pure, per brevi momenti, sia pure per una circostanza tristissima, alla sua Venezia Giulia; e il popolo triestino, la gente marinara di Monfalcone, i borghigiani di Doberdù, di Fogliano, di Ronchi dei Legionari, •scorgevano in questo ritorno — che già a. loro pareva, sicuro — un altro segno delia solennità del. giorno, della, grandezza, del Duca. « 11 Re verrà certamente ». Soldato, venendo a porgere l'ultimo saluto al suo Compagno d'armi avrebbe, cosi consacrato, con la sua Au gusla presenza, il rito guerriero. E il popolo, come sempre, colpiva nel segno, ton II suo semplice intuita, e come sempre mostrava di saper leggere nell'anipia del suo Sovrano. gìS, dalle prime. r>.re. di Questa Mattina, . la stupenda strada che lungo la. spi ag-\ Iogià di Miramare corre da Trieste a Mon-\ falcone, andava affollandosi. Automobt-ì li, carrozze, la percorrevano per recare a. Redipuglia. centinaia di cittadini che nulla avrebbe potuto trattenere dal loro commosso omaggio al Principe che subito dopo l'armistizio aveva voluto venirsene a, Trieste per dividere, con la Città redenta, il calore della sua fede, al Principe che, quando stanco e logoro, ben. più dalle, fatiche che dagli anni, già forse presentiva la. fine imminente, aveva, visto con gioia, il figlio prendere il suo posto sulla, riva, del Golfo, là, nel bianco castello di Miramare. Ma anche per altre vie, per viottole solcanti Vallipiano carsico, e pai sui. treni, che era stalo necessario rendere più. frequenti, la gente affluiva vrso il colle del Trentamila Eroi. Era. slato avvertilo che pochi soltanto avrebbero potalo penetrare nel recinto, varcando quel ramo dell'Isonzo che con casi patetico simbolo lambisce, con la sua azzurra corrente, questo santo lemho di. terra italiana; ma le bastava essere presente; le bastava, poter scorgere da lungi il lampeggiar delle, bandiere, udire le solve, che avrebbero salutato l'ingresso della spoglia nell'umile cripta, sentir ruggire nel ciclo i cento motori che avrebbero cantato al Duca l'ultima loro balda, canzone. Pei campi che costeggiano la. strada dalla stazione di Redipuglia al cimitero, lungo lutto li ciglio del brullo monte Sei Rasi, sui tetti, delle case, rare superstiti del. distrutto borgo, tra il fogliame degli alberi sopravvissuti all'ininterrotto torrente di ferro a educati poi dal lavoro paziente della pace, vedevi gente. Era. uno spettacolo che in altra ora avrebbe, potuta apparire, pieno di gaiezza e di vita, per 1 colori, vivaci di cui il verde, -ra, sparso, quasi, una. festa, del luglio maturo; ma che, tuttavia, rompendo la tristezza del rila funeraria, gettava sotto questa sole radioso, che cielo e mare confondeva in una. serenità ineffabile, una, nota commossa e gentile: tanto era il significato di questo saluto che il popolo voleva porgere al suo buon Principe che per sempre andava a riposare dopo la sua « laboriosa giornata ». Intanto i cordoni di truppa ordinatamente si stendevano: fanti, artiglieri, cavalleggeri. Lungo Mante Sci Unsi, Un gruppo someggiata del 23. Artiglieria, il reggimento del linea, delle Puglie: su quota S3 una batteria del Reggimento stesso per salutar con le salve il passaggio delle spoglie del. Duca: accanto, una compagnia del 17. Fanteria, il reparto duramente provalo all'azione del. Sei Rusi e all'occupazione di Redipuglia: j„„- mar,j)ni della strada. Ira la stazione '.,7 cimitero, soldati dell'iX. Itersaglic«|rj. Artiglieria da campagna e da monta-\ana, Camicie Nere delta 58. Legione San toqupenuogvachsuPmgimpericadepemvi0 chalndstdstindvdmì: pl'Lcgl'EdItpto