Gli Stati Uniti e la crisi europea

Gli Stati Uniti e la crisi europea Gli Stati Uniti e la crisi europea Melton non ha il compito di discutere dei debiti di guerra ma in America si parla di importanti avvenimenti che starebbero per verificarsi in Europa Il Minist.ro del '1 Andrea Mellon è partito oggi in auto mobile alla volta di Cambridge, per incontrarvi suo figlio, studente in quell'Università. La visita del Ministro diventa cosi soltanto oggi un evento di carattere privato e famigliare. Fino a ieri, nonostante comunicati ufficiali e informazioni ufficiali, era realmente difficile, anche con tutta la buona volontà, e. con una abbondante dose di ingenuità, scorgere questo carattere privato nelle mosse di Mellon e nei suoi andirivieni a Downing Street, e alla Camera dei Comuni. La stampa non ha mancato di porre in risalto questa incompatibilità fra la motivazione ufficiale della visita.' e gli abboccamenti col Primo Ministro, col Ministro degli Esteri e col governatore della Banca d'Inghilterra, ma, per evitare imbarazzi al Governo, e non suscitare vane speranzp fra il pubblico, ha proferito adottare nei suoi commenti, e nello sue informazioni, un tono ironico, dal quale non sono riusciti ad astenersi nemmeno i giornali della sera, anche quelli ufficiosi. Coincidenze significative Si continua ancor oggi a fare dell'ironia, ma stavolta il riso ò forzato e, tre le righe, si scorge una punta di irritazione. Non ne è responsabile MacDonald, e neanche Mellon. Se mài, la colpa, ricade su una impressionante serie di coincidenze. Mellon arriva a Londra a pochissime settimane di intervallo dal colloquio anglo-tedesco di Chequers; si iniziano qui conversazioni che. coincidono, per stranissimo caso, con un allarmante aggravarsi della situazione in Germania, e in Austria. Mentre Mellon e MacDonald parlano, Parigi, facendosi arbitra unica della volontà europea, detta condizioni alla Repubblica austriaca che quest'ultima, per quanto in fin di vita, è obbligata a respingere. Interviene alla chetichella, all'insaputa dell'intera Europa, la Banca d'Inghilterra che offre all'Austria i fondi che le occorrono, senza porre condizioni politiche, e senza porre scadenze di pagamenti. Mellon, intanto, si abbocca per un'intera giornata col suo grande amico Montngu Norman, e gli dà poi appuntamento nel Gabinetto privato del Primo Ministro, alla Camera dei Comuni. Al termine del nuovo colloquio, ancora tuia volta, per pura coincidenza, il Foreign Office dirama l'annunzio della visita di MacDonald e di Henderson a Berlino per il 17 luglio venturo. La notizia, evidentemente, desta vivissima sensazione, poiché una settimana innanzi il Governo dichiarava essergli impossibile il fissare, (In da ora, una data per questo scambio di cortesie con Berlino, ed i portavoce del pensiero e delle intenzioni del Governo si affrettarono ad annunziare che, in ogni caso, il Primo Ministro e Henderson non avrebbero potuto muoversi da Londra se non dopo la Conferenza indiana della tavola Rotonda, ossia non prima del mese di novembre. MacDonald e Henderson — come e Londra, 19, nette, iosorò americano luglio a Berlino, e vi rimarranno fino al 20. Ancora una volta la sorte fa uno dei suoi strani giuochi: : due Ministri incesi, por puro caso, si troveranno nella capitale tedesca ounndo vi giungerà in visita privala il Ministro degli Esteri americano signor Stimson. A Berlino doveva recarsi Mellon, al termine di una visita, pure privata, a Parigi: ma qui si apprende che il Ministro del Tesoro avrebbe deciso di abbandonare il progetto di sopraluogo ri Berlino, per ripartire fra giorni dall'Incliilterra olla volta della riviera francese. Il traci Ito, abbastanza lun'-ro. sarà interrotto n Parici, e il luogo di rinoso scolio dn Mellon in riva al Mediterraneo sarà, ner così dire, a portata d! mano della frontiera italiana. Como si vede, la serie delle coincidenze, • ; davvero imponente. Si traila dì puro azzardo, e niente ai- zggsnoto — giungeranno dunque il 17|tro, che di azzardo? Quando eventi si ripetono a brevi intervalli." si suol parlare non più di probabilità, ma di certezza. E non v'è quindi da stupirsi se qualche giornale inglese, perdendo pazienza e prudenza, sbalordisce i suoi lettori, mettendo loro stamane sotto gli occhi, con lettere enormi, la notizia che in tutta questa storia l'azzardo non ha assolutamente niente a che fare. Piano accuratamente concepito Gli eventi rispondono ad un piano accuratamente concepito e felice mente attuato. Mellon, asseriva sta-, mane il Daily Express, b a Londra