I due nomi dell'avventuriero

I due nomi dell'avventuriero IL FUGGIASCO ARRESTATO DOPO 20 ANNI I due nomi dell'avventuriero Anni di scioperataggine -- Dallo sperpero della eredità paterna alle truffe, ai furti Sotto il paludamento dell'onestà - Due donne alle calcagna Defendente Cavallito, 11 romanzesco personaggio che i nostri lettori già conoscono, torna alla ribalta. Condannato due volte in contumacia a 13 anni di reclusione per una sequela di truffe, e arrestato dopo vent'anni di latitanza, egli comparirà posdomani dinanzi al Magistrato per rispondere del reato di false generalità. Più tardi si riesaminerà la sua posizione per quanto riguarda i vecchi reati e le vecchie condanne: per ora, rapidamente, si deve liquidare questa partita passiva ch'egli ha aperto e che gli ha permesso di vivere per tanto tempo indisturbato, nella agiatezza, scroccando e mettendo a largo profitto una stima che non spettava a lui. Come è noto, egli, dopo molto peregrinare all'estero, rientrò un giorno in Italia sotto il nome Pietro Onorato Bacolla, ben corazzato di documenti intestati a questo nome. Perchè aveva scelto quel nome? Come possedeva quei documenti? Le indagini compiute risponderanno a questi interrogativi: Il Cavallito discende da una onorata famiglia oriunda di Cortiglione di Robella; piccolo paese siuato nel cuore del Monferrato, sulle colline prossime a Cocconato.Tanto l'Ettore Oeferidente come un suo fratello Cesare, nella prima giovinezza ricevevano dai parenti una educazione fine ed un'istruzione di assai superiore alla media. Imbrogli e truffe in due serie Un giorno al Defendente veniva quasi imposto da uno zio di prendere parte al concorso per la segreteria comunale di vlombello Monferrato. Il giovanotto riusciva ad assicurarsi il posto. Da questo fatto, invece che scaturite — come era nella speranza e nei voti dei parenti — Il rinsavimento del Defendente, nascevano altri e peggiori guai. Allontanatosi definitivamente da casa e liberatosi :osì da ogni freno, si dava, come suol iirsi. alla pazza gioia. Quel che rimaneva del patrimonio paterno veniva liauidato in breve volgere di tempo, dopo di che il Defendente cominciò a tentare degli espedienti per procurarsi danaro, al fine di continuare l'allegra vita di prima. Mise insieme cosi una prima serie di truffe e di imbrogli. Scoperto e vistosi perduto, si diede alla latitanza e, malgrado una sentenza del Tribunale di Asti gli avesse affibbiato sette anni di reclusione, riuscì a rimanere uccel di bosco. Nè in questo periodo di tempo restò tranquillo; tutt'altro, che anzi, sempre allo scopo di far danaro, ne combinò d'ogni colore, sempre mettendo a servizio della sua inestinguibile sete di danaro l'ingegno e le più che discrete conoscenze di carattere amministrativo che aveva. Con un'abile seguito di raggiri egii riuscì nientemeno che a farsi credere proprietario di alcuni fondi e a venderli, intascandone naturalmente il vistoso importo. La conclusione di questa truffa la si ebbe al Tribunale di Torino, il quale condannava il Cavallito per truffa e falso in atto pubblico a sei anni di reclusione. Dalla Francia alla Corsica all'Algeria Il Defendente Cavallito intanto era scomparso, inseguito invano dai due mandati di cattura. Da principio, sia a Mombello che negli altri paesi dove il fuggiasco era conosciuto, si era dettu che egli avesse riparato a Corfù; ma poco dopo giungevano le prime notizie sicure. Contadini di Cocconato, emigrati in Francia, scrivevano di aver incontra » il Defendente, chi a Marsiglia, chi a Tolone ed altri ancora a Lione e, per fino in Corsica. Un'altra voce — ch« pare confermata dai fatti — diceva che il Defenuente