La città degli studenti neri

La città degli studenti neri VIAGGIO IX PORTOGAIyLO La città degli studenti neri (Pai nostro inviato)— dtsprest0 chc _ fra u popolino _ u VOTtoghese ha per lo spagnuolo COI MERA, giugno. \A un itali/ino che viaggi in Porto-\galle, die sia' bruno e relativamente magro e che si esprima nella propria lingua, nove volte su dicci può toccare d'esser scambiato per uno spagnuolo. Così per aver gai, in Praia Oito de Maio, domandato a un tale che portava un berretto gallonato dove fosse l'antico convento del Carmo, dopo un lungo parlamentare a parole e a gesticolamenti che sembravamo due sordomuti, mi son sentito rispondere: « Coimbra, tutta conventi, tutta chiese. Però non li. bruciamo come in, Spagna »; e giù una risata che voleva esser maliziosa, come a chiedermi se avevo, capito l'antifona. (Altra riprova del su e lo spagnuolo per il. portoghese) Non li bruciano, no. Però li adibiscono ai più curiosi uffici con una disinvoltura che colpisce specie in una gente o devota od almeno ossequientissima alle esteriorità del culto./Perche anche questa è una singolarità^ del Portogallo, paese ricco di contrasti quant'altri mal: chc nessun conduttore di taxi passerebbe davanti, a una chiesa senza levarsi il berretto venti metri prima per rimetterselo in capo venti metri dopo, mentre poi la legge repubblicana dà il diritto a qualsiasi cittadino di chiamar le guardie per far arrestare il gesuita chc incontri per la via. Come mi diceva a Lisbona, con un dolce sorriso il Nunzio Apostolico, monsignor Beda Cardinale, nessuno ha mai fatto arrestare un gesuita per la strada; ma ciò non toglie che, anche non applicata, la legge ci sia. Comunque, è una cosa che fa una certa impressione trovare in. rua da Sofìa, strada dove chiese e case stanno in proporzione di una a. tre o quattro, und: rimessa d'automobili con relativi accessori e latte di benzina nell'abside della antica, chiesa di Sào fio mingo, ora adibita a magazzini, e scor ger torri di bidoni, di lubrificanti al arsi fin quasi a toccare le bellissime vòlte cinquecentesche a stupende nervature incrociate, e rotoli di pneumatici presso la Cappella del Tes.oriere di Giovanni, di Boucn o contro i vaghissimi aj.ulejos del sedicesimo secolo, nel rcstox nemmeno il « Club Tiro e Sport » ci ha. molto a. che fare con un chiostro a interessanti colonne tosco ne quale e quello di. Sào Bernardo; nò dal canto loro i padri del vecchio con vento dì Sio Joào das Donas avranno probabilmente mal preveduto che nella loro venerabile casa, dovesse un gior no trovar posto il Caffi da Santa, Cruz il più bel caffè dì. Coimbra. Alto leg giadra vòlta a vele e nervature « manuelinc » sale il fumo delle fortissime sigarette portoghesi, in un'abside tap pezzata di. bottiglie, il. barman mesce Porto e affetta prosciutto sul. banco là dove sorgeva l'altare, e sotto l'arco di, una cappelletto laterale, presso una radio che profana di boati il tempio vetusto, si. cela discreta la toilette. Pazienza. Da quell'abside è uscita final mente una lazza di buon caffè, il primo buon caffè chc bevessi in Portogallo, dove pur giunge dal Brasile una materia prima eccellente che costa — udite, donne di casa! — quattro lire al chilogrammo, ma dove, essendo le macchine espresso quasi ignorate, l'intdleltualissima bevanda continua a bollire su una. fiammella a gas fino a tramutarsi, la sera in una. droga spaventevole. Pcrn-hà un italiano non va a Lisbona n a Porto a mettere su un bar sul serio? Si farebbe ricco in pochi anni. E' un consiglio che dò per la speranza d'esser compensato da una tazza di vero caffè, se. mai. avessi da tornare qui. (Altro consiglio, a proposito degli azulejos. Perché qualche architetto italiano non viene in Portogallo a studiare questo economico e praticissimo materiale ceramico decorativo che potrebbe essere largamente im-piegato, e con effetti cromatici di grande bellezza, nelle ville di Riviera? Dico specialmente a. Gio. Ponti, il rinnovatore della Bichard-Ginori). Goliardi feliciNaturalmente il Cafè da Santa Cruz era pieno di studenti, di questi studenti della celebre Università di Coimbra che, per quanto se ne sia. parlato, son sempre una sorpresa, con le loro redingotes nere, le grandi cappe romantiche, la camicia bianca e la cravatta nera, estate e inverno e con la pioggia, o col bel tempo a capo nudo. A Lisbona e a l'orlo passano Inosservati, mu qui a Coimbra — l'Ateneo ne radunatoltre duemila — sono la nota caralteAristtea della città. 