L'animosa squadra italiana scende nella lotta contro le agguerrite rappresentanze straniere

L'animosa squadra italiana scende nella lotta contro le agguerrite rappresentanze straniere IL GIRO CICLISTICO DI FRANCIA L'animosa squadra italiana scende nella lotta contro le agguerrite rappresentanze straniere (X> A Tv NOSTRO IJVVIAT O)- Parigi, 27 nntie. \lcChi supponesse elie l'Auto, il massi-\ilino giornate sportivo, disponga di un sontuoso palazzo si preparerebbe una grossa delusione. Il numero 10 della rue du Faubourg-Montmartrc e, come tulle le altre di questa strada tra le più animate, ma anche tra le meno imponenti del centro di. Parigi, una casa dall'assetto alquanto muffilo e, diciamo pure, scalcinalo. E bisogna aguzzare bene gli occhi per scoprire ; una scritta gialla rlproducente la no- ■ tlssima testata del giornale in caratteri gotici, il solo segno che vi indt- ■ chi che questa, confinante col « Palace » dove si rappresenta una rivista dal titolo abbastanza chiaro : » La ' l'arata del. Nudo « e un grande ristorante popolare, è la sede dell'Auto. Ma se alla casa, manca quello che qui chiamano il physique du ròle, non mancano intorno gli Indizi dal grande avvenimento che vi si fucina. In que pdpastpeinbqKnPAddPsssto stretto e storto budello, sempre conAtnestionato e specialmente la notte perche è il percorso di obbligo dai Grands Boulevards a quella Butte che, nonostante la concorrenza vicina di Montparnasse e quella lontana ma pericolosa di Berlino, e tutt'ora mèla frequentatissima, degli stranieri pellegrini della baldoria, la circolazione è in questi giorni letteralmente impossibile. Lunghe file di strombettanti taxis e di autobus monumentali vengono bloccate da una folla compalla e rumorosa [sono quasi tutu ragazzoni in berretto e in calzoni corti e hanno a fianco la bicicletta) che deve stazionare davanti a quel partono basso ed oscuro perchè occorre una tessera speciale per poter penetrare nel cortile, altrettanto tetro e dimesso, dove stanno svolgendosi le operazioni prelìminari del XXV Giro di Francia. Pi riparazione a « goccia » Solitamente questo prologo protocollare di ogni corsa ciclistica viene sbrigato in un pomeriggio. Ne occupa invece parecchi per questa che — chi lo ignora? — e la più lunga di tutte le gare del mondo. Esigenze di una organizzazione complessa e minuta ma anche, soprattutto esecuzione di un accorto piano pubblicitario. Henri Desgrange, che lanciò nel 1903 la prima edizione del Tour e ha concepilo e governato tutte quelle susseguentesi poi, è evidentemente un seguace della massima gutta cavat lapidem, cerio viva in lui che mal dimentico delle sue origini letterarie, ama attingere alle fonti classiche per insaporare le sue prose nitide c succose. Un Giro è ancora in svolgimento ed egli annuncia come sarà il prossimo. Ed ogni giorno poi {'Auto parlerà del Tour perchè tutto l'anno Desgrange pensa al Giro e tutto l'anno vi fa pensare il pubblico. Perciò ogni volta che scorrerete le colonne del « paglierino « sarete sicuri di trovarvi, qualcosa (dieci righe o due colonne) che riguarda il Tour. La goccia scava. La montatura, diluita attraverso un anno intiero ma senza perdere un giorno — è proprio il caso di dire: nulla dies sine linea — produce i suoi effetti immancabili. Vi sarà alla fine uno sportivo nel mondo che non sappia quando, come, da chi sarà disputalo il Giro di Francia? Se per caso vi fosse ceco che nell'ultimo mese la campagna si intensH'ca, le notizie sul giornale si fanno più copiose. Parigi e la Francia vengono inondate del suggestivo manifesto del Tour. Poi, distribuiti secondo la regola della goccia e con studiata progressione di