jperehò ha accettato l'invito rivoltogli con insistenza da MacDonald, per recarsi qui a riprendere le discussioni di Chequers, e ad esaminare il pro¬ ibicma delle riparazioni e di guerra. E non basta: dei debiti lo stesso giornale, in fregola di invenzioni, si diceva in grado di affermare che una riduzione dei debiti sarebbe stata consentita dall'America purché l'Inghilterra si unisse in un hoicoltaggio internazionale della Russia e insieme con le altre riazioni europee riducesse, in modo realmente sostanziale, i suoi bilanci militari e navali. Stavolta la bomba è stata troppo grossa perchè il fragore non giungesse agli orecchi del Governo. Da Downing Street, con rapidità esemplare, partiva stasera una recisa smentita alle panzane del Dail\i Express : ; L'attenzione del Primo Ministro dice il comunicato — è stata attratta da una notizia'di un giornale, secondo la. quale il Governo aveva invitato il signor Mellon a venire in Inghilterra per discutere sulla revisione dei debili di guerra. Questa notizia è falsa sotto tutti gli aspetti. Nessun invito è stato diramato dal Governo a! signor Mellon, e nessun passo è stato compiuto presso il Governo ili Washington per invitarlo a discutere questo e qualsiasi altro problema ». Su questo punto, se non altro, la luce è fatta. Ma un'oscurità fittissima nvvolgo tutto il resto. Come affermano i giornali, il «mistero Mellon », rimane impenetrabile. E in questo paese, ove i romanzi di deleclives hanno lettori a milioni financo nelle alte sfere, il mistero diffonde nervosismo e sovreccitazione. Si ha la sensazione che qualcosa di serio stia per accadere, e che MacDonald e Henderson abbiano accelerato la loro visita a Berlino per incanalare gli eventi a rapida maturazione, lungo una trincea a lineamenti ben netti. Questa sensazione è rinforzata dal fono sempre più irritato che commentatori e corrispondenti di questi giornali da Vienna e Berlino adottano nel parlare, delle manovre di questi giorni nella capitale austriaca. Anche qui la faraggine di contraddizioni, e la volontà di polemizzare ad ogni costo,, confondono i dati di fatto e tolgono consistenza ai fatti che appaiono evidenti. Si continua a sostenere che il Governo inglese non ha proprio nulla a che vedere con l'aiuto finanziario offerto dalla Banca d'Inghilterra all'Austria; e si attornia, anzi, clie Mellon ieri si congratulava col Governatore della Barn cn slessa per essere essa accorsa in aiuto di Vienna, senza porre innanzi condizioni draconiane di carattere politico. A ragione o a torto, secondo quel che riferiscono i corrispondenti viennesi di onesti giornali, l'azione della Banca d'Inghilterra b stata accolta a Vienna come una miracolosa tavola di salvezza offerta all'Austria per non cadere sotto il vassallaggio economico e politico della Francia. La sorpresa di Parigi T più drammatici fra i corrispondenti da Vienna e da Berlino continuano a sostenere che Parigi effettivamente offrì all'Austria una ingente somma di denaro, per puntellare sqmctragBllagohrztgizvznqsdsngardrs|l'edif!cio crollante delle sue finanze, ma alla condizione che il Governo austriaco si impegnasse in modo definito, e definitivo, a rinunciare a qualsiasi collaborazione economica con la Germania. Aleniti informatori pretendono, anzi, che nel Iracollo della Credit Àngioli vi sia lo zampino francese, nel senso che Parigi, informata da lungo tempo in qua delle disastrose condizioni di quella Banca, contribuì ad accelerare la crisi, per poter farsi innanzi con un generoso prestito, condizionalo all'abbandono dell'Unione doganale con la Germania. Parigi, però, tion si attendeva affatto il netto rifiuto di Vienna, e meno ancora il provvidenziale intervento della Banca d'Inghilterra. Tutto questo sembra appartenere al genere romanzesco. Secondo altri informatori, il salvataggio della Credit. Anstalt sarebbe stato intrapreso dal barone Luigi Rotschild, presidente della Banca , T,ler,e. una ln,)Ssa drammatica, viennese, il quale avrebbe indotto la Banca d'Inghilterra ad operare d'urgenza, in congiunzione con la Banca Rotschild di Londra, il salva, faggio della Credit Anstalt. La catastrofe è evitata, ina l'episodio appare destinato a lasciarsi dietro una scia di mp'intesi. Ogg, il Manchester Guirdian vi de dica un pungente commento in uivt r . ■ , , . . 1 > , i 1 t .-, . . I . ..11.-,,,,-,.,.-..]