'gCe n'è di eleganti, puliti, bellissimi] ragazzi bruni dallo sguardo vellutato « dai lineamenti fieri. Altri con cappe sbrindellate c dubbie clic mostrano di aver ricoperto spalle di padri e di fratelli, li diresti malinconici mercanti levantini in cerca di clienti da gabbare. Studiano, discutono di politica, cantano • fados » nelle notti chiare di luna sotto finestrelle socchiuse alla Marechiaro, ma soprattutto passeggiano. Per le strade nel pomeriggio sommechioso, lungo il Mondego sul tramonto soavissimo, intorno al laghetto della Quinta da Santa Cruz, per le aiuole e i viali dell'immenso meraviglioso Jardim Botanico fra gigantesche araucarie di California, cedri del Libano, eucalipti d'Australia, palme africane e cocchi di Polinesia, questi goliardi placidi e solitari chc raramente ho visto ridere e chc nel gesti lenti paiono esprimere, l'Indifferenza d'una sapienza antica, per ore ed ore passeggiano con 10 sguardo assorto e un libro sotto II braccio, quasi meditassero un mistero da loro soltanto intravisto. E con gucll'improvciso apparire — nere figure fugaci. — agli angoli delle silenziose viuzze intorno all'Università dominante il declino delle case, o sotto l'arco antico d'un portico od accanto a un superbo portale di vecchio palazzo, spandono per tutta la città un non so che di conventuale, di mistico e di profetico, mentre le loro vesti bizzarre sembrano segnare privilegi di casta e stabilir prerogative e distanze dalla massa dei miseri mortali. Sono invece i pili bravi figliuoli di questo mondo, chc si compiacciono ancora di burle e di beffe come quella di radere i capelli ai matricolini sorpresi in giro dopo che la torre dell'Università — detta la Capra — ha ballato i rintocchi della sera; chc vivono la maggior parte in piccole pensioni economiche (a Coimbra d'inverno si comprano venticinque arancie con un escudo, cioè con una nostra lira) ; che studiano e fanno all'amore con eguale discrezione esemplare, a Volupla, rasilo da viola — vibraeùo febril e louca! » [Voluttà ragione di vita — spasimo febbrile e folle) cantano nel loro a fados » ,• ina mi sembra una voluttà guanto mai altre casalinga e igienica, una ribotta con licenza, dei superiori. Troppi fantasmi, si direbbe, vagano per l'aere di. Coimbra da quello d'Ines de Castro che ancor piange là nella. Quinta das Lagrimas per il comodo di tutti i poeti portoghesi passali, presenti e futuri, a. quello della sanln Itcgina Isabella che sotto gli occhi del marito avaro convertiva in rose le monete da donare ai poveri — perche la vibraeào sia. davvero quella dei vent'annl, dei felici errori e degli appetiti voraci. Non importa: tra giardini ed aule, tra serenate c passeggi, le ore qui devono cader lente e soffici, uguali c serene : sosta nella vita che sarà poi forse apprezzala più tarili. Ma lo sanno questi, studenti beali che quel loro paradiso terrestre del lardim Botanico dove fra una dispensa e un testo ascoltano tubare le tortore e picchiar sui tronchi l'uccello legnaiuolo, è venuto un italiano a costruirlo tracciandovi scalinate, fontane, vasche, giochi d'acqua, terrazze e viali: il naturalista padovano Domenivo Vandclli, chc certo aveva ancor negli occhi le ville della sua dolce terra veneta, l'ordine di Boboli e 11 tasto di Villa d'Estc'.' Speriamolo; e del resto anche qui in Portogallo dov'è il luogo, chiesa, palazzo o parco, in cui l'Italia non faccia sentire, fievole od alla la sua voce? Fra codici e stampe Bisogna d'altronde riconoscere che, varcata appena la Porta Ferrea dell'Università coimbrese, dire Firenze o Boma e come pronunziar parole magiche. Sarà suggestione di gente, volere o no, di cultura, ma l'effetto è uguale. E il custode di questa, biblioteca magnifica ricca d'oltre setcenlomlla volumi, sembrava un invasato tanta era la sua gioia di potermi mostrare i tesori affidati alla sua buona guardia: e la « Bibita Ilebralca » pergamenacea del XII, famosa per la infinitesimale piccolezza del caratteri e valutata un milione di dollari, e la preziosa Bibbia magontina del I4ti2, e i codici miniati itagli alluminatoti usciti dalla scuola del grande Nano Conealves fino a .eri ignorato. Pareva dirmi ad ogni libro che mi squadernava sotto gli occhi: * Torna pure nel tuo paese c