Sinclair Lewis

Sinclair Lewis Sinclair Lewis PARIGI, giugno. I libri di Sinclair Lewis vanno considerati a volo d'uccello, come si contempla qo i panorami. Seguire passo passo l'eroe di un romanzo di cinque 0 seicento pagine non e possibile se non a patto che il romanzo possegga meriti artistici eccezionali. Ora tale non ò con precisione il caso di Mairi. Street, di Babbit nò di Arrowsrnith, 1 più noti fra i romanzi dello scrittore americano. Preso a forti dosi, Sinclair Lewis è semplicemente indigesto. Ma poiché, disgraziatamento, l'arte di leggere un libro una pagina qua e un'altra là scegliendo il meglio e lasciando il peggio non e ancora stata inventata, ne consegue che l'indigestione è inevitabile e che il solo modo di guarirla consiste ncll'aspettare rassegnati il giorno quando, dimenticato tutto l'accessorio dell'opera, sarà possibile vederne uscire i lineamenti essenziali come dalla neve disciolta si veggono uscire i contorni di un sentiero. TI risultato vale la fatica. Quale testimone e giudice della vita americana, questo verboso e malizioso ebreo rimane finora insuperato. Chi ha letto Babbit è stato in America. Per quel che mi riguarda, Sinclair Lewis mi ha procurata la grande soddisfazione di ritrovare quel.grande paese quale me l'ero sempre immaginato. Ma un merito particolare che dovrebbe renderci preziosa la sua testimonianza c che, lungi dal fermarsi a Nuova York, essa si addentra nel cuore della provincia e concerne anzi di preferenza un'America senza Nuova York, che è proprio tutto il contrario di quanto ordinariamente ci descrivono i viaggiatori europei. La popolarità ottenuta da Babbit presso i lettori americani obbliga a pensare che il tipo sia stato riconosciuto autentico anche dall'originale. Ora la principale caratteristica psicologica dell'indimenticabile agente immobiliare della fantastica città di Zenith nel non meno fantastico stato di Winnemac consiste in certo crisi di malcontento contro sò stesso che probabilmente non sarebbe facile scoprire e studiare nella baraonda della metropoli atlantica, dove nessuno ha tempo ne voglia di procedere a esami di coscienza. George F. Babbit è l'americano standardizzato, che si rade con un rasojo di sicurezza, mastica gomma elastica, fuma sigari avana, pasteggia ad acqua gelata, guida una Ford, frequenta un club, sopporta la moglie, letica coi figli, pronunzia discorsi di inaugurazione, va a sentire le conferenze del pastore della parrocchia, mette i piedi sullo serittojo, tiene la hHndiera stellata appiccicata al muro del salotto e ringrazia Dio venti volte il giorno di averlo fatto nascere cittadino del primo paese del mondo. Ma. essendo tutto questo, Babbit non è friUce. E' grasso, e gioviale, è rumoroso, c ottimista, e guaj a stendergli la mano: te ila stritola nel pugno, per provarti il bene che ti vuole, mentre con l'altro pugno ti demoniaco una spalla urlando t hello.' » e coprendoti di insulti affettuosi ; oppure, dietro questa maschera di nonte-n'lezza espansiva e petulante un segreto squallore lo scolora e lo opprime. Babbit non è contento di sè. Babbit si annoja. Babbit non vorrebbe essere standardizzato, non vorrebbe pasteggiare ad acqua gelata, non vorrebbe guidare una Ford, non ■vorrebbe sopportare la moglie, non •vorrebbe assistere alle prediche del pastore, non vorrebbe passare la sera al club. Babbit, cittadino del più Bibero "paese del mondo, geme, senza osar convenirne, sotto il giogo di una schiavitù di cui non arriva a reuHersi esatto conto e senza la quale forse non sarebbe capace di vivere ma che pur accontentando la sua ragione turba, inquieta, mortifica il suo sentimento. Il gran dolore di Babbit sta nel non osseo: buono di faro so non. oese ragionevoli, proficue e degne di encomio. Vorrebbe ev ad ere a gambo levate dalla prigione dei suo puritanesimo utilitario: ma, per poco che ci si provi, il rimorso gH avvelena le gioje del frutto proibito e non ha pace finche non sia i tonnato a sentirsi ai polsi e ai le caviglie i ceppi del conformismo. Tutti i tipi di Sinclair Lewis tradiscono i sintomi di questo sottile rple.cn americano che Nuova-York e Chicago fanno dimenticare ma che la provincia alimenta con le saie città che non sono ancora delle città e i suoi villaggi che non sono più dei villaggi, con le sue case privato che sembrano edifici industriali e coi suoi edifici industriali che sembrano castelli feudali, col suo abuso di tel1oje di lamiera ondulata, di muri di ferro spinato, di pompe da essenza, di avvisatori da