interesse, questi preliminari che effettuandosi in pieno centro di Parigi (il Boulevard Montmartrc è a pochi passi Piazza dell'Opera a pochi minuti) non solo rinfocolano i fedeli, ma reclutano anche tra i profani. Ed infine il « gran gioco » : la coreografica parata che farà spiare per due ore attraverso Parigi, dalla sede dell'Auto a Ve ' sinet dove sarà dato il n via. », ,7(1 ottanta corridori e l'interminabile ed eterogeneo corteo delle vetture al seguito: vetture degli « ufficiali » e della stampa, vetture della radio e del cinematografo, vetture pubblicitarie, vetture con i musicanti e i canterini che dovranno rallegrare l'attesa del pubblico ai controlli e agli arrivi. Preparato così l'ambiente, imbottiti cosi i crani il successo, almeno quello popolare, non potrà mancare: per un mese tutti gli sportivi, e anche molti non sportivi, s'interesseranno del Giro di Francia, per un mese l'Auto triplicherà la sua tiratura che essendo già considerevole anche negli altri undici, raggiungerà quelle fantastiche di qualche confratello politico di qui. i. corridori troveranno in tutte le città e su tutte le' strade folle aspettanti e i superstiti saranno accolti al Pare des Princes, da una moltitudine immensa e invasata di entusiasmo. La formula e il percorso Così sarà certo anche quest'anno, perché, visti f risultati del 1930 Desgrange fa ripetere il Giro con quella formula. Ed è una formula che non può fallire in quanto mette in azione la molla più potente ed efficace: il sentimento nazionale. Ardita concezione quella che rivoluzionando tutti i sistemi di corsa fino allora in .uso fu attuata aa Desgrange per il Giro di Francia dell'anno scorso. • 1 corridori sono sottratti alle case e passano alle dipendenze di Desgrange che, come non mai degno del nome di patron con cui qui tutti lo chiamano anche fuori dell'Auto, li sceglie, li mantiene, li. indennizza e li premia. Non più squadre industriali ma squadre nazionali. La no' vita era forte. Le arrise la miglior fortuna. Una vera quaterna secca: l'interessamento del pubblico è enorme perchè si estende dalla Francia a lutti i '. Paesi che hanno rappresentanti in lizza, l'Auto balte il rècord di tiratura e la corsa quello della media oraria e viene in fine quella vittoria francese (Lcducq primo, e prima la squadra in bianco, rosso e blu) che queste folle aspettavano da qualche anno perchè dopo la serie iniziale di successi francesi il libro d'oro del Giro di Francia fu quasi ininterrottamente continuatola nomi stranieri, belgi e lussemburghesi in prevalenza, ma anche quello italiano del povero Bottecchia che vi figura due volte primo e una secondo, posto questo conquistato anche da Pancera e da Guerra mentre i piemontesi Boigarello, Brunero, Aimo, Gay, Martinetto, ed inoltre BerlareUi, Pratesi, Luigi Azzini, MicheleUo, Lucotti, Bossigneli procurarono vittorie di lappa e di categoria cosicché anche in questa gara, da ventolto anni collaudo ielle forze ciclistiche di lutto il mondo, si affermano il valore e i progressi del lismo italiano. tale il successo dell'anno scorso, irrequieto Desgrange (sessant'an\pia vitalità e una freschezza ectLc/u! a ogni edizione cambiava etaAirldctsrrmqnccMnlLegcGqpLqacipqdlsg«csddavstmacsdtDdEtro rinfoderò una volta tanto c sue smanie riformalrici e non mutò l regolamento. E' sialo modificato il percorso ma solo nel senso che, seguendo lo stesso itinerario, si sono sdoppiale alcune tappe, dimodoché sono aumentale in totale a ventiquattro e ono diminuiti i giorni di riposo, ridotisi a tre. Si comi nei era con nove tappe consecutive — le coste della Manica e dell'Atlantico, l'ovest della Francia n tutta la sua lunghezza