fosse stato anche in Al geria. :.a sud. assenza dall'Italia durò otto anni e mezzo. Che vita condusse egli durante tutto questo tempo? Mistero Solo forse una sua confessione potrà risolvere l'inerrogativo, altrimenti insondabile. Al tempo delle prime segnaluzioni erano state avviate delle ricerche da parte dei Consolati italiani in Francia; del fatto era stata Incaricata .a stessa Polizia francese, ma nessun risultato era state raggiunto. In qual maniera-era egli riuscito a sfuggire a tutte le ricerche? Probabilmente egli aveva mutato nome e forse non una/volta sola, di modo che i connazionali lo segnalavano sotto il nome di Cavalito, mentre egli alle autorità era noto sotto altre generalità Se a questo fattore si agg.ungano ì numerosi spostamenti che caratterizzano la sua vita nomade attraverso le coste mediterranee, si comprenderà facilmente come egli sia stato per tanti anni inafferrabile. Di dove ha egli ricavato in questo volger di tempo 1 mezzi di sussistenza? Ouali relazioni ha egli contralto? Ancora e sempre mistero. Nè su questa parte della sua vita v'è da sperare che il Cavallito sia propenso a dare troppi ragguagli. Finalmente, nel 1923, J'ex-segretario comunale torna in Italia. Espatriato sotto il nome infamato di Ettore De- fendente Cavallito, egli rimpatria con I un nuovo stato civile, senza alcun con- to da regolare verso la giustizia, li nuovo stato civile e la nuova vita Defendente Cavallito ha saputo scegliere bene tra i suoi ex-amministrati. Pietro Onorato Bacolla è l'uomo che fa al caso suo: calzolaio di professione, contadino per quanto glie lo permette una gani ba anchilosata ed in quanto lo costringono le cure d'una piccola vigna, non darà mal alcun fastidio II Bacolla autentico vive, su, tra i greppi di Cortiglione di Robella e permette cosi al falso Bacolla di girare l'Italia quanto essa lunga. Come egli giunga al di qua dei confini non si sa, certo si è che ri'see ad acquistare la fiducia di molta- gente e in maggior grado quella d'un torinese, l'avv. Mario Vaccarino, abitan- te in via G. Galliano, 10. Il Cavallito ottiene di essere nominato ammini stratore di un vasto podere, un tempo in posesso d'una famiglia princl pesca di Roma ed ora proprietà dell'avvocato: l'isola di Giannutri, neTirreno, a poca distanza dalia spiag già di Orbetello. Qui, per ii Cavallito, s'inizia veramente una nuova Vita. L'avventuriero non bada ai mezzi e se pure ora sembra aver muiato la pelle del lupo in candido vello di pecora, la sua anima non è cambiata per nulla. Sotto la nuova scorza v'è sempre l'imbroglione di dieci anni prima, raffinato e scaltrito dalle avventure passate in quel lasso di tempo. Ora egli la fa da gran signore. Si fa chiamare « governatore », stringe il massimo numero possibile di relazioni, forse pensando di sfruttarle alla prima occasione che gli si presenti. Nè si limila a rapporti con persone di modesta condizione. Anzi riesce a 6aiire tanto in aito, che presto diviene egli stesso una personalità. Anche sotto questo rapporto la condotta dell' avventuriero rimane quanto mai oscura. Egli lamenta di essere modestamente ' retribuito dal principale ed in pari tempo sciala a tutt'andare. Le « caccie », alle quali egli invita gran numero di persone e che organizza nelle zone boschive ^dell'isola hanno presto vasta rinomanza. Le cene, le feste che si svolgono nella residenza • governatoriale » rappresentano per la buona società dell'isola e della vicina costa una vera attrazione di primissimo ordine. L'amore C'è però nella vita del « governato re » una lacuna: manca una compagna. L'avventuriero è giunto ormai anche oltre la maturità, ma non è questo un ostacolo che possa fermare un .'