a a . Giusto. Sciabole e baionette luccicavano al sole come per una parata militare. Alla stazione di Redipuglia /; intanto, nella staziancina di Redipuglia, cominciando a giungere le. autorità, cominciando ad. arrivare i treni appositamente ordinati per dar modo ai Combattenti della Terza Armata ed. alle rappresentanze {notevole quella, numerosissima delle. Camicie Nere di Tarino) di partecipare alla cerimonia, si predisponeva il servizio d'ordine. Le consegne erano le più severe; e gli agenti dovevano affaticarsi per persuadere coloro che con parole e preghiere continuavano ad insistere, per essere ammessi all'arrivo del. Re, all'arrivo della Salma. Sulla, facciala del povero edificio, bandiere abbrunale e. drappi di velluto rosso velati a. lutto, e. fronde d'allora e di quercia; ma più dei colori funebri, più dei naturali, antichissimi simboli di glo. ria, toccavano il cuore, le parale che, in|c/sc vml lapide, di marmo, fauno di '.questa, povera stazione un luogo di rive \rcnza cjli culla: « Tu che passi per le - j rjc i:nrrr d'Italia, qui resta e chiuso nel -Uuo Cnore profondo, ascendi il colle, di e s Klia m offerta devota di riconoscer!, iLn e di amore ai legionari ferrei della ùWcr.(l Armata Invitta che sull'arido far,\s0 1cCero ai porpora il cammino verso i a. i a l n, i a l i , , à o e i u il o, mia, Trieste agognata, condottiero di tenacia e di vittoria S. A. R. Emanuele Filiberto, Duca d'Aosta ». Condottiero di tenacia e di vittoria. Ecco. E il Duca era vivo quando queste parole severe venivano dettale: egli an•ora, pur nel dolore profondo per tanti fratelli perduti, poteva austeramente ripetersi che erano stati i suoi fanti a tcsfndvrgavpcprccbsgftesmscpnmlcsprlAdpbMc—tddcrcnderc possibile questa riconoscenza e.questo amore, 1furiti che vi undici ha! ^taglie fra le più tremende della storia d'Italia, egli aveva, prode fra i prodi, guidato, incitalo, trascinato alla vittoria. , .aAdesso quei furiti sembrali ripetere laiinvocazione dalBoétapensato'^,Ora a eh egli e; morto come noi morimmo. Dio, per 1 Italia .. ;magnanimo del nostro Duca grande e buono : ioì moi K la ripetono infatti, là sopra il colle irto di ordigni di guerra, sonante di scritte eroiche, splendente In notte dal faro luminoso del monumento votiva La ripetono, in questo momento, con le loro trentamila voci che se anche non trasvolano per l'aria, scendono nelle nostre anime, di noi che, qui presenti, pure soffrimmo e demmo qualche cosa di noi per questa nostra Patria. E le voci si levano dai tumuli lagnatati, si alzano nel sole. — in questo sole cosi [viVQ e. caldo che riconferma tanta vo-' nia di vivere — vanno lontano, lon- no per tutta, la montagna carsica, per uella di Carnia, per quella cadonna, er quella trentina, scendono nella piaura del Veneto laborioso e mite; e a gni colle, a ogni rupe, per ogni conalle s'incontrano con un'altra voce, he risponde come un'eco. «Vincere bisogna! » E' l'accento squillante del Duca, è il uo ancora imperioso comando. ' Legionari della Terza Armata! La atria ri. chiama a nuovi gloriosi cienti. Ci chiamano gli. Alleati, per agiungere ai loro i. nostri trionfi,. Ci chiù, ano i vostri gloriosi compagni, morti, er vendicarli. La certezza della vittoa e in me, perchè so che è nei vostri api e in voi, perchè è scritta nei nostri estini, perchè è voluta dalla giustizia, erchè è nella nostra forza. Le vostre adri, le vostre spose, le vostre sorelle i attendono vittoriosi. Avanti dunque. soldati d'Italia. Non vi fermate, finhé non avrete posto il piede sul collo l. nemico! Vincere