Al Tribunale Speciale

Al Tribunale Speciale Al Tribunale Speciale Gli intellettuali antifascisti Roma, Vi notte. Per l'udienza del 27 corremo c fissato, dinanzi al Tribunale Speciale, il processo a carico di un piccolo gruppo di intellettuali, affiliati all'associazione segreta rivoluzionaria denominata « Giustizia e Liberia ». Sì tratta del seguito del processo già celebralo dinanzi allo stesso Tribunale, a carico di Bnuer. Rossi e altri. Gli imputati, che compariranno dinanzi al Tribunale Speciale il 27 corrente, sono Francesco Fancelli), di Oristano (Cagliari), domiciliato a Roma, impiegato privato: Cesare Pintus, di Cagliari, ivi domiciliato, avvocato; Nello Traquandi, di Firenze, ivi residente, impiegato ferroviario. Nell'ottobre 1930 la Pubblica Sicurezza, in seguito a diligenti perquisizióni domiciliari e al rinvenimento di Importanti documenti, traeva in arresto gli attuali imputati, deferendoli al Tribunale Speciale. Dalla minuziosa e accurata istruttoria risulta che si era costituita, in Italia, ad operi di elementi antifascisti, reclutati fra gli antifascisti repubblicani e sovversivi e doinoliberali, una organizzazione clandestina, denominata « (iiustizia e. Libertà». Risultò ampiamente provato che tale organizzazione era. allo dirette dipendenze del fuoruscitismo francese. I contatti con il fuoruscitismo Di bile movimento rivoluzionario, del quale ebbe già ad occuparsi la cronaca in occasione del processo Bauer. Bossi e altri, facevano parte anche il FancelJo, il Pintus e il Traquandi. Risultò, dallo indagini, che il Farinello era il fiduciario per Roma del gruppo « Giustizia e Libertà ». Tratto in arresto, egli confessò di aver fatto parte del partito sardo di azione, a capo del quale erano diverso personalità della Sardegna, fra le (inali il noto fuoruscito Lussui, dall'epoca della, sua costituzione, fino allo scioglimento, avvenuto d'ordine delle pubbliche autorità. Da qualche mese aveva ripreso contatto con persone, di cui non volle fare i nomi, con le quali aveva scambiato materiale propagandistico antifascista. Con quali persone il Fancello avesse avuto tali rapporti è emorso attraverso il materiale sequestrato al Bauer. Egli corrispondeva, in modo clandestino, con i maggiori esponenti della organizzazione in paròla, ossia con il Bauer. il Bossi, lo /.uri, tutti giudicati in precedenti processi. Che l'opera sua fosse attiva e perieolosa lo dimostra una lettera diretta da Cagliari, il 10 novembre 1930, a firma Girolamo; scritta in inchiostro nero comune, dal contenuto di carattere famigliare di nessuna importanza. Però sotto l'azione di reagenti risultò che, dopo pochissime righe di corrispondenza inconcludente, rimaneva uno spazio libero di due facciate, che conteneva comunicazioni clandestine. Lo scritto era intestato al Carciofo, pseudonimo del fuoruscito sardo. Il Fancello doveva far tenere la lettera di Girolamo ai compagni di Milano, perchè le notizie pervenissero anche ai dirigenti del movimento all'estero. Il Girolamo, identificato nel Pintus. scriveva al conterraneo fuoruscito, comunicandogli che l'attività criminale svolta, procedeva in modo intenso; facova conoscere i nomi e i fiduciari suoi collaboratori, assicurava che dovunque funzionava il collegamento. Nel contempo il Pintus chiedeva di essere messo al corrente di tutto il piano di azione ideato, per vederlo sviluppare dalla organizzazione sarda. 11 Pintus agiva dunque quale fiduciario per la Sardegna, collegato direttamente con il Fancello, per corrispondere con il conterraneo fuoruscito, per mezzo del maggiori esponenti del movimento antinazionale del Regno, residenti a Milano. Come funzionava l'organizzazione sovversiva 11 Trequandi di Firenze, impiegato ferroviario, partecipava anch'egli al movimento sovversivo e apparteneva alla organizzazione « Giustizia e Libertà », quale fiduciario per Firenze. Egli ebbe frequenti rapporti con il Rauer e il Bossi, e con gli altri capeggiatori del movimento antifascista, corrispondendo ultresi con i fuorusciti. Si faceva conoscerò sotto il nomignolo di Stefano, mentre il Rossi e il Bauer erano noti per Burattino e Accipicchia. Erano stati denunciati di appartenere alla stessa organizzazione clandestina, e di svolgere attività criminosa, anche l'avvocato Ugo Battaglia, nato a Viter¬ bo, residente a Roma, l'impiegato ferroviario Batfaele Crislofari, mito a Luccaresidente a Firenze, e tale Pietro Caprani, nato a Venezia e domiciliato a Milano, impiegato privato. Però a carico loro non sono emersi elementi sufficienti di realo, onde la Commissione istruttoria del Tribunale Speciale li ha prosciolti delle relative imputazioni, por Insufficienza di indizi, rinviando invece a giudizio del Tribunale il Fancello, il Pintus e il Traquandi. 11 primo sarà difeso dall'avv. Federico Comandini, difensore di fiducia, il secondo d'ufficio dall'avv. Kemot, e il Traquandi dall'avv. Ilario Turchiani di Firenze, anch'esso patrono di fiducia. Essi devono rispondere del delitto previsto e punito dall'art. 8, prima parte, legge 25 novembre 1926. in relazione all'art. 2 stessa legge, per avere concertato in Roma, Cagliari. Firenze e altrove di attentare agli organi costituzioni) li dello Stato, dando opera ad una attiva organizzazione segreta e rivoluzionaria, ii carattere repubblicano, chiamata « Giustizia e Liberta », la quale mirava a provocare nel Regno l'insurrezione armata e la guerra civile.