Stile di Gressoney

Stile di Gressoney PROBLEMI DEL TURISMO VALDOSTANO Stile di Gressoney SONEYLA TRINITE', luglio. I due giorni festivi di fine giugno (prlfera malinconia di chi, legato al lavoro, iglA scorge innanzi a sè 11 vuoto dei tre squallidi mesi di solitudine) avevan condotto qui un preludio fugace di vita, forestiera. Ora a Gressoney è tornato il Silenzio. Silenzio : donò dolcissimo di questa Valle. Silenzio non soltanto di uomini, tata di cose. Dalla stretta di Lysnalm, : toelTombra, ai pendii di Orsia, d'oro bel sole, non una voce. Anche il torrente mormora appena; anche la cascata giù dal Chilteau sembra appena toccare la rupe col suo triplice balzo d'argento, molle caduta di piume di cigno; anche il vento che altrove s'annunzia con lunghi richiami, qui ha rapidi fremiti, 6orge e si tace con frulli d'ala. Fra un mese l'immagine della vita facile andrà per "questi sentieri, sosterà sui piazzali degli alberghi, sorriderà dai giardini delle ville. La posta, la campana di table d'hóte, l'ora del tè, del passeggio, del tennis, la toilette della sera, il poker, il bridge : anelli senza peso di una catena amabile. Fra un mese e mezzo già- le abitudini fatte, le amicizie abbozzate, imbastiti gli idilli immancabili, le corti discrete. Allora, libri aperti sulle ginocchia mentre l'occhio segue lontano ben altra avventura, giornali spiegati che non saranno mai letti, bimbi che giocano intorno (« Attento, piccolo, con quella racchetta! »), motivi di dialoghi tosto ripresi come tèmi d'obbli- ' go lungi dall'esaurirsi, e quelle parole accortamente dette, e quegli sguardi di tenero rimprovero, e quella specie di intesa un tantino segreta che la comunanza del benessere così facilmente fa nascere in libertà di pensieri fra gente che pur ieri era sconosciuta... Si sta cosi bene sotto i pini del Miravalle-, c'è ancora un mondo oltre questo cerchio di monti? Forse no, cara signora; ed è questa sua pace la pace di cui tutti noi avremmo tanto bisogno. E fra due mesi, Anito: addii, promesse, ricordi. Vecchia è nuova.vicenda d'ogni anno. Vecchia e nuova pace di Gressoney. E' il segreto del luogo. Anche quando i mille ospiti di Saint-Jean e della Trinité avranno occupato ogni stanza di villa o d'albergo, questa quiete non sarà turbata. Se domani fossero diecimila, 'essi s'armonizzerebbero allo stile della valle, ch'è uno stile di discrezione. A Gressoney ci si annoia? Anche nelle case dei signori s'annoia la gente che ama mettersi in maniche di camicia. Tradizione aristocratica Perchè non vorrei che qualcuno fraintendesse questa nostra propaganda che andiamo svolgendo per il turismo valdostano. Turismo, turismo, turismoI C'era ancora quest'angolo tranquillo, fra il Monte Rosa e il Gran Paradiso; qui si veniva per quelle due settimane di pace che ogni uomo ha il diritto di chiedere alla sua annata di lavoro; e voi volete da ogni parte d'Italia e d'Europa chiamare i forestieri a toglierci quell'ormai cosi raro tesoro che è la solitudine? Nessun timore. Se mai il turismo dovesse tramutar la Val d'Aosta nel caravanserraglio di certe spiagge balneari, siate pur certi die non avremmo preso la penna in mano. Il vero turismo non è mai stato sinonimo di gazsarràt'la. montagna adeguatamente attrezzata di strade e d'alberghi, non perderà nulla della sua poesia. A Misurina, in agosto, passano e sostano per qualche ora ogni giorno alcune centinaia di automobili; eppure nel lago immobile anche oggi potrebbero indisturbati specchiarsi tutti i grandi amori romantici. Il pubblico ha un suo intuito: sceglie d'istinto i luoghi adatti ai suoi gusti; e non è il numero che fa la gazzarra, è 10 scopo per il quale ci si reca in un centro di villeggiatura. Ora Gressoney, il più celebre nome ivaldostano dopo Courmayeur, soggiorno prediletto di Margherita di Savoia, ha una sua antica tradizione che risale al tempo in cui sia a Saint-Jean che alla .l'Unite si veniva per l'aspra mulattiera che ancora, in certi punti, serve da scorciatoia alla carrozzabile. (Allora, la ferrovia s'arrestava ad Ivrea, e 11 soggiorno alpino bisognava guada gnarselo davvero, a lento . tappe in corriera a cavalli lungo gli stradoni polverosi). Ma già a quei tempi — anche perchè la più vicina alla pianura