Santa Giovanna era bella

Santa Giovanna era bella Santa Giovanna era bella Mi vo domandando, e sono auui ormai, perchè l'omatissimo scrittore Shaw continui a dire, dire, dire dello sciocchezze. Ogni qual volta un giornalista riesce ad azzeccargliene e a pubblicargliene una, non posso fare a meno di ricordarmi che l'illustre Shaw si chiama anche Bernardo. Cchiù lie.rnardo de cussi... direbbe Govi, nel suo genovese. Ma perchè, insomma, questo puntiglio, questa fissazione d'abbassarsi con tante parole sciocche, dopo essersi innalzato con tanti libri iutelligenti ? E' una sorta di civetteria che va, purtroppo, un po' diffusa fra i lettorati celebri. Celebri, e invecchiati. Tendono allora, non so perchè, a far credere che il genio sia una specie di demone estraneo, che li assista soltanto nelle ore notturne, quando attendono alla pagina da pubblicare: mentre per loro conto, ormai, se qualche comi hanno da dire non può essere che cosa stolta, ingiusta ed insolente. Ora questa non è poi sì gran disgrazia, nè per loro nè per noi. S'avvertiva qui, giusto un mese fa, come gli uomini tutti, ma gli artisti in particolare, siano da intendere assai più per quello che scrivono che per quello che dicono; atteso che i colloqui con noi stessi sono assai più sinceri che con altrui : che allora, anche a volerli dissimulare nel tradurli in carta, la loro franchezza diventa irresistibile ; laddove la parola improvvisa può cedere alla prima va nità, q cattiveria, o frenesia che la spinga alle labbra. Possiamo dunque, una volta tanto più intelligenti di Bernard Shaw, non tenere in gran conto le stoltezze che Bernard Shaw pronunzia. E però, alla lunga, in fastiditi, e per noialtri e per lui, si vorrebbe che la smettesse. Perchè l'ostentazione delia stupidaggine non è pericolosa; ma non è bella. So prattutto quando s'identifica, come nell'autore di Matusalemme, con l'impertinenza. Ecco. La sua manìa d'apparire villano un po' con tutti, ma soprattutto verso chi ha più diritto a' suoi riguardi, mi ricorda quella dei ragazzi in salotto, quando co «linciano a mettere i calzoni lunghi Non vorrei fosse questo, per l'illu Btre vegliardo, il sintomo corrispon dento d'uno che comincia a mettere le pantofole. C'è, forse, una sfron tatezza tipica dell'uomo crepuscolare, simile nella sera e nel mattino. 0 forse in Shaw è soltanto, come si diceva, civetteria? Speriamolo. Ma essa pure non mi pare di buon segno, per un uomo prossimo agli ottanta Un attempato che voglia sembrare tcèpcssrrdplsccvgullgiovine, "non ha che d°a tentare unì 'passo indietro, verso l'energia e l'entusiasmo della giovinezza. Quando però, non pago di parer giovine, egli vuol parere fanciullo,. anzi,ianciullclterribile, il passo diventa un salto: che alla sua età è un po' rischioso. Infatti questo verbo del rimbambire, o sul serio o per burla, in francese ha un suono più dolce, che però dissimula un senso più crudele: tomher eli enfance. Considerate quel tomher che rappresenta, appunto, un salto e una disgrazia. Le ultime tre sciocchezze di Bernard Shaw hanno fatto, com'era giusto castigo, il giro della stampa universale. Ammesso che si dia tanta pubblicità ai suoi meriti, perchè non darne altrettanta ai suoi demeriti? E così tutti, proprio tutti, abbiamo saputo che secondo l'autore di Candida, Ludmilla Pitoeff è una cattiva attrice; che Giovanna d'Arco non era bella; e che essendo la Pulzella, oltre che brutta, protestante, i giudici dell' Inquisizione hanno fatto bene a bruciarla viva. Tre affermazioni, tre enormità. Bisogna riconoscere che le sciocchezze pronunziate da Shaw qualche anno fa — quando, per esempio, fu quassù da noi a Stresa; e ne disse tante; ed io mi permisi di coglierne qualouna, osservando che nell'antico Cri-Ori ce n'era di meglio — non erano ancora nè così offensive nè così marchiane. Il venerando umorista fa come quei comici « cascatori i del circo, che, infilata una serie di ioapitomboli, condannati come sono al più difficile, non si fermano che quando gli capita, sul serio, di battere la testa. L'autore di Santa Giovanna, pur trovando giusto che la Pulzella sia stata arsa come eretica, non approverebbe certo che si innalzasse un rogo, domani, per punire le eresie di Bernard Shaw. Stia attento, però, perchè l'opinione pubblica è un po' come il conte Warwick nella sua storica commedia. Sa aspettare. Ma con tutta la sua prudenza e pazienza, quando condanna, è terribile. E definitivo. In verità Ludmilla Pitoeff, che appunto in Santa Giovanna abbiamo ammirato anche noi Italiani, è una dolcissima, umanissima attrice, i cui pallori e tremiti e smarrimenti ed estasi non dimenticheremo facilmen te, anche dopo che Bernardo Shaw, ingratissimo verso la sua interprete migliore, l'avrà bruciata viva all'orrendo foco della sua pira. Nessun inquisitore fu altrettanto iniquo verso la condannata di Rouen: e l'autore sconoscente è appena comparabile, in questo caso, a quell' odiosissimo Re Carlo che, incoronato da Giovanna, la rimeritò consegnandola al boia. Avevano ragione gli Inquisitori, secondo lo Shaw delle ultime interviste, e non Giovanna d'Arco. E' un'o pinione che si potrebbe accettare, anche da parte di uno scrittore socialista, tenendo conto del suo umore e della sua gloria e che potrebbe persino