Sovversivi dinnanzi al Tribunale Speciale

Sovversivi dinnanzi al Tribunale Speciale Sovversivi dinnanzi al Tribunale Speciale La condanna di due sardi e di nn toscano Roma, 77 notte. Altri tre affigliati all'associazione rivoluzionaria « Giustizia e libertà » sono comparsi stamane al giudizio del Tribunale Speciale. Gli imputati sono: Francesco Fancello, da Oristano (Cagliari), nvvocato, residente a Roma, Cesare Pintus, da Cagliari, avvocalo, e Nello Traquandi, nato a Firenze, segretario delle Ferrovie dello Stato. L'imputazione della quale devono rispondere ò di aver complottato fra di oro e con altri per commettere delitti di insurrezione contro i poteri dello Stato. 11 processo, come i lettori sanno, è collegato a quello svoltosi or non è molto dinanzi al Tribunale Speciale a cinico dei cosiddetti <■ intellettuali mianesi ». Un avvocato sardo I tre imputati odierni sono, secondo n sentenza che li rinvia a giudizio, fiduciari della suddetta società clandestina per Roma, Cagliari e Firenze. Dello stesso gruppo facevano parte alri tre prevenuti, che sono stati però prosciolti in istruttoria per insufficienza di indizi. Presiede il Tribunale il nonsole generale avv. Trincali Casanova e sostiene l'accusa il Sostituto Procuratore Generale cav. urt. Fallace. Alla difesa sono gli avvocati Mazzolali!, Kernot e Tarchiani, quest'ultimo di Firenze. Primo ad essere interrogato è il Fancello. — Voi — gli dice il Presidente — siete stato ripetutamente interrogato, ma vi siete rifintato di fare dichiarazioni. Dite quello che credete a vostra discolpa. — Dirò ora tutta la verità. Io feci parte del Partito sardo di azione. Quando questo si trasferi nel Fascismo, me ne allontanai, perchè taluni postulati del Partito sardo non si trovavano nel programma fascista. — Veniamo più dawiclno al fatti — lo invita il Presidente. — Due mesi prima del mio arresto io incontrai a Roma una persona, della quale non faccio il r.ome, che parlò con me di politica e convenimmo che ci saremmo scambiato del materiale culturale che poteva servire ai nostri studi. Rividi poi altro due volte la stessa persona, alla quale detti dei libri riguardanti specialmente questioni dottrinali, ed egli ini passò degli opuscoli antifascisti, che però non erano il materiale di propaganda di « Giustizia e libertà ». Ammetto di aver sentito parlare di tale associazione, ma io non vi sono mai st;ito affiliato. Una volta me ne parlò un signore in treno, una seconda volta un tale che mi si presentò a nome di « Accipicchia», cioè del Bauer. Presidente: — Ammetterete che vi siete incontrato sempre con del grandi ingenui che vi venivano a confidare le «ose loro, a voi che non li conoscevate .•fratto. Veniamo ora alla lettera del Pintus. Imputato: — Tn istruttoria mi fu con testata una lettera che pervenne al mio j, Ki irizzo quindici, giorni " '""""-'-u hv"'.vv\ «•««"' do!'° u, mj,9arresto, nella quale lettera si parla dlparecchie persone che in Sardegna agivano da antifascisti. Ho saputo poi che la lettera era stala scritta dall'avv. Pintus, e diretta all'ex-deputato Lussu, al quale io avrei dovuto farla pervenire. Può darsi che il Lussu gli avesse dato il mio indirizzo a tale scopo, ma nessuno me ne aveva avvertito. 11 Presidente da lettura di lettere scritte dall'imputato al prof, /.ari (giudicato nel processo dei cosiddetti intellettuali di Milano) in cui, con frasi assai trasparenti, erano manifestati i legami che uniscono il Fancello ai dirigenti milanesi di « Giustizia e libertà ». Tra l'altro si dico in tali lettere: «Che ce ne delle beghe di fuori? (alludoWgheTm fuorusci pàrigintTMene infischio di Facchinetti». In altranntiTia rìoi i-ivnm nrrnin iz-lettera si da notizia aei ia\ oro oiganiz-zativo compiuto. Di contenuto.assai vachiaro i- la lettera a firma « Girolamo » identificato nel Pintus, lettera che, conio si è detto, era destinata al Fancello, per essere da questi