dalla penisola bretone al confine spagnuolo. Otto di queste tappe sono piane — una. di 100 Km., una di 285, le altre sul 200 — la nona di 227 è la così detta prima del Pirenei e comprende i famosislssimi Aubisque e Tourma.lct: quote di oltre duemila. A Lucori sosia. Poi la seconda dei Pirenei: 323 Km. ma meno duri. A Perpignano riposo. Quattro tappe consecutive, brevi ma non- facilissime, e si raggiunge Nizza, terza e ultima in¬ tcrlaupa. Per finire: dieci tappe conso eulive. Il Mezzogiorno è stalo tutto al raversato. Si punta ora al Nord, se attendo il confine orientale e scalando le Alpi e i più benigni Vosgi, e raggiunto l Passo di Calais si piega a sinistra per ritornare a Parigi: l'intiero periplo della Francia sarà compiuto. Questi i 5027 chilometri sui quali si daranno battaglia gli ottantun atleti che giorno per giorno la folla, in attesa davanti alla sede dell'Auto, vedrà sfilare. Il primo turno sarà per i quaranta ammessi alla categoria del touristes-routiers e la folla non si cornmovcrà gran che per quanto tra questi concorrenti di secondo piano si noti più di un atleta deano di considerazione: Pancera e Cavallini che con Viarengo, Catalani, Ferloli e Mori compongono la pattuglia italiana; l'austriaco Max Bulla, lo spagnuolo Cordona, i belgi Loncke, Nacrt, Laloup, Van Groolenbruaelc e Viaene. e tra i ventidue francesi: P. Le Drogo, 1. Bidot, Godinat. Più che in Pancera, apparso o sfiatato « nel Giro di Germania, confidiamo in Cavallini, quarto assoluto e per il terzo anno primo degli « Isolati » nel Giro d'Italia. Lo vediamo molto bene sui Pirenei questo ' peso mosca «, che per la sua aggressività darà da fare anche a qualche « asso ». L'U. V. 1. non lo ha messo in squadra considerando forti le sue probabilità di vittoria di categoria. E questo sembra proprio il responso della » carta », se è vero, come una lunga esperienza insegna, che i Giri si decidono sulle salile. Sarà poi, in omaggio al gioco degli effetti graduali, la volta degli « assi », quarantuno perchè oltre le cinque squadre ognuna di otto uomini (Italia, Francia, Germania, Belgio, Australia, Svizzera) vi è Cepeda che sta dà solo a rappesenlarc la fallila squadra spagnuola. Allora la folla, tanto accresciuta che sarà ■necessario l'intervento della polizia, si accenderà d'entusiasmo profondendosi nelle Più affettuose manifestazioni per i suol beniamini e incuriosita dagli stranieri. E avrà ben ragione di esaltarsi cosi per che coloro che passeranno aprendosi a stento un varco tra la calca saranno ilvincitori dei Giri e delle « classiche » di questa stagione-. Camusso [Giro d'Italia), Metze (Giro della Germatùa), Dcwacle (Giro del Belgio), Vati Ryssclberghe (Bordeaux-Parigi), Bebry (ParigiRoubaix), Hacmerlynck (Circuito di Parij/i). Ed ancora: l'idolo delle folle parigine Charles Pclissier, Martellai, Giacobbe, l'asso austrialiano Opperman, Schepers, campione del Belgio, Buchi, campione della Svizzera. Un lotto formidabile che rispetta le grandi tradizioni della corsa e promette emozioni a dovizia. Qui si spera in un « bis » dei trionfo dell'anno scorso. Durante la formazione della squadra non si risparmiarono le critiche (Marechal è fragile e incostante, Le Calvcz e Peglion mancano d'esperienza, Benoit Paure do- po la caduta non deve essere più luiMaane è finito) ma nell'imminenza dela battaglia il fervore patriottico fere acere le riserve e veder tutto con otimismo (M- gne è andato sui Pirened allenarsi, Marechal è preparatissimo, Benoit Faine e guarita. Le Calvcz Pealion saranno utili, al pari di Maulair e poi ci sono Leducq per la vittoia finale e Pclissier per quelle di tapai). I francesi son cosi divenuti i