Un discorso ottimsita di MacDonald

Un discorso ottimsita di MacDonald II problema del disarmo Un discorso ottimsita di MacDonald Londra, 29 notte. Il convincimento elle i negoziati parigini sull'applicazione delle proposte dei Presidente Hoover alle riparazioni tedesche devono in ogni caso risolversi in un compromesso ira la tesi americana e la tesi francese, con concessioni non indifferenti da una parte e dall'altra, torna a diffondere calma ìiegli ambienti finanziari, e serenila nell'atmosfera parlamentare. La stampa preferisce ridurre al minimo indispensabile le discussioni attorno alle esigenze francesi, mettendosi a far rilevare, in forma concreta, l'inammissibilità di un'alterazione del caratte- re fondamentale della proposta di Hoover, mediante la utilizzazione di;una parte non definita dei versamenti tedeschi alla Banca di Basilea in soc-lcorsi finanziari alle sole Potenze ami-lche ed alleate della Francia. V'è chi si stupisce di questa pietesa francese Idi atteggiarsi a manifesta soccorritri-; ce della Jugoslavia, della Rumenta, della Cecoslovacchia a spese delle al- tre grandi Potenze. Se la Germania | avesse chiesto una moratoria di due:anni, l'ammontare della quota incon-,dizionaia sarebbe stata in ogni caso;versata alla Banca di Basilea e Pari-igi avrebbe dovuto continuare a versa-'re le sue annualità all'Inghilterra ed all'America per il rimborso del suolidebiti di guerra. Londra ha fretta La tesi avanzata dal Governo fran¬ cese nei suoi, negoziali con Mellon joffre alla Francia il duplice vantag-igio di non farle perdere praticamente iun sol marco tedesco, e di aiutare a j eole spese della Germania quelle Potenze che la Francia, per motivi soltanto politici, crede poter porre in una Situazione privilegiata di fronte a tutte le altre. Constatando questo travisamento Belle intenzioni del Presidente Hoover non si manifesta più qui intenzioni di polemizzare, e di mantener viva! 2d3tlla discussione. Londra ha ormai fret-ida che si giunga ad una conclusione,inanche se essa debba porre la Francia:ln una posizione alquanto privilegia-1 ia. Strepita ancora un poco il Daily ; aExpress, ma gli altri giornali ritengo-; lo d'aver detto tutto quanto occorre ya. dire, e sembrano, per ora, desiderosi soltanto di non creare difficoltà ad Hoover, e non offrire alimento di eventuali polemiche al di là dell'Atlanico. Si avvantaggi pure la Francia, mediante un trattamento di favore rdtccS0,tfattole da Mellon; ma si scongiuri adi ogni costo un cambiamento dell'opl- hnlonè pubblica americana ed un irri-jPgidimento del Presidente Hoover. In attesa di una conclusione delle rattative in corso a Parigi, la CameYa dei Comuni ha dedicato l'intera seiuta di oggi al problema del disarmo. Come avevano già fatto i Governi di Washington e di Tokio, oggi il Governo inglese, per bocca di MacDonald ha comunicato le cifre del suo bilancio sulla Marina, l'Esercito e l'Aviazione, ed ha fatto un riassunto delle Bue vedute sul problema generale degli armamenti. MacDonald ha espresso la speranza che da Ginevra scaturirà una convenzione sugli armamenti, e non sarà soltanto una dichiarazione di principii e di intenzioni, ma porrà gli armamenti nella categoria Bei fatti accertabili e controllabili. e Non avremo più dichiarazioni ma fecale, ha detto il Premier; non principii ma standard, ossia qualcosa che ogni Nazione interessata potrà esaminare da presso, e che permetterà loro di vedere se gli impegni assunti saranno, oppur no, rispettati, « Il Trattato di pace di Versailles — ha poi aggiunto MacDonald — non ostante i suoi difetti conteneva una dichiarazione di fede, e cioè là dove gì dichiarava in favore del disarmo dell'Europa, non perchè una Nazione eveva abusato delle aimi: ma perchè utte e quante « francamente confessavano che non esisteva possibilità di pace nella prosecuzione degli armamenti >. Le cifre degli armamenti Per dimostrare i progressi fatti dal'inghilterra sulla via del disarmo dala firma del Trattato di Versaglia in qua, MacDonald ha citato cifre relaive agli armamenti delle massime Potenze, aggiungendo però che tali elre susciteranno controversie e non tetazioni circa la loro accuratezza. Ma, ècondo il Primo Ministro, è estremamente diffìcile avanzare