apparire un alto sforzo d'equanimità, o quanto meno di spregiudicatezza, se a revocare la condanna di Rouen non fossero già insorti, in chi¬ que secoli non solo la Francia e gli anticlericali, ma l'Inghilterra e laChiesa stessa; e sopratutto se la con- 'danna postuma di Shaw non la sen- tissimo pronunziata adesso con una sì lacile leggerezza, e divertita, e catti- va. Purtroppo, Shaw rimanda al fuoco una che i vescovi cattolici han già richiamato dalle ceneri per farne una santa; una cui il generale French, nel 1914 ha reso il saluto dell'armi domandandole perdono in nome di tutto un popolo. Così manifesto, e con tanto ritardo, il rigore di Shaw è senza ragione e senza scusa. Non è più il filosofo che compatisce un sacrificio. E', soltanto, l'umorista che sorride ad un assassinio. Ma Giovanna era brutta. Era questo, che premeva di dire allo scrittore ottantenne? Oibò: egli appare in ritardo anche per siffatte condanne d'ordine estetico. Egli non ha neppure il diritto d'intraprendere di tali indagini. Le quali, nei rapporti di una santa, sono peggio che malvagie. Sono insulse. E peggio ancora che insulse, sono inutili. Una santa, dopo cinque secoli, non ha e non può avere che il volto delle sue immagini. Il volto, dico, del suo valore, della sua fede, del suo olocausto, della sua gloria. Chi giunga a intravvederne uno diverso, non è soltanto l'animo di un eretico, ma quello di un bruto. La precisione storica mostra allora, non soltanto il sacrilegio della sua pretesa, ma la picciolezza monel la e vanerella di tanta presunzione iconoclasta. Irridendo alla bruttez¬ za di Santa Giovanna, Bernardo Shaw non è neppure l'incendiario di un altare: è il fracassatore d'un vetro. E siccome alla sua età, la Bassaiola non è più consentita, il sasso ricade sul fiacco fromboliere, mentre intatta rimane, e più che mai fulgida lassù ne'Ja sua ogiva, la pinta vetrata di coL« che passò un attimo nulla terra, entro il raggio d'un miracolo, e parlò agli angeli, e Balvò un regno, e dileguò, luminosa pur sempre, nel balzo rombante d'una vampa. Che pietà, povero Shaw, che alla sua età non possa più alzare gli occhi sino alle pitture d'un rosone di cattedrale ! Là egli vedrebbe la vera faccia, pallida e ardente, ispirata e bellissima, di Giovanna: quale la scolpì Houdon, quale la dipinse Delacroix, quale fu vista e cantata da cento poeti, quando erano ancora in forza ed in clemenza; compreso un tale Bernardo Shaw, che alla martire ingenua poteva ancora, dieci anni or sono, dedicare un capolavoro. Dieci anni dopo, lo stesso cammina rasentando i muri; curva la persona, forse, e inchiodati gli occhi a terra. Allora non vede più gli angeli, ma i bruchi; non più la fronda volante, ma la fronda caduta. Allora dice che il mondo non è pieno che di foglie marcie; e scrive, o lascia scrivere, che la martire di Rouen. ebbe i fianchi tozzi e il viso piatto. Egli non pensa neppure che questa disgrazia corporale, se mai sia stata in Giovanna — nè è certo che l'osse, neppure ai lumini della critica storica, una volta che fra i capi d'accusa alla Pulzella fu anche quello di aver desto la concupiscenza d'alcun suo commilitone — non pensa, dico, che questa mancanza di perfezione carnale faccia anche più grande e lucida l'impresa da lei compiuta, in un mondo che si dice così fatto, solo perchè il naso di Cleopatra non era lungo un centimetro di più. Più lungo, o più corto del prescritto ora certo il naso della fanciulla d'Orléans: eppure il mondo cambiò lo stesso. Quanto alla immagine che ora di lei ha formato la nostra riconoscenza, è la sola che valga e la Boia che conti. Noi non ci curiamo di sapere quale fosse il verme che abitò l'angelica farfalla. Sappiamo soltanto che, in tutti i volti della leggenda divenuta religione, la bellezza ha il valore simbolico della bontà; e che nessun volto potrebbe allora essere stampato ed accettoquando offendesse il comandamento di quella grazia compiuta. Quale furealmente, il viso di Gesù? Quale potè essere quello della Vergine di Na¬ zareth? Io non so: ma vedo che ilCristo è bellissimo in ogni libro di preghiere; che la Madonna non potrebbe alzare al cielo occhi più soavi, posare sul vinto serpente piedi più affilati e più bianchi. Perchè nell'adorazione ciascuna anima nostra torna bambina; e per il bambino la parola «brutto» sta a significare tutte le cose nefande, da rifuggire e da offendere. E allora 6 bella, bellissima, stupendamente e incancellabilmente telila anche Giovanna, che anch'essa ebbe gli occhi al cielo, e ve li tenne alzati sin tra le fiamme; che anch'essa, coi suoi piedi di villana, schiacciò il serpe d'una tirannide infernale, e corse alla vittoria e alla morte come sospinta da un'ala, e quindi ancora più su, sino a un paradiso, sino a un'apoteosi, sino a una vetrata di basilica dove ogni immagine non è più che canto, dove ogni volto non è più che luce. E allora pietà, pietà pei poveri vecchi, celebri o ignoti, che sotto queste finestre illuminate camminano a dorso chino, non sapendo più mettere che un ghignetto di buona sorpresa per tutto quel che scoprano o credano di scoprire, magari imbrattato od inservibile, tra le peste di tutti, nel fango della strada. MARCO RAMPERTI.

Luoghi citati: Candida, Francia, Inghilterra, Stresa