La battaglia del Granico

La battaglia del Granico SUUUE ORME DI ALESSANDRO MAGNO La battaglia del Granico ili A X~< JVOS'JTRO I I IV V I a. X O)- stln<iro tr°v«n° oggi nel dominio spi"(Male islamico,e del più fanatico, cpn dizione specialissima perchè i popoli che li abitano appaiano, stillo multi punti, 7nolto poco dissimili dai loro un tenuti di duemila e trecento anni or sono, l.a religione di Maometto è un potente elemento conservativo non so lo, ma. possedendo la Qualità apparai temente negativa di lasciare i luoghi di suo dominio nel più completo abbau da Tarso (Anatolia), maggio 1931. Perchè mi trovi a Tarso, sulle rive del Cidno, vale a dire quasi alla Une dell'itinerario anatolico di Alessandro, mentre l'ultima mia lettera proveniva dal principio dell'itinerario slesso, cioè dalle sponde dove il Granico impudulu versandosi nel Marinara, lo comprenderete, solo che consentiate di farvi considerare il mio legittimo desiderio di allontanarmi con la •maggior sollecitudine dall'ambiente, dirò cosi, nostrano dell'impresa del Muveda.ne, trasportandovi dove la sua gesta diventa effettivamente epopea sposandosi agli elementi peculiari del to'grande Asia: possenti, montagne, vasti deserti, popolazioni pittoresche e sotto molti aspetti ancora primitive, insomma nei luoghi nel guaii la figura del Capuano subisce la trasformazione più affascinante e misteriosa, quella che neppure I suol migliori storici hanno saputo riprodurci appieno, per la semplice ragione che parlavun di luoghi e di popoli semileggendari e in, oditi modo inai conosciuti allora ed oggi, appena sfiorali dal. moderno incivilimento. A proposilo del quale sarà, utile che una volta per sempre faccia osservare che la quasi totalità dei territori percorsi da Ales¬ 'io."0' * implicitamente anche unincon- " nrandioso. In quanto ai persiani, A iZ non se li vedrà di fronte. scia preservalrice. del loro aspetto fisico. Tanto che si potrebbe quasi affermare che, astrazion fallii dell'esistenza delle ferrovie turche ed indiane e del trasporti automobilistici ed aerei attraverso i deserti siriaci, mesopolamicl e persiani, Alessandro potrebbe rifare in sua marcia trovandovi quasi le stesse difficoltà, con opposizioni da parte degli uomini certamente più energiche. E nella parte più ardua del suo cammino, cioè nella Lìallriana [moderno Afgunistaii), resterebbe ultamente stupito di trovare che i sentieri che scavalcano il Parapamiso e. la strada da Cahul a Canditimi- {l'Alessandria d'Aracosia) ermi meno impervie ai suoi tempi che oggi. Tirerebbe il finlo da Calmi all'Indo relativamente alla strada che oggi è percorribile dall'auto, ma in quanto agli umori degli Afridi {antichi Aparidi) dovrebbe, deplorare che un secolo e mezzo di guerriglie inglesi non siano ancora riusciti a domarli. ' Opportunismo indulgente Dunque sono deciso a riassùmervi la parte anatotica dell'itinerario in poco spazio. Troppo vicina, troppo legala alla storia della Grecia. Verrebbero fuori di nuovo gli isterismi di Demostene e i vani conati del fuoruscito Efialle, il nodo di Gordio e l'incendio del Tempio di Efeso, con la.sparuta degli efesani contro la generosità di Alessandro di volerlo ricostruire, la donclUsciollcsea opposizione di Sparla ed il romanzo di quella buona suocera di Ada. che lutti, sanno. Inoltre devo dirvi in confidenza che l'Alessandro anatolico, cine anteriore alle grandi, vittorie di Isso e di Arbela è luti'altra cosa dell'Alessandro siriaco, egiziano, persiano e soprattutto indiano. In Asia Minore il Conquistatore appare costantemente opportunista, eccessivamente indulgente e soprattutto soggetto agli imbarazzi che ad ogni pie sospinto gli crea il cullo obbligalo della greca democrazia. Il suo esercito poi, quello dell'epicissima avventura, destinato a mettere fra sé e tu patria migliaia e migliaia di chilometri, va a turno e a scaglioni in licenza invernale, ver tradotta o a piedi, onde consolare la solitudine delle spose. Inoltre fra tutti gli andirivieni dei macedoni in