dati statistici belativi a spese militari delle diverse dazioni, a causa dell'enorme varietà iel valore dell'uniti monetaria di cia- cun Paese e alla differenza nel va- ore interno della moneta, in paragone fcol valore esterno di scambio. MacDonald si è pero dichiarato persuaso che, in linea di massima, le cifre che egli ha comunicato oggi non potranno essere tacciate di grave inesattezza. Nei riguardi dell'Inghilterra le spese lavali del 1914 ammontavano a 51 milioni e mezzo di sterline, ossia 76 milioni in valuta attuale. Nel 1925-26 il bilancio della Marina era di 56 inilio»ii, e nel 1930 di 52.400 mila sterline, Ossia le spese hanno subito una riduzione di 23.700 mila sterline dal 1914 3n qua e di 3.500 mila dal 1924 in qua. Gli Stati Uniti spendevano per la Marina nel 1914 trenta milioni di sterline, ossia 42 milioni di moneta attuale, ne spendevano 70 nel 1924 e 78 nel B930. Il bilancio della Marina subiva tosi un aumento di 30 milioni di fronte a quello del 1914, e di 8 milioni di fronte a quello del 1924. La Francia spendeva nel 1914 ventisei milioni e 700 mila sterline, ossia 29.200 mila in valore attuale; 13.800 mila nel 1924, ti nel 1930, con un decremento di milioni in paragone del 1914, é un aumento di 10 milioni in confronto dei 1924. Per l'Italia le cifre citate da MacDohald sono le seguenti: nel 1914, 13.300 mila sterline, ossia 18.250 mila in va uta attuale; nel 1924. 9.800 mila; nel 930, 16.900 mila; ossia il bilancio ita lano della Marina subiva una rida alone di 1.250 mila sterline in confron o a quello d'ante-guerra, e un aumento di oltre 7 milioni in confronto . aueUo del 1924. II Giappone, infln», spendeva nel 914, 8 milioni e mezzo di sterline quivalenti a 15.400 mila attuali; 23 milioni, nel 1924 e 26.600 mila nel 1930, ,'aumento nel confronti del 1914 è di milioni, e del 1924 di 3 milioni e lezzo, quanto alla Germania essa spenprima della guerra, per la Mamilioni di sterline; e ne spenlimitata com'è dal Trattato Jlles, 9.250" mila il personale della Marina Inghilterra di 15SJ mila uo smsttd—msmLslpnegessislsEfzlgptmsmspqtemmtSdsprsccsdr mini nel 1914. di 90.453 nel 1924, e d93.650 nel 19IÌ0. • Un esame delle cifre del personaldelle Marine straniere — ha aggiunto MacDunald — dimostrerebbe che essha subilo incrementi nelle stesse pioporzioni in cui è diminuito il personal» della flotta britannica». Le forze militari britanniche Circa le unità della flotta, l'taghiiterra aveva nel 1914 89 corazzateoggi ne ha soltanto i5. Gli incrociatori sono diminuiti nello stesso periododa 181 a 59, costruiti, in costruzioneo autorizzati; i deslrouers erano ne1914, 2!)S; e le torpediniere 70: oggsono complessivamente 120. In fattodi sottomarini l'Inghilterra ne possiede quaranta in meno di quelli che essa aveva nel 1914, mentre II loro numero è aumentato nello stesso periodo di 35 in Francia, 35 negli SlatUniti, 38 in Italia, e 49 nel Giappone, Per ciò che si riferisce al bilancio dell'Esercito, quello del 1914, non compinate le forze di presidio in India e nelle colonie, ammontava a 28 miliondi sterline; ossia oltre 40 milioni in valuta odierna. Attualmente, il bilancio è pure di 40 milioni, ma MacDonald ha fatto rilevare come ciò impuchi una riduzione, dato l'aumento dele spese sussidiarie per incrementi degli stipendi alle, truppe e agli ufficialie per la meccanizzazione dell'EsercitoPer contro dal 1925 in qua le spese per l'Esercito sono aumentate di 20.823mila sterline in Francia, di 15.400 mia in Italia, e di 15.080 mila in America. Circa i bilanci dell'Aviazione, quel o della Francia è all'ora attuale d21 milioni di sterline, con un aumento di. 4 milioni in paragone di quello de929. Il bilancio degli Stati Uniti è d34 milioni di sterline, con un aumeno di 20 milioni in confronto di quelo del 1922, e nei riguardi dell'Italiaha detto MacDonald, il bilancio del'Aviazione ha subito un incrementodal 1922 ad oggi, di 6 milioni di sterlin». In Inghilterra, per contro, il biancio stesso è aumentato di 2 milioni n paragone di quello del 1923, ed è attualmente di 18 milioni di sterline. «Possediamo — ha precisato il Prino Ministro — soltanto 800 aeroplandi prima linea, e di questi 400 soltano sono permanentemente in Inghilerra. Sappiamo, invece, che