e la più fresca di tutta la regioni; aostana, e con a capo alcune delle più ardue vette alpini — la valle aveva un suo «pubblico che con gli anni non ha mutato né tono nè stile. Più di ottocento inglesi la frequentavano ogni estate un ventennio fa, e se non era la guerra e la moneta sarebbero adesso probabilmente il doppio. Il Delapierre e il vecchio Thedy potrebbero avere sui loro registri le firme Più ambite "da un collezionista di autografi, mentre il Miravalle, belvedere davvero incantevole da cui si spazia sull'ampio bacino di Saint-Jean con alle spalle il l.yskamm torreggiale e il Castore che s'adagia sul fianco come per un maggiore invito alla salita, ha dato il nome al più pittoresco punto della vallata. Cara piccola Trinità, con la tua piazzetta quadrata e linda, la tua antica chiesa che fa ombra al cimitero dove i morti paiono ancora godere della calda comunanza dei vivi, chi è venuto a te anche solo una volta, forse in un'ora di tristezza, forfè con nel cuore un infinito bisogno di pace, non può più dimenticarti, e a te ritorna con il pensiero se mai col desiderio si volga ad un luogo in cui l'anima si dismemori. Non è per farti reclame, che tu non ne hai bisogno, che siamo dà nuovo saliti quassù, ma per incitare i tuoi abitatori a conservare, sì, 1» tradizione aristocratica della valle, ma ad adeguarla anche alle necessità di nuovi tempi. Estate ed inverna Strade, alberghi, propaganda. Il solito ritornello che da alcuni giorni ripetiamo a gran voce. Se Gressoney-SaintJean può oggi ospitare duecentosettanta persone nei suoi sei alberghi e circa seicento in ville e case d'affitto; se in tre alberghi ed in otto alloggetti Gressoney-La-Trinjté riesce ad accogliere trecentocinquanta villeggianti, ciò è troppo al di sotto di una fama da mezze secolo indiscussa. Nuovi alberghi? Ma se quelli esistenti sono al completo per yenti giorni soltanto dell'agosto? E' ve fco: ma i prezzi? Venticinque lire la pensione minima dell'albergo più mo 'desto, sessanta quella del più ricercato il solito circolo chiuso cui già abbiamo accennato, dei prezzi che non possono calare per la troppa brevità della sta gione, dei villeggianti che sono costretti a proporzionare il soggiorno al costo. Nè si creda in- smodate avidità di guadagno: l'anno scor.>o uno dei due mag, glori alberghi della Trinité ha chiuso 0 suo bilancio con un deficit consldeI jceTole mentre l'anno prima l'utile era sdtqlslargctfsdu y e n , a o a n i , o , o a a n stato pressoché irrisorio per un'azienda prospera. E allora? Già abbiam reso noto quello che crediamo il migliore, anzi l'unico rimedio : moltiplicar l'affluenza, facilitare il turismo, fare anche della Val di Gressoney una delle mète favorite per la stagione invernale. Era stato ventilato un progetto superbo che, se attuato, avrebbe potuto ' portare alla Trinité ogni inverno migliaia e migliaia di sciatori : utilizzare cioè come una funicolare il piano inclinato munito di carrello che dalla centrale idroelettrica della SIP sale fino agli stupendi piani del lago di Gabiet. Ma per la sistemazione di questo mezzo di trasporto che avrebbe permesso agli sciatori di ascendere senza la minima fatica fino all'altezza di 2300 m. giungendovi da Torino in tre ore d'automobile, occorrevano circa due milioni. E la somma non è stata trovata. Lo si sa che sull'altro versante gli svizzeri hanno una ferrovia elettrica, quella del Gornergrat, che porta da Zermatt a 3136 metri, e ad un albergo che pare un palazzo creato da un incantesimo fra i ghiacci7 Lo si sa che a questa ferrovia Zermatt deve la metà dei cinquantamila turisti che la visitano nell'annata? E' possibile che fra i soci delle sezioni torinesi e milanesi del Club Alpino e dello Sci Club non si trovino venti persone capaci di mettersi d'accordo con la SIP e di fondare una piccola Società per dare al Piemonte ed alla Lombardia un campo eccezionale di sci? Già lo abbiamo detto: non è soltanto alle iniziative valligiane, non è soltanto agli aiuti del Governo che bisogna abbandonare la Valle d'Aosta. Svizzera, Francia, Austria hanno portato alle loro valli capitali nazionali, e con questi hanno creato un'indùstria alberghiera, ima vita ed una coscienza turistica. Non c'è ragione al mondo