Caria, in Licia, nella Pisidia, nella Frigia, nella Ditinia, nella Puftagonia, in Cappudocia, non si sa bene dove Alessandro sia effettivamente andato e dove si è limitalo a mandarci i suoi luogotenenti. In ultima analisi, dopo la battaglia del Granici) la reni marcia d'Alessandro si fraziona in una serie di » raids » in diciottesimo e solo ai. piedi dell'enorme Tauro e all'asse dio di Alicarnasso l'avanzata e la guerassurgono verso il tragico ed il Uesin saudrc massa,cqn to e m biga, che ad isso I loro i naomano incoronar ila o, amo rd, l a mli i-mme»a di descrivervi la battaglia del Granirò, fattca che dovrei assolvere con prcc.isio- m.u -- ■ ne dal momento che mi son preso la I briga ili raggiungerne le incassale e sci- volanti rive, di attraversare il corso d'ucquji rispettabile ed impetuoso che ricorda la Pescara o il Basento, nel momento islcsso che vi passavano a nuoto più che a guado e assai dlugonulmente, data- la forza delta corrente, innumerevoli greggi di montoni provenienti dai pascoli del vilayet di Trebì- sonda e d-irclli ai macelli di Magnesia, di Smirne, di Aidin e di Adulili, e d'oltre frontiera. IO Turchia d'Asia, tu. hai cessato definitivamente d'essere il semenzaio di solidi eserciti spediti per la salvezza degli Osmanli dall' Albania all'Arabia l'clrea, ma continui ad essere, benché divenuta alea, la fornitrice inesauribile degli ovini cari alto scannamento rituale nonché al palalo dei più lontani maomettani!). Lo schieramento sul fiume Sapete giù che i Persiani al comando di Meninone erano schierali sull'opposta riva del Granico, cavalleria in printii linea, fanteria in seconda. Valentin il terreno, si giudica subito come le disposizioni prese da Meninone erano eccellenti. Accortosi dalie csplorazioni d'Alessandro che l'obbiettivo nemico era il anodo presso la foce, approfittò dell'altura che costeggia la correlile, pur lasciando uno spazio di terreno abbastanza largo per disponi una linea di truppe su quello spazio. Meninone appostò i suol ventimila cu nulli''facendoli coronare dalla fanteria, assai più numerosa, schierata in seconda linea, di modo cltr le due masse si elevavano t'una sull'altra come in anfiteatro. L'altura smascheri/va il guado e lo dominava assai da virimi, i fanti in ulto potevano tirare al di sopra, della cavalleria. Alessiintlro avanzava verso il guado con la falange suddivisa in olio manipoli e niarciiiiile ili fianco, -mentre la ca vallcria copriva le. ali e i bagagli seguivano, l'rimo accorgimento del Ma celione fa quello di farsi ben vedere dal nemico [beata e generosa guerra uniteli!) alla lesta ilei suo esercito Aveva saputo dell'ordine di Dario o Meninone, 'li Imitare il Ile di Mucido nia alla stregua d'uno scapestralo cioè prenderlo, samniinislrurqii, data la (liovanc ria. le verghe, untargli ad dosso ima veste di porpora e trarli a lui incatenato, e ci leuciti a far veAtre iume grossolana e. imprudente, fnsse la valutazione del Ile persiano nei suoi riguardi, Fu allora che il cau In l'arimtiiione consigliò ad Messali tiro di accampare, di attendere l'indomani. Etili era convinto che i persiani, visto che i macedoni lì eguagliavano quasi fra cavallerìa e falange in /or ze veramente combattive [s'intende che della fanteria persiana coniavano so 10 i greci, mercenari), si sarebbero prudentemente squagliati durante In natie. Temeva giustamente l'armeninne l'azione della cavalleria persiana che poterà impedire ai macedoni di fm morsi in battaglili. in/Uggendo loro uno scacco che avrebbe compromesso 11 successo di lutiti la campagna. Ma Alessandro rispose che urgeva far gualche cosa che giustificasse il terrore che i macedoni cagionavano, ed emanò senz'altro l'ordine di spiegamento formando la falange su di una linea dì sei. sezioni con una profondila di sedici uomini. In questa posizione iti cavalleria persiana, sulla riva opposta, presentava un fronte, eguale a quello dell'intero esercito d'Alessandro. Il Iella del Granirò è assai ineqiialn è i guadi sono separali