racconta ciò che hai visto in Portogallo ». Afa mi rlserbava una sorpresa il valentuomo, e gitale sorpresa, giù nel sotterraneo ài questo covo di dottrina fondato da Bc Giovanni al principia ilei. Settecento nientemeno che gli in-folio dell'opera completa di Giambattista Pirancsi, dale « Antichità romani- • alle « Carceri », prime edizioni stampe magnifiche, fresche come uscite allora dal torchio. Io ammiravo commosso questo tesoro, ed il custode gongolava. Ah, l'infame! che nella foga dello sfogliare quasi sguarciava in due un'acquaforte... Ma sia perdonato il suo entusiasmo. Due studenti, d'una cortesia docile e paziente, s'eran tolti l'incarico di guidarmi, per le sale di questa portoghese Sapienza. L'uno era laureando in me dicina, l'altro studiava lettere. E cosi, vestiti di. nero, snelli di persona e bruni di viso parevan fratelli. Ad ogni Facoltà il suo colore, i suol paludamenti, i. suoi riti; pendevano dalle pareti zagaglie e alabarde per armare i bidelli nei giorni, di solennità. Ma di queste tradizioni auliche le mie due guide sor ridevano un poco. Su dall'ultima loggia, l'anfiteatro immenso dei colli verdissimi, con la. pianura sparsa di boschi d'armici c di pinete, s'apriva in tutta la sua solennità armoniosa. Il cielo, nel giorno de dinante, era un. raso azzurrino, ed ii Mondego un nastro dui riflessi perlacei. Dinanzi a quel tettante paradiso, noi parlavamo di politica, di. « hoatos » e iti dittatura: e non mi H volle mollo ad accorgermi che se una era per Carmona l'altro era per la libera Repubblica c clic avrebbero potuto discutere una giornata intera senza trovare un pittilo su cui mettersi d'accordo. Così)da studente a studente, da professore a protestare, ria Facoltà a Facoltà. SI fa molta politica nelle Università por- tnghesi, e. l'antico spirito aeucnfurosoidi. questi sognatori dall'animo colmo di saudado trova nelle interminabili discussioni al ruffe o lungo le arenidc.di che collinare i'inlraggt del futuro. E' appunto codesta mentalità che H generale Carinomi, negli anni di dittatura, ha cercalo ili sopire. Vallano itile prossime elezioni se i suoi sforzi avran dato buoni finiti. Cultura italiana — Sa che in venti mesi, die sono a Coimbra lei è il terzo italiano col quale mi trattengo? Prima il povero Fracchia, poi. un saltimbanco, ed ora ho la sua. visita. — Cosi mi ha. accolto, sorridente e arguto. Guido Battelli, chc se ne sta qui a studiare ì poeti portoghesi, a curarne traduzioni italiane, e a. far conoscere quanto l'arte nostra e la nostra cultura ninnarono all'arie, c alla cultura portoghese. Benissimo pel saltimbanco: noi giornalisti siamo sempre in buona compagnia. Se a Lisbona, infittii, ed a Porto industria e commercio /tossono costituire forti legnini Ira Italia e Portogallo, qui. a Coimbra non può venire che gualche nostro studioso e giuliette turista. Quanto al turista e affare di privati; ma è ad un prestigio culturale, die in questo momento penso. Non diluenti- Inumo che quella di Coimbra e. a torlo o a ragione, una delle Università fumose del inondo: che vi. passano — quasi per un dovere di cortesia — i più. noti studiosi stranieri: che la Francia vi manda i suoi ìiiii illustri confcri'i'Zieri; che vi hanno tenuto lezioni il Michel, il Vitry, il Medaire, il grande orientalista Diclil; che il molare di letteratura francese è. un francese il prof. Bernard, e che. nella « Sala. Francese • stanno migliaia di volutili ed oltre settanta rivinte di letteratura, politica, scienza, espansione coloniale. Quanti professori Italiani son venuti a tenere, in questi ultimi anni, un corso di conferenze o di lezioni a Coimbra? i Nessuno ». mi ha risposto purtroppo il Battelli: e la cattedra di letteratura italiana è affidata a un poeta portoghese, Eugenio De Castro, chc ha molte qualità ma non quella di. sapere la nostra lìngua. Anche noi abbiamo la nostra « Sala diretta dal dott. Francisco' Morais. con una discreta bibliolechina costituita essenzialmente con le offerte della « Italica » del duca di Modrone, dell'Istituto Colombo, del signor Calabresi di Lisbona; e se ne occupa alacremente, sia pure da Lisbona, Guido Vttalettl. Mu per guai ragione, se la Francia tiene in questa Università un professore francese .per insegnare letteratura francese, il titolare di letteratura italiana deve essere uu portoghese che non sa l'italiano? MARZIANO BERNARDI.