la Francia ha 7300 velivoli di iprima linea, e che gli Stati Uniti, l'Italia e l'Unione Sovietica sono benissimo oquipaggiai in questa categoria di armamenti In base a queste cifre, MacDonaldha sostenuto che l'Inghilterra ha com-Piuto i passi più audaci e più rapidi ulla via della riduzione degli arma menti . Se queste cifre dovessero parlar dacie, i nostri rischi sarebbero reaimene troppo grandi. Ma esse non sonoimo. I rischi che corre lasicurezzadi una Nazione — ha detto MacDonald— non sono esposti in termini tecnici militari. « Spesso accade tutto il contrario, ossia che la forza degli armamenti è la misura dei rischi di guerra {applausi)La sicurezza militare deve, rimanere empre subordinata alla sicurezza poitica, e spesso 1 passi compiuti per produrre la sicurezza qrjlitare risultano disastrosi per la sicurezza politicae quelle Nazioni che si armano imaginando di evitare la guerra non la evitano affatto. Esse si armano pea- assicurarsi la vittoria nel caso in cui coppi la guerra. Non fanno nulla per mpedire la guerra, ma tutto il neces ario per mantenere viva quella psicoogia e quelle condizioni politiche che ono forse l'unica causa della guerra. E' quindi importante e significativo il atto che il 28 giugno del 1919 le Naioni, convinte che il conflitto mondiae doveva porre termine a tutte le guerre, stabilivano che non avrebbero preso misure per assicurarsi una vitoria nell'evento di un nuovo conflittoma compiuto passi per impedire lo coppio di nuove guerre. 11 miglior mezzo per realizzare questo fine coniste nel migliorare le relazioni reciproche fra Nazione e Nazione, e per questo appunto abbiamo dedicato tana attività nella direzione della pace e della sicurezza europea, che riteniamo debbano essere indebolite dagli armamenti. Una riduzione di questi ulimi deve essere però plurilateraleSiamo giunti quasi all'estremo limite egli armamenti compatibili con la notra sicurezza. L'abbiamo fatto anche per dare un esempio, e desidererei fae appello a tutte le Nazioni interesate aerli armamenti perchè studino le ifr* da me avanzate, e ammettano e onfessino che una Nazione non può oltanto col proprio esempio condurre al disarmo, e che il dovere di tutti è di unirsi in uno sforzo comune per rendere possibile il disarmo mediante accordi internazionali ■. I passi sulla via degli accordi MacDonald ha poi citato i passi eom piuti sulla via degli accordi, e a questo proposito ha dichiarato che la vi sita di Brùning e Curtius, e quella che nei mese di luglio egli e Henderson faranno a Berlino, eserciteranno una nfluenza pacificatrice sull'Europa. « Posso dire a questo riguardo, con tutta sicurezza — ha soggiunto il Primo Ministro — che l'annuncio di un incontro fra i Ministri di Germania e di Francia è proprio ciò che il Governo inglese ha sempre desiderato ■. A questo punto MacDonald ha creduto necessario rivolgere parole amichevoli alla Francia e ha detto: «Un Paese nella posizione della Francia è in una situazione particolarmente attaccabile. Noi in Inghilterra dobbiamo essere, a questo riguardo equi e giusti. I campi di Francia sonò stati calpestati da milioni di invasorie la Francia non ha un canale come noi, ma una semplice linea che traccia la sua frontiera ». 11 Primo Ministro hn terminato espriinendo la speranza che in considerazione di una maggiore sicurezza politica le Nazioni consentiranno nel 1932 a ridurre i loro armamenti rimovendo cosi una delle principali cause di conflitto. 11 discorso di MacDonald ha prodotto un'ottima impressione in Parlamentoe molti deputati riconoscevano che quello di oggi è stato uno dei suoi migliordiscorsi, quantunque il collaboratore parlamentare del Daily Telegraph non riesca a capire perchè una frontiera consistente in una semplice linea, anzi che in un canale, sia un pericolo per la sola Francia, e non anche nn'perlcolo e una debolezza per la Germania. Circa poi le parole di Baldwin e dChurchill il collaboratore parlamentardello stesso giornale dice u ragione: c Non si fa un complimento alla Francia, e si sostiene in ogni caso una tesassolutamente contraria alla storia, considerando la Francia come il Paese chè stato sempre invaso, e mai ha tentato, nè è riuscito, a invadere le altre nazioni »,