bisogna! ». E' la diaa per la vigilia della presa di Gorizia. « Ufficiali e soldati! La grande ora ella Patria, preconizzata dal vostro de i.no, attesa con fervida fede, preparala ai capi e gregari con animo invitta, ta per scoccare. Ce lo dicono la più ntima unione fra tutti i popoli amanti elta libertà, l'entrata in azione di mio e forze, la lotta vittoriosa iniziala ai nostri, valorosi Alleati. Io vi. chiamo dunque nuovamente alla battaglia, vanti, avanti alla vittoria, per il. tìe per la Patria, per la libertà ». E' il roclama per la decima battaglia delIsonzo. » « Prodi soldati della Terza Armata! 'ora e giunta; lanciatevi, con fermo uore nell'estrema battaglia, i nostri loriosi, eroi ci. attendono sul Carso, Italia, intera vi guarda, e. vi. benedice». E' la squilla per Vittorio Veneto. E ora i gloriosi eroi del Carso attenano il. Duca clic giunge, a ritrovarli. l treno ha compiuto le tappe. Ha al raversato qiiellc fortunale campagne pacifiche che furono -risparmiate da anti lutti; ha. attraversato le formen ate pianure che videro il nemico ac ampato come su un terreno da preda, alo accampata, che nulla, .nessuna sua orza, gli. avrebbe concesso di rima nervi. Sui fiumi della guerra Sr' "■a>c, il treno ha. avuto un susmio. 1,,, attimo d'arresto, e nel segreta del chiuso vagone le note dell'inno grave debbono pure avere accennala tu. lo ro armonia. Ticino, Mincio, Piave, la gliauicnto, Isonzo: fiumi sacri, a questa ad altre battaglie, alla storia di ieri alla storia degli avi. Andava il treno nella notte silenziosa m la sua scorta di dolore, con. il suo viatico di gloria. E a mano a mano che procedeva, un'ansia ne accelerava il cammina. Un giorno, forse, la leggenda parlerà ai fanciulli di questo treno mirullile, lanciato con tulle le sue luci accese in mezza alle tenebre fitte. E dirà che non da mano di nomo era guidalo,*sbensì da uno splendente spirito che empre più veloce trascinava il. convoglio, che voleva, far presto, far presto, ar presto, perchè i fratelli, lassù lo atendevano. E racconterà che lo spirito era quello di un Principe che tutto se stessa aveva dato alla Patria, e che come sola ricompensa aveva chiesto al suo Re — un Re che anch'egli aveva combattuto e sofferto e incitato — di poter dividere coi. .tuoi valorosi il sonno non dell'oblio ma della pace. Ormai il momento solenne approssima. Sul fronte della stazione le. diciatto lacere bandiere di d.ic.iotto reggimenti che appartennero alla Terza. Armata, son. strette net. pugno dei giovani alfieri, presso i quali stanno i comandanti dei reparti. Le Medaglie d'Oro Le Medaglie d'Oro, cui sarà riservato l'onore. Insieme con altre medaglie di Argento, di portare a braccia il feretro dalla stazione fino alla cripta di Redipnglìa — Di Carlo, Rossi, Carole!, t'abruna, Slalaper, Stuparieh, Pizzarello, Milani. Di Cesarls, Morozzo della Rocca, Ruffo di Calabria. Martelli, Raruzzi — formano una piccola legione magniti' a guardata con senso di alto rispello comchinbrprvrtote mtanctrgulaLampiinglpaeoalgialcoqlaaa nCnrevdlesotudimè bsftmsLdsssisglgtCcsgrntscpipnmIalPblgcreIlcDblSsroidnnbtda tutti i presenti, dai generali, e uffl-\ili superiori che attendono Sella stazione di Redipuglia, parata di velluto nero e cremisi abbrunato, convengono tutti i Generali Comandali ,. rf/ Annattt. Cai Pretella, il Sa,retarlo ^c,U:rale e il. Podestà, di Trieste, sono'tutte le principali autorità cittadine. Al-Ula sinistra e alla destra sono distesi,\nell'ordine, le bandiere gloriose dei rea-\amenti carsici: 17.o Fanteria, batta- ' „ Marina San Marea 11 i*rn\iTZ«lf^*' 60 lOoTpallina, 1.0 uraliani ri, ,.0, t>.o, 10.0.:11.0. ts.o. 22.0, ilO.o, 70.0. S9.o e làl.o\ |3.o Artiglieria da campagna},„.