da profondità dove i montoni girano vorticosi e spesso annegano. Queste piccole, tragrdie contempla l'Ida ancora coperto sulla sommità di nevi, mentre l papaveri della riva sinistra pievano al soffio della brezza che vien dui Mannara. Al Granico si è già molto lontani dalla suggestione dell'Ellesponto, si può ricostruir In battaglia senza l'ingombro di altre carneficine posteriori ed anteriori, t.e dui menti avversarie che la condussero erano entrambe cileni- che e si equivalevano: Alessandro con Formentone da ai lato. Meninone da Rodi dall'altro. Verso la dèstra, il gna do era più spazioso, e per questo A lessandro decise di fare il maggiore sforzo in quella direzione, dirigendov gli tpaspisti e oli agraspidi e gli olio squadroni degli elari, preceduti dallo squadrone di Socrate destinalo al primo attacco, vale a dire il flore del suo esercito, sostenendolo con fanteria leg gera, mentre I tessali, i traci, i greci gli alleati, insomma, formavano l'ala sinistra, e il grosso della falange ri saltava nel mezzo. Alessandro, fulcro delia battagliaCompialo lo spiegamento macedone i due eserrili, rimasero qualche tempo a guardarsi {ripeto: inverati mite ,.. chiara atterra antica!) e infine la tromba di Timoteo squillò l'alta co che. fa ripetuto da tutte le fantine macedoni e Tolomeo, fratello del He. {fratello di latte, come Clilo. proba burnente), usci com'era stalo stabiliio dallo squadrone di Socrate entrando nel fiume seguilo dagli ipaspisli. Gli tenne dietro Alessandro con altra cavalleria scelta, mista ad arcieri. E guadando il. fiume, tanti Tolomeo come Alessandro conducevano i loro già, obliquamente, per evitare di esser presi di. fianco dai persiani una volta raggiunta la riva, l.a cavalleria persiana guidala, ila Meninone in persona, respinse recisamente nel fiume gli ardi mentosi macedoni di Tolomeo, soltanto Alessandro riuscì a mantenersi sulla riva animando <Oit le grida e con l'esempio ali clnri. sopraggiungenH. l.a mischia corpo a corpo s'intentiticura con altissime urla d<u una. parte e. dall'allra, gli ipaspisli sorretti dalla fanteria, leggera andavano neutralizzando all'ala destra il rotolamento giù per le scoscese rive di Tolomeo l'armeninne passava, a, guado alla testa, dell'ala sinistra, l'attenzione dei persiani molla specialmente ai successivi a Itaceli i della cavalleria nemica non faceva molla apposizione al tragulo della falitnm; contro la giurie del resto le fragili zagaglie persiane avertili poco effetto. Viceversa le armi macedoni fatte di curinolo servivano a me rn viglia. Intanto la persona di Alessandro di venta il fulcro della battaglia. Attirali dallo splendore della sua armatura e dalla mirabile ninnila della sua omerica comitiva, t campioni persiani avevaa Unito per attorniarlo. Gli si spezzò la lancia e Arde, lo scudiere, non potè cedergli la sua eh' era similmenterolla. Fu Delimitilo di Corinto che loarmò di aita nuova asta, con la qualeAlessandro corse ad investire Mitrìdate. genero di Dario, che «menava, tri-patlin » {par di vederlo!) dinanzi al ne-mico. Mentre Alessandro lo stende aterra, viene colpita da Resace con unfendenle d'accetta. L'elmo gli salva ilcranio. Resace è trafitto, ma la scimitarra di Spiridate sia per cader di nuo va sul capo del Re macedone, quando il fenomenale colpo del negro àlito, forte come un bue, tronca il braccio al persiano. Il nemico incomincia a. volgere il tergo dalia parie dove Alessandro comanda In persona. I persiani cedono anche sull'ala sinistra macedone e intanto ta falange con la sua Ironie irta di picche e balenatile di acciaio. vero carro d'assalto fatto d'uomini, ha finito di passare il fiume e annunzia avanzando e cantando un poderoso peana che la vittoria non è più dubbiosa. Segue il massacro dei cavalieri persiani fuggenti mentre i greci mercenari al servizio dei. persiani rimangono nella loro primitiva posizione come dì sasso, intronati dallo stupore (lo assicura Ariano) di aver risia la cavalleria di Alessandro passare il Granico e