-..,,,». articolo intitolato: u II pugno dorato1 della Francia ». Il giornale sostiene che la situazione viennese deve essere stata realmente critica, per indurre la Banca d'Inghilterra a conico si contraria alle sue abitudini. « 11 rifiuto di Vienna ad accettare le onriizioni francesi — scrive U <;uor-'dtan — aveva prodotto una situazione critica, o anzi disperata. Gli occhi au-[ striaci erano rivolti sulla Francia, e quest'ultima ha colto l'opportunità per mostrare a Vienna non il pugno d'acciaio, ma il più moderno e più effettivo pugno d'oro. Il crollo finanziario dell'Austria — dice il Guardian — appariva inevitabile, ed è stato scongiurato unicamente dall'azione della Banca d'Inghilterra. La politica verse la Germania e-l'Austria, che i nazionalisti francesi urgono i: loro Governo ad adottare, b una combinazione di pugno d'acciaio e di pugno d'oro ». •> Questi nazionali-ii debbono essere orgogliosi del loro Paese. La Francia ha scoperto un nuovo metodo per ignorare le decisioni della Lega delle Nazioni e anticipare ri verdetto della Corte dell'Aja. Forse siamo intine posti in grado di tradurre la parola * securité ». in buon inglese; e^ere in una posizione sufficientemente forte per trarre vantaggi dalle disgrazie altrui ». Un veto inammissibile Come si vede, vi è chi perde la pazienza. In realtà sarebbe diffìcile di mnoti rimanere per lo meno stupiti da iquesto tentativo della Francia di ; strappare all'Austria, alla vigilia ! della sentenza dell'Aia, una confes sione di colpevolezza, e di condannarla come se la Francia fosse il giudice unico e supremo, e imporre alla politica estera austriaca una direttiva in piena trascurarla dell'indipendenza austriaca, e degli interessi delle altre nazioni europee. Vero è che .si potrebbe anche riscontrare un movente politico nella mossa della Banca d'Inghilterra; ma tutti gli sforzi di ragionamento non condurranno alla conclusione che Londra abbia voluto ottenere da Vienna una resa a discrezione come la voleva Parigi. Il' Governo inglese evidentemente, pur non essendo intervenuto in questa faccenda, ha visto di buon occhio l'aiuto della Banca d'Inghilterra; ma solo perchè essa contribuiva a ristabilire uno stato di equilibrio e di autorità della Corte suprema dell'Aja. A Londra è stato evitato il pericolo di essere posti dinnanzi al fatto compiuto dell'abbandono definitivo dell'Unione doganale austro-tedesca, che l'Inghilterra considera si con alquanto allarme, ma che non vuole vi si rinunci ad esclusivo vantaggio di una sola Potenza europea. Ammettere questa forma di veto francese all'Unione doganale, sarebbe, quanto ammettere, una volta per tutte, l'egemonia assoluta e incontrastabile di Parigi, e tutta la politica estera inglese, da secoli in qua, è stata una lotta contro l'egemonia continentale. La sensazione che eventi importanti stiano maturando in Europa è mollo diffusa a New York e a Washington. Oggi il presidente Hoover ha avuto conferenze eccezionalmente prolungate con il Ministro Stimson; e il Presidente ha poi ricevuto, in giornata, il Presidente del Senato, ilSottosegretario al Tesoro, e il Presidente della Commissione senatoriale delle Finanze è stato richiamato telegraficamente a Washington dal villaggio ove trascorre un brevissimo periodo di vacanza. R. P. !1 convegno di Berlino Berlino, 19, notte. I Ministri inglesi, MacDonald e Henderson che saranno a Berlino il 17 luglio vi si tratterranno due giorni e due notti. Arrivati venerdì, essi ripartiranno dalla capitale la domenica sera. I giornali anticipano già fin d'ora alcuni particolari generici di quella che essi chiamano « questa alta estate politica ». E' ancora troppo presto per i particolari, materiali almeno, come ad esempio quello della dimora che, durante l'ospitalità, il Governo tedesco potrà offrire ai Ministri inglesi. Il Governo tedesco non dispone di una villa di campagna come la ha il Primo Ministro inglese a Chequers; ma non nei dintorni di Berlino, che sono fra i più belli del mondo che circondino alcuna capitale, sontuose ville e castelli di privati che vengono già in gran numero offerti al Governo del Reich per metterlo in grado di restituire con altrettanta magnificenza l'ospitalità di Chequers. Non mancano giornali invece, che più borghesemente, si pronunziano per l'ospitalità in un grande albergo di Berlino. Vi sarebbe poi il famoso palazzo del principe Ai- vbl.ecnt nena Wilhelmstrasse, che ha * _ . ... . . _ ' 1 servito negli ultimi anni di dimora a Sovrani esteri ospiti del Reich. come ad esempio a Re Fuad di Egitto, e ad Amanullah di Afganistan. Ma molti non credono adatta questa ospitalità troppo inamidata: in restituzione della ospitalità del tutto 'llDera' intima, privata, e senza ce rimonie di cui hanno