incendio, di taverne antialcoolliche, di manifesti commerciali e di cartelloni ciuomatografici, di tempii protestanti fatti di vecchie latte di petrolio, di conferenze di propaganda, di giornali di quaranta pagine. Si capisce, leggendo Sinclair, Ja vera ragione delle centomila bizzarrie, panzane, invenzioni che hauno resa celebro la stampa americana: distrarre lettori che muoiono d'uggia, versare un po' di fantasia nella esistenza più grigia, più insipida, più avara d'imprevisto che sia mai stata vissuta da esseri umani sulla faccia del globo. Perchè le americane di Palm Beach vanno attorno con una tartaruga al guinzaglio e una farfalla dipinta sull'ombelico? Per vendicare un popolo di centodieci milioni di uomini dell'umiliazione di non essersi mai concesso un caTiriccio. Perche i bootlegpors diventano milionari? Perche vendono oHio, ebbrezza', tripudio, cioè biglietti d'ingresso al regno della quarta damonsione. L'Europa non vedo dell'America se non i grattacieli, gli hoìdinns, i maremoti borsistici, i concorsi di bellezza: tutta la facciata drammatica e sontuosa dolio grandi catta dell'Est. Ma questa uou è se pon la ribalta di-u.' teatro i cui fon¬ tDAGacoggsgpdlpmPcccgridwaeaNAnFsdslqslgsmtSczvadpdficptnplultrddslstrssstmd o e o r e a a o i a o e a n ò e , i i , d , i , a o e . n » ; i n . , n n l ù a a e e l i i e , o a e e e e i e oi o i , e r, e i a r, zu: a a, ai a ao e ? ee aota i a i e n¬ dali sono costituiti da territori ancora spopolati, tracciati in pieno deserto, di vita gretta e dura di spirito tardo, di educazione elementare: il Dakota, l'Arizona, l'Oklahoma, lo Arkansas, il Texas, il Colorado, la Georgia, paesi lontani e inaccessibili anche quando sia dato raggiungerli comodamente in capo a cinque o sei giorni di ferrovia, paesi che posseggono giornali giganteschi e che restano irrimediabilmente ignoranti giacché cho cosa è mai possibile imparare sulle pagino di mi Monitore di Milwaukee o di un Araldo di Salila Fé, se non i corsi del grano e del petrolio, il nomo di un nuovo concime chimico e l'indirizzo del dentista? Paesi dove ogni casa ha la radio accanto alla Bibbia e l'automobile accanto al pollajo ma dove l'insalata che nasce da queste vicinanze incongrue è più mefitica che non la miseria nera delle più sciagurato contrade del vecchio mondo. Di quest'America retrostante, Lewis, è il primo scrittore cho giunga a renderci l'anima. Dopo Mairi, Street. e Babbit, non è più lecito nemmeno agli europei più sedentari limitare il Nuovo Mondo a Broadway. Ma con A rrow.tnr.ith, uscito ora in una buona traduzione francese pei tipi di Firmili Didot (Sinclair Lawis, Arroiesmith, Paris, Didot, 1931) estendiamo la conoscenza anche a talune sfere dell'America di facciata, dell'America-mito, che sono proprio fra quelle di cui ci vengono oggi più spesso e volentieri decantate le mille virtù. Noi suo nuovo romanzo (622 pagine!) l'autore ci narra per disteso, senza farei grazia di un episodio, come i pittori primitivi, l'esistenza travagliata di uno studente della Scuola di medicina di Winnemac che si e fitto in capo di fare lo scienziato. Abbiamo sentito tessero tante volto l'elogio della scienza americaaia, che non sarà mallo se la lettura di Arrowsmith ci riconduca a una più giusta visione dello cose, facendoci toccar con mano l'estrema difficoltà di coltivare la scienza pura, cosa difficile dappertutto, in un paese che non concepisce so non l'attività utilitaria e non si interessa so non ai insultati pratici. Dal principio alla fine della propria carriera, l'ambizioso Martino Arrowsmith si urta ad ogni passo in una sorda coalizione degli interessi immediati contro tutto quanto sappia di interesso astratto. Gli studenti migliori dell'Università giudicano senza indulgenza il suo professore preferito, un tedesco, che n avrebbe potuto essere un chirurgo di prim'ordinc e guadagnare cinquanta mila dollari l'anno, mentre, restando tappalo nel suo laboratorio di biologo, non supererà mai di un centesimo i quattromila ti. Ma, in fondo, nemmeno il rettore di Winnemac manifesta opinione diversa, quando, poco entusiasta dello fisime dfll geniale Arrowsmith sulla scienza pura e sulle ricerche idi laboratorio non gli nasconde che il proprio ideale consisto nel fornire a/ll'America il maggior numero possibile di buoni medici curanti. Forse, del resto, che i clienti la pensano d i versare on te ? La scienza pura, il disinteresse, la ricerca: tutta poesia, di cui il prossimo non sa cho farsi. Koscoc Geake, ex-professore di