respingere la cavalleria persiana quattro volte più numerosa. In ogni modo i greci mercenari si arrendono senza lotta. Alessandro li manderà al lavori forzati nella, miniera d'oro della Macedonia ereditala dal padre. Le traccie di Roma La battaglia del Granico. che è stuta essenzialmente una battaglia di cavalleria, poiché la falange si limitò a ricevere inoffensive treccie nemiche e la. fanteria persiana ad arrendersi, o fuggire, riusci fatale ulta maggior parie dei grandi cupi persiani. Ad enumera/e tulli i satrapi, i parenti di Dario, i governatori dì provincia e i generali che vi lasciaron la pelle, ce da! pensare che i persiani fossero assai più numerosi dei centomila di cui parla Ariano. Infoiti Giustino, andando completamente fuori dai gangheri, giura che erino seicentomila. Perdile di Alessandro irrisorie: ottantacinque uomini a cuvallo e trenta fanti. Venticinque dei primi, però, appartenevano agli etari, al drappello reale, e furoii quel li che per ordine di Alessandro, l.isippò. L'unico scultore che aveva la privativa di riprodurre plasticamente le fai tezze del He, effigiò in bronzo. Sepolture di prima classe, con tutta l'armatura, non solo ai proprii eroi, ma anche alla, totalità dei nemici caduti; elezione di Menu ad essere la custode dei trofei della battaglia {Alessandro vi mandò trecento armature persiane, acciò fossero dedicale a Minerva, nel Partenone-, ma pare che gli ateniesi accogliessero i trofei con entusiasmo unitamente ufficiale, inalgrudo che il presente fosse accompagnalo dalla scritta del Ile: « Tolte da Alessandro e dai Greci — eccello l Lacedemoni — {apprezzate la Itnezza di non avere accennato ai Macedoni;, ai barbari dell'Asia .. fonia, Caria, Frisia, tutte le Provincie che formavano un tempo la potente monarchia dei l.idii, cadono dopo il Granito in potere del vincitore. Tutte le città murate al suo avvicinarsi si arrendono. Sardi, la splendida capitale di Creso, gli spalanca le porte. E' vano che andiate a cercare per l'Anatolia un segno cospicuo della civiltà greca. Tulio quello che vi esiste in fatto di rovine è romano c in ogni modo posteriore di parecchi secoli all'impresa di Alessandro. Avevo qualche speranza di trovare ad Efeso, che sorgeva vicino alla moderna >c.alan>iova e che anche nel Medio Evo continua ad avere fama e. splendore, almeno la traccia ilei famoso tempio ili Diana, incendialo da Eroslrntn il qìoruo stesso della nascila di Alessandro. ma sono rimasto deluso. Parlo di Efeso perchè è accertato che essa fu lu seconda grande città dell'Asia Minore, nella quale Alessandro soggiornò a lungo dopo il Granirò, sedotto dalla presenza di. Apcllc nella città. La prima è Sardi, di cui non esìste neppure la memori,i. Ma. invece di riiggiiinucre Efeso dut mare, ho falla la strada, per la vallata del Meandro. E' la parie certamente più amena della Anatolia e quella, che ha conservato negli aspetti lisirì qualche splendore naturale delle auliche età. Alla stazione di Aya Solale, se si. vuol vedere Efeso, bisogna scendere; Smirne è ancora lontana una sessantina di chilometri. Il villaggio è circondalo da imponenti rovine, medioevall e romane, ma Efeso doveva coprire tatto lo spazio fio Aya Solai; e Scalanuova -. Qui. dell'Efeso antico. Vi mostrano la \ prigione di San Paolo 'a sentir la Uradlzione, il grande Apostolo dovrebU(. „,-,., soguiornato in tutte le galere \asiatiche) che non è che una torre delie fortificazioni della t-ìità dalla, par te del monte Corisso, lo stadio, le ter]me, il teatro, grandiose costruzioni granitiche dell'epoca ramina Fu. a partire da Efeso eh- Alessan dro segui strettamente la co-itti per finire di riunire il mondo ellenico sotto il protrlloraln ma e e ilo ne. facendovi entrare i greci asiatici e per intercettare nii'oro e agli, intrighi persiani l'accesso alla Grecia, chiudendo le porte che vi cotiilncevauo. ARNALDO CIPOLLA, Aspetto del terreno della battaglia del Cranico e ricostruzione dello schieramento probabile degli eserciti macedone e persiano.