„,„ ,,cl Genio e la II l'inan-a -• arma del tento e la 11 1 man a. Sono le sette quando giunge il primo-, treno speciale, dal tinaie scendono le I.I. F.E. Gii/fiali. Rullio. Sirianni, Gazzero. Teruzzl, Re Dono, delegalo dal. Duce a rappresentarlo, ed i Marescialli d'Italia Giardino e Pecari Giraldi con tutti 1 comandanti di Corpo d'Armata. Sono pure giunti, con un altro treno, i rappresentanti degli Stali esteri. Lord Caran per l'Inghilterra, il generale Guillaumni per la Francia, il principe Nicola di Rumenia. Sa. un. altro treno ha u\atjaialo il Duca di Bergamo, insieme [ *scandi con il Vescovo castrense mons. Rartolomasi. e il conte Volpi di Misurala. Il treno reale si annunzia, con la macchina staffetta e alle atto precise entra in stazione. Irrigiditi sull'attenti, o il braccio leso nel saluta romano, tutti 1 presenti attendono la comparsa del Sovrano. Il Re balza a terra, accompagnato dal Principe di Piemonte, e un istante dopo scendono dai loro scompartimenti il conte Calvi di Rnrgolo e gli aiutanti, di. campo, generale A'sinari. di Bernczzo e generale Clerici. Squillano le trombe i tre. segnali di allenti, tosto seguili dalla fanfara e dalla Marcia Reale. Non applausi. L'austerità dell'ora viela qualsiasi manifestazione esteriore. La rivista alla, compagnia del 17. Reggimento, che presta servizio d'onore, è rapidamente passata, mentre le bandiere inchinano i loro drappi e le loro medaglie. Re, e Prìncipi si intrattengono a parlare, sommessamente, coi Ministri e eoi rappresentanti denti stati esteri. All'ingresso delta soletta, il Re scorge al petto di uno dei due militi della Legione ferroviaria la medaglia d'argento al valor militare. Egli ti avvicina al. decorato e gli. domanda dove si sia conquistato questo titolo d'onore. Poscia, le bandiere dei reggimenti sfilano lentamente davanti nj Sovrano ed ai Ministri, i quali salutano, pai vanno a schierarsi all'esterno per il corteo funebre. Ora i minuti sembrano eterni. Così acuta si fa l'allestì che. l'ansia vibra nell'aria, quasi con spasimo. Dalle alture vicine, muta, composta, la folla dei venuti da. lontano guarda. Un sole caldo, una serenità immacolata sembra voler allietare perfino questo pietroso Carso. E' l'impassibilità immobile della natura clic casi, dolorati talvolta, sa rendere i contrasti. Ma un. fremila corre improvviso fra i presenti. Un convoglio è apparso al. margine della montagna brulla, rade la costiera di Monte Sei Rasi, scivola nella stazione, rallenta, si ferma. Un mormorio, silenzio. Il convoglio funebre Con infinito rispetto, due ampi sportelli vengono aperti, e. nel vagone illuminalo, vegliato da alti ufficiali con le sciabole sguainate, il feretro si mostra Lo copre il. tricolore. Il lauro lo cinge del. suo emblema immortale. Tutti si sono impietriti. Il Re, immobile, fìssa la spoglia. Allora, come se. uva enorme distanza ne attutisse la voce, come se un immenso dolore ne comandasse il solo sussurro, lenlo. iirave, solenne, ed. in gnesto momento straziante^ sale al cielo l'Inno del. Piave. Mentre la .Duchessa in gramaglie, il Duca degli Abruzzi, il l'onte di Torino ai 1 ilue Principi fiali del Condottiero paiono stringersi in un'unica angoscia ioli, ultima veglia allo sposo, al patire, ai fratello..,), s'avanzano gli. eroi verso la spoglia del linea. A loro tacca questo vanto supremo, e l'hanno lira meritalo. Il gesto è più clic ma¬ istlaslezpaacfragffssfsitndsssdpttfimrpterno. Impercettibilmente, il feretro p»s-\sa dal suolo del vagone a quelle braccia]cui si. affidò la sorte d'Italia, a quei su \persi ili di cento battaglie. E il corteo siiinizia, fra la selva delle bandiere. L'a-Upoteosi coinincia. tapi, di minuto in mi-\colpi. di calinone, tu voluta, dal Soldato, ìnato, rombano marcia funebre voluta, dal Soldqto,\«i/o il ritmo lentissimo dell'inno. 1Irrigiditi, come da un. nuovo comando,]al passar della salma, i saldali lissano\la spoglia, fissano il loro Sovrano, i\Prineipi, gli stendardi Inceri. E' l'Italia]".'te passò, e le sciabole, un istante abbassate net saluto, danno guizzi nel sole che ora divampa cocente nella sfolgorante estate. Stilalo dopo il feretro,- il col. Villasanla reca, su un cuscino t'i raso, le medaglie, del. Duca, il suo fido elmetto, il binoccolo, la maschera con- 77"-;~ ;■ \Irò 1. gas asfissianti, e quel, bustone cheAlo sorreggeva nel'e lunghe marce nei camminamenti tic! ('arso. .Verso il Colle di Sant'Elia // Re. Ita ai lat> i fratelli del Duca; la Duchessa procede sorretta dui figli; l'in, berta di Piemonte avanza fra il Duca, ili liergaino ed il conte Calvi di Rergoto. Seguono cintine dame di l'arte, anch'esse in. gramaglie, il Principe ed. i generali stranieri. 1 Ministri, lo stuolo degli olii ufficiali, autorità, rappresentanze, e. i pochi privilegiali cui è stato concesso di partecipare al corteo. Dietro ai cordoni di truppa, dietro al cavalli ed ai cannoni, la folla protende romanamente il braccio. E' uno spettacolo di grandiosità senza pari. Ma ceco il colle adesso apparire, non più natio e ferrigno quale ieri lo vi -\demmo, ma palpitante nella leggera a brezza, di ondeggianti vessilli. Tulli gli stendardi, tutu 1 gagliardetti, lutti ugonfaloni delle associazioni, querricred'Italia, tutti i segnacoli, insomma, aio ciù »el nome d'Italia, del lavoro, o'Uc"n speranza, della giovinezza, -Utalla.no a Italiano, <? il popolo intero,\a 'mesta sua terra benedetta, i arega- -\ri "' ''■ ' "l Sovrano e al loro - "■<"'"'"''""" tra i tumuli\dcl trentamila Caduti, sfavillano al rag-T* llel oalcnH di fiamma che.:•' ,„„;,„ . ■ o\da medaglie, aqi11 le, fasci liUorii, guiz-}™*- '' bTae™ "he sorregge il-simbolo tremi un istillile per la fatica commozione E a lor volta o-, ' e i o a E a lor quei mille e mille rimasti sui canini torti, spezzati, frantumati, forse nellosforzo furibondo della lotta a1 corpo acorpo, e di là talli perchè ciascuno di' ordigni di guerradelle battaglie con-inumati, forse nelloessi, sulta lombo di un caduto, fosserestituito a chi seppe valersene cont.roil nemico, percossi dalla piena luce.danno lampi come se ancora fosseromossi da mani concitale. Nel calorche cresce, una vampa rossigna si. al- [za dal colle, iremo, nell'aria, E intanto l, corteo procede, i colpi di cannone si usseguono, la canzone del Piave coninua, a spargere, su tutta la campagna, a sua liturgia solenne. lì monumento al Fante Il fiume è varcato, ha principio l'ascesa, fra due file di Camicie nere che evano alto i pugnali. Con compostezza stupenda, il feretro sale verso l'ara, passa, di ciglione in ciglione, in mezzo ai. frammenti, di bombe, agli elmetti, ai cannoni, ai. cavalli, di frisia, a tutto ciò che la guerra Ito. crealo per la difesa e l'offesa, supera quei poveri quaranta, metri, di altura rosi, per anni e anni da. bombardamenti implacabili, giunge, sul piazzale, posa sul palco di fronte al quale il. loculo si. apre. II. breve spiazzo è gremito da questa folla, che oro. si trova costretta nello spazio esiguo, e. tosto il Vescovo