che l'Italia, in quest'ora impegnativa del nostro turismo, non faccia altrettanto. La strada del Monte Rosa Ma a ben altra impresa, anche più vitale della sistemazione a carrozzabile della pittoresca mulattiera che dalla Trinité mena oltre Staffel fino al gigantesco divallo del ghiacciaio del Lys (chi si ferma ad Orsia e non prosegue per questa deliziosa valletta perde una delle più suggestive passeggiate che si possano fare in Val d'Aosta) — sistemazio- rmlCdqsnnutmne che richiede im milione — è affidato Irl'avvenire dei due Gressoney. Intendo'oaccennare a quello che fu già uno deiìcdcuorScrDsgrmrcplirqparsogni generosi di Luigi Vittorio Bertarelli, il creatore del Touring, vagheggiato fin dal 1912 sulla sua Bivista: la costruzione — sul tracciato della mulattiera ora esistente — di una grande arteria collegante attraverso il Col d'Olen Gressoney-La-Trinité con Alagna, cioè la Val d'Aosta con la Valsesia, la Provincia di Aosta con quella di Vercelli. Strada corrente per un paesaggio addirittura fantastico; slrada che quando fosse integrata dalla Courmayeur-Orsières (Italia-Svizzera) per il valico del Ferret, renderebbe meschina al confronto persino la già austriaca Hochdolomitenstrasse, aperta attraverso il Pordoi e il Falzarego nel 1909. Pensate: Chamonix, Martigny, Courmayeur, Aosta, Gressoney, Alagna in cinque o sei ore d'automobile; tre nazioni, Francia, Svizzera, Italia percorsa n< i loro punti più imponenti, dal Monte Bianco al Monte Uosa, su macchine rombanti fra uno sfavillar di ghiacciai, un digradare di torri rocciose, un fuggire fulmineo di pascoli e pinete, due volte salendo alaquasi tremila metri per ridiscendere Ì5nelle frescure amene della mezza mon tagna. Pensate a qual transito internazionale diverrebbe la Valle d'Aosta, ed anche la Valsesia, quando ogni giorno diecine e dieoine d'automobili francesi e svizzere potessero in una giornata sola recarsi sull'Olen, nel cuore del Monte Bosa, a sole sei ore di ghiacciaio dalla seconda vetta d'Europa, e rientrare per la sera alle loro sedi. Pensate a qual mèta di gite automobilistiche diventerebbe il Col d'Olen, a 2871 m., dal giugno al settembre, se si considera che dal Colle a Milano la distanza è di 158 chilometri, e da Torino di soli 119, quando invece Courmayeur, il maggior centro turistico valdostano, dista da Milano 225 chilometri e 162 da Torino. Idea grandiosa, arditissima, ben degna di chi dal nulla fondava il più potente sodalizio turistico d'Europa; idea che è stata ripresa di recente dal Corriere Valsesiano con dati tutt'altro che preoccupanti, che dimostrano come questa strada, .di ventinove chilometri di sviluppo fra la Trinile ed Alagna, d'una pendenza media del dieci per cento, sia un progetto tutt'altro che irrealizzabile. L'interesse turistico di due Provincie, di cui una ricchissima, è in gioco per questa arteria; da Varallo ad Alagna, dti Pont-Saint-Martin a Gressoney, almeno dieci Comuni raddoppierebhero la loro attività estiva; Touring Club e Club Alpino Italiano non potrebbero mancare di appoggiare un'impresa che rientra nell'ambito delle loro aspirazioni più nobili; tutte le Società scientifiche che fan capo, per le loro esperienze alpine, agli Istituti scientifici del Monte Rosa, potrebbero portare un loro contributo anche modesto; e albergatori, infine, Società di autotrasporti, esercenti locali darebbero prova di cecità restando indifferenti. E la pace di Gressoney? Gressoney avrebbe forse dieci alberghi di più, altre venti ville sparse nelle sue pinete, prezzi più bassi, comodità maggiori. Passerebbero cento automobili al giorno, e sotto i pini del Miravalle ci sarebbe motivo a nuove conversazioni. Lo stile non muterebbe; ma alle quattro in vece di prepararsi per scendere al Gambrinus, qualcuno direbbe : . Signora, vuole che andiamo al Col d'Olen a prendere il tè? ». E la signora chiuderebbe finalmente quel libro da due ore aperto sulle ginocchia e che neppure al 31 di agosto sarà terminato, e, con uno di quei sorrisi che mettono nel cuore tanta speranza, s'alzerebbe per andare a prendere il mantello. MARZIANO cbdcdeBERNARDI csddpoatstpapqtsnszhpsiqhmedafmcnscccmndeccrr B

Persone citate: Bosa, Estate, Luigi Vittorio Bertarelli, Martigny, Miravalle, Thedy