goduto i Mi[nistri tedeschi a Chequers. Si inten- de che non mancheranno i ricevimenti .ufficiali, quello del Presidente Voti Hindenburg prima di tutti, e i banchetti di gala. Ma ci si studia a Berlino di dare ti.1- ricevimento dei Ministri inglesi il carattere meno costrittivo, e più libero che sia possibile, quale del resto corrisponde al desiderio e al costume dei due ospiti. L'ambasciatore inglese a Berlino, sir Borace Bumbold che è attualmente a Londra, recherà per questo riguardo al suo prossimo ritorno a Berlino l'espressione amichevole e confidenziale dei desideri dei due illustri ospiti ai quali il Governo del Reich si preoccupa di rendere il più possibile gradevole il prossimo soggiorno nella capitalo tedesca. Convegno di cortesia Per questo riguardo — e qui la questione della piacevolezza del soggiorno si identifica naturalmente con ila questione politica — su desiderio ; degli inglesi il Governo del Reich de ! sidera mantenere al ricevimento il a carattere come si è detto "privato» e di puro amichevole scambio di cortesie con cui è passato alla storia diplomatica il convegno di Chequers. Secondo la Nacht Ausgabc la vista, che era stata divisata per più tardi, sarebbe stata anticipata per il fatto che — dice — « le conversazioni diplomatiche sulla questione delle riparazioni si sono accelerate alquanto dopo la visita di Mellon a Londra, e il Governo inglese vuol prevenire l'eventualità che il Governo del Reich non sia per caso da un momento all'altro, indotto dalle vicende del mercato deile divise a fare passi ufficiali che non siano stati concordati a Chequers. L*«nlta estate politica » non si limiterà, come si sa, alla sola visita dei Ministri inglesi, ma culminerà con la visita del Segretario di Stato adi Esteri americano, Stimson, il quale arriverà a Berlino il giorno 21, Il Governo del Reich così, non avrà che un solo giorno di riposo fra le due visite, e dovrà subito passare al secondo non meno importante ricevimento \. Solo Stimson andrà a Berlino Stimson si fermerà a Berlino otto giorni, e ha già fin d'ora fatto nota la sua preghiera che il Governo del Reich voglia desistere da eccessivi formali ricevimenti. Invece si annunzia che. contrariamente a quanto era stato affermato da principio, non avrà più luogo la visita di Mellon a Rerlino. Mellon si recherà direttamente in riviera senza toccare la capitale tedesca. 11 Berliner Tageblntl. dopo aver notato che Stimson partirà da New York alla fine di questo mese, e si re jehera dapprima a Roma.^dondevuol " e l i à i a d o . e e e i r n à i i - a a . n o - poi recarsi a Parigi e a Berlino, per chiudere infine la serie delle sue visite europee e a Londra, così scrive: « E' sperabile quindi che, in seguito a tutte queste conversazioni che avranno' luogo di qui alla line di luglio, il Governo del Reich abbia avuto la possibilità di farsi finalmente un quadro precido dello stato delle cose nella questione delle riparazioni ». La Deutsche Ali geme in e Zeilung scrive : « L'unico augurio che si può fin d'ora esprimere nei riguardi della prossima visita dei Ministri inglesi è che essi riportino le più piene, personali informazioni e impressioni per poterne poi trarre le necessarie conclusioni. Anche le migliori descrizioni non valgono a sostituire la visione propria. E in questo caso la visione personale sarà anche preziosamente completata dalle conversazioni con tutte le personalità dirigenti della vita pubblica tedpsca ehe saranno certamente iti programma. Il « metodo Chequers » Il giornale quindi nota che dopo i due Ministri inglesi verrà Stimson, e dice che è anche presumibile che vengano fatti sforzi per provocare un colloquio tedesco-francese, sebbene, aggiunge a già fin d'ora si possa essere sicuri che non menerebbe a nulla ». A questo proposilo i giornali tutti riferiscono quanto scrive oggi l'Oeuvre, e cioè che sarebbe desiderabile che il «metodo Chequers » — come si esprime il giornale parigino— sia applicato anche ai rapporti franco-tedeschi. « Noi condividiamo questa idea — esclama cogitando la palla al balzo il Berliner Tugebl-itt — e crediamo di non tradire alcun, segreto affermando che dal momento di Chequers in poi è sta'a anche a Berlino ventilata l'idea di un possibile prossimo incontro di uomini di Stato tedeschi e francesi». I! giornale crede di poter affermare" che il suggerimento in proposito sarebbe partito da Parigi; e certo — dice — non vi potrebbe essere dubbio che il Governo del Reich seguirebbe con piacere un tale invito se mai esso dovesse venire. G. P. sadcsds5q