otorinoJaringojatria e vicepresidente di una società di Jersey City per il rinnovamento delle installazioni mediche, nutre in proposito ideo estremamente chiare: n Dal momento in cui, dico in tina conferenza agli studenti della Facoltà, il malato si accorge che altri apprezzano e ricompensano la vostra abilità, egli sta già meglio. Ora per inspirargli questo sentimento nulla toma più efficace di un gabinetto medico bene installato. Poco importa che un dottore abbia studiato in Germania, a Baltimora o a Rochester, poco importa che sia sapiente fino alle punte delle dita: se non possiedo chi' un vecchio gabinetto in cattivo arnese il cliente non avrà fiducia in lui ed egli non rie6cirà mai a riscuotere onorari convenienti. Esistono, signori, sull'arredamento medico, due scuole rivali: quella asettica e quella decorativa... •. Mal tollerati nelle Università, gli uomini di scienza non godono di troppa indulgenza nemmeno nelle fabbriche di prodotti farmaceutici, dove il Consiglio di amministrazione bada unicamente a sfruttare le loro ricerche al primo indizio di possibile vittoria e a mettere in commercio nuovi sieri prima che si sia avuto il tempo di accertarsi di quello che valgono, non ritenendosi pago finche non abbia fatto dell'inventore disinteressato un ciarlatano con partecipazione agli utili. Disgustato, anche degli Uffici Superiori di Igiene, che per non allarmare la popolazione e non irritare i lattai non osano chiudere le latterie modello dove le vacche sono state riconosciute tubercolotiche, Arrowsmith finisce con l'accettare, a trentacinque anni, un posto di medito patologo nella clinica Rouncefield di Chicago, somigliante come sorella alla famosa clinica dei fratelli Mayo di Rochester. Senonchè anche qui, in mezzo ai chirurgi che operano appendiciti immaginarie, le sue ricerche disinteressato non gli attirano so non dispiaceri, e un bel giorno ecco il direttore a pregarlo asciutto di « non spendere tante energie per soddisfare una mera curiosità ». Entrato, ultimo rifugio che gli rimanga, nell'Istituto Mac Gurk di Nuova York, nel quale non ci vuol molto per riconoscere l'Istituto Rockfeller, gli danno, generosi, un gabinetto al trentesimo piano di un grattacielo, dove il perseguitato sacerdote dei puri veri spera, finalmente, cho lo si lascierà lavorare in paco alle sue ricerche di batteriologia. Ma anche qui alle prime avvisaglie di scoperta di un siero antipestifero la persecuzione ricomincia peggio di prima: lo obbligano a pubblicare statistiche incomplete o adulterate, le scuole di medicina lo invitano a tenere delle confcrenz,e, un collegio del Midtwe8te.rn gli offre perfino una cattedra di Diritto Civile. A farla breve, per intraprendere un lavoro serio, lo scienziato che, buon per noi, ha il fuoco sacro e che nemmeno il maltimoiiio-con una bella vedova carica di milioni e di esigenze riesce a stornare dalla sua strada, dovrà rifugiarsi in piena montagna e fabbricarsi un laboratorio in un luogo inaccessibile. Là solo, a Vermont, potrà sfuggire alla curiosità e al mercantilismo, ed ottenere cho nessuno gli impedisca più di ricominciare mille volte la stessa esperienza nè gli proponga più di inscriversi alla Lega della Cintura « destinata a portare tutte lo attività spirituali americane al punto di precisione raggiunto nella fabbricazione delle macchino calcolatrici ». Morale? La morale di Arrowsmith è che l'America è un paese di scienza applicala e non di investigazione pura, un paese che fornirà al mondo degli Edison ma non dei Galileo nè dei Pasteur, che tradurrà in ap¬ pI•[|■ parecchi, specifici e quattrini i principe astratti scoperti dalla vecchia EiiTopa scioperata « morta di fame, ma che senza l'Europa, pel momento, fuori del campo pratico non sarebbe capace di nulla. Conclusione lusinghiera per noi, Sinclair Lewis riesce a renderla accetta ai suoi compatrioti grazie alle mille risorse di un umorismo esento di fiele e alla folla di tipi, di luoghi, di scene che dispone intorno all'eroe, cogliendoli sul vivo con una fedeltà che rende difficiiliì le obbiezioni e strappa i consensi. Arrowsmith non è, conto Bab bit., un tipo nazionale; ma il novanta peT cento, per dirla all'americana, dei personaggi che i\\ gravitano intorno lo sono. Questa circostanza permette di prevedere che so Lewis scriverà ancora molti romanzi, non sarà più necessario traversare l'Atlantico per conoscere il nuovo mondo, come- ai. tempi di Dickens non era necessario traversare la Manica per conoscere ringhili erra. CONCETTO PETTINATO.