castrense, mons. Rartolomnsi, inizia il funebre ufficio. Il Sovrano e i Principi sono intorno alla bara. La Duchessa, in ginocchio, prega. Il monumento votivo, con. te sue quattro croci che, nella notte, risplendono, scompare fra le bandiere e gli alfieri che lasciano libero soltanto il varco alla cappella dalla cui soglia il sacerdote dice, la messa. Due soli 'abari sono presso i palco, gncllo delle medaglie d'oro, portato dal capuano Rarduzzi, e quella dei Volontari, di guerra. Giungono a tulli distinte le parole del rito, tante volte su questi campi, pronunziate, quando l'ufficio divino, fra. la morte miracolosamente sfuggita e l'attesa, del prossimo rischio, andava al cuore del soldati più rudi, e convertiva gli. increduli e pacificava gli animi, e infondeva ai corpi nuove forze. A volgere intorno lo sguardo, si. scorge come la commozione trabocchi. Non si. piange, no: ma. qualche casa di anche più acerba del pianto si scolpisce sui volti, rende insensibili al sole cocente che versa torrenti di fiamme sui capi scoperti. Ricordi Ciascuno, in quest'ora ineffabilmente triste e grandiosa, ha. un suo ricordo che 'affiora dall'intimo. Centinaia di Combattenti, rivedono il loro Capo percorrere camminamenti e trincee con quel suo passo grave e. un poco dolente MdssadrdpblltFccgcnsnnrnllfcon. quel suo sorriso buono ch'esso solo\bastava a premiare di tulle le, fatiche, instancabile nel rincuorare, severo nel. riprendere, via tanto desideroso sempre, come può esserlo un padre per ì suoi figli, di poter pronunziare soltanto parole, di. lode e di speranza. Ciascuno ha un piccala fatto ria rammentare di Ini. un aneddoto, un gesto, forse soltanto uno sguardo licitato là, passando presso una. piazzuola d'una r/n'-!che pure adesso gli è traqlialrier \rara come un tesoro. Povero qrande e ]iman Duca. E' un istante questo m cui\\ quanta di più. umana era nella figura .i morale, del Principe ritorna con pena;U„yimi,,. E' l'istante in cui il sento del •\iU^nri.l\ ,7 lignificato dell'ultimò ad- \ìdìo grava sui cuori, enn tutta l'ama- ì\"''l.^| fr„' pvr dolce, 0 Privdn-. continua- r„ fljj r.„rrr manta dal Tuo popolo, j\vrvf,rrln q„nnii ver Te e erm Te \avernm ,-omhallutn e sofferto. Con Te ] r vcr fe> crebbe seguitato ad essere il motto dei reduci della Terza Armata, della Legione invitta dalla quale V> stuccasti con tanta dolore. Perchè come nei superstiti la conni- \^„, „ xn„n unici così in Ini Adcl sanane e degli Uffici, eosi^in. ' e come 011 »»|)ti»Hii ••«• ••■"<•••-pirituaie non poteva venir me- le attraverso le enormi distanze nume no anche attraverso nel Duca, codesta attaccamento pravviveva tenace, anzi forse più tenace col passar del tempo. Un giorno — fi da anni ormai la guerra era finita il Principe sren- deva dal colle di San Teodulo, sopra i£aiòmein, in Val d'Aosta, dove soggiornava col fratello, lìnea degli Abruzzi. Aveva tostato lassù qualche ora, ed era sialo, carne sempre, di gran cartesiti con le persone che aveva, trovato sul colle. insenetbUmcnte, anche perché la via del ritorno era una sola, la comitiva del gitanti era andata acro dandosi alla piccola, carovana principesca. Con i Suoi Fanti Giunti presso una fonte, U Duca dì Aosta s'era fermato per bere e aveva ripreso a. conversare con quel pachi escursionisti già incontrati nel rifugio alpiiw, ainahiiinenle scherzando con unita signora per avere essa Ciato al llraversarc it ghiacciaia con un paio diUearpelle cittadine; ma da qualche j momento fissava lo sguardo su un gto- f*" f';e^? \n a'aeeo da montagna]'' fregiata del distintiva dei mutilati diguerra. Ed eccolo di. colpo rivolgersi 0lui, e senz'altro, accennando col. ditofrase I ]"1 «mintl? "'^*lc' c°* \vronunzlata con. scatto di. voce, do- \mandarc' tCon me? AUa Fct:" Ar' \mata ? » \ ' , r „ SI/0 vant0 , \JaCC°i0ià più v"ra qx et la coma Li. za 1 0 ,," ,.,,. ' ,„ „„„ „ ' \di "Uerresche fatiche, nella quale i re-, a\°renari- e vom prr *''"'"rr i1- A"cUe ,a "!''"" ''ol'JP °' termin luci scorgevano quasi un cameratismo, QllHìfl scamoio di affetti per cui il- L, ,,„,,„„ „tt ritornare fra i suoi)i '.'.„.-. ., ..„....,., ,.„»„ * „„„ e\AU'elevazlone' mitragliatrici hanno> i rintocchio\crr!'ì,"ln 'ontano, mentre da tutti .\Paesi circostanti salivano i rintoeciuo .delle campane, e un vaio stupendo dic\ottre -ento aeroplani, passando raden--'te sull'altura, riempiva il ciclo di rom-o',bi. Dai. due pennoni, dove prima sien- Movano la bandiera ilaliana c quella della Terza Armata, i drappi sono discesi, per l'ultimo saluto. Quando il Vescovo benedice la Salma echeggiano ancora tre salve di fucileria. II. Re ed i Principi Reali si portano rlsmqdinanzi alla cripta che attende il fe-ìrretro. Li presso è la lapide che chiu-ìtderù il. loculo e reca incise le semplice\mdsrpnparole: « Qui riposa Emanuele Fili berlo di Savoia. Aosta, Comandante della, Terza. Armata*. E' l'ora suprema; la Salma, vien sollevala, scende, nella tomba che in brevi momenti, è murata. Il Duca tra gli Invitti //. Duca. d'Aosta dorme ora fra. i suoi Fanti, mentre il suo spirito, allo nel cielo di questo colle fra la. coorte di croi che ha scelto per compagni, vigila sulle fortune della Patria, • sicura scolta alle frontiere dHtalia: Ancora una volia lo storma fulmineo che al « Dies irac » sembrava essersi perso nel cielo, tanto attenuato ne gìunaeva il ronzio, tanto diafane nell'azzurro si arano fatte quelle oli, ritorna a. sorvolare l'altura. Poi tacciono le voci di tutte le armi. 11. Re ed l Principi, si curvano verso la. celietla. che precede la cripta, prendono affettuoso congedo dalla Duchessa e dai Duchi, delle Puglie e di Spoleto che, mostrano i segni della loro dolorosa.\emozione. Pochi, minuti dopo, le mac-\chine li accolgono avviandosi veloci 1 alla stazione. Il colle si spopola, bandic- re e gagliardetti scendono lentamente* le rappresentanze si.avviano lungo le strade. Ancora un'ora ed il Duca rimarrà solo in mezzo ai suoi Invitti. E' una nuova poesia che comincia, quella patetica di questo sonno solita- rio, e forse non meno grande dell'aitra, epica ed eroica, che per l'intero mattlno tanti e diversi tumulti a ha destato nell'animo. Comprendiamo forse anche meglio, in questo istante di' raccoglimento, la grandezza e la solenn.i.là del rito cui starnane Siam sla.il presenti. Comprendiamo soprattutto, nella sopraggiunta, solitudine, da quale lontano pensiero dovessero esser suggerite le parole con le quali il Duca d'Aosta, iniziava, olio anni fa, sul colle di. Redipuglia, l'orazionji che e diventato, la preghiera della Terza Armala. « Da. ogni contrada. d'Italia, spinti da. infinita pietà e da amore cocente, oggi i veterani della, nostra grande milizia, ed i cari, compagni che portano sul. corpo i segni del martirio, qui sono venuti per glorificare gli. Eroi, per rivedere le trrm.be. dei fratelli, per salutare, il campo di battaglia, l'altare del sacrificio, il tempio della vittoria, ». Era un presagio? Vedeva egli nel suo futuro il giorno in cui appunto da ogni contrada d'Italia, i veterani. , \(,el,a Terza Armata, sarebbero tornati. \al l0T0 co,le ver condurci al riposo il 1 Condottiero? marziano bernardi.