ta¬ariti. Favoriti però dalla folla, del sentimento perchè favoriti dai competenti, della logica sono i belai che dal canto loro si dicono sicuri di vincere e dispiacenti dell'assenza di Binda e Guerra! Tanto cocente è stato lo snuicco dell'anno scorso per coloro che dalle numerose vittorie riportate avevano tratto la persuasione che U Giro di Francia fosse cosa loro, quanto è ardente ora la sete di rivincita. E in verità la squadra incute il massimo rispetto con i vecchi i lupi » del Giro ma sempre validi Demuyscre, Dcwacte e Vcnvaccke, con i nuovi » assi » Vari Byssclbcrghe e Schevcrs, col velocissimo Hacmerlynck (già si pregustano i duelli in volata Haemerlynck-Pélissicr!) con B'ebry e Bonducl. Ma anche l'anno scorso la squadra belga prometteva mollo. I tedeschi: sei degli, otto li abbiamo visti alla prova nel Giro della Germania in cui hanno dominalo. Ma gli avversari erano in gran parte modesti e la gara era troppo speciale e diversa da questa. Squadra compatta e disciplinata al massimo grado ma omogenea anche nel valori. Non c'è l'uomo supcriore. Ed anche presi uno per uno sono buoni in tutto senza, eccellere se non. come passisti: dote generica. La squadra mista: quattro svizzeri e quattro australiani. Non farà molto per quanto Opperman sia un atleta di classe. Fiducia nei nostri « ragazzi » Gli italiani sono slati giudicati qui assai bei. ùvolmente. Si è pensato che in fondo l'astensione di Binda e Giierra non è del lutto un guaio (due grandi attrazioni ma anche due grossi ostacoli di meno!) e si ritiene la squadra in bianco, rosso e verde ugualmente forte perchè si sa quale perenne vivaio di campioni iia il ciclismo italiano. Nè si ricorda che proprio nel Giro di Francia si sono rivelati Bottecchia e Guerra. Tutto esalto! Camusso c Giacobbe, Cremo e Orecchia, Batlesini e Di Paco, Gestri e Pesenti non hanno ancora un ncbsc(gaedggn ome in campo internazionale ma acanto ad altri titoli vantano quello rillantissimo e validissimo di essere tati l migliori di un Giro d'Italia in ui si è marcialo a ventinove all'ora la più forte media raggiunta in lunhe prove a tappe), si è combattuto d oltranza dalla partenza all'arrivo più di un « asso > ha dovuto arrendersi. Si troveranno spaesati questi giovani su strade straniere e in una gara per molti aspetti diversa dalle nostre? Certo essi amano più la monagna della pianura e forse non poranno farla da padroni nelle prime appe, ma non c'è da impaurirsi ripenando a certe tappe del. Giro d'Italia condotte a 34 all'ora e tutto il male sridurrà a lasciare a belgi e francesqualche vittoria in volata perchè non i può contare che su Battesini. Ma verranno poi i Pirenei sui quali Camusso e Giacobbe sorretti da GestriOrecchia, Gremo e Pesenti diranno una. volta di più il valore degli arrampicatori italiani. E ci sono poi ie Alpi e potete credere che l'aria della Patria vicina si farà sentire: quattro degli otto sono piemontesi! I Giri si vincono svile montagne. La regola dovrà essere smentita proprio questa volta? Ma, oltre e sopra le considerazionecniche, quel che ci muove a fiducia nei nostri atleti è lo spirito con cusi batteranno. Sono oiocani, amano la otta, bramano la gloria. Satino di rappresentare l'Italia, ne sono orgogliosine vogliono essere degni. Avranno iprezioso appoggio e. conforto, di cunessuno degli avversari può disporredella presenza di un Gerarca. E vicina. loro, col cuore trepido ma fidentesaranno certo lutti oli sportivi italiani che non soffrono di « divismo », ma credono anche, soprattutto i giovancapaci di rinnovare le gesta di Lucoli, Bottecchia e Guerra che vennero qui sconosciuti e ne ritornarono consacrati. VALDO COTTARELLI.