fatta pervenire ai dirigenti del movimento rivoluzionario all'estero. ., ., „ In questa lettera — dice U Presidente _ si vende, è vero, molto fumoma è chiaro che essa doveva essere recapitata per vostro tramite ai capi del fuorusoitismo. - Della lettera — ripete l'Imputato — lo non so niente. La trovo molto ingenua, perchè contiene molti nomi. Ad ogni modo, io col Pintus non avevo rapporti da oltre tre anni. — Col fuoruscito Lussu non avevate dunque alcun rapporto diretto? — Nessuno. — 11 materiale sequestrato, specie la lettera di cui sopra, starebbe a dimostrare il contrario. In una lettera sparla di fondi. A che cosa erano destinati.' — Non lo so. „ , p — ii Fancello tiene a dichiarare di non aver fatto parte di • Giustizia e libertà ». Come si spiega che in una sua lettera si dice: « Raddoppierenio in prudenza »? Imputato: — lo mi riferivo sempre ad un'attività intellettuale. Scrivevo cosperchè temevo di suseitare i sospettdella Polizia. Rapporti col fuoruseitismo Il Pintus ammette le sue attività. Egldice di essere legato da vecchia amicizia col Lussu, il quale da Parigi lo invitò a riorganizzare il Partito sardo di azione. — E' esatto — aggiunge — che io ebbi a scrivere al Fancello la lettera dcui 6 stata data lettura. Scrissi a luperchè lo sapevo legato dalla stessa amicizia col Lussu. — E come conoscevate il suo indirizzo di Montepulciano od il suo pseudonimo— Me lo aveva fotto avere il Lussu. — Sicché voi negale di aver fatto parie dell'associazione « Giustizia e libertà »? — Lo nego, lo mi sono occupato soltanto di riorganizzare il Partito sardo di azione. — E la lettera diretta al Fancello a chi avrebbe dovuto essere recapitata? _ Il Lussu avrebbe dovuto lui in formare il Fancello a chi far perve ni re la lettera. L'ultimo imputato, il Traquandi, di ce di aver conosciuto anni addietro al Circolo di Cultura di Firenze, alcuni di quelli che sono divenuti poi i capi di « Giustizia e libertà». Tra gli altri, aveva conosciuto il Salvemini, il quale da Parigi lo aveva poi pregato di fargli avere frequentenietile notizie politiche dell'Italia. — Accettai — egli aggiunga — per deferenza verso lo « storico ». — La cosa non e così semplice. Le vostre lettore dimostrano che voi eratate a conoscenza finaneo degli pseudonimi in uso tra i dirigenti di «Giustizia e libertà». Vi siete anche incaricato di fornire notizie ad una signorina straniera. — Me l'aveva indirizzata il Salvemini perchè l'accompagnassi per Firenze. — Lo « storico », come voi lo chiamate, si occupava dunque anche di collocare delle signorine. E perchè scrivevate con l'inchiostro simpatico, se si trattava di notizie di carattere puramente storico? — Per maggior sicurezza.: la Polizia avrebbe potino insospettirsi. Esauriti gli interrogatori, depongo no brevemente come testi i funzionari che procedettero alle indagini. La sentenza di condanna Ha quindi la parola il P. M. Egli rileva die gli attuali imputati costituiscono il.secondo grappo dei dirigenti dell'associazione « Giustizia e libertà », dei quadi già si è occupato 11 Tribunale, onde si dispensa dal lumeggiare gli scopi ed i criminosi metodi di azione di tale Associazione clandestina ani i-nazionale. Si limita quindi ad esaminare le personali responsabilità dei giudicabili e nota che gli «stremi dell'imput-az-tone loro contestata non possono apparire evidenti e tali emergono dalle risultanze processuali. Bastano i documenti in atti per dimostrare il concetto delittuoso a cui i tre imputati parteciparono. Concludendo, egli chiede pertanto che tutti e tre gli imputati siano condannati alla pena di 10 anni di reclusione, con le conseguenze di legge. In difesa del Pintus parla l'aw. Pernot, per il Fancello l'aw. Mazzolar! e per il Traquandi l'aw. Tarehiani. •Il Tribunale, fon sua sentenza, con danna Fancello e Pintus a 10 anni di reclusione e il Traquandi a 7 anni con gli accessori di legge per ciascuno.