.omo delia sua audacia e della sua tempra. Ha adocchiata la preda: la giovanissima maestrina d'un piccolo paese della costa vicina. L'allodola cade presto nella rete lesale, forse abbacinata dal luccichio di tutta quella mondanità inusitata. A seguire, passo passo, la vicenda pare di rivivere un fosco romanzo, dove sono m lotta amore e perversità. Il maturo Don Giovanni vince presto la sua battaglia; promesse e lusinghe hanno ragione della- resistenza oppostagli e le conseguenze non tardano a farsi notare. L'avventuriero è ora chiamato a rendere ragione dell'accaduto da quel la famiglia, ove egli ha gettato tri stezza e dolore. Innanzi all'accusa esplicita egli muta tattica: riparerà al malfatto, in quanto egli dice di essere un gentiluomo e di conoscere quale sia il proprio dovere. Per intan to briga in ogni modo per evitare uno scandalo e ci riesce. Da questo momento però il « gover natore » si trova negli imbrogli. La famiglia offesa lo pressa in ogni modo ed egli ha il suo da fare a tentare di guadagnare tempo. I documenti per lo sposalizio — egli dice — non giungono ancora, perchè da moltissimi anni egli è assente dal paese dell'astigiano, dove è nato. Un giorno si fa rifornire di denaro' dal parenti della fidanzata e parte per il Piemonte, asserendo di recarsi a sol leciiare le pratiche necessarie. Lascia indirizzo • fermo in posta » a Torino e poi non fa più sapere nulla di sè. Passano due settimane, trascorse dalla famiglia della ragazza nella fmitia ginabile ansia, ed alla fine un fratello della povera giovane' viene a Torino a ricercare '1 presunto Bacolla. Lo attende alla Posta Centrale, le incontra. Qui nella tragedia s'innesta una scena di sapore grottesco. Il Cavallito appena vede il... futuro cognato, gli getta le braccia al collo, lo bacia, si dice « lieto » dell'incontro e si trattiene con sè tre giorni nella nostra città. Come sia riuscito ad evitare di essere smascherato è difficile a dire, certo che per l'occasione egli deve aver messo in gioco tutta la sua diabolica abilità. Finalmente dice di aver trovato chi gli procurerà i documenti, non solo, ma glie 11 farà avere a Giannutri. e i due ripartono per l'Italia centrale. I! mistero svelato Ma i documenti non arrivano ancora, ed il Cavallito coglie 11 destro per eclissarsi una seconda volta. Stavolta dice di recarsi direttamente ad Asti ina dopo partito non fa più sapere sue nuove. Vengono allora in Piemonte la ragazza e la madre. Quest'ultima ha in cuore un presentimento, quello stesso che mai le aveva lasciato vedere di buon occhio il maturo fidanzato della iiglia: Non sarà egli già sposato? Così s'inizia, tappa per tappa, il Calvario delle due donne. A Torino nessuna traccia, ad Asti una Indicazione vaga: i Bacolla sono oriundi di Coc- conato... Una rapida corsa fino a que st'ultimo paese e qui la tristissima ri velazione. Chi apre gli occhi alle due povere donne è 11 maresciallo Bich, cornali dante di quella stazione. Egli, quando ancora comandava la stazione di Murisengo, centro dal quale dipende per ituanto riguarda l'Arma, il paese di Cortiglione di Robella, aveva avuto occasione di sfogliare la pratica riguardante il Cavallito. Nel sentire il pietoso racconto delle due donne, egli ricordava la losca figura dell'ex-segretario comunale di Mnmbello e, siccome l'Onorato Bacolla era, come s'è detto in paese, nè mai s'era mosso di là' pensava-alla possibile sostituzione. ' DI qui l'avviso alla Squadra investigativa di Torino che per conto suo sta- iriA sulle npVt^ "rlPl" "mii£r,!«-"N va già su.ie pente del misterioso viaggiatore, cne passava